capoverso spartano

mr.si
00venerdì 15 dicembre 2006 11:36
Controlla il versetto abbassa l’indice, sega la testa con un no:
la bibbia non è buona, troppo comodo arrivare così alla fine.

Così il capoverso scende dalla Genesi dove incontra Adamo –
primo venuto – lo recluta per un incontro di parole
lui accetta come se avesse per primo aperto il foro delle corde
vocali, ma non sa di peccare nel dire ciò che crede in suo possesso.

Il capoverso, come gli è concesso per natura, riprende il discorso
dove l’aveva lasciato chiamando, quindi, l’ultima riga che lo aveva
preceduto. Questa si presenta tutta scocciata, con mille pezzi in più
rispetto alle parole che aveva diritto di gestire.

Il capoverso indignato lascia cadere la sua prelazione di richiamo
e si butta nella sua parte preferita: il dopo.

Adamo, non capisce nulla, ma è logico. Non si può entrare
in parti già sviluppate, un ramo non può mettere la foglia
senza il tronco, un capoverso non può mettere un Dio in ogni
rigo.

Dimmi Adamo sei un grosso idiota o non hai il potere
di vedere quello che qui annaspa sotto il mio naso ?
Le parentesi insignificanti che si aprono per innalzare
qualcosa tanto falso, quanto vero. Voi morirete tutti
non c’è dubbio, poi se da qui andrete dove le cose
come me mai avranno diritto di conoscere è un’altra
questione che, io non vedo iscritta sulla mia realtà
ma che, tu clandestinamente vedi assoggettarsi al tuo
volere.

Sei potente Adamo, un pazzo scatenato

Vedi la tua immaginazione come un bacio inaspettato

la vedi talmente prendere corpo che ti scansi dalla vergogna

sei stupido, mi fai pena figlio irreale

sperma ingoiato dalla vagina dello spazio
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