ROMA, MILANO, SCAMBI DI CORTESIE, SINDACI, AFFARI, CONFLITTI DI INTERESSI

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INES TABUSSO
00giovedì 6 ottobre 2005 19:36
SECOLO D'ITALIA
20 settembre 2005
IL VELTRONISMO, UNA SFIDA PER LA DESTRA
di Annalisa Terranova
213.203.143.185/an/secolo/050920/ultimo.htm


Oggi in Italia
Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri
VELTRONI:COMPLIMENTI DA SECOLO D'ITALIA PER IL SINDACO DI ROMA
(AGI) - Roma, 20 set. - "Il veltronismo, una sfida per la destra". Cosi' titola, in prima pagina, il 'Secolo d'Italia', quotidiano di An, un articolo che parla di Roma e del suo sindaco dopo l'ultima notte 'bianca' che ha animato la capitale.
"Il codazzo dei 'laudatores' della notte bianca romana - si legge - sara' anche sgradevole, cortigiano e giornalisticamente 'velinaro', ma c'e' una realta' che la destra, al di la' e oltre la giusta e puntuale critica all'operato del sindaco, non puo' piu' permettersi il lusso d'ignorare: Veltroni, su queste faccende, fa sempre centro. E' non solo imbattibile, ma anche molto bravo. E An, un tempo primo partito della citta', se si mette nell'angolo a puntare il dito risentito, rinuncia a ogni forma di competizione che sia in grado di impensierire l'avversario".
Il punto e' - prosegue il quotidiano - che Veltroni sta conducendo "un'operazione anti-ideologica per eccellenza, che non usa nemmeno piu' il vecchio linguaggio convenzionale del dialogo tra partiti" e che, con la sua strategia, "siamo anche oltre la politica dell'annuncio e dell'immagine inaugurata da Francesco Rutelli". Il Secolo scrive che "dinanzi a questo modello ci vuole un confronto 'alto', responsabile: e' inutile affannarsi nella ricerca di un candidato se dietro non c'e' stato un lavoro politico di costruzione di un'alternativa al modello veltroniano che poi e' in definitiva un prodotto sofisticato del berlusconismo, l'idea che la grande fiera circense possa appagare milioni di cittadini esausti per servizi che tanto non saranno mai perfetti".
An - sempre secondo il Secolo - deve quindi individuare "il punto debole di questo sindaco" per cercare di batterlo. "O ancora pensiamo - conclude il quotidiano - che il comizio finale con Berlusconi e il candidato sindaco di Roma della Cdl possa invertire le sorti elettorali e consegnarci il Campidoglio chiavi in mano?".(AGI) -
201225 SET 05
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IL GIORNALE
6 ottobre 2005
Veronesi applaude Storace e spiazza la sinistra
- di Gianandrea Zagato -

Il professore: «Siamo orgogliosi di lui, ha mantenuto le promesse e oggi si può finalmente riprendere il cammino verso l’innovazione»

Ci voleva il ministro Francesco Storace. Ci voleva lui, ripete Umberto Veronesi, per dare una svolta al panorama della ricerca scientifica più avanzata. Elogi per la svolta «storica della scienza italiana»: «Ciascun istituto di ricerca scientifica riceverà dall'aumento dei fondi previsto dalla Finanziaria un grande impulso alla ricerca traslazionale, cioè quella che trasferisce rapidamente i nuovi risultati dal laboratorio al paziente».
Applausi dunque per la Finanziaria del governo Berlusconi che, garantisce il professore, arrivano pure da tutta la comunità scientifica: «Oggi rivedo l'entusiasmo tra i colleghi di tutti gli istituti per l'aumento di fondi ottenuto dal ministro della Salute». Più soldi che servono a rilanciare i progetti di «quella rete territoriale tipica dell'Italia, e inusuale all'estero, rimasta come un tesoro nascosto» dice Veronesi, che non finisce di tessere elogi «di cuore» al ministro della Salute: «Fin dal suo insediamento ci ha ascoltato con umiltà e ha mantenuto le promesse di sostegno alla ricerca italiana sapendo che il Paese che non produce conoscenza è destinato alla regressione».
Niente male davvero come riconoscimento alla Finanziaria, «oggi possiamo così riprendere il cammino verso l'innovazione», e al ministro, «siamo orgogliosi di Storace».
Ma i virgolettati dell'oncologo di fama internazionale suonano stonati al centrosinistra che lo vorrebbe candidato sindaco di Milano. Scelta di campo che imporrebbe a Veronesi di dire qualcosa di sinistra. Ma lui niente, quasi ignorando il grido di dolore dei suoi sponsor politici, quelli che per togliere il mal di pancia vorrebbero somministrazioni ad alte dosi di morettismo.
Ma il luminare della scienza ignora «Aprile» e non dice un bel niente. Anzi, quando parla non può che dire tutto il bene possibile sia del governo del sindaco di Milano, Gabriele Albertini, che della riforma sanitaria del presidente della Regione, Roberto Formigoni. E, adesso, pure dei sostegni alla ricerca scientifica voluti dal ministro della Salute del governo Berlusconi. Chiaro che per Veronesi la corsa è diventata a ostacoli e che, virgolettato dopo virgolettato, nell'Unione aumenta la voglia di impallinarlo: tiro al piccione rispetto a una diversa cultura politica che, sfumature escluse, resta sostanzialmente d'impronta riformista.
«Questi attacchi al professore provocano davvero amarezza per l'uso spregiudicato di notizie false e tendenziose» chiosa Francesco Micheli, fondatore di Genextra, holding che investe in start-up in ambito biotecnologico e nanotecnologico: «Il professore è presente nel capitale della società attraverso la Fondazione che porta il suo nome, che non ha fini di lucro ma destina le proprie risorse alla ricerca scientifica più avanzata».
Precisazione giunta all'indomani di un attacco mirato contro l'oncologo pubblicato sul sito internet del gruppo d'opposizione (centrosinistra, ndr) a Palazzo Marino. Lenzuolate di accuse per minare l'autorevolezza dello scienziato, il prestigio internazionale e, soprattutto, l'indipendenza di giudizio.
Intimidazioni contro un candidato sindaco di troppo. Firmate, continua Micheli, dagli «stessi che cinque anni fa, ai tempi del lancio del progetto e.Biscom-Fastweb, sferravano attacchi ad alzo zero.
Quella stessa fazione politica che oggi mette all'indice i rapporti tra Genextra e il professore e che allora sferrava aggressioni sulla base di pregiudizi storici. Con l'aggiunta oggi di un clima elettorale che si è già incanaglito sull'ipotesi di candidatura di Veronesi». E, dettaglio non da poco, con il silenzio complice della dirigenza diessina, «quei vertici che si sono recentemente preoccupati di non dar spazio a una lista Veronesi - laico, socialista e liberale - per proclamarne l'esclusiva», commenta Nuccio Abbondanza, ex presidente dell'Istituto nazionale dei tumori.
Segnali di imbarbarimento che bruciano la candidatura di Veronesi, indisponibile, dicono i suoi amici, «a mercanteggiare un profilo più di sinistra, come gli chiedono tassativamente per entrare nel bouquet dei papabili». Film già visto del centrosinistra contro il presidente dell'Istituto italiano di oncologia colpevole di procurare l'orticaria perché non sa dire cose di sinistra. Sconfessione già firmata sulle colonne dell'Unità, dove Corrado Stajano aveva sottoscritto i dubbi di Nando Dalla Chiesa: «Come pensiamo di candidare una persona che può tranquillamente abbracciare i valori del centrodestra?». La risposta di Veronesi è nelle sue parole, di chi non rinuncia alle sue idee.



«C’è una sinistra incanaglita contro Veronesi»
- di Gianandrea Zagato -
Francesco Micheli sugli attacchi al professore: «Arrivano dalla stessa fazione che cinque anni fa si scagliò contro e.Biscom-Fastweb»

L'impronta riformista dà fastidio a molti dentro l'Unione. E sul nome di Umberto Veronesi cala quindi un veto formale. Candidato sindaco di Milano sgradito a troppi. A quegli stessi che «cinque anni fa, ai tempi del lancio del progetto e.Biscom-Fastweb sferravano attacchi ad alzo zero». Virgolettato di Francesco Micheli che scende in campo dopo le polemiche tutte interne al centrosinistra dove si tenta di coinvolgere anche Genextra, holding che investe in start-up in ambito farmacogenomico, biotecnologico e nanotecnologico nata nel 2003 su iniziativa di Micheli e del professor Veronesi.
L'accusa firmata da europarlamentari, consiglieri regionali e comunali dell'Unione denuncia l'esistenza per Veronesi di un «conflitto d'interessi». E Genextra sarebbe la prova di quest'incompatibilità.
«Provoca davvero amarezza questo uso spregiudicato di notizie false e tendenziose riferite a Genextra, come quella che tra i soci vi sarebbe Emilio Gnutti: mai stato. La nuova società che ho fondato è leader in uno dei settori di ricerca più avanzato al mondo.
E il professor Veronesi ha voluto essere presente nel capitale non attraverso una partecipazione personale ma attraverso la Fondazione che porta il suo nome, che non ha fini di lucro ma destina le proprie risorse alla ricerca scientifica. È anche presidente del comitato scientifico Genextra ma a titolo gratuito e la sua presenza è quella di un amico, alleato vigile in un settore delicatissimo anche sul piano etico».
Dottor Micheli, ma qual è la sua spiega rispetto alla nascita di queste notizie «false e tendenziose»?
«Questi attacchi mi ricordano il clima di cinque anni fa, ai tempi del lancio del progetto e.Biscom-Fastweb. Quella stessa fazione politica che oggi mette all'indice i rapporti tra Genextra e il professor Veronesi, allora sferrava aggressioni ad alzo zero sulla base di pregiudizi antichi e senza la minima capacità di capire il valore che sarebbe scaturito per tutti dall'introduzione a Milano e in Italia di una delle più importanti innovazioni tecnologiche su scala mondiale. Noto che oggi c'è l'aggiunta di un clima elettorale che si è già incanaglito su un'ipotesi di candidatura del professor Veronesi».
Ricordava gli «attacchi» al progetto e.Biscom-Fastweb. Vuole sintetizzarci i risultati di quell'operazione?
«Il progetto Fastweb rappresentava allora un grande rischio imprenditoriale: grazie a un business model centrato ha creato più di duemila posti di lavoro e Milano è diventata una delle città-simbolo in fatto di telecomunicazioni, con connessioni internet velocissime anche per le famiglie. E per l'amministrazione comunale ha significato pure realizzare dopo tre anni, tramite la municipalizzata Aem che ci è stata vicina, una plusvalenza di quasi 500 miliardi di lire, rispetto al fallimento di tutte le altre iniziative analoghe avviate all'epoca da altre amministrazioni italiane».
Successo che spera di bissare quindi anche con Genextra?
«La recente acquisizione di Tethis, che opera nel settore delle nanotecnologie con tecniche all'avanguardia sviluppate dal professor Paolo Milano, rappresenta anche un'accelerazione per le nostre ricerche nel settore dell'aging. L'uso di materiali nanostrutturali ci consentirà di “incapsulare” molecole attraverso una specie di rivestimento intelligente che funziona come un computer di bordo: sensori che si “accorgono” quando arrivano vicini alla cellula infartuata o tumorale e intervengono quindi per incapsulare il medicinale. E nel futuro delle applicazioni delle nanotecnologie alla biomedica c'è un'opportunità straordinaria: le apparecchiature di uso quotidiano, di dimensioni macroscopiche, potranno essere ridotte a dimensioni talmente piccole da potersi così interfacciare con le cellule e permettere interventi di precisione oggi inimmaginabili».



CORRIERE DELLA SERA
CRONACA DI MILANO
6 ottobre 2005

LA POLEMICA
Ulivo, nuovo scontro su Veronesi candidato
Nuova bufera politica nel centrosinistra dopo le parole di elogio di Umberto Veronesi nei confronti del ministro della Salute, Francesco Storace. «Non è il candidato sindaco giusto» dice Dalla Chiesa.
Servizio a pagina 3

Dalla Chiesa: esiste una cesura tra lo scienziato e il leader politico di un’opposizione che si schiera contro chi ha governato per dieci anni
«Veronesi elogia anche Storace, non può essere il nostro candidato»

Nuova bufera politica nel centrosinistra su Umberto Veronesi. A creare imbarazzo nell’opposizione le parole di elogio dello scienziato nei confronti del ministro della Salute, Francesco Storace: «Siamo arrivati a una giornata storica. Siamo orgogliosi di questo ministro». Veronesi è soddisfatto per la decisione di Storace di aumentare di 100 milioni di euro i finanziamenti per la ricerca. Parole che seguono quelle altrettanto positive su Formigoni e Albertini. La polemica è dura: «Non è il candidato giusto per il centrosinistra» attacca Dalla Chiesa. E il presidente della Provincia Penati fa sapere che oggi non sarà presente alla posa della prima pietra dei nuovi edifici dello Ieo.

Dalla Chiesa che effetto le hanno fatto le parole di Veronesi su Storace? «Non mi hanno stupito. Seguono altre dichiarazioni dello stesso tenore nei confronti di altri esponenti del centrodestra. Il problema è che non si stanno dando giudizi su una persona, ma sulla politica di Albertini, Formigoni e Storace».
Sempre più convinto il leader cittadino della Margherita, Nando Dalla Chiesa. Umberto Veronesi non è il candidato sindaco giusto per il centrosinistra. «Ma non è colpa di Veronesi - continua Dalla Chiesa - è colpa di chi non vuol vedere la cesura che esiste tra lo scienziato che vuole realizzare a tutti i costi i suoi ideali e il leader politico di un’opposizione che si schiera contro un’amministrazione che ha governato per dieci anni».
Dove sta il nodo?
«Bisogna uscire dall’equivoco che un grande scienziato possa essere, indipendentemente dai legami maturati, il leader di una coalizione che deve imprimere una svolta a Milano».
Perché?
«È evidente che chi svolge un’attività come quella di Veronesi può mettere a frutto i suoi progetti e i suoi talenti grazie alla buona accoglienza da parte delle autorità politiche cittadine. È giocoforza che si trovi in una rete di relazioni e non possa fare come Alessandro Magno che con la spada recide il nodo gordiano. Veronesi ha intorno a sé diversi nodi che non può sciogliere. È la sua forza di scienziato, la sua debolezza come possibile leader politico».
In politica si chiama conflitto di interessi.
«Non ne faccio una colpa a Veronesi. Se avessi dei progetti meritori e qualcuno mi aiutasse non potrei non avere riconoscenza. È ora di finirla, i miei non sono pregiudizi moralistici, ma considerazioni di puro buon senso. Tanto che qualche volta mi verrebbe da dire ai miei colleghi: ma siete uomini di mondo o no? Se io, Nando Dalla Chiesa volessi realizzare l’Università Dalla Chiesa, se ci tenessi molto, se chiedessi degli aiuti per poter realizzare questo progetto come posso di punto in bianco mettermi in alternativa a quelli che mi hanno aiutato? Non sarebbe possibile».
Un messaggio a gran parte del centrosinistra che ha appoggiato fin dall’inizio la candidatura Veronesi?
«Per fortuna stiamo andando nella direzione giusta. Nell’ultimo cantiere è stato deciso di valutare tutte le candidature, da tutti i lati e non solo quelle calate mediaticamente dall’alto».
Maurizio Giannattasio
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