Brividi, il flauto nay mi fa quest'effetto, brividi lungo la spina dorsale. Ad accompagnarlo un'intera orchestra di strumenti "colti" occidentali e altri definibili come "etnici", in stile Popol Vuh. Le sei parti in cui è suddiviso sono l'esempio perfetto di cosa sia questo artista: per Micus la world music non è una moda, non un elemento da sfruttare in maniera grossolana finché "tira", no, Stephan non è affatto uno speculatore, egli è studioso, sperimentatore di accostamenti arditi ma mai banali, grande interprete con il suo stile di canto persiano. L'influenza di Hosianna Mantra si sente tutta. Da venerare.