Da questo articolo su Valsusaoggi.it sembra che la questione impianti abbia ulteriori motivi di recriminazione
Il Comune ha perso un contributo regionale di 309.204 euro per rilanciare il Pian del Frais , che avrebbe potuto ottenere dal 2008 ad oggi, se avesse avviato dei lavori per la stazione sciistica . La notizia è stata resa nota dalla giunta Chiamparino in risposta ad un’interrogazione presentata recentemente a proposito della mancata sovvenzione della Regione . Una somma importante che il Comune aveva ottenuto “sulla carta” nel 2008, grazie alla legge regionale 4/2000.
Fondi destinati a due iniziative: “la realizzazione di strutture nel comprensorio sciistico e l’acquisto degli impianti di risalita”.
“Il bando prevedeva che il 50% del contributo venisse erogato all’avvenuta dimostrazione dell’avvio dei lavori – scrive la Regione – di cui il 40% all’avvenuta dimostrazione di una spesa almeno pari al 50% del progetto ed il 10% a saldo, dietro ultimazione dei lavori e presentazione della rendicontazione finale”.
Al di là della trattativa sfumata con la società Dedalo, proprietaria degli impianti che l’amministrazione pubblica avrebbe dovuto acquistare, in questi 8 anni il Comune non ha mai fatto partire un cantiere, perdendo così totalmente il tesoretto regionale. Il 29 dicembre 2015 la giunta Chiamparino aveva stabilito il termine ultimo per completare i progetti ancora in sospeso , e aveva avvisato che la chiusura dei lavori doveva avvenire entro il 31 dicembre 2016, con un’ulteriore proroga di 90 giorni per presentare la rendicontazione di quanto svolto ( termine ultimo entro il 31 marzo 2017).
Purtroppo è successo proprio questo: Finpiemonte ha comunicato agli uffici regionali che il Comune di Chiomonte non ha trasmesso alcune rendicontazione dei lavori al 31 marzo 2017, e pertanto sarà avviato il procedimento di revoca del contributo.
Il Comune aveva tentato di ottenere una parte dei soldi nel 2013, chiedendo l’erogazione dell’acconto del 50% del contributo , ma l’11 marzo dello stesso anno gli uffici di Piazza Castello avevano comunicato che tale richiesta non poteva essere accolta, in quanto il bando aveva delle regole precise, già note, che prevedevano obbligatoriamente l’avvio dei lavori per poter ottenere l’acconto.
Non era bastata, a garanzia del progetto, la variazione di bilancio approvata dalla giunta comunale per coprire “teoricamente” tutte le spese per le nuove strutture e l’acquisto degli impianti. Proprio perchè si trattava di una semplice previsione di spesa “virtuale”, senza alcun lavoro iniziato, e mancava un accordo formale di acquisto con la società privata che possiede le seggiovie del Frais.