Zaia: «Facciamo i test a scuola per scoprire chi beve e si droga»
«Droga nelle scuole? Facciamo fare il test ai ragazzi. Anzi, per dare il buon esempio, sarò io il primo a sottopormi alle analisi». È questa la proposta choc di Luca Zaia, vicepresidente della Regione Veneto, per combattere il consumo di stupefacenti fra gli studenti.
Il caso era scoppiato la settimana scorsa, quando un'indagine della Squadra mobile aveva portato all'arresto di tre ragazzi trevigiani, probabili fornitori di droga delle scuole della Marca. Da lì le scoperte si sono susseguite, lasciando basiti insegnanti, dirigenti scolastici e genitori: per concordare il prezzo della "roba" veniva usato il messenger o gli sms, ogni istituto aveva la sua specialità (in alcuni si trovava solo marijuana, in altri ecstasy e così via), lo scambio avveniva fuori dalle scuole, sugli autobus, nelle periferie, alcuni studenti si "facevano" prima delle interrogazioni. Insomma, un mondo sommerso e celato agli occhi degli adulti è improvvisamente venuto alla luce. A questo se ne è affiancato un secondo, quello dell'abuso di alcool, grazie all'inchiesta di ieri pubblicata su queste pagine che denunciava l'acquisto di superalcolici da parte di minorenni e la consumazione sulle mura cittadine.
Adesso Luca Zaia dice basta e promette tempestivi provvedimenti. «Penso sia arrivata l'ora di parlare senza più tabù - ha dichiarato ieri il vicepresidente - mettendo da parte anche ciò che riguarda la privacy, perché è inammissibile che nelle scuole si consumino sostanze non lecite. I test per individuare i ragazzi con problemi di droga vanno fatti anche negli istituti: solo in questo modo potremo aiutare questi ragazzi, recuperarli in tempo e capire quale disagio stiano vivendo». L'idea è quella di fare delle analisi a campione ed affiancare loro un tempestivo ed efficace sostegno da parte dei servizi sociali specializzati nel settore. Tutto regolare, se non fosse esplicita una violazione della privacy: i genitori dei minorenni dovrebbero dare l'autorizzazione per i prelievi e le analisi, mentre gli studenti maggiorenni sarebbero verosimilmente liberi di scegliere. «Sono convinto del fatto che le famiglie approverebbero un provvedimento di questo tipo - ha sottolineato ancora Zaia - visto anche i tanti genitori che mi chiamano segnalandomi queste problematiche. Le famiglie chiedono aiuto sia per il problema della droga che per quello dell'alcool».
Per risultare più convincente e dare in qualche modo il buon esempio, Zaia rilancia la proposta ampliando i potenziali soggetti da esaminare: «Bisogna anche razzolare bene - ha concluso il vicepresidente - per questi motivo mi candido come prima persona per il test. Sono convinto che queste analisi dovrebbero essere obbligatorie sia per i politici che per gli amministratori pubblici, così come gli insegnanti che lavorano nelle scuole».
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