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Fiat ha comprato Chrysler!

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    00 02/05/2009 00:14
    E questa volta non glie l'hanno regalata!
    2009-05-01 21:34
    FIAT: ORA SI GUARDA AD OPEL, PARTE BANCAROTTA CHRYSLER
    ROMA - Un accordo che inorgoglisce tutta l'Italia, "fiera del riconoscimento" ottenuto negli Usa, e che, come dice l'Ad Sergio Marchionne, sposta ora il mirino in un'altra direzione, verso Opel. Il giorno dopo l'intesa Fiat-Chrysler, che ha avuto l'imprimatur dello stesso Obama, e mentre a New York cominciano le udienze per la bancarotta Chrysler, è il capo dello Stato Giorgio Napolitano a commentare l'accordo, definendolo "un riconoscimento straordinario per i dirigenti, i tecnici, le maestranze tutte".

    "Oggi l'Italia può essere fiera del riconoscimento che una nostra grande impresa ha ottenuto in America e nel mondo", ha detto Napolitano nel corso della celebrazione della festa del lavoro al Quirinale. "E' una spinta per uscire dalla crisi", sottolinea per parte sua il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, secondo il quale l'intesa dimostra che bisogna "cercare di essere più fiduciosi e avere un sano ottimismo". Archiviato il capitolo Chrysler, definito dai vertici del Lingotto prioritario, ora la partita si sposta in Europa: "Adesso dobbiamo concentrarci sulla Opel: sono loro i nostri partner ideali", ha detto infatti Marchionne in un'intervista alla Stampa.

    Oltreoceano la casa automobilistica americana, che da oggi ha chiuso tutti i suoi impianti, punta a incassare a breve termine il via libera del giudice all'alleanza con Fiat e la vendita alla 'Nuova Chrylser' della maggior parte dei suoi asset per 2 miliardi, oltre ai 4,5 miliardi di dollari dal governo Usa.

    Mentre in Italia i sindacati, che pure hanno salutato con favore l'intesa, chiedono garanzie per le fabbriche. "Bisogna pensare anche alle produzioni italiane, che danno tanto lavoro non solo a Torino ma anche e soprattutto nel centro-sud", dice Raffaele Bonanni, numero uno della Cisl, chiedendo garanzie che non ci siano delocalizzazioni. E uguale chiarezza chiede Renata Polverini, leader dell'Ugl, avvertendo che "per la prima volta dal 2005 Marchionne non dice apertamente che lascerà aperti tutti gli stabilimenti Fiat in Italia".
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    00 02/05/2009 10:01
    2009-05-01 21:34
    Obama annuncia dimissioni giudice corte suprema
    WASHINGTON - Il presidente americano Barack Obama ha annunciato che il giudice della Corte Suprema David Souter intende ritirarsi da giugno.
    Il presidente Obama ha fatto una apparizione a sorpresa nella sala stampa della Casa Bianca, interrompendo il briefing del suo portavoce Robert Gibbs, per annunciare di avere parlato per telefono con Souter ricevendo la notizia della sua intenzione di ritirarsi dal giugno prossimo.
    Obama ha detto di ''essere incredibilmente grato per la dedizione mostrata dal giudice Souter nel servire la nazione''. Il presidente americano ha detto che cerchera', come prossimo giudice al posto di Souter, una persona ''con mentalita' indipendente''. La decisione di Souter dara' ad Obama la possibilita' di nominare il primo giudice della Corte Suprema del suo mandato. Il presidente ha detto che il successore dovra' essere scelto entro la sessione della Corte Suprema che iniziera' nel prossimo ottobre.
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    00 04/05/2009 23:01
    ...e magari anche la Opel?
    di Roberto Caracciolo

    BERLINO - Sergio Marchionne arriva a Berlino dopo la maratona americana per la Chrysler e incassa una prima apertura sulla Opel da parte del governo tedesco: il piano messo sul tavolo dall'ad della Fiat per un'eventuale acquisizione della controllata Gm è "interessante" e va "valutato attentamente", ha assicurato il ministro dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu). Marchionne ha dato garanzie sull'occupazione e sugli impianti ed è proprio su questi punti - fondamentali per ottenere gli aiuti dall'esecutivo di Angela Merkel (Cdu) - che si gioca la partita Opel. Una partita, ha detto oggi l'ad, che "comincia adesso", anche se con la "General Motors c'erano contatti già da tempo".

    L'atteso incontro con il ministro della Csu ha aperto una giornata dedicata interamente alla trattativa per la casa di Ruesselsheim, che ha visto anche incontri con il capo della cancelleria Thomas de Maiziere, con il ministro degli Esteri Frank-Walter Steinmeier (Spd) e con il capo del Consiglio di fabbrica che rappresenta i lavoratori della Opel, Klaus Franz. Marchionne ha presentato a tutti "il piano per trasformare il panorama automobilistico globale attraverso lo spin-off di Fiat Group Automobiles, e la sua unione con Chrysler e General Motors Europe", come ha scritto oggi il Financial Times, che ha intervistato il top manager. "Dal punto di vista industriale e ingegneristico, è un matrimonio perfetto", ha detto Marchionne all'Ft: ne nascerebbe un gruppo con un fatturato di circa 80 miliardi di euro e vendite per 6-7 milioni di auto all'anno, cioé la seconda casa automobilistica al mondo dopo la Toyota. I tempi dell'operazione dovranno essere rapidi, ha detto Guttenberg, ma la strada - nonostante l'interesse di Berlino - si presenta ancora lunga e in salita, soprattutto alla luce dell'ostilità dei sindacati e dei socialdemocratici nei confronti di Torino.

    Se da una parte per Guttenberg serve "un investitore che garantisca la sicurezza di lungo periodo della società e che abbia un piano realmente attuabile, che non sia sostenibile solo per qualche mese", dall'altra il sindacalista della Ig Metall e membro del consiglio di sorveglianza Opel, Armin Schild, ha detto che un'eventuale operazione con la Fiat creerebbe "grandi problemi" per lo stesso gruppo italiano. E oggi ha ribadito il suo 'no' a Marchionne anche il Comitato dei lavoratori della Opel, che da Bochum , dove si trova uno dei quattro impianti tedeschi, ha fatto sapere: la Fiat non può entrare nella Opel solo per usufruire delle garanzie statali "in modo da risolvere più facilmente i propri problemi". Secondo il presidente del Comitato di Bochum, Rainer Einenkel, inoltre, "se la Fiat vuole veramente entrare (nella Opel) solo con un miliardo di euro, questo è troppo poco per salvaguardare l'attività futura" della società.

    Le assicurazioni fornite da Marchionne le ha annunciate Guttenberg: il piano, che prevede garanzie statali a livello Ue per 5-7 miliardi di euro - ha detto - punta all'acquisizione della Opel senza nuovo indebitamento per la Fiat, passa per la ristrutturazione di uno solo dei quattro impianti (quello di Kaiserslautern) e si propone di mantenere lo storico marchio. Il concorrente più temibile è il gruppo austro-canadese Magna, che starebbe preparando un'offerta da cinque miliardi di euro insieme ad alcuni alleati per acquistare oltre il 50% della Opel. La Fiat, quindi, continua a trattare. E la cancelleria ci tiene a fare sapere che "il governo tedesco accoglie favorevolmente ogni possibile" investitore interessato alla Opel, "senza decisioni predefinite".
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    00 05/05/2009 22:27
    2009-05-05 20:57
    FIAT: MARCHIONNE NEGLI USA, CERCA SPONDA GM PER OPEL
    NEW YORK - Sergio Marchionne torna di nuovo negli Usa. E lo fa, oltre che per seguire l'evoluzione della vicenda Chrysler, a caccia di appoggi da parte di General Motors e dell'amministrazione americana per chiudere un'altra importante partita: quella per Gm Europe e, forse, anche per Gm America Latina. Per avere successo il risiko lanciato da Marchionne nell'industria automobilistica europea necessita infatti della sponda americana, dove Gm in lotta per la sopravvivenza si sta riorganizzando in vista della scadenza del 1 giugno fissata da Washington per decidere il futuro della casa automobilistica americana.

    L'amministratore delegato di Fiat ha ribadito in più occasioni che si augura di chiudere la partita Opel entro la fine del mese, una scadenza che coincide con la decisione della task force designata alla supervisione di Detroit su Gm. La maggiore delle tre sorelle di Detroit sta spingendo sull'acceleratore per cercare di adempiere agli obblighi fissati dal governo in termini di taglio dei costi e ristrutturazione del debito. Le negoziazioni con il sindacato United Auto Worker (Uaw) dovrebbero riprendere - secondo indiscrezioni - il prossimo 7 maggio, giorno in cui Gm renderà noti i propri risultati trimestrali. L'accordo che il Uaw e la casa auto potrebbero raggiungere - ha detto il presidente del sindacato Ron Gettelfinger - potrebbe essere "simile a quello raggiunto con Chrysler". Ma se sul fronte sindacale non sembra al momento esserci una battaglia aperta, nonostante la richieste del Uaw al Congresso di bloccare i piani di chiusura degli impianti mentre le importazioni aumentano, sul lato dei creditori la strada sembra tutta da tracciare, anche alla luce del pugno duro utilizzato dall'amministrazione Obama nei confronti degli obbligazionisti di Chrysler. Il piano di Gm prevede prevede che il governo controlli il 50% della casa automobilistica, a fronte del 39% in mano al sindacato e al 10% dei creditori.

    Per gli obbligazionisti una tale proposta significa incassare il 34% dell'attuale investimento (Gm propone infatti 225 azioni ogni 1.000 dollari, il che vuole dire al prezzo di chiusura di Gm di venerdì scorso 414 dollari ogni 1.000). Lo swap dei 27 miliardi di debito non garantito per avere successo deve incassare il 90% di adesione entro il 26 maggio. I creditori, però, si sono fermamente opposti al progetto e hanno rilanciato chiedendo il 58% della casa automobilistica. Secondo gli analisti per Gm la bancarotta sembrerebbe sempre più perseguibile, anche se lo spettro del Chapter 11 utilizzato per Chrysler potrebbe spingere la parti a maggiori concessioni così da evitarla. Alcuni osservatori ritengono invece che Gm non ce la farà a scampare alla stessa sorte toccata a Chrysler, vista la volontà dell'amministrazione a tutelare i benefit sull'assistenza sanitaria. E nella partita Gm, così come in quella Chrysler, si inserisce la Fiat che potrebbe giocare un ruolo determinante divenendo, insieme al governo, uno degli attori protagonisti nel salvataggio di Detroit. Marchionne si dividerà fra Detroit e Washington in questi giorni cercando sponde per l'affondo finale e garanzie per vincere le resistenze tedesche. Tornano alla ribalta anche indiscrezioni sul possibile interesse di Fiat per Gm America Latina, area in cui il Lingotto vanta già una forte presenza.

    Sul fronte Chrylser, Marchionne prenderà atto dell'evolversi del dossier presso la corte della bancarotta di New York: mentre i creditori non-Tarp si battono per il blocco della vendita degli asset Chrysler a Fiat e chiedono che le loro identità non sia rivelate in seguito alle minacce ricevute, il giudice Artuhur Gonzales ha dato il via libera all'accesso di Chrysler a un finanziamento del governo per 4,1 miliardi di dollari e a 400 milioni cash in collaterali.
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    00 05/05/2009 22:28
    Mitico Fiorello: FIAT voluntas!
    Gag Fiorello: Fiat voluntas... Jesus Chrysler Supercar
    ROMA - "Dalla fusione tra Fiat e Chrysler uscirà un nuovo Monovolume, un incrocio tra il Voyager della Chrysler e l'Ulisse della Fiat. Avrà un faro solo...si chiamerà la Polifemo!": nel suo Fiorello Show il comico non perde l'aggancio con l'attualità propone anche battute sulla vicenda Fiat-Chrysler. Il mattatore in teatro ironizza sulle notizie legate alla casa automobilistica torinese, di cui è anche testimonial: "A proposito di Fiat - scherza Fiorello - sapete che Fabbrica Italiana Automobili Torino è anche una parola latina... Adesso hanno fatto un accordo con il Vaticano per celebrare la messa in latino... così che si possa fare della pubblicità occulta con dei messaggi subliminali tipo 'Fiat Voluntas Dei'... Certo che Marchionne ne sa una più del diavolo... Subito dopo la firma Obama era così contento che ha cantato: Jesus Chrysler Supercar...". Domani, come di consueto, al Fiorello Show sono attesi in platea alcuni ospiti, tra cui Franco Califano, Stefano Bollani, Francesco Totti e Ilary Blasi. In scaletta ci sarà anche un monologo con l'aggiornamento della vicenda Fiat: una parte sarà dedicata ad Opel.
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    00 14/05/2009 23:41
    Si continua a trattare per Opel
    2009-05-14 21:37
    FIAT: SI TRATTA SU OPEL, CONTINUANO PROTESTEDEI SINDACATI
    di Amalia Angotti

    TORINO - Stringe i tempi il governo tedesco che chiede ai due principali pretendenti, la Fiat e il gruppo austro-canadese Magma, di presentare entro il 20 maggio i loro piani per acquisire la Opel. Le indiscrezioni circolate in questi giorni sulle ricadute in Italia fanno salire la tensione, in particolare tra i lavoratori di Termini Imerese che bloccano la statale davanti alla fabbrica siciliana, a rischio chiusura.

    Sergio Marchionne incassa, nel frattempo, un successo sul fronte delle vendite in Europa, dove la Fiat ottiene, dopo otto anni, una quota del 10% e si insedia al terzo posto della classifica dei costruttori, ex aequo con Ford. Piazza Affari la premia e il titolo chiude in crescita del 2,8% a 7,4 euro. L'amministratore delegato della Fiat, dopo i voli delle settimane scorse fra Usa e Germania, resta per ora in Italia: domani sarà alla Fiera del Libro di Torino per presentare il nuovo libro di Mario Calabresi sull'America di Obama, il presidente che lo ha scelto per salvare la Chrysler. E la più piccola delle case di Detroit si appresta a chiudere, entro il 9 giugno, 789 concessionari, con 38 mila posti di lavoro a rischio. Positivo il giudizio del Tesoro americano, per il quale la Chrysler "é ora posizionata per andare avanti".

    Nel suo ufficio del Lingotto Marchionne mette a punto, con la sua squadra di manager Fiat, il piano per l'acquisizione della Opel, che il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu) vuole entro il 20 maggio. Il governo tedesco sta pensando, a un 'modello' per la Opel che prevede l'amministrazione fiduciaria temporanea della controllata Gm e vuole piani solidi che diano prospettive. Sarebbero allo studio anche finanziamenti temporanei attraverso banche pubbliche. Anche se il piano Fiat non c'é ancora, le paure in Italia sono tante. I sindacati, che preparano la grande manifestazione nazionale di sabato quando a Torino arriveranno le tute blu di tutto il Paese, continuano a chiedere un tavolo con il governo e la Fiat. I lavoratori di Mirafiori chiedono alle segreterie nazionali di Fim, Fiom, Uilm e Fismic di proclamare lo stato di agitazione e di non fare più straordinari fino a quando non ci sarà un incontro e un piano industriale che rassicuri i dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani del gruppo.

    La proposta arriva dall'assemblea delle Carrozzerie, il reparto più grande di Mirafiori con 4.500 addetti, dove la Fiat ha comandato sei sabati lavorativi per 800 operai a partire dal 23 maggio sulle linee di produzione di Punto, Musa e Idea. "Certamente - dice il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi - è comprensibile la preoccupazione dei lavoratori come vi è preoccupazione anche nel governo per quanto riguarda il futuro dell'industria dell'auto nel nostro Paese".
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    00 18/05/2009 22:32
    2009-05-18 21:28
    FIAT-OPEL: RUSH FINALE IN GERMANIA, MERCOLEDI' PIANO
    di Roberto Caracciolo

    BERLINO - L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, torna in Germania per il rush finale sulla Opel in vista della scadenza di mercoledì, giorno in cui dovrà presentare il suo piano al governo tedesco, e promette al governatore del Nord Reno-Westfalia, Juergen Ruettgers (Cdu), che tutti gli impianti della controllata Gm nel Paese verranno lasciati intatti. In questa "fase decisiva" per le trattative sul futuro della Opel, come ha detto la stessa cancelliera Angela Merkel (Cdu), Marchionne ha visitato anche il quartier generale della casa automobilistica, a Ruesselsheim (Assia), dove ha incontrato oggi anche i vertici di Gm Europe e della stessa Opel. Sui contenuti di questi incontri, finora, è trapelato poco, ma sembra che Marchionne sia ormai deciso a non toccare alcun posto di lavoro in Germania. Anzi, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe pronto a sacrificare il marchio Lancia per far posto a quello Opel.

    Almeno, così scrive il settimanale Automobilwoche, citando una persona vicina all'ad Fiat. "Secondo il piano, il marchio Lancia verra" soppresso a favore del marchio Opel", ha detto la fonte. Un'indiscrezione, questa, che lo stesso Marchionne sembra avere parzialmente confermato nel corso di un'intervista al domenicale 'Bild am Sonntag': il manager ha infatti detto che per la Fiat è "decisivo" che la Opel rimanga "un marchio forte sul mercato". E poi ha voluto rassicurare i vertici della casa automobilistica tedesca: il piano Fiat, ha detto al domenicale, "prevede di apportare le nostre attività nel settore auto, che saranno prive di debiti, in questa fusione. Il flusso di cassa (di questo nuovo gruppo) aiuterà la Opel a far fronte ai propri obblighi" finanziari. Nonostante queste rassicurazioni, per il governo la partita é ancora tutta da giocare. "Dobbiamo aspettare e vedere cosa succede mercoledi", ha detto da Monaco di Baviera il ministro dell'Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), sottolineando di essere pronto ad andare di nuovo negli Stati Uniti con una delegazione di negoziatori alla fine di questa settimana. Un viaggio, questo, che servirebbe non solo a discutere dei piani di Fiat e del gruppo Magna (oltre a quelli di altri eventuali potenziali investitori), ma anche dell'ipotesi della 'soluzione ponte' da lui prospettata.

    La proposta, come è noto, prevede la nomina di un amministratore fiduciario e la concessione di finanziamenti ponte temporanei da parte di banche pubbliche, qualora Gm finisse in bancarotta prima che sia stato individuato un partner per Opel o comunque durante i negoziati per la definizione di un accordo. Mentre Guttenberg aspetta di conoscere i dettagli del piano Fiat, Marchionne continua il suo tour a tappe forzate in Germania. L'incontro con Ruettgers, durato un'ora e mezza, è avvenuto ieri in un hotel di Colonia. Oggi, a Ruesselsheim, è stata la volta - secondo indiscrezioni di stampa - del capo di Gm Europe, Carl-Peter Forster, e del numero uno della Opel, Hans Demant. Domani, Marchionne dovrebbe vedere a Francoforte anche il numero uno del potente sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall, Berthold Huber. L'8 maggio il manager aveva incontrato i governatori dell'Assia (Roland Koch, Cdu) e della Renania Palatinato (Kurt Beck, Spd), le regioni dove si trovano i siti di Ruesselsheim e Keiserslautern della Opel.

    E dopo l'incontro di ieri con Ruettgers, cioé il governatore del Land che ospita l'impianto di Bochum (5mila addetti), dovrebbe vedere prima di mercoledì anche il governatore della Turingia, Dieter Althaus (Cdu). Intanto, il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, commentando le presunte resistenze di Washington e dei vertici Gm alla proposta di Guttenberg, ha confermato il suo appoggio al ministro. Sembra ormai essere tramontata definitivamente, invece, l'ipotesi di un ingresso diretto dello Stato nel capitale della Opel. Dopo i 'no' della Merkel e di Gutenberg, oggi è arrivato anche il parere negativo dell'Autorità antitrust.
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    00 19/05/2009 22:50
    2009-05-19 20:33
    FIAT: SCAJOLA, INDEROGABILE MANTENERE 5 IMPIANTI ITALIA
    ROMA - "E' inderogabile il mantenimento dei 5 stabilimenti della Fiat in Italia". Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, a margine del Liquidity Day.
    Scajola ha annunciato inoltre che al termine delle trattative tra Fiat e Opel "ci sarà un incontro per definire e ascoltare il piano industriale". Il ministro ha detto comunque di augurarsi che l'esito delle trattative sia positivo "perché se la Fiat cresce all'estero cresce anche in Italia".

    Continua la spola di Sergio Marchionne tra Torino e la Germania, dove domani presenterà al governo tedesco il piano per l'acquisizione della Opel. L'ad di Fiat ha incontrato a Francoforte il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall, Berthold Huber. Lo ha confermato all'ANSA un portavoce del sindacato. Domani stesso il governo della cancelliera Angela Merkel discuterà le offerte ricevute per la Opel.
    L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, ha confermato oggi che l'offerta del Lingotto per la Opel non prevede contanti, ma l'apporto di attività. "Penso che possiamo offrire molto alla Opel", ha detto Marchionne nel corso di un'intervista alla Bloomberg tv. La nostra offerta prevede "un mucchio di asset, che producono contanti e che sono buoni (come i contanti) e probabilmente meglio dei contanti", ha spiegato. E poi: "I contanti finiscono, gli asset che producono contanti no". L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ha detto di non aver discusso sul numero dei tagli con il segretario generale del sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall, Berthold Huber, durante l'incontro a Francoforte. "La questione dei tagli non riguarda solamente Opel ma l'intero settore automobilistico", ha detto Marchionne nel corso dell'intervista a Bloomberg tv. "In Europa, ma anche negli Usa, esiste un problema di forza lavoro in esubero e quindi bisogna agire in un contesto europeo per risolverlo," ha aggiunto l'amministratore delegato di Fiat.

    BILD: "GOVERNO ASPETTA ALMENO TRE OFFERTE"
    BERLINO - Il governo tedesco si aspetta domani almeno tre offerte per la Opel. Lo scrive oggi il tabloid Bild, confermando che, oltre a Fiat e Magna, potrebbe esserci anche la proposta del fondo Usa di private equity Ripplewood. Non è chiaro a questo punto, scrive il giornale - che cita fonti governative - se anche altri pretendenti di faranno avanti. Le offerte, ricorda la Bild, dovranno essere presentate sia al governo tedesco, attraverso il ministero dell'Industria, sia alla casa madre americana. Il tabloid osserva che il piano Ripplewood è poco conosciuto e che di recente il ministro dell'Economia tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), aveva indicato che l'interesse di un investitore finanziario per la Opel era diminuito. Come è noto, era stato il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeinen Zeitung (Faz) il 12 maggio a riportare l'interesse del fondo Usa, attivo in Europa attraverso la controllata Rjh International (Bruxelles), a sua volta proprietaria in Germania della Honsel, una società di componentistica auto con sede nel Sauerland.
    di Roberto Caracciolo

    BERLINO - L'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, torna in Germania per il rush finale sulla Opel in vista della scadenza di mercoledì, giorno in cui dovrà presentare il suo piano al governo tedesco, e promette al governatore del Nord Reno-Westfalia, Juergen Ruettgers (Cdu), che tutti gli impianti della controllata Gm nel Paese verranno lasciati intatti. In questa "fase decisiva" per le trattative sul futuro della Opel, come ha detto la stessa cancelliera Angela Merkel (Cdu), Marchionne ha visitato anche il quartier generale della casa automobilistica, a Ruesselsheim (Assia), dove ha incontrato oggi anche i vertici di Gm Europe e della stessa Opel. Sui contenuti di questi incontri, finora, è trapelato poco, ma sembra che Marchionne sia ormai deciso a non toccare alcun posto di lavoro in Germania. Anzi, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe pronto a sacrificare il marchio Lancia per far posto a quello Opel.

    Almeno, così scrive il settimanale Automobilwoche, citando una persona vicina all'ad Fiat. "Secondo il piano, il marchio Lancia verra" soppresso a favore del marchio Opel", ha detto la fonte. Un'indiscrezione, questa, che lo stesso Marchionne sembra avere parzialmente confermato nel corso di un'intervista al domenicale 'Bild am Sonntag': il manager ha infatti detto che per la Fiat è "decisivo" che la Opel rimanga "un marchio forte sul mercato". E poi ha voluto rassicurare i vertici della casa automobilistica tedesca: il piano Fiat, ha detto al domenicale, "prevede di apportare le nostre attività nel settore auto, che saranno prive di debiti, in questa fusione. Il flusso di cassa (di questo nuovo gruppo) aiuterà la Opel a far fronte ai propri obblighi" finanziari. Nonostante queste rassicurazioni, per il governo la partita é ancora tutta da giocare. "Dobbiamo aspettare e vedere cosa succede mercoledi", ha detto da Monaco di Baviera il ministro dell'Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), sottolineando di essere pronto ad andare di nuovo negli Stati Uniti con una delegazione di negoziatori alla fine di questa settimana. Un viaggio, questo, che servirebbe non solo a discutere dei piani di Fiat e del gruppo Magna (oltre a quelli di altri eventuali potenziali investitori), ma anche dell'ipotesi della 'soluzione ponte' da lui prospettata.

    La proposta, come è noto, prevede la nomina di un amministratore fiduciario e la concessione di finanziamenti ponte temporanei da parte di banche pubbliche, qualora Gm finisse in bancarotta prima che sia stato individuato un partner per Opel o comunque durante i negoziati per la definizione di un accordo. Mentre Guttenberg aspetta di conoscere i dettagli del piano Fiat, Marchionne continua il suo tour a tappe forzate in Germania. L'incontro con Ruettgers, durato un'ora e mezza, è avvenuto ieri in un hotel di Colonia. Oggi, a Ruesselsheim, è stata la volta - secondo indiscrezioni di stampa - del capo di Gm Europe, Carl-Peter Forster, e del numero uno della Opel, Hans Demant. Domani, Marchionne dovrebbe vedere a Francoforte anche il numero uno del potente sindacato dei metalmeccanici tedesco Ig Metall, Berthold Huber. L'8 maggio il manager aveva incontrato i governatori dell'Assia (Roland Koch, Cdu) e della Renania Palatinato (Kurt Beck, Spd), le regioni dove si trovano i siti di Ruesselsheim e Keiserslautern della Opel.

    E dopo l'incontro di ieri con Ruettgers, cioé il governatore del Land che ospita l'impianto di Bochum (5mila addetti), dovrebbe vedere prima di mercoledì anche il governatore della Turingia, Dieter Althaus (Cdu). Intanto, il presidente del consiglio di fabbrica della Opel, Klaus Franz, commentando le presunte resistenze di Washington e dei vertici Gm alla proposta di Guttenberg, ha confermato il suo appoggio al ministro. Sembra ormai essere tramontata definitivamente, invece, l'ipotesi di un ingresso diretto dello Stato nel capitale della Opel. Dopo i 'no' della Merkel e di Gutenberg, oggi è arrivato anche il parere negativo dell'Autorità antitrust.
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    00 20/05/2009 22:39
    2009-05-20 21:35
    FIAT: PRESENTATA OFFERTA OPEL, COMPRENDE VAUXHALL
    TORINO - Alla fine, sulla scrivania del ministro dell'Economia tedesco Karl-Theodor zu Guttenber (Csu), sono arrivati tre piani per l'acquisto della Opel, di cui uno - quello targato Fiat - prevede anche l'assorbimento delle attivita' della Vauxhall, in Inghilterra. Il governo tedesco non ha confermato ufficialmente la presentazione delle offerte, ma secondo un portavoce di Gm Europe si tratta - oltre alla Fiat - del gruppo austro-canadese Magna, alleato alla casa automobilistica russa Gaz, e del fondo d'investimento belga Rhj, controllato dal fondo di private equity americano Ripplewood.

    E' probabile che Berlino si metta al lavoro immediatamente per studiare le offerte, visto che punta a una decisione sul futuro della Opel durante ''questa, al massimo all'inizio della prossima settimana'', come ha sottolineato il ministro del Lavoro, Olaf Scholz. ''Non abbiamo molto tempo'', ha detto Scholz, anche perche' il suo collega Guttenberg sta pensando di tornare negli Usa alla guida di un team di negoziatori gia' alla fine di questa settimana, in vista dell'imminente scadenza fissata da Washington per la Gm. Il tempo stringe, quindi, ma Berlino ci tiene a sottolineare che tutto e' ancora da decidere. A chi chiedeva oggi un commento sull'ottimismo del ministro dello Sviluppo economico Claudio Sacajola (ci sono ''buone possibilita'' che la Fiat chiuda con Opel), infatti, il portavoce di Guttenberg, Steffen Moritz, ha risposto: nella corsa per l'acquisizione della Opel ''non ci sono favoriti''.

    Eppure non tutti la pensano come lui. Tra questi c'e' Hendrik Hering, il ministro dell'Economia della Renania Palatinato, la regione in cui si trova l'impianto di Kaiserslautern, cioe' quello che originariamente la Fiat voleva ridimensionare. E' il piano Magna che ha le migliori possibilita' di farcela, ha infatti detto oggi Hering. Certo e' che il consorzio Magna-Gaz-Sberbank sta puntando molto - fin dall'inizio - sul gradimento dei sindacati e quindi delle regioni. Tanto che, secondo l'Handelsblatt, gia' all'inizio della settimana prossima presentera' il suo piano al consiglio di fabbrica del costruttore tedesco. Secondo recenti indiscrezioni, Magna e Gaz propongono di acquistare la maggioranza della Opel con l'appoggio finanziario della banca russa Sberbank per creare un nuovo gruppo mondiale capace di produrre fino a cinque milioni di vetture all'anno. La Fiat, da parte sua, punta alla creazione di un colosso che integrera' le attivita' di Fiat Group Automobiles, inclusa la partecipazione in Chrysler, e di Opel. Da questo matrimonio, secondo il Financial Times, nascerebbe la seconda casa automobilistica al mondo dopo la Toyota, con un fatturato di circa 80 miliardi di euro e vendite per 6-7 milioni di auto all'anno. Nel frattempo prende corpo a tappe forzate la proposta di Guttenberg per un'eventuale amministrazione fiduciaria temporanea della Opel, che darebbe alla societa' la possibilita' di sopravvivere - in caso di insolvenza della casa madre americana - grazie a finanziamenti ponte per 1,5 miliardi di euro. Dopo un incontro ieri a Berlino tra governo, regioni e rappresentanti di banche pubbliche, i ministeri del Tesoro dei quattro Land in cui si trovano gli stabilimenti della societa' si sono impegnati a fornire prestiti per 750 milioni di euro, mentre i rimanenti 750 arriverebbero dal governo federale. La quota regionale verrebbe cosi' ripartita: l'Assia, dove si trovano il quartier generale e la fabbrica di Ruesselsheim, parteciperebbe con 447 milioni di euro; la Renania Palatinato (Kaiserslautern) con 102 milioni di euro; il Nord Reno-Westfalia (Bochum) con 150 milioni di euro e la Turingia (Eisenach) con 51 milioni di euro.

    SACCONI, DOMANI VICENDA IN CDM
    La vicenda Fiat arriva domani in Consiglio dei ministri che discutera' anche sulla richiesta di un confronto con azienda e sindacati. E' il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ad annunciarlo, nel giorno in cui il Lingotto presenta a Berlino la sua offerta per Opel. A Piazza Affari il titolo chiude sulla soglia degli 8 euro (7,98), in crescita dell'1,79%, con oltre il 5% del capitale che passa di mano. Sergio Marchionne e il presidente Luca Cordero di Montezemolo spiegano le mosse della Fiat alla famiglia riunita nel centro di Balocco, in provincia di Vercelli, per l'assemblea dell'accomandita Giovanni Agnelli e C., la cassaforte che detiene il controllo di Exor e della Fiat. E dal governo l'amministratore delegato incassa un nuovo attestato di fiducia e di stima dal governo. ''La migliore garanzia per il mantenimento del lavoro anche nel nostro Paese e' che la Fiat cresca'', dice il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, che parla di offerta ''accolta bene'' e invita ''a lasciar lavorare Marchionne in questa difficile trattativa''. Lo stesso Scajola ci tiene a dire di non aver mai sentito parlare di chiusura di due stabilimenti italiani, alludendo ai rischi paventati per Pomigliano e Termini Imerese: ''noi non seguiamo voci - spiega - ma la realta'''. Una convinzione che ha anche il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, secondo il quale non esistono ''ragioni industriali per le quali gli stabilimenti italiani della Fiat debbano chiudere. Se ci sono, sono di natura politica, e questo sarebbe inaccettabile''. ''I sindacati non saranno convocati a giochi fatti'', assicura Sacconi di fronte alle nuove, pressanti richieste delle organizzazioni dei lavoratori. ''Vogliamo l'incontro con la Fiat prima che l'azienda concluda l'intesa con Chrysler e Opel'', insiste il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi. ''Continuiamo a essere tenuti all'oscuro - dice Giorgio Cremaschi, della segreteria nazionale della Fiom - Marchionne sta trattando con tutti tranne che con noi''. Il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverini, torna a sollecitare il governo perche' convochi Sergio Marchionne ''per avere quelle garanzie che ancora non ha avuto'', mentre il Consiglio regionale della Campania approva all'unanimita' un ordine del giorno a sostegno della vertenza Fiat. Il leader del Pd, Dario Franceschini, chiede al governo di battersi perche' la Fiat si impegni a non smantellare gli stabilimenti in Italia. E dal mercato arrivano segnali contrastanti. L'azienda annulla una settimana di cassa integrazione a Mirafiori sulla linea di produzione dell'Alfa Mito per 1.800 lavoratori, ma annuncia il ricorso a tre settimane di cig, dal 15 giugno al 3 luglio, nello stabilimento Powertrain di Torino.
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    00 22/05/2009 22:21
    Opel piu' lontana?
    2009-05-22 21:38
    FIAT: IN OFFERTA OPEL MENO DI 10 MILA ESUBERI IN EUROPA
    (di Amalia Angotti).

    TORINO - Se l'offerta Fiat per Opel andrà in porto saranno meno di 10.000 i posti di lavoro da tagliare in tutta Europa, in maniera progressiva nel tempo. La precisazione arriva dal Lingotto che definisce "totalmente falsa" la notizia secondo la quale gli esuberi sarebbero 18.000. Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, conferma che, entro lunedì, si saprà la data dell'incontro fra governo, azienda e sindacati. E assicura: "l'intenzione è di aprire un negoziato vero, non certo di recepire acriticamente ciò che ci sarà proposto". "E' una partita complessa, bisogna aspettare", dice Sergio Marchionne sulle possibilità di successo della partita Opel. E, alla XII Italian Conference di Unicredit, spiega che il 2009 sarà "l'anno più duro", nel quale la Fiat "metterà alla prova tutta la sua capacità di leadership". Cambierà significativamente, per sempre, il panorama dell'industria automobilistica e la Fiat giocherà, in questo nuovo contesto, "un ruolo significativo". Ricorda inoltre che, con Chrysler e Gm Europe, nascerà un gruppo con ricavi pari a a 80 miliardi di euro all'anno. La partita che Fiat sta giocando in Germania è complessa, spiega Marchionne, anche perché "é un anno di elezioni in Germania" e l'operazione "ormai è diventata un caso pubblico". Comunque, rispetto alle offerte concorrenti, Fiat può contare "su una realtà industriale che per me - sottolinea il numero uno del Lingotto - è molto più razionale". Marchionne ha anche indicato che per l'acquisizione di Opel non c'é una nuova manifestazione d'interesse concorrente dalla Cina. La distribuzione degli esuberi, determinati da un'eventuale alleanza Fiat-Opel, non è nota. La casa torinese indica il numero complessivo di 10.000 e precisa che l'impatto in Germania sarà quindi "relativamente inferiore a questa cifra".

    Per questo resta alta la tensione negli stabilimenti italiani considerati più a rischio, quelli di Termini Imerese e di Pomigliano d'Arco. Domani gli operai della fabbrica siciliana e del suo indotto auto scenderanno in piazza, mentre le tute blu campane non nascondono di tifare per l'altro gruppo in corso, Magna, perché sperano così di salvare i posti di lavoro. Anche i sindacati continuano a fare sentire la loro voce, "In Italia non ci possono essere esuberi, dobbiamo produrre più vetture e, quindi, tutti i lavoratori e i siti servono", avverte il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi. "E' una situazione assurda - dice il segretario generale della Fim-Cisl, Giuseppe Farina - che denota uno scarso rispetto per le istituzioni nazionali e i sindacati. Non conosciamo ancora il piano industriale e le sue ricadute occupazionali in Italia". "Ribadiamo che ci vuole un incontro e che non è possibile pensare a chiusure nel nostro Paese", afferma il segretario generale della Fiom, Gianni Rinaldini. Per Roberto Di Maulo, segretario generale del sindacato autonomo Fismic, "bisogna discutere al più presto la collocazione degli esuberi nel tempo e quella geografica", mentre il numero uno della Fiom torinese, Giorgio Airaudo, sostiene che il sindacato "vuole parlare di prodotti nuovi e non di esuberi". Le cifre sugli esuberi preoccupano alcuni esponenti del mondo politico. "Fiat dà i numeri, i lavoratori non sono merce", osserva Gianni Pagliarini, responsabile Lavoro del Pdci.

    Anche Nichi Vendola, leader di Sinistra e Libertà, sostiene che "nel rincorrersi di cifre e di nomi di stabilimenti da chiudere, si pensa ai lavoratori come merce di scarto da sacrificare". Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, propone come soluzione anti-esuberi la riduzione dell'orario in tutta l'industria automobilistica europea. A Piazza Affari si aspettano gli sviluppi dell'offerta per Opel: il titolo Fiat scende dello 0,19% a 7,8 euro.
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    00 24/05/2009 14:50
    Offerte insufficienti per Opel, dicono i tedeschi!
    2009-05-24 14:50
    OPEL: GUTTENBERG, OFFERTE INSUFFICIENTI
    BERLINO - Nessuna delle tre offerte presentate per l'acquisto della Opel, garantisce "in modo sufficiente" che le risorse di bilancio del governo tedesco per questa operazione non vadano perse. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Karl-Theordor zu Guttenberg (Csu), secondo quanto riporta l'edizione domenicale del tabloid Bild.

    Il Cancelliere tedesco Angela Merkel preferirebbe il piano Fiat a quello di Magna, che invece aveva avuto nei giorni scorsi il sostegno sia del vice cancelliere e ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeir (Spd), sia del governatore dell'Assia Roland Koch. L' edizione domenicale del quotidiano Bild, "Bild am sonntag", presenta un articolo nel quale fin dal titolo evidenzia che la Merkel "respinge il piano Magna" e spiega che questo soprattutto se il colosso austro-canadese persisterà nel voler tagliare 2.200 posti di lavoro nella fabbrica di Bochum (NordReno-Vestfalia). Per questo, secondo il quotidiano, il cancelliere tedesco "appoggia indirettamente il piano Fiat".

    MARCHIONNE A BILD, AL MASSIMO 2 MILA ESUBERI
    La Fiat conta di mantenere almeno 23 mila dei 25 mila posti di lavoro Opel in Germania e "nel caso peggiore sarebbero al massimo 2 mila posti di lavoro a essere colpiti da un'integrazione di Opel in un gruppo unitario libero da debiti con la Fiat". Inoltre con le sinergie tra i due gruppi si avrebbe la possibilità di risparmiare 1,5 miliardi di euro che "consentiranno di restituire le garanzie statali entro 5 anni". Lo ha assicurato l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne intervistato dalla "Bild am Sonntag" nel quale rassicura su quattro punti: gli esuberi, il rispetto delle normative sul lavoro, il piano pensionistico di Opel, la restituzione delle garanzie messe dallo stato tedesco. Per Marchionne il piano Fiat "soddisfa meglio di ogni altro tutti i criteri. Chiunque sappia far di conto, anche nel mondo politico, può verificarlo". Il manager Fiat, comunque , non nasconde che il progetto del Lingotto "incontra attualmente in Germania ancora alcune riserve".

    Sottolinea però che "diversamente dai nostri concorrenti, il nostro piano è un bastione contro l'esodo di tecnologia automobilistica dalla Germania e dall'Italia. Le nostre cifre sono oneste e non nascondono costi, che alla fine ricadrebbero sulle spalle dei contribuenti tedeschi". L'ad del gruppo italiano spiega che sarebbero rispettate "tutte le norme sul diritto del lavoro esistenti in Germania, in particolare la legge aziendale e la mitbestimmung", che prevede lo stesso numero di rappresentanti dei lavoratori e della proprietà nel Consiglio di Sorveglianza di una società. Sul fronte economico - spiega ancora l'amministratore delegato - "i 4 miliardi di obblighi pensionistici di Gm Europe sono calcolati nel nostro piano di finanziamento e a differenza degli altri competitori". Inoltre "Fiat dispone di un sufficiente ed elevato cash-flow, superiore a 3 miliardi di euro all'anno. Oltre a ciò, ci sono 1,5 miliardi di euro di sinergie con Gm Europe, compresa Opel, che ci consentiranno di restituire le garanzie statali al massimo entro 5 anni".
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    00 25/05/2009 08:57
    Siamo al rush finale...
    2009-05-25 08:07
    FIAT: OPEL, A GIORNI DECISIONE
    BERLINO - Il governo tedesco vuole scegliere entro la meta' di questa settimana l'offerta da appoggiare per l'acquisizione della Opel. Lo scrive oggi il Financial Times Deutschland (Ftd). Il giornale riporta che una decisione potrebbe essere presa gia' domani o, al piu' tardi, mercoledi'.

    BILD, GOVERNO SI RIUNISCE OGGI
    Il governo tedesco si riunira' di nuovo oggi per discutere del futuro della Opel. Lo scrive il tabloid Bild. Secondo indiscrezioni di stampa emerse la settimana scorsa, il ministro dell'Economia, Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu), dovrebbe presentare all'Esecutivo della cancelliera Angela Merkel (Cdu) una prima valutazione delle offerte ricevute per l'acquisto della casa automobilistica controllata dalla General Motors.

    La cancelliera Angela Merkel (Cdu) e il ministro dell'Economia Karl-Theodor zu Guttenberg (Csu) hanno incontrato ieri sera i vertici del produttore di componenti d'auto per verificare se e' disposto a fare maggiori concessioni. Se la Magna non fosse disposta a migliorare ulteriormente la propria offerta, rivela inoltre la Bild, Berlino preferirebbe - come seconda opzione - una ''insolvenza controllata'' della Opel. Il tabloid riporta pero', secondo fonti del gruppo, che la Magna e' disposta ad arrivare a un compromesso ed e' aperta a ritoccare ancora il proprio piano. Secondo Bild domani e' previsto un incontro tra Guttenberg e l'ad del Lingotto Marchionne.
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    00 28/05/2009 21:53
    GM rilancia prima della bancarotta!
    2009-05-28 21:47
    GM: NO A NUOVI FONDI, 1,5 MILIARDI PER OPEL
    BERLINO - La maratona negoziale per ridefinire il futuro della Opel è durata quasi 12 ore: finite le trattative con un nulla di fatto, sono cominciate le polemiche, che hanno anche rischiato di incrinare i rapporti tra la Germania e gli Stati Uniti. Sul tavolo ci sono adesso solo due offerte, quelle di Fiat e di Magna: Berlino ribadisce che vanno migliorate, ma durante il lungo super-vertice tenuto in cancelleria è emerso un ostacolo che - di fatto - ha bloccato i negoziati, almeno fino a domani. Lo stallo è stato attribuito dal governo tedesco alla richiesta a Berlino, da parte della General Motors, di mettere a disposizione 300 milioni di euro in più - quindi non più 1,5 miliardi di euro, ma 1,8 - per i finanziamenti ponte previsti dall'amministrazione fiduciaria che dovrebbe accompagnare la Opel finché non verrà trovata una soluzione definitiva. Una richiesta, questa, che ha costretto l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, così come il concorrente Magna, a rivedere i loro piani. La Magna si è già detta disponibile a trovare un modo per "coprire il buco finanziario", lasciando intendere che potrebbe anche anticipare i fondi. La Fiat non si è ancora pronunciata.

    Tuttavia, sull'entità di questa somma c'é confusione: il ministro dell'economia, Karl-Theodor zu Guttenberg, parlava di 300 milioni, quello delle Finanze, Peer Steinbrueck, di 350, mentre dagli Usa - nel pomeriggio - la General Motrors ha smentito tutti. Dopo il vertice fiume, Marchionne - che era visibilmente teso all'uscita della cancelleria - è subito tornato negli Usa, ufficialmente per parlare di Chrysler. Se durante i suoi nuovi colloqui americani il manager del Lingotto abbia affrontato anche il tema Gm non è chiaro, ma l'amministratore delegato di Gm, Fritz Henderson, in un'intervista a Bloomberg, ha precisato che il gruppo Usa in realtà non ha alzato la posta. La richiesta di 1,5 miliardi di euro resta invariata, ha spiegato. Gm vuole, ha aggiunto, 450 milioni di euro di pagamento anticipato, mentre il governo tedesco pensava che ne fossero necessari inizialmente solo 100 milioni.

    Di fronte a questa confusione, il governatore dell'Assia, Roland Koch (Cdu), ha imposto un ultimatum: gli interlocutori americani nelle trattative sul futuro della Opel dovranno dare una risposta alle domande sollevate dal governo tedesco "entro domani alle ore 14". Domande, queste, che includono naturalmente anche la richiesta - presunta o reale - dei maggiori fondi. Nel frattempo, però, potrebbero essersi incrinati i rapporti fra i due paesi. "Penso che possiamo dire chiaramente che una buona parte dei problemi questa notte siano derivati da una combinazione di fattori: i nuovi numeri della General Motors e una posizione negoziale non molto d'aiuto da parte degli americani, del Tesoro Usa", ha detto Koch. Per cercare di limitare i danni, il ministro degli Esteri e vice cancelliere tedesco, Frank-Walter Steimeier (Spd), ha chiesto l'appoggio del Segretario di Stato Usa, Hillary Clinton. Steimeier ha detto oggi al telefono all'ex aspirante alla Casa Bianca che gli Usa e la Gremania devono proseguire le trattative sulla base di una "cooperazione basata sulla partnership". Per il momento, la Clinton ha risposto che parlerà con il ministro delle Finanze Usa, Timothy Geithner, per garantire il "maggiore appoggio americano possibile". Resta da vedere, se i buoni propositi si tradurranno in risultati concreti. L'appuntamemto è per domani pomeriggio, sempre in cancelleria. Nel frattempo, i governatori della Renania Palatinato, Kurt Beck (Spd), e dell'Assia, hanno confermato la loro preferenza per la Magna. Il consiglio di fabbrica della Opel, da parte sua, ha fatto sapere - riguardo alla guerra dei numeri sui finanziamenti ponte - che la Gm si sta comportando come un "giocatore d'azzardo in un casinò".
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    00 10/06/2009 22:02
    Le Monde, Marchionne l'uomo che fa sognare l'Italia
    2009-06-10 16:10
    Le Monde, Marchionne l'uomo che fa sognare l'Italia
    PARIGI - Sergio Marchionne, "patron" della Fiat, è "l'uomo che fa sognare l'Italia", secondo il quotidiano francese Le Monde che intitola così un lungo articolo pubblicato oggi a pagina 18. Le Monde fa un lungo e lusinghiero ritratto dell' amministratore delegato del gruppo Fiat e scrive: "Sergio Marchionne è la rivalsa dell'Italietta, della Fiat e delle sue strane automobiline, definite in Francia come "ferraglia invendibile". Le Monde parla di Marchionne come di un "dirigente atipico", "abile", "geniale finanziere". Ricorda il lancio della Nuova 500 "simbolo dell'Italia che vince, come la nazionale di calcio campione del mondo", e sottolinea che Marchionne "ha raddrizzato la marca automobilistica e si è lanciato in una politica di acquisizioni, solo modo per lui di affrontare la crisi". "L'Italia della crisi - conclude il giornale - applaude il suo nuovo eroe capace di mettere la finanza al servizio dell'impresa".
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    00 11/06/2009 21:58
    Si riapre la caccia a Opel!?
    2009-06-11 21:12
    FIAT: BERLUSCONI, PROPOSTA PER OPEL ANCORA SUL TAVOLO
    ROMA - "La proposta per Opel è ancora sul tavolo". Questa volta ad affermarlo è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che si schiera a fianco del Lingotto: "Naturalmente tutti stiamo facendo il tifo per la Fiat". E da Palazzo Chigi arriva anche l'annuncio della convocazione per il 18 giugno dell'incontro tra il governo, la Fiat, i sindacati e le Regioni, che sarà presieduto dallo stesso premier.

    "La proposta per Opel ha forti basi industriali ed è ancora sul tavolo: stiamo aspettando che si definisca la partita anche su questo fronte europeo", dice Berlusconi dopo l'incontro con i vertici del Lingotto, a Palazzo Chigi per presentare la flotta di 221 auto offerte per il G8. E dell'accordo raggiunto con la Chrysler il premier dice: "é stata una bellissima affermazione". La comunicazione ufficiale dell'incontro del 18 giugno viene data dal ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola. "All'indomani della positiva conclusione della vicenda Chrysler - dice in un comunicato - è convocato il tavolo Fiat per il 18 giugno alle ore 9 a Palazzo Chigi. Il Presidente del Consiglio Berlusconi presiederà l'incontro con i vertici dell'azienda, il sindacato, e i presidenti delle Regioni dove sono ubicati i principali impianti di produzione".

    "Dobbiamo negoziare e discutere ancora: sulla ricaduta sui siti italiani non è scritto ancora niente. Difendiamo dal punto di vista oggettivo le ragioni dei nostri lavoratori", spiega il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. "Penso che debba essere un incontro molto poco diplomatico - commenta il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti - nel quale l'azienda ci dice quali sono le condizioni per far sì che negli stabilimenti italiani non ci siano riduzioni di capacità produttiva e dell'occupazione, e si possa anzi aumentare la produzione di auto anche in Italia". "Dopo la conclusione positiva dell'accordo con Chrysler, andiamo al confronto partendo dal fatto che non ci possono essere riduzioni né di stabilimenti né dell'occupazione", afferma il numero uno della Fiom, Gianni Rinaldini. "E' importante - sottolinea il segretario generale dell'Ugl, Renata Polverni - che ci siano garanzie sul consolidamento degli stabilimenti in Italia, in particolare al Sud dove restano forti preoccupazioni". "Attendevamo da tempo una data certa ed il 18 giugno saremo a Palazzo Chigi per conoscere qual è il piano industriale della casa torinese dopo l'intesa con l'americana Chrysler", commenta Eros Panicali, responsabile del settore Auto della Uilm, per il quale "gli stabilimenti produttivi italiani e l'occupazione ad essi correlata non sono in discussione".

    Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che è anche presidente facente funzioni dell'Anci nazionale, chiede al governo i valutare "se non sia opportuno invitare all'incontro anche i sindaci dei Comuni sede di stabilimenti Fiat, "nel 2005 hanno avuto un ruolo non secondario nella definizione e nell'accompagnamento del piano industriale dell'azienda". Mentre a Piazza Affari il titolo Fiat si porta a ridosso degli 8 euro (+1,99% a 7,94), il presidente Luca Cordero di Montezemolo si dice "molto, moltissimo soddisfatto" per l'accordo con Chrysler che definisce "una cosa bella e importante". "Un'ottima notizia per Fiat e per il Paese - osserva la presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia - perché permetterà alle imprese italiane legate all'automotive di avere accesso al mercato statunitense". Per il ministro Scajola, "si è chiusa nel modo auspicato un'operazione di grande spessore che porterà del bene alle due aziende e permetterà anche al settore auto di riorganizzare al meglio la sfida della competizione".