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Lavoro nero, Italia al top. Compensi fuori busta al 7%
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vanni-merlin
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28/10/2007
00:12
InviaStampaIndagine di Eurobarometro: il nostro paese supera quelli dell'Europa occidentale
I picchi maggiori in Romania. E in pochi credono di correre dei rischi
Lavoro nero, Italia al top. Compensi fuori busta al 7%
ROMA - L'allarme della Ue è chiaro: il lavoro nero resta un problema che ostacola la crescita dei posti di lavoro e la crescita. Un allarme accompagnato dalle cifre fornite da Eurobarometro che vedono l'Italia al primo posto in Europa occidentale per numero di compensi 'fuori busta' (non dichiarati), percepiti dai dipendenti. Un 7%, ben al di sopra di altri paesi come Regno Unito, Francia e Germania che si collocano all'1%.
L'indagine (oltre 26 mila intervistati nei 27 paesi Ue) evidenzia come l'11% della popolazione riconosca di aver acquistato beni o servizi che coinvolgono il lavoro sommerso. In media, il 5% dei dipendenti ammette di aver preso compensi fuori busta negli ultimi 12 mesi. Una tendenza che è diffusa, in maniera diversa, in ogni Stato. I compensi fuori busta sono però più frequenti in paesi come la Romania, con punte del 23%. Percentuali alte si registrano anche in Bulgaria, Polonia e Lituania (11%). In pratica in tutti gli stati dell'Europa centrale e orientale, eccetto Repubblica Ceca (3%) e Slovenia (5%) il numero dei lavoratori che ammettono di aver ricevuto fuori busta è sopra la media europea del 5%. All'opposto si trova l'1% di Germania, Francia, Lussemburgo, Malta e Regno Unito. L'Italia, con il suo 7%, si colloca al primo posto tra gli Stati dell'europa occidentale. Seguita dal Belgio con il 6%.
Le categorie. Il lavoro nero risulta più frequente tra i disoccupati, gli studenti e i lavoratori autonomi, compresi i professionisti. Ed è più diffuso tra gli uomini. Il 6% della popolazione maschile riconosce infatti di aver svolto lavoro irregolare negli ultimi 12 mesi, mentre in quella femminile la percentuale si attesta al 3%. E almeno i due terzi (62%) dei datori sono uomini.
Rischi? nessuno. Il dato più allarmante è che la percezione del rischio di essere scoperti non risulta particolarmente elevata: sono infatti quei lavoratori che si sentono sicuri di non essere scoperti, ad accettare lavori irregolari.
Che fare? "L'economia sommersa pregiudica il finanziamento dei sistemi di sicurezza sociale, ostacola buone politiche economiche e può comportare un dumping sociale dice Vladimir Spidla, commissario responsabile dell'occupazione - nessun segnale consente di concludere che tale fenomeno sia in diminuzione". Anzi, in alcuni settori come il lavoro domestico e l'edilizia sarebbe in crescita.
Secondo Spidla a favorirne l'incremento sarebbero le alte imposizioni fiscali e contributive, ma anche le spinte generalizzate verso il subappalto ed il falso lavoro autonomo per evitare controlli. Senza dimenticare la maggiore tassazione degli straordinari e la mancanza di un salario minimo in molti Paesi.
(27 ottobre 2007)
da:
www.repubblica.it/2006/10/sezioni/economia/lavoro-rep-tv/lavoro-nero/lavoro-n...
vanni
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