Watch out I: Boris Vian

Anomalie di Artaud
00domenica 11 novembre 2007 17:29
Inauguriamo con il poeta anarchico francese Vian il ciclo "Watch out", una serie di proposte di poeti e poesie che sfuggano ai canoni poetici cari ad Officina e ai concorsini letterari, per spaziare su zone e temi che si vorrebbero inesistenti o "anti-poetici".

Boris Vian è figura ambigua e polivalente all'interno della poesia francese del dopo-guerra: laureato in ingegneria, trova i letterati del suo tempo (compresi gli esistenzialisti) schiavi di un lettrismo/culturalismo che li separa tanto dalla vita quanto dalle persone, vittime di stereotipi che si perpetuano a catena dai letterati maggiori (Bréton, Sartre, Cocteau solo per prendere i capiscuola) fino ai poeti da rivista. Contro il conformismo poetico il nostro ordisce gustose satire in versi, che assumono i presupposti estetici del movimento al quale è indirizzata la derisione e li spingono fino al paradosso e al grottesco, rilevando gli aspetti comici che stanno sotto ogni estetica letteraria che si consideri unica ed assoluta... l'anti-culturalismo è il pezzo forte della poesia di Boris, un anti-culturalismo che si nutre in egual misura di ritmi jazz, romanzi pornografici (di cui è apprezzato autore con lo pseudonimo di Sullivan), i poeti maledetti minori francesi (da Laforgue a Corbieré), satire medioevali e film di quart'ordine... tutto viene mischiato e frantumato nel verso, vizi e virtù stanno accanto, si capovolgono e si scambiano il posto in personaggi ora buffi, ora seri fino al suicidio, ora ammiccanti come cadaveri; non esiste cosa abbastanza seria da non essere derisa, poichè è tutto così serio in una vita che si dà per una sola volta, attimo per attimo, con il fiato corto della morte sempre sulle spalle, che non vale la pena sacralizzare qualcosa o qualcuno.

Ecco un esempio a caso:

Arte poetica (a Victorhugo)

è evidente che il poeta scrive
per effetto dei colpi dell'ispirazione

ma c'è gente a cui quei colpi
non fanno alcun effetto.


L'attesa della fine è un argomento ricorrente in Vian, affetto fin da giovane da una malattia cardiaca che lo può stroncare da un momento all'altro, e che lo vede quindi vivere sempre al massimo, cercando nel momento un significato assoluto all'esistenza, significato che sempre sfugge e talvolta sembra non esserci, se non riflesso nella ricerca stessa...

La vita è come un dente

La vita, è come un dente
dapprima non lo si cura
ci si accontenta di masticare,
e poi d'improvviso si guasta
comincia a farvi male, e ci si accorge
che c'è e che va curato con tanti grattacapi,
e per far sì che guarisca veramente,
bisogna estirparla poi, la vita.

lasciamo a voi la ricerca di altro materiale del poeta francese, -sempre se vi interessa- altrimenti queste due goccioline di sangue sporco (come direbbe lui) vi dovrebbero bastare per un disgusto che superi il tempo d'un orgasmo... 5 minuti. a presto

Anomalie di Artaud

raelmax
00martedì 20 novembre 2007 09:06
C'è un evidente limite, proporzionato alla presunta durata della nostra esistenza collettiva ed individuale, nelle due poesie che proponete, congenito all'autore: quello della individualità, della visione "ridotta" alle questioni umane, che meritano certo buona parte dell'attenzione - la massima attenzione quando (non solo nel caso di Vian, per ragioni biografiche) ogni vissuto è anzitutto considerato nell'incombenza d'un rischio continuo: quello di morire - ma, ampliando di poco lo sguardo, ci si può rendere conto che la morte, come il tempo, sono "concetti" endogeni al nostro fenomeno, non estirpabili dall'esperienza di Vita e che quest'ultima, per tanto a contenerli, - a contenere tutto, in vero - sovrasta senza sovraintendere, comunque sempre a proprio vantaggio.

M.
lemieparole
00mercoledì 21 novembre 2007 13:04
trovo interessante, soprattutto la seconda poesia....quello che, invece, mi fa ridere è questo tono altisonante che dovete sempre premettere quando postate qualcosa. Sarebbe bastato saltare la premessa, inutile - secondo me -.

ps: non sapevo che "officina" avesse dei canoni poetici cari - forse il canone telefonico [SM=g27827] -


pps: l'orgasmo dura molto meno di cinque minuti....purtroppo
dueanime
00giovedì 22 novembre 2007 08:55
aehm

e quali sarebbero i canoni poetici cari ad officina? e i temi anti-poetici? e da chi si vorrebbero tali?

cosa vuoi, ho ricominciato a leggere da qui [SM=g27828]

ciao, fratellino [SM=g27838]
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