monologo di una parola non detta

OceanoDiFuoco89
00sabato 18 aprile 2009 00:51
Questa sono io, e ora parlerò di me. Sono una parola. Anzi, forse non mi è stato concesso nemmeno questo, perchè non sono mai stata detta nè scritta.

Spesso si parla di quando le cose hanno realmente un inizio, smettono di non esistere e finalmente si mostrano, cercano di emergere dal loro profilo, insomma iniziano ad Essere.

Non credo che qualcuno si sia mai chiesto seriamente quando nasce una parola, ma io posso farlo, di certo non perderò il mio tempo visto che l’unica cosa che gli dà un senso è rimanere lì, sospesa ad un filo sottilissimo, teso tra la speranza di essere finalmente detta, scritta o assumere una qualsiasi forma, e la paura di essere dimenticata.

Bene, vorrei tanto potermi presentare ma non posso farlo, visto che non ho nemmeno un nome…ma io esisto. Affioro inaspettatamente dal caos, e, seppure senza una voce a sostenermi, io vivo.
Se provi a cercare dietro uno sguardo fuggevole, un passo insicuro o un sorriso esitante mi troverai lì, oltre quel sottile vetro appannato che sono gli occhi irrorati dalle lacrime in cui mi nascondo. Sono una presenza evanescente, compaio all’improvviso, come uno spettro spaventa chi pensa che gli spettri non esistano; non so perché ma le persone hanno paura di me…io non voglio fare del male a nessuno. Semplicemente me ne sto lì tutto il giorno come un piccolo granello di polvere dietro il vetro trasparente di una clessidra ad assistere impotente alla gloriosa caduta di tutti gli altri, che tuffandosi disegnano un leggero arcobaleno con tutte le sfumature di colore che li distinguono l’uno dall’altro. Così guardo le altre parole: con invidia. Le vedo nascere, prendere forma perfino sul volto di chi le accoglie, e lì riconosco il rimescolarsi di tonalità diverse che ogni volta sanno creare qualcosa di indescrivibile. Osservo da dietro il maledetto vetro che mi imprigiona e non posso che rimanere estasiata. Quanto una parola può cambiare un volto, un pensiero, una vita? Torno a contemplare quel bellissimo intrecciarsi di colori che non sono più tali, sembrano farsi ogni momento qualcosa di più profondo. Osservo e penso che vorrei tanto essere parte di quello spettacolo a volte felice e a volte terribile, e mi chiedo cosa ci sia in me di così sbagliato da tenermi attaccata a questo vetro, senza potermi unire a quel variopinto fiume in caduta libera verso il mondo, né ribellarmi con tutte le forze che una parola -che forse non esiste nemmeno- può avere, e rompere quella sottile barriera trasparente.

Davvero non capisco, sono solo un’ingenua briciola caduta da un pensiero, piccola anfora piena di qualcosa di così importante che nell’attesa di essere scoperto arriva ad impregnare la terracotta. Così sento di essere molto più di qualche semplice lettera messa lì casualmente…mi sento piena del mio significato, anche se non sempre lo posso capire. Mi sento crescere, il mio colore si fa sempre più intenso e lo riconoscerei tra mille…se solo potessi avere il grande onore di rimescolarmi a quel caos così vitale!
E invece me ne sto qui, ad aspettare di essere riscattata da questo mondo così evanescente. Il mondo del non detto. Del “non posso”, “non oso”…e infondo del “non sono”.

Sono qui ma la mia attesa non mi consuma.
Continuo a bussare con tutta la forza contro questo vetro.
Se vuoi conoscermi davvero, rompilo.



Massimo DM
00sabato 18 aprile 2009 16:50
Monologhi bene ed in modo originale.

Anzi la parola lo ha fatto per te.

[SM=g8051]



Massimo
OceanoDiFuoco89
00sabato 25 aprile 2009 01:29
La parola ringrazia per il tanto atteso ascolto... [SM=g8051]



=AlexMoteL=
00lunedì 27 aprile 2009 03:46
Un lavoro interessante. Complimenti!
OceanoDiFuoco89
00sabato 2 maggio 2009 01:36
grazie mille [SM=g8051]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:19.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com