QUELLO CHE HO PRESO COME CAPO UFFICIO INDAGINI E' UNA BOMBA

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INES TABUSSO
00mercoledì 24 maggio 2006 20:09

LA REPUBBLICA
24 maggio 2006

il personaggio
Da Mani pulite a Piedi puliti
"Rifiutare? Una vigliaccata"
Borrelli, il calcio dopo la trincea di Tangentopoli
In prima linea dopo 4 anni di pensionamento, la stessa voglia di lottare
Moggi e compagni? "Come i protagonisti dei Masnadieri di Verdi"
l´ appello Resistere, resistere, resistere
CINZIA SASSO

MILANO - Via Sant´Andrea numero 2, ore 11.30. Francesco Saverio Borrelli fa il baciamano alla signora Silvana, fedelissima segretaria dell´avvocato d´affari; si infila nel vecchio ascensore ed esce a passo veloce. In mano ha una cartelletta, dentro tutto quello che in fretta deve imparare: le leggi che regolano il gioco del calcio. Su, al secondo piano, Guido Rossi, ora nella sua veste di commissario straordinario delle Federcalcio, si lascia andare sulla poltrona: è fatta. Solo alle 11 aveva detto agli amici: «Quello che ho preso come capo ufficio indagini, è una bomba. Se accetta, però». L´ex procuratore l´ha fatto soffrire fino all´ultimo e solo ieri mattina ha detto di sì. «Rifiutare mi sembrava una vigliaccata». A 76 anni, dopo quattro di pensionamento, rieccolo in prima linea. «È stata ferita l´etica sportiva, tradita con violenza una passione della collettività», aveva detto solo qualche giorno fa. «Tangentopoli fu qualcosa di simile, la gente si ribellava a comportamenti che offendevano il senso civico. Sarebbe stato bello che la musica fosse cambiata; purtroppo non è così».
Borrelli, con in mano il fascicolo dei compiti a casa, sorride divertito: «Sono sorpreso, non me lo aspettavo assolutamente». Nella sua vita ha messo piede allo stadio due volte: la prima era a Firenze, da studente del conservatorio. La ragazza che corteggiava era un´appassionata di calcio e lui aveva dovuto seguirla fin lì. La seconda da procuratore della Repubblica, nella tribuna d´onore per il primo incontro di Italia ‘90. Qualche altra partita c´è stata, esclusivamente da supporter della nazionale di calcio dei magistrati. Ma sui campi, in braghette corte e con il numero sulla schiena, mai. Né, più di recente, da nonno, ha seguito i nipoti e le loro prodezze. Troppo snob per uno sport così popolare? Forse. Borrelli ha sempre preferito un teatro a uno stadio, un concerto a una partita. E il suo sport prediletto, a parte la parentesi dell´equitazione, che una foto pubblicata da Il venerdì ha trasformato ingigantendone le doti di cavallerizzo nel procuratore a cavallo, è sempre stato lo sci.
È per colpa dello sci, e di una caduta sui campi di Courmayeur, che quest´ultimo non era stato un bell´inverno. Acciacchi, stampelle, e insomma, una sensazione di declino. Con D´Ambrosio che ricominciava una vita da candidato e tutti i vecchi colleghi a dirgli che era sprecato, che un´intelligenza e una competenza come la sua meritavano di essere messe al servizio del Paese. Eppure a Borrelli, napoletano di origine, magistrato da generazioni, una breve esperienza tra i fondatori di Magistratura Democratica e poi 47 anni di carriera in magistratura fino alla massima carica di procuratore generale, non solo Berlusconi ma neppure la sinistra, ha mai offerto un´altra chance. Mani Pulite, l´inchiesta che ha sconvolto la politica italiana portando alla luce la corruttela elevata a sistema, lo ha fatto diventare il nemico di tutti. Lui, che non ha mai avuto una tessera e che aveva lasciato Md proprio perché pensava che fosse troppo politicizzata.
Era il 1992. Se sigle come Psi, Dc, Psdi, Pri, Pli sono scomparse dalla geografia politica italiana, è perché gli uomini di Borrelli, che allora era il procuratore della Repubblica, indagarono senza timori. I tentativi di fermarli furono molti, però; e in quegli anni il prima riservato Borrelli, divenne il paladino del pool. L´aristocratico alto magistrato avvolto nella toga di ermellino si trasformò, con l´ultimo discorso da procuratore generale, in un simbolo popolare e la sua esortazione «resistere, resistere resistere», in una sorta di slogan politico. Qualche giorno fa, intervistato dal quotidiano gratuito Metro, quando nessuno ancora pensava a un suo ruolo diretto nell´inchiesta sul calcio, Borrelli, dopo aver ammesso che quello sport non è mai stato una sua passione, ha risposto: «Quale lirica potrebbero interpretare Moggi e compagni? Senza dubbio I Masnadieri di Verdi».
Presto, Borrelli andrà a Roma, in via Po, nel suo nuovo ufficio da inquirente, dove dovrà studiare i voluminosi atti raccolti dalle procure che stanno indagando sul mondo del pallone. Pochi giorni fa, diceva: «Se fossi io a indagare, di sicuro penserei che sotto ci sono anche frodi che hanno come scopo l´arricchimento attraverso le scommesse». E poi: «Spero che se si scopre che un magistrato inquirente è tifoso, non si metta in dubbio la sua buona fede. I magistrati non vivono su Venere, immaginarli in una torre d´avorio è una concezione antiquata e fallace. Separare le nostre idee dal nostro lavoro non è difficile, bastano un po´ di cultura e spirito critico»



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la Federcalcio
L´ex capo di Mani pulite nominato dal commissario Rossi al posto del dimissionario Pappa
Borrelli all´Ufficio indagini
sarà lo "sceriffo" del calcio
Nelle sue mani l´atto d´accusa contro Moggi e Juve
FULVIO BIANCHI

ROMA - L´ex capo del pool Mani Pulite, Francesco Saverio Borrelli, adesso indagherà sul mondo (sporco) del calcio: sarà lui a scrivere l´atto d´accusa nei confronti di Luciano Moggi, degli ex designatori Bergamo e Pairetto e di club prestigiosi come la Juventus. E´ stato il commissario straordinario della Federcalcio, Guido Rossi, a nominarlo ieri mattina, creando sconcerto soprattutto sul centrodestra. L´ex procuratore generale di Milano («sono sorpreso, non me l´aspettavo assolutamente», le sue prime parole) prende il posto del generale Italo Pappa che si era dimesso nei giorni scorsi perché la Guardia di Finanza possa difendersi meglio, dopo che alcuni ufficiali (ma non lui) erano rimasti invischiati nelle intercettazioni. La scelta di Borrelli dà un segnale importante al mondo del pallone: nei giorni scorsi erano circolate diverse ipotesi di candidati all´Ufficio Indagini. Si parlava anche di Pierluigi Vigna, del generale dei carabinieri Carlo Alfiero, del primo dirigente di Ps Eugenio De Feo.
Ma Rossi ieri mattina è riuscito ad avere la piena disponibilità di Borrelli che già nei prossimi giorni sarà a Roma per iniziare un lavoro delicatissimo. Dovrà conoscere i suoi vice (due saranno nominati nei prossimi giorni: uno sarà il colonnello Federico D´Andrea della Finanza) e prendere i primi contatti con i pm di Napoli. Il tempo, ormai, è ristretto: l´Uefa aspetta solo sino a metà luglio per conoscere quali sono le otto squadre italiane che saranno impegnate nelle Coppe europee (il 28 c´è il sorteggio dei preliminari di Champions). Il faldone in arrivo da Napoli si compone di migliaia di pagine, con intercettazioni che coinvolgono tantissimi dirigenti di club, della Federcalcio (fra cui l´ex vicepresidente Innocenzo Mazzini) ed esponenti del mondo arbitrale. Già l´indagine della procura di Torino aveva delineato un quadro allarmante: ai primi di marzo l´Ufficio Indagini aveva mandato le carte al procuratore federale: Moggi, Pairetto, Mazzini e Giraudo rischiavano di andare sotto processo in base all´articolo 1, quello sulla lealtà (squalifiche da 6 mesi ad un anno). Il 13 marzo era arrivato però un altro faldone, di 272 pagine, da Torino, con tantissime intercettazioni e il generale Pappa fermò tutto e avvisò Franco Carraro, allora n.1 della Federcalcio: «Qui crolla il calcio... «. Non sapevano ancora, entrambi, che la vera valanga stava arrivando da Napoli. Ora il quadro è completo. Un quadro allarmante. Borrelli dovrà fare in fretta: appena i magistrati di Napoli gli daranno le carte (forse già a fine settimana) potrà iniziare l´indagine. Non si sa ancora se interrogherà Moggi e c. Oppure se i tempi ristretti lo costringeranno a stilare il suo rapporto basandosi solo sulle intercettazioni, che per altro sono ingenti, e sulla relazione dei carabinieri. Poi Borrelli passerà le sue conclusioni al procuratore federale, Stefano Palazzi, che è stato confermato ieri da Rossi, e che dovrà decidere i "rinvii a giudizio". Il processo sportivo sarà il più rapido possibile, fra Disciplinare e Caf: sarà lo stesso procuratore federale, giovane magistrato militare, a svolgere le funzioni dell´accusa. Il compito di Borrelli infatti si concluderà nella fase istruttoria. Per i due gradi di giustizia sportiva ci vorranno 20-25 giorni: Rossi spera di chiudere tutto entro metà luglio. Anche perché club e tesserati si presenteranno al processo con uno stuolo di avvocati e testimoni. Ci saranno anche le società "terze interessate", che sperano di poter rimpiazzare in Coppa le eventuali penalizzate. Secondo l´avvocato Mario Stagliano, ex vicecapo dell´Ufficio Indagini, «la situazione della Juve sembra particolarmente compromessa, e anche la Fiorentina è, più o meno, sullo stesso piano». Stagliano ha anche aggiunto che «la posizione di Giraudo, Moggi, Mazzini, Bergamo e qualche arbitro è decisamente indifendibile». Al momento è difficile stabilire se Borrelli contesterà ai club il reato di illecito sportivo consumato, o solo tentato. Ma le pene saranno pesanti.



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Protesta il centrodestra per la nomina di Borrelli. Mantovano, An: "È la risposta a Silvio che vuol tornare presidente del Milan"
Berlusconi: "Si sono scelti l´arbitro"
Melandri: "Sarà un aiuto prezioso".
L´Anm: "È l´uomo giusto"
Cusani: "È una buona notizia, dimostra che si vuole affrontare sul serio la vicenda"
Più cauto Fini: "Si tratta di scelte che riguardano lo sport nella sua autonomia"
SILVIO BUZZANCA

ROMA - «Si vogliono prendere il calcio e si sono scelti un arbitro ad hoc per indagare sull´affare Moggi». Il centrodestra, con l´eccezione di Gianfranco Fini, accoglie l´arrivo di Francesco Saverio Borrelli all´Ufficio indagini della Figc come un altro tassello della voglia egemonica dell´Unione. Un altro segno - afferma il centrodestra - del regime. Un tam tam partito subito dopo la nomina, andato avanti per tutta la giornata, e culminato nella stroncatura finale di Silvio Berlusconi: «E´ tutto molto coerente, si sono scelti l´arbitro di fiducia». Dunque sfiducia totale nei confronti di uno dei magistrati simbolo di Mani pulite. E un´altra accusa al centrosinistra, condita dall´affermazione che con questa nomina «si sono adeguati al metodo Moggi».
Ad aprire la "campagna" contro Borrelli è stato Fabrizio Cicchitto. Il vice coordinatore di Forza Italia ha subito intravisto dietro la scelta del commissario straordinario della Figc Guido Rossi «una "manina" che vuole recuperare il giustizialismo che ci ha deliziato negli anni 90» per colpire «in molteplici direzioni e aumentare il potere di ricatto e interdizione di alcun ben precisi ambienti milanesi, collocati a cavallo fra alcuni grandi studi legali, alcune banche, qualche potere editoriale». Un progetto che mirerebbe, naturalmente, a colpire Berlusconi.
Lo spiega Isabella Bertolini, che vede nella nomina di Borrelli la conferma che «anche la Figc è stata occupata militarmente dalla sinistra con intento persecutorio contro il presidente Berlusconi». Si chiede la Bertolini: «Assisteremo anche all´uso politico della giustizia sportiva?». Certamente le risponde Daniela Santanchè. La deputata di An conia un nuovo motto per Borrelli: «Retrocedere, retrocedere, retrocedere; sarà quello che aspetta il Milan sotto la gestione Borrelli».
Alla Cdl appare evidente che il bersaglio è il Cavaliere. La nomina dell´ex magistrato, spiega Alfredo Mantovani, An, «è la risposta più adeguata all´intenzione manifestata dall´onorevole Berlusconi di tornare a fare il presidente del Milan. Certi rischi vanno scongiurati sul nascere». Tutto torna. Al punto che Francesco Rotondi, segretario Dc, vede dietro la scelta di Rossi «un ghigno mafioso».
Toni che contrastano molto con quelli di Gianfranco Fini che dice: «Non vedo cosa debba dire. Si tratta di scelte che riguardano lo sport nella sua autonomia». Dal centrosinistra, arrivano invece molti complimenti per la scelta di Rossi. «I migliori auguri di buon lavoro a Borrelli, le cui qualità professionali sono indubbie e costituiranno un prezioso aiuto per il calcio italiano», dice il ministro dello Sport Giovanna Melandri. E Massimo D´Alema: «È stato scelto un signore in pensione che, essendo un grande magistrato, rivitalizzerà un ufficio che evidentemente non funzionava un granchè... Da appassionato di calcio vivo questa vicenda come un furto. Ci hanno rubato la nostra passione, il nostro sport nazionale». La nomina «è un´ottima notizia», anche per Sergio Cusani, uno degli imputati simbolo di Tangentopoli. Cusani vede somiglianze "sistemiche" fra le vicende di Mani pulite e lo scandalo odierno. Per questo pensa che «la nomina di Borrelli è il segnale che si vuole andare fino in fondo».
Entusiasti i magistrati. Nello Rossi, segretario dell´Anm, esprime «pieno apprezzamento» per la nomina. «Le sue doti professionali sono tali da consentirgli di svolgere il nuovo incarico con straordinaria capacità e competenza», dice Rossi. «Sono molto contento, sono certo che farà bene», aggiunge Gherardo Colombo, pm che faceva parte del pool di Mani Pulite. «Non si può che essere entusiasti di questa nomina» conferma Armando Spataro, procuratore aggiunto di Milano.




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CORRIERE DELLA SERA
24 maggio 2006
Calcio, le indagini affidate a Borrelli
Nominato da Rossi. Non si occuperà dello scandalo Berlusconi critico: si sono scelti l'arbitro di fiducia
Mario Porqueddu


MILANO — L'ex procuratore generale di Milano Francesco Saverio Borrelli è il nuovo capo dell'ufficio indagini Federcalcio. Lo ha nominato il commissario straordinario Guido Rossi. «Il professor Rossi ringrazia personalmente e a nome della Figc il dottor Borrelli per aver accettato» dice il comunicato. Poi comincia un bombardamento di reazioni e commenti. Qualcuno saluta la sua nomina come una iattura, altri applaudono. Quasi nessuno parla di calcio: tengono banco la politica, la giustizia, il potere, la rissa.
Borrelli si occuperà dei procedimenti su tesserati e società e coordinerà gli accertamenti. Sulle inchieste in corso invece non dovrebbe lavorare, a meno che non ci sia qualche richiesta di supplemento d'indagine. Gli atti andranno subito nelle mani del procuratore federale. Ma neanche questo appare rilevante. È la sua figura che divide. Così tanto, che nemmeno all'interno della Casa delle Libertà i commenti sono unanimi. L'ex premier Silvio Berlusconi dice poche parole, avvelenate: «È tutto molto coerente: si sono scelti l'arbitro di fiducia. Si sono adeguati al metodo Moggi...». Il suo legale Gaetano Pecorella: «Se farà al calcio quello che ha fatto alla politica, sarà la fine del calcio». Ma An frena. Il presidente, Gianfranco Fini, manda un invito ai politici: «Questa è una decisione che rientra nell'autonomia del mondo dello sport. Credo che noi dobbiamo rispettarla e non commentare». Il suo, però, si rivela un auspicio da anime belle. Il vice coordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto agita lo spettro di Tangentopoli: «La nomina di Borrelli ha dell'incredibile. C'è una "manina" che vuole recuperare il giustizialismo anni '90». E chissà se quando ha esternato sapeva che Borrelli ha scelto come «braccio operativo» il colonnello Federico D'Andrea, che oggi è comandante provinciale della Guardia di Finanza a Bergamo, ma in passato fu attivo collaboratore del pool Mani Pulite. Le agenzie di stampa hanno ascoltato vari protagonisti di quella stagione. Uno degli imputati simbolo, l'ex finanziare Sergio Cusani, è contento: «Ottima notizia. Nel calcio ci sono assonanze con Tangentopoli: tutti dicevano che il sistema era marcio ma poi, per interessi generali, si metteva la sordina. Questa nomina è il segno che si vuole andare a fondo». Il ministro delle Infrastrutture, l'ex pm Antonio Di Pietro, aggiunge: «È una persona di garanzia, che permetterà l'imparzialità di giudizio e non è coinvolta in conflitti d'interesse». I fratelli Craxi sono su posizioni diverse. Stefania (Forza Italia) dice: «Spero non compia gli stessi danni di quando commissariava il mondo politico». Bobo (Socialisti) è più sereno: «Credo che Borrelli abbia l'interesse a svolgere un ruolo misurato e discreto».
La polemica prosegue, attinge all'attualità, agli scontri sull'assegnazione delle cariche istituzionali e di governo. La Lega, in sintonia con Forza Italia, è dura. Calderoli parla di «assalto alla diligenza» e di «un ex magistrato sul cui colore della toga non possono esserci dubbi». Maroni vede «un progetto egemonico di una sinistra che occupa tutto». Ignazio La Russa (An) riconosce che Borrelli è una «persona preparata» che però arriva «nel posto sbagliato al momento sbagliato». Il dc Paolo Cirino Pomicino osserva: «Dopo la nomina di Rossi, questa è normale. Solo chi non conosce la storia d'Italia può stupirsi». Centrosinistra e governo parlano poco e abbassano i toni. Massimo D'Alema difende la «professionalità» e la «competenza di un grande magistrato». Giovanna Melandri, ministro delle Politiche giovanili e Attività sportive aggiunge che «sarà un prezioso aiuto per il calcio italiano». I magistrati si congratulano con l'ex collega. Il procuratore aggiunto di Milano, Ferdinando Pomarici, ricorda quando lavorava all'ufficio indagini Figc: «Non mi venne mai assegnata la benché minima indagine, andavano sempre alle stesse persone. Ora non sarà più così». Nello Rossi, segretario dell'Anm, assicura che «Borrelli svolgerà l'incarico con capacità e competenza» e lancia la sua proposta: «Distaccare i magistrati in servizio dalla giustizia sportiva».



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