pennabianca1957
00martedì 6 marzo 2018 16:28



Solo
e troppo breve
come l'inizio di un verso.
Accovacciato sul rumore
assente della mia gola,inerte
come l'aria che non sento,
sordo, cieco e inutile,come l'orma
ferma di una qualsiasi ora.
Solo il Po mi ascolta
mentre dondolo
e mi depongo qui accanto
al lucidare opaco delle bocche
che di tanto in tanto
affiorano morendo.
Una barca ferma, e questo albergo
di silenzio in cuore, riflesso,
comunque eterno
e vivo
del dovere mio più grande
d'esser vivo.


apassoleggero
00martedì 20 marzo 2018 17:37

che peccato che questa poesia sia priva di commenti [SM=g27995]

io la trovo molto intensa Vanni, grazie...


Anna

garofano a.
00venerdì 23 marzo 2018 18:30
malinconia allo stato puro, forse al limite del respirabile,
come solito le tue poesie sono fotogrammi intensi e lucidi.

Ciao Pino
Massimo DM
00venerdì 23 marzo 2018 19:58
Anna-apassoleggero con fiuto poetico ha intuito prontamente la pregevolezza di questa lirica. Il motore dei versi è una "saudade" padana, molto schietta, sofferta, probabilmente per il distacco dall'origine e la quasi insanabile dimensione dell'uomo, individuo, luminoso nella contingenza; il grido dell'uomo si unisce ad mondo naturale anch'esso nella riflessione, nel dolore di altri viventi. Tutto ciò non esime il poeta dal dovere di vivere, di eseguire la propria necessaria parte in un "teatro" complesso e complicato, esso eterno ma troppo breve per chi si affaccia sul palcoscenico dell'esistenza.
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