Un episodio di discriminazione a bordo dei treni delle Ferrovie dello Stato

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sandro.raso
00mercoledì 30 dicembre 2009 16:41
Ma siamo ancora in un paese civile o in una dittatura di Moretti e della Polfer?
Al Signor Presidente della Repubblica Italiana

On.le Giorgio Napolitano





Signor Presidente,

oggi, 30 dicembre 2009, leggendo (come penso avrà fatto anche Lei) il quotidiano la Repubblica, ho letto un articolo che riportava l’episodio di un disabile grave e del trattamento ricevuto dal personale di bordo per aver chiesto di acquistare il biglietto direttamente sul treno.



L’episodio, di cui è testimone oculare il giornalista che scrive l’articolo, vede protagonista un disabile privo delle braccia, straniero, che chiedeva di acquistare il biglietto in treno perché a terra non c’era riuscito. Essendo io una pendolare, so per esperienza quanto sia difficile, anche per chi è in perfetta salute, acquistare un semplice biglietto specie nelle piccole stazioni, quasi sempre chiuse e con le emettitrici rotte. Nelle grandi stazioni poi la coda è praticamente costante, specie nelle ore di punta, e non esistono vie preferenziali per chi ha problemi di salute o è anziano e malfermo sulle gambe. E anche se vi fossero emettitrici funzionanti e abbondanti nei dintorni di una biglietteria (cosa, questa, che ho verificato solo poche volte) mi si deve spiegare come una persona priva delle braccia avrebbe potuto utilizzarle. Eppure questo ha detto uno dei controllori che hanno esaminato il caso del malcapitato protagonista della nostra triste storia.



Quello che colpisce, in questa vicenda, è l’accanimento del tutto gratuito nei confronti di una persona indifesa e debole, straniera per di più, la pretesa di applicare su di lui tutti gli assurdi regolamenti che Trenitalia si inventa ogni giorno per meglio vessare chi usa il treno, ossia i cittadini che, da contribuenti paganti, vorrebbero poter contare su di un servizio degno di un paese civile.



Trenitalia, duole dirlo, ormai da tempi tratta tutti (cittadini, utenti, ma anche amministrazioni locali) come fossero questuanti importuni, e non lo scopo stesso della sua esistenza.



Da cittadina italiana devo dire che mi sento profondamente turbata ed offesa per come questa persona sia stata trattata, ferendone la dignità e contando sul fatto che, molto probabilmente, il suo status di straniero avrebbe impedito ogni eventuale protesta. Mi chiedo se il comportamento del personale viaggiante sarebbe stato lo stesso in presenza di ultras scatenati intenti a spaccare un vagone, o se non si sarebbero tenuti ben a distanza. Cosa del resto abbastanza comprensibile, ma perché allora non usare la stessa elasticità nei confronti di una persona che aveva problemi di salute così gravi ed evidenti? Si è chiamata addirittura la Polfer per farlo scendere! Chissà quale pericolo poteva configurare la sua presenza a bordo…ma forse era solo per l’imbarazzo che creava l’episodio in sé…e che tristezza anche l’indifferenza o forse il timore di mettersi nei guai dimostrati dai passeggeri, con l’eccezione di colui che poi ha scritto l’articolo. Forse che gli assurdi regolamenti di Trenitalia ci esimono dal manifestare sentimenti di pietà e di umanità? A tanto siamo giunti?



Signor Presidente, non riesco proprio a riconoscermi in questo Stato che è forte con i deboli e debole con i forti, dove le regole sono fatte per tutelare interessi di pochi a svantaggio di molti, dove neppure prendere il treno è semplice e normale, e dove un disabile è considerato uguale ai “sani” solo quando la cosa va a suo svantaggio, e gli si può applicare una bella sanzione.



Mi piacerebbe che a qualcuno fosse richiesto di rendere conto circa questo e altri comportamenti che ledono diritti elementari delle persone: il diritto ad essere trattati con dignità, il diritto ad essere aiutati se disabili, il diritto a non essere discriminati perché stranieri.



Mi rivolgo a Lei, Signor Presidente, poiché penso che un Suo intervento presso la Dirigenza del Gruppo FS e presso il Ministero del Tesoro (che detiene il 100% del Gruppo FS) potrebbe almeno ottenere la giuste scuse nei confronti di una vittima (una delle tante) dell’attuale gestione del trasporto ferroviario.



Con ossequio e stima

Sonia Zarino

Coordinamento dei Pendolari Liguri
ralco
00mercoledì 30 dicembre 2009 17:39
L'episodio, se svoltosi come riportato, sarebbe di quelli che fanno accapponare la pelle e gridare di sdegno.
Però mi sarebbe piaciuto che la Signora Zarino, prima di scrivere al Presidente della Repubblica, avesse acquisito certezza che le cose siano effettivamente andate come le descrive l'articolista, "scrittore ed editore", come viene definito, e dunque, assai propenso ad inzupparci il biscotto della notiza a sensazione ma non, evidentemente, a dare una fattiva mano al disabile, eventualmente mettendo anche mano al portafoglio. Lo avesse fatto, tutto il suo racconto sarebbe stato assai più credibile.

A conferma che, prima di sputare addosso a gente che lavora, occorerebbe essere certi delle cose, un paio di commenti all'articolo sul sito di repubblica:

"E' sconcertarte constatare come con la potenza mediatica si possa stravolgere il reale svolgimento dei fatti e generare indignazione! Ho assistito personalmente alla scena descritta. Il passeggero stava occupando un posto senza avere biglietto, di conseguenza occupava il posto di un passeggero che lo aveva regolarmente pagato ! Dovendo erogare il biglietto sul treno , le ferrovie prevedono una multa di 50 euro (è una regola che vale per TUTTI) . Arrivati a Foggia , uno dei controllori si è offerto di andare personalmente ad un distributore tickets della stazione evitando così al passeggero di dover pagare la multa di 50 EURO . Al passeggero è stato assegnato poi un posto nella carrozza 4 e ha proseguito il suo viaggio! Io non sono una giornalista ma una semplice cittadina , e non ho la possibilità di scrivere un articolo sul sito di Repubblica, posso solo "commentare" , e la mia parola non potrà mai avere la stessa risonanza. Questo è discriminate ! viviana.cucco@gmail.com"

"Sono un disabile che utilizza quotidianamente il treno per spostarsi. Volevo offrire qualche contributo alla discussione che, in questi termini, a parer mio è mal posta. Informo che un servizio di assistenza per disabili in tutte le stazioni capoluogo e nelle principali stazioni non capoluogo esiste già e funziona abbastanza bene. Il disabile in questione avrebbe potuto e dovuto allertare questo servizio che avrebbe garantito assistenza in stazione quindi aiuto per bagagli, accessibilità al treno e biglietti. Se questo servizio che è disponibile non è stato allertato è giusto che il disabile rispetti le regole di tutti. Piuttosto mi farebbe piacere che il vostro sdegno servisse a migliorare il servizio già esistente e per migliorare intendo tre cose: 1) Aumentare l'informazione per i disabili sui servizi a disposizione 2) Aumentare il numero di stazioni in grado di garantire il servizio 3) Aumentare il numero di treni su cui il servizio viene garantito. Grazie a tutti"


Richzena
00mercoledì 30 dicembre 2009 19:12
Chiedo che venga cambiato il titolo, si è trattato di un episodio e non della quotidianità. Scritto così è offensivo verso i dipendenti che lavorano in maniera corretta e umana.

Per quanto riguarda il fatto lo trovo anche io sconcertante, però non posso non notare che nessuno dei passeggeri si sia offerto di pagare la multa al posto del ragazzo. In 5 persone sarebbe venuto 10€ a testa, e sarebbe stato uno schiaffo morale molto pesante nei confronti del controllore.

Speriamo che questo ennesimo episodio velocizzi di un poco l'abbattimento delle barriere architettoniche in stazione, rendendo finalmente possibile ai disabili prendere il treno e spostarsi.
AMTGenova4ever
00mercoledì 30 dicembre 2009 20:24
Ho letto stamattina l'articolo su Repubblica e ne sono rimasto sconcertato! [SM=g27994] Prima di tutto per il comportamento della controllora, del capotreno e degli agenti della polfer, ma anche per l'indifferenza e l'omertà degli altri passeggeri. [SM=g28001]
Una domanda: il personale viaggiante non è obbligato a esporre il cartellino con la propria matricola e il proprio nome??
Münchner.Fax
00mercoledì 30 dicembre 2009 20:35
L'articolo su Repubblica è cambiato (link), e le cose sembrano già leggermente diverse. Si parla di persona senza il braccio sinistro e in grado di parlare sufficientemente l'italiano. Più in basso, la testimonianza di un altro passeggero parla di "giovane romeno"; se così fosse e mettendo insieme le varie versioni facendone la dovuta tara, piuttosto che di discriminazione verso gli invalidi parlerei della consueta discriminazione italiana verso gli immigrati, quell'atteggiamento che consideriamo tutti normale, specialmente i pubblici ufficiali (polizia, dipendenti comunali, ecc.); quell'atteggiamento per il quale a chi dall'aspetto non sembra italiano ci rivolgiamo automaticamente dando del tu e con un tono di supponenza quando non proprio arrogante, partendo sempre dal presupposto che intenda fregarci.
Comunque consiglio di non farsi mai prendere dai toni troppo romanzati di certi articoli della stampa. ;)
sandro.raso
00mercoledì 30 dicembre 2009 21:56
Le espressioni sopra riportate non erano ovviamente mie, ma di Sonia Zarino.

Tutto ciò che so di questo fatto proviene da notizie giornalistiche, fra l'altro contrastanti. Però visto che su FSNews si sono immediatamente scusati vuol dire che qualcosa di vero (anche se magari esagerato e deformato) c'era, altrimenti... figurati se si scusavano proprio loro che hanno voluto la ragione persino quando i loro treni erano immobilizzati dal gelo e a poche decine di metri quelli delle Nord e DB funzionavano!

MunchnerFax, io sono dipendente comunale da più di 31 anni e non ho mai emarginato nessuno, semmai talvolta (spesso) sono emarginato io ma questo è un altro discorso... parlo con il tu sempre e soltanto con chi a sua volta mi dà del tu, magari invitandolo a farlo se non lo fa spontaneamente (per es. con i miei stagisti, o in altro ambiente con i miei allievi di catechismo).

Moretti dovrebbe andare personalmente a casa dell'invalido, conducendo con sè i due ferrovieri, per scusarsi e consegnargli una tessera a vita per viaggiare gratis in prima classe su Trenitalia. Ma credo proprio che non lo farà!

titoit
00giovedì 31 dicembre 2009 08:18
Come al solito in Italia le cose non sono mai lineari e chiare. Comunque facendo la tara a tutto si può dire che discriminazione c’è stata, così come c’è stato un eccesso di burocrazia stupida da parte del personale FS e POLFER.
Repubblica, purtroppo, ancora una volta, l’ha buttata sul piano del sensazionalismo; per carità è il loro mestiere, ma bisognerebbe approfondire un po’ queste tematiche, magari facendo delle inchieste e non partendo da episodi singoli.

ralco
00giovedì 31 dicembre 2009 11:47
Hai ragione Paolo, qualcosa ci deve essere pur stato, ma il modo con cui è stata gestita questa vicenda è inquietante e scandaloso, vista la serietà del problema dei disabili sui mezzi di trasporto.

Quello che mi ha particolarmente infastidito è stato:
1) Il "raffinato intellettuale" (andate su google e vedrete di chi stiamo parlando) che, invece di dare una mano, se sentiva così forte il problema, scrive il pezzo a sensazione e lo manda a Repubblica.
2)Repubblica che pubblica tutto senza verificare e senza un condizionale
3)La consigliera provinciale, diessina ortodossa che, presa da sacro furore contro tutto ciò che sa di FS, e dando per ovvio che tutto ciò che si scrive su Repubblica (in mancanza di articolo su Unità) non possa che essere vero alla lettera, scrive a Napolitano,implicitamente lasciando intendere che un poco di quello che avrebbe sofferto quel povero disabile lo patiscono quotidianamente i pendolari liguri, di cui ella si erge, bonta sua, a supremo rappresentante.

Quanto al fatto che FS si scusi, pur puntualizzando e chiarendo, era il minimo, dopo tanto sputtanamento mediatico.

Münchner.Fax
00venerdì 1 gennaio 2010 13:23
Re:
sandro.raso, 30/12/2009 21.56:


MunchnerFax, io sono dipendente comunale da più di 31 anni e non ho mai emarginato nessuno, semmai talvolta (spesso) sono emarginato io ma questo è un altro discorso... parlo con il tu sempre e soltanto con chi a sua volta mi dà del tu, magari invitandolo a farlo se non lo fa spontaneamente (per es. con i miei stagisti, o in altro ambiente con i miei allievi di catechismo).


Mi fa piacere per te e per chi si rivolge a te. Purtroppo nei vari uffici pubblici d'Italia mi è capitato di assistere a scene poco edificanti nei confronti di chi non ha i tratti somatici tipici italiani (ma ironia della sorte, magari lo è al 100% da più generazioni, con cittadinanza residenza e tutto in regola). Rimango convinto che anche in questo caso siamo di fronte a questo fenomeno. Il fatto che l'individuo fosse invalido è solo un dettaglio, anzi semmai un'aggravante (come l'atetggiamento della Polfer descritto nell'articolo purtroppo conferma): "camperà di rendita col suo handicap tra pensioni elemosine ecc." è una delle frasi tipiche che mi è già toccato di sentire.
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