Grande Dozzy, recensione... emozionale.
Ecco la mia.
Sono arrivato mentre gli Hormonauts stavano salutando il pubblico al termine della loro esibizione.
ALL AMERICAN REJECTS: M’hanno fatto andare di corpo. Uno di quei gruppi che senti i primi dieci secondi di una canzone e già sai esattamente come sarà, t’immagini già il ritornello e come finirà. Le melodie erano più scontate della birra al Pennymarket. I Backstreet Boys ne avrebbero composte di migliori. “Cominciamo bene” ho pensato, mentre mi chiedevo come potesse accadere che gruppi del genere facessero tour mondiali. Fortunatamente era l’unico gruppo del genere.
FUNERAL FOR A FRIEND: Non male gli inglesi. Come genere li metterei nello stesso degli Atreyu, non so se avete presente: rock con forti venature metal, anche se in questo caso la parte metal è meno presente. E come negli Atreyu il batterista dà una mano al cantante, ma in questo caso cantando le parti più pesanti, non i ritornelli.
TOY DOLLS: Trio inglese che dopo anni e anni ancora ha voglia di divertirsi sul palco (si muovono molto) e sa far divertire il pubblico. Avevo un loro CD anni e anni fa, “absurd-ditties” ma da quello hanno fatto un solo pezzo, “alec’s gone”, che gran parte del pubblico davanti conosceva e ha cantato a squarciagola, anche se il pezzo che ha fatto più presa è stato “I’ve got asma” che tutti hanno cantato, compreso io che non lo conoscevo. Hanno inoltre eseguito un loro arrangiamento della “toccata e fuga” di Bach, molto apprezzato da tutti. La loro uscita (come la loro entrata) è stata accompagnata dalla musica registrata di “The final countdown” degli Europe, ma suonata col kazoo (tra le risate generali)! Annunciano “questo è il nostro ultimo tour… forse”.
ME FIRST AND THE GIMME GIMMES: All-star band composta da: Joey Cape (cantante dei Lagwagon, che qui è chitarrista), Dave Raun (batterista dei Lagwagon), Fat Mike (bassista-cantante dei NoFx), Chris Shifflet (ex chitarrista dei No Use For A Name ora nei Foo Fighters) e Spike Slawson (roadie di parecchi gruppi della Epitaph e della Fat Wreck Chords, che qui è il cantante principale). Eseguono da sempre solo cover (velocizzate a modo loro) di vecchie canzoni pop o rock o jazz o blues.
Si parte con Joey che sul palco da solo comincia l’arpeggio di “Starway to heaven”, e poi arrivano sul palco gli altri elementi e si pigia sull’acceleratore.
Tra i pezzi che ricordo “Rocket man” di Elton John, “Somewhere over the rainbow”, “The end of the road”. Divertimento a go-go.
Spike parlicchia italiano visto che ha la moglie siciliana e quindi sa come intrattenere il pubblico. L’apice è quando esegue da solo con l’ukulele “Torna a Surriento” (guarda ‘o mare quant’è bello… shpira tanto sentimentoooo…), e poco dopo il gruppo esegue “’O sole mio”, col pubblico che canta insieme a loro.
Divertenti.
MY CHEMICAL ROMANCE: Grossa attesa da parte del Dozzy, che poi mi ha detto essere rimasto deluso. Vorrei poter dire qualcosa, ma il fatto è che ero morto, sdraiato sul prato, volevo dormire, tornare a casa, devastato fisicamente dopo essermi visto da davanti i due gruppi precedenti. E il bello doveva ancora venire.
MILLENCOLIN: Nel corso degli anni sono passati dalla velocità e l’immediatezza del punk rock a sonorità molto più rock. Mi ha fatto piacere rivederli, anche perché conoscevo tutte le canzoni tranne quelle dell’ultimo album (ne hanno fatte 4), ci hanno messo passione, e il pubblico ha apprezzato.
Hanno pescato molto anche dall’album “Pennybridge Pioneers”, dal quale hanno preso l’ultima canzone in scaletta, “No Cygar”, che definiscono la loro miglior canzone. Unico appunto che posso fare è che dal vivo il cantante Nikola Sarcevic sembra faticare dopo un po’ con la voce, e non raggiungere le note che tocca da disco.
NOFX: Considerato che con le ultime canzoni dei Millencolin il pogo tra il pubblico arrivava quasi fino al mixer non osavo immaginare cosa sarebbe successo ora. La gente ha cominciato ad ammassarsi sempre di più. Il gruppo ritardava l’entrata. Sono arrivati sul palco e subito il chitarrista Eric Melvin ha avuto guai con la chitarra che non voleva saperne di funzionare, cosicché Fat Mike ha intrattenuto il pubblico con una canzone che non conosco, e poi visto che i problemi continuavano è stato il turno del chitarrista messicano El Hefe (toghissimo, fa sbudellà dele risate) eseguire chitarra e voce “no woman no cry”.
Tutto era pronto e hanno iniziato. Una scaletta inaspettata come al solito, pezzi mitici come “Linoleum” o “Murder the government” mischiati a canzoni inimmaginabili tipo “whoops I ODd” e “Scavenger Type” eseguite in versione distorta e velocizzata. “The idiot son of an asshole” dedicata al presidente bush, “Radio” cover dei Rancid.
Una canzone inedita che parla dell’Italia (!!!!!) che nessuno conosceva ma che tutti hanno pogato all’estremo, che dice cose tipo “io amo l’Italia perché in Italia c’è la migliore eroina, puoi farti fare un pompino con solo 20 dollari in Italia, il cibo è buono in Italia, però la vostra nazionale di calcio fa schifo in Italia, e noi in America abbiamo una migliore cocaina”. Forse l’avevano composta nel pomeriggio nel backstage , o forse è una canzone che eseguono in ogni stato, cambiando le parole per adattarle al posto in cui si trovano.
Mitiche “Monosyllabic girl” , “I’m telling Tim”, “Hobophobic”, “Perfect government”, “Stickin’ in my eye”.
All’inizio della loro esibizione mentre tentavo di raggiungere una posizione più avanti possibile e vedevo tutta quella gente muoversi, considerando che ero molto lontano dal palco, ho avuto la sensazione di star assistendo al concerto di un gruppo leggendario. Non riuscivo a spiegarmi come potesse coinvolgere tutte quelle persone un gruppo che non passa mai in radio e in televisione. Mentre pensavo questo hanno attaccato “Don’t call me white” e ho visto chiunque uscire di testa, è stato il momento clou.
Il neo della performance sono state le chiacchiere, cioè visto che avevano iniziato con venti minuti di ritardo potevano chiacchierare di meno e badare più a suonare, visto che comunque tutte quelle cose che dicevano facevano ridere solo il 10% del pubblico che capiva. Tipo “Alzi la mano chi ha i capelli biondi… hey tu coi capelli biondi (indicando una persona del pubblico), lo so che ti piacciono gli Iron Maiden e sei un sfottuto metallaro!” oppure prima di eseguire la canzone “She’s nubs (lei è monca)” “hey c’è qualcuno di voi che è senza gambe?” (pesissimo), o ancora “hey tu (indica), lo so cosa stai pensando, la prima metà del nostro concerto è stata buona ma adesso… uhm… fa un po’ schifo èh? Noi facciamo cagare, ma sapete chi è un bel gruppo? I Rancid! Loro sì che son bravi, sono il terzo miglior gruppo punk del mondo” (ahah ma che cazzo vol dì?), “come mai non ci avete dato la birra Peroni?”, “ok io so chi qui in italia voi siete cristiani… io non ho niente contro chi crede in Dio, anche se penso che se tu credi in Dio… sei ritardato” (zero rispetto per il pubblico ahah), “Abbiamo anche noi fatto degli sbagli tipo… conoscete il nostro disco Heavy Petting Zoo? Veramente brutto. Però il nostro ultimo The War On Errorism… aah sì…quello si che è bello!”, “Non vi preoccupate, ora stiamo per eseguire una delle nostre migliori canzoni, anzi è la nostra terza miglior canzone” (ahah ancora!)
Leggende, ma potevano dare di più.
SKA-P: “Buonasera Italia, volete la fiestaaaaa?”.
E si parte, allegria a tutto spiano, ballano e si dimenano anche le persone che stanno a un chilometro dal palco. Danno tutto come sempre. Inizia a piovere anche forte ma il pubblico non se ne accorge e continua le danze. Loro apprezzano e non si risparmiano. Il chitarrista Joxemi esegue chitarra e voce la cover dei Ramones “I wanna be sedated”, cantata da tutti.
Concludono con “E’ l’ultima volta che suoniamo in Italia… forse”, mentre si spogliano e restano in mutande sul palco. Possono non piacermi tutti gli anatemi politici che lanciano quando sono sul palco, ma è un gruppo che mi sta troppo simpatico. Fiesta!
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--We've got to be one voice--
[Modificato da De Baimbo 07/09/2005 15.06]