STO INVECCHIANDO, SIGNORE!
Sto invecchiando, Signore,
ed è duro invecchiare!
Non posso più correre,
e neanche camminare in fretta,
non posso più portare carichi pesanti,
né salire velocemente le scale di casa.
Le mani cominciano a tremare,
gli occhi si affaticano subito
sulle pagine di un libro.
La memoria mi si indebolisce e, ribelle, mi nasconde
data e nomi
che pure conosceva.
Invecchio, e i legami affettivi allacciati
Nel corso degli anni,
ad uno ad uno si allentano
e talvolta si spezzano.
Son così tante le persone conosciute,
amate,
che si allontanano e scompaiono
oltre il tempo.
Ogni giorno, Signore,
mi ritrovo un po’ più solo.
Solo con i miei ricordi
E le mie pene passate,
mi chiedo spesso di finire questa vita,
diventata, penso,
oramai inutile.
Hai torto, figlio mio, dice il Signore.
Non approvare questo pensiero.
A tutti gli uomini, tuoi fratelli,
tu sei necessario.
Ed Io ho bisogno di te oggi,
come avevo bisogno di te ieri.
Perché un cuore che batte, fosse pur logoro,
dona ancora vita
al corpo che abita.
E in quel cuore l’amore può nascere,
spesso, più potente e più puro
quando il corpo stanco gli lascia finalmente posto.
Certe esistenze frenetiche,
vedi,
possono essere senza amore,
mentre altre,
che sembrano molto banali,
risplendono all’infinito.
Guarda la madre di Gesù,
Maria,
piangente,
immobile ai piedi della croce.
Stava là.
Impotente, tragicamente impotente.
Non faceva NIENTE,
se non stare là.
Completamente raccolta,
completamente accogliente,
e completamente disponibile.
Ed è così che, anche Lei, ha salvato il mondo.
ridandogli
tutto l’amore perduto dagli uomini
sulle strade del tempo.
Oggi, con Lei,
ai piedi delle croci del mondo,
raccogli le immense sofferenze dell’umanità,
legna secca da bruciare nel focolare dell’amore.
Ma accogli anche gli sforzi e le gioie,
perché i fiori raccolti sono belli,
ma a nulla servono,
se non sono offerti,
e tanti uomini pensano a vivere,
ma dimenticano di donare.
Credimi,
oggi la tua vita
può essere più ricca di ieri,
se accetti di vegliare,
immobile sentinella nella sera che scende.
E se soffri per non avere tra le mani più nulla da donare,
offri la tua impotenza.
E insieme, te lo dico,
continueremo a salvare il mondo.
a Saro Leone con immenso affetto
PINO LUPO