00 11/12/2010 18:18
Cubacel, dal saccheggio alla censura
Cuba: arriva la tv digitale
La televisione digitale sembra che sia, con i suoi “milioni di pixel”, già nel futuro dei cittadini cubani. La nuova era digitale, come annuncia il portale della televisione cubana attraverso Manuel Barreras, direttore della Oficina para la Digitalización de la Radio y Televisión. è appena iniziata.(1)

Il progetto, che prende vita nel 60° anniversario della fondazione della televisione cubana, vedrà il suo compimento probabilmente nel 2020. L’ isola caraibica sta producendo in questa previsione, un milione di televisori ATEC della marca cinese Haie e decorder di ultima generazione. I televisori saranno dotati di una tecnologia ibrida, ossia digitale ed analogica, e fondamentalmente sono due tipi : schermo CTR ( tubo catodico) e LCD ( cristalli liquidi) suddivisi a sua volta in quattro misure diverse.

Il nuovo cambiamento che porterà Cuba verso un sostanziale ammodernamento, sarà fatto a piccoli passi, visto l’ingente sforzo economico che dovrà sostenere lo stato cubano (2), stimato attorno ai 100 milioni di dollari (3). (e probabilmente anche gli stessi cittadini, che per adeguarsi dovranno acquistare un decorder oppure un nuovo televisore che possa usufruire di tale tecnologia N.D.R.) .

Ma l’arrivo del digitale non è l’unica “barriera” che Cuba , sta poco a poco valicando. A Gennaio 2011 difatti inizieranno i lavori per un’altro progetto che sarà realizzato dalla società mista Telecomunicaciones Gran Caribe S.A costituita da Telecom Venezuela e dall’ impresa Transbit de Cuba. L’opera promette di dare una brusca sterzata alla precaria situazione tecnologica che vive il paese odiernamente attraverso il posizionamento di un cavo in fibra ottica sottomarino proveniente dal Venezuela in grado di implementare notevolmente l’attuale velocità di connessione dati del paese. Il costo di tale investimento è stimato all’incirca in 70 milioni di dollari.

Radamés Candebat, direttore dell’ EIE, (Empresa de la Industria Electrónica) che avrà il compito di costruire i suddetti televisori e decorder, annuncia che “l’impresa è immersa nel disegno di un televisore che soddisfi le richieste dei cubani e che possa anche essere in grado di essere esportato”. “L’intenzione” afferma “è creare televisori con una adeguata relazione qualità – prezzo e con una buona garanzia in caso di rottura che possa assicurare per almeno 10anni i pezzi di ricambio”.

Le mie personali perplessità a fronte di questo “ambizioso” progetto, che dal canto suo sarà sicuramente un incentivo per accrescere l’offerta in termini di numero di canali televisivi e far arrivare il segnale anche nelle zone remote dell’isola, stanno nel fatto che le poche risorse economiche del paese potrebbero essere indirizzate verso altri tipi di investimenti, ben più urgenti, come nel caso di certe infrastrutture che da troppi anni sono lasciate al loro destino, o alla sistemazione della rete elettrica, che in alcuni punti del paese è in pessime condizioni, oppure come aiuto verso quelle famiglie che vivono in modo precario. Non dimentichiamo che i devastanti cicloni che nel 2008 si abbatterono su Cuba, causarono circa 8 miliardi di dollari di danni in tutta l’isola, rendendo fatiscenti e pericolanti migliaia di abitazioni. In altre parole, non capisco come, in un momento di profonda illiquidità delle casse statali, possa essere considerata primaria la qualità del televisore e del suo segnale a fronte di ben altre urgenti riforme.

A prescindere da queste mie perplessità sopra citate, l’elemento straordinario sta nel fatto che si sta parlando di un’ isola che da oltre 50 anni è stretta nella morsa di un blocco economico che asfissia il suo progresso tecnologico e non solo, mediante leggi assurde, anacronistiche e datate. Stando al comune senso democratico, le continue ingerenze politiche e le violazioni dei diritti umani inferte con l’embargo, dovrebbero essere assolutamente rimosse, come richiesto all’unisono, da oltre 20 anni, dalle Nazioni Unite. E’ questo il “miracolo” che impersonifica Cuba, che, nonostante tutto, lotta con grande caparbietà, per la ricerca e lo sviluppo di progetti volti a garantire un adeguamento a quelle che sono le esigenze della comunicazione moderna.


LAS PROSTITUTAS CUBANAS SON LAS MÁS CULTAS DEL MUNDO" Fidel Castro.