Fu un'autentica mascalzonata, una provata cospirazione poliziesca per incastrare quattro repubblicani irlandesi, nessuno dei quali aveva provati rapporti con l'IRA.
Secondo il verdetto della corte d'appello del 1989: "... O la polizia aveva completamente fabbricato le note dattiloscritte, emendandole in modo da farle apparire piu' efficaci (per l'accusa, n.d.a) and inoltre creando gli appunti a mano per dargli l'apparenza di note contemporanee agli interrogatori ... oppure era partita con gli appunti degli interrogatori, dattilografato gli stessi per renderli leggibili, emendato questi ultimi e quindi riconvertiti gli stessi in appunti a mano." In ogni caso, la conclusione del tribunale fu che la polizia aveva deliberatamente mentito.
Ma nessuno pago'. Non i veri colpevoli, che non furono mai trovati (e come avrebbero potuto essere trovati, dopo quindici anni?), ne' i tre poliziotti processati che furono, secondo una infausta ed infame tradizione britannica, esonerati.
Non si tratta di casi isolati. Negli ultimi anni, la Independent Police Review Committee, creata alla fine degli anni Novanta, ha rivelato terrificanti casi di cosiddetti errori giudiziari, in cui i poliziotti fabbricavano le prove o estorcevano confessioni sotto pressioni fisiche e psicologiche o semplicemente nascondevano alle autorita' giudiziarie e le giurie elementi a favore degli imputati. Casi in cui, dato il ferraginoso e conservatore sistema d'appello vigente nel Regno Unito, vari innocenti hanno speso 15, 20, 25 e piu' anni di carcere. In tutti questi casi, senza eccezione, la polizia se l'e' cavata con disborsi finanziari ai condannati senza che NESSUN poliziotto sia mai stato riconosciuto colpevole. Mai.
Stessa cosa e' accaduta per i soldati inglesi imputati di maltrattamenti ed uccisioni di prigionieri in Iraq ed Afghanistan. Stessa cosa per gli agenti segreti che fabbicarono, ormai e' accertato, le "prove" del possesso di armi di distruzione di massa (che qui molti chiamano, con tipica ironia britannica, "armi di DISTRAZIONE di massa") da parte dell'Iraq. Stessa cosa succedera' per gli agenti che "fucilarono" a freddo, in un vagone della metropolitana, il povero Menesez, il brasiliano scambiato per terrorista nei giorni degli attentati di Londra.
E cosi' sara' sempre. Il sistema giudiziario inglese ha molti pregi, specialmente rispetto al nostro, ma e' totalmente falsato dalla cultura dell'impunita' assoluta per polizia e servizi segreti, i quali agiscono spesso nella logica della ragion di stato, come da noi negli anni del terrore, e sanno che in ultima istanza verranno protetti dai loro superiori e dal governo, per evitare scandali.
Per qesto risulta tanto piu' irresponsabile la pressione che i tabloids della destra esercitano di continuo sulla polizia perche' "faccia qualche cosa". "Qualche cosa" che spesso risulta, o per disperazione corporativa o ambizione personale, in arresti di persone instabili e deboli da far confessare o poi chi s'e' visto s'e' visto. Si deve infatti considerare che, nel sistema dibattimentale inglese, dove la conferma degli indizi si cerca in aula, durante il dibattimento del caso, anziche' nelle lunghe indagini preliminari dei magistrati, come in Italia, una confessione e' un ostacolo insormontabile, nonostante successive ritrattazioni.
Personalmente, ho deciso che, nel caso dovessi un giorno essere interrogato dalla London Metropolitan Police, rispondero' ad ogni domanda con la cantilena con cui un siciliano faceva seguito alle interrogazioni del giudice in un vecchio caso di mafia: "Io non ci sono stato ed anche se ci fossi stato, come se non ci fossi stato!"
[Modificato da ugo.p 13/11/2022 09:26]