in attesa dell'acquisto dell'originale, dò il parere definitivo (che avevo già dato sulla Neuroprison, dove si stavano incredibilmente scannando).
Anche gli Isis si stanno chiaramente muovendo verso lidi proggheggianti, il che scontenta gli amanti degli Isis-Hardcore, più diretti e fragorosi. Un po' come per i Mastodon, sono una band di grandi doti tecniche (almeno, Turner e Caxide, il cuore della band, e Harris si sta impegnando non poco.) e compositive e negli ultimi due album si sono impegnati cercando direzioni sonore più complesse. Molte critiche che ho letto riguardando le presnute assonanze con i Tool, che per carità, ci sono, ma sono dovute più al fatto che il batterista guarda molto a Carey, e Caxide ha uno stile simile a quello di Chanchellor e come lui usa una barca d'effetti (e putacaso collaborano anche in questo album).
Poi ci sono le tastiere, forse un po' troppo pesanti. Credo che il povero tastierista (che in queste band finisce per fare solo sottofondo e si scazza) abbia chiesto maggior spazio e anche qua il risultato è molto prog, come ho detto, qua e là forse un po' eccessivo.
Insomma, non è Panopticon, perchè Panopticon è un vero equilibrio di pesantezza hardcore, atmosfera ambient, quasi shoegaze e complessità compositiva, ma non aveva senso fermarsi a quello. Meglio di in the Absence of the Truth perchè più denso, meglio strutturato e più intricato. Stanno seguendo una strada e facendo un percorso: un album coraggioso, pieno di spunti e grazie al cielo ci sono gruppi che fanno musica così. Vedremo dove andranno.