Pensi di restare imbambolata o mi aiuti a liberarmi di quest'amante focoso..[cit]

Ghebura
00mercoledì 20 maggio 2015 07:49

Riassunto:Serafin e Ikvaar sono fuori dalla locanda coinvolti in un confronto che gli distrae e permette ad uno zombi di avvicinarsi fino a 5 mt. Messi sull'avviso dalla puzza entrambi lo vedranno in tempo. Lo zombi se la prenderà con Ikvaar, visto che Serafin indossa il ciondolo antizombi. Intanto giunge Nathaniel che, deciso a dare il suo contributo, riuscirà a mancare lo zombi e beccare Ikvaar con una pietra e procurargli un bel bernoccolo. Malgrado Serafin riesca a decapirate il mostro questo non muore(gli zombi avalonesi non muoiono decapitati ma perdendo gli occhi perdono la vista), continuando a prendersela con Ikvar. Alla fine riusciranno a liberare l'uomo e a far a pezzi lo zombi.

Commento: Gdr divertente, ringrazio i giocatori per la piacevole role. Alla fine ho forzato un po' la chiusura per non pausare, considerando che ormai eravamo giunti alla fine.

Variazione punteggi:
Ikvaar : un bernoccolo sopra l'arcata sopraciliare (-10 PS)e 10 ferite puntiformi sulle spalle (in corrispondenza di dove le unghie hanno stretto la carne) alto rischio infezione(-10 PS).Prognosi: solo una role di cure, necessaria per l'alto rischio infezione.


Registrazione:


SERAFIN  [Esterno] Puzza. Una puzza fetida. Ammorbante. Così tanto da farle storcere subito il naso. ''Niente bagno stamattina?'' lo chiede ad Ikvaar, pur sapendo di non dover attribuire la colpa di quel tanfo a lui. E' arrivato tutto d'un colpo. Troppo in fretta. Come la morte. Come il rumore di ciocchi caduti a terra, che la fa voltare di scatto e sibilare ''Tre''. Molla la presa, a dispetto di ciò >> SERAFIN  che ha appena detto. E' costretta a rimandare i giochi, animata da un istinto molto più imperante: sopravvivenza. ''Luce. Ho bisogno di luce'' suggerisce in un soffio allo straniero, liberando la presa da lui per scambiare mano e stringere il pugnale (//già estratto nei post precedenti), nella sinistra, così da permettere alla destra di cercare l'impugnatura della lunga, nel tentativo di >> SERAFIN  estrarla dal proprio fianco sinistro, disegnando un arco con la lama dal basso all'alto, da sinistra verso destra, punta rivolta in avanti, piatto al terreno. Cerca di posizionarsi frontale rispetto alla fonte del rumore, piedi alla stessa distanza che intercorre fra le spalle, gambe e ginocchia flesse. Distanza invariata dallo zombie. [Destrezza con le armi +3] [//Equipaggiamento: pugnali, >> SERAFIN  lame ad estrazione e spade come da inventario + ciondolo antizombie.]

IKVAAR  || Esterno|| Non è che hai il naso fino, ma insomma quell'odoraccio investirebbe come un cazzotto chiunque. Volteresti la testa, qualche momento prima che la lince si decida a mollare la presa, e potresti vederlo, in parte almeno, sono più il rumore e l'odore ad attirarti..[Femmine..]. Nonostante il momento non puoi non dipingere sul volto uno di quei sorrisi sghembi da vittoria raggiunta>>IKVAAR  ma sarebbe un attimo, perchè la sopravvivenza non è istinto solo della Lince..[ Non prendo ordini da te, Femmina..]Ma in effetti, la luce servirebbe, e così cercheresti di recuperare la lanterna celata dietro la catasta di legna, lo faresti tastando con la mano sx, mentre la destra terrebbe stretta l'ascia (//impugnata precedentemente)..Se nulla lo impedisse, dovresti poter adesso>> IKVAAR  fare un po' di luce, uscendo la lanterna stessa dalla sua ubicazione..Poi cercheresti di portarti a fianco di Serafin, a circa un metro laterale alla sua sinistra, anche tu con le gambe leggermente piegate, la lanterna nella sinistra mano e l'ascia nella destra, con il suo filo che guarderebbe quel coso..Solo la coda dell'occhio cercherebbe di imprimersi la posizione della donna, può servire.

_NATHANIEL_  {esterno->sala} baldanzoso e innocentemente felice Nath si muove verso la Locanda. Insomma parliamoci chiaro è stato un sacco di tempo li sopra la casa dei Draghi e ha solo visto un drago in forma di uomo di nome Ferher e uno mezzo drago che faceva il guardiano dei Libri. Certo è stato tutto emozionante. Decisamente. Ma di Furia nessuna traccia. Non sa proprio>>_NATHANIEL_  dove andarlo a cercare, almeno lo vedesse.''sei ancora arrabbiato con me perchè sono andato via senza dirti nulla?'' parla al nulla convinto che il Dragno volteggi su di lui e lo ascolti, nascondendosi tra l'oscurità. Ad ogni modo giungerebbe alla porta della locanda, piano alza la manina e farebbe per spostare il battente cosi che possa vedere la sala. Poco male in un >>_NATHANIEL_  primo momento non gli sembra di vedere nulla di strano.Ma lui che ne sa. Forse sarebbe alle spalle dello Zombie, forse agli occhi di Nath sembrerebbe solo un tipo che cammina tutto sgangherato. Chi li ha mai visti sti morti ambulanti. Non pensiamo al Babbo va che è meglio. Lui poi non lo conosce nemmeno. Ragazzino dagli occhi furbetti e verdi smeraldo, capelli neri e cipiglio serio, cosi appare.


[ATTENDERE RESPONSO]

Lo zombi solleverebbe le mani e ,trascinando i passi, si porterebbe verso Ikvaar con le braccia sollevate, ignorando Serafin, le mani dell'essere proverebbero ad afferrare le spalle di Ikvaar, ma mano destra la spalla sx e viceversa(distanza corpo a corpo). Serafin ha estratto la spada e ha il pugnale in mano, lo zombi la ignora, Ikvaar ha la lanterna con cui illumina lo zombi e ha l'ascia iN>>mano. Nathaniel ora può vedere i tre rischiarati dalla lampada di Ikvaar [RICORDARSI DI INDOSSARE LE ARMI GDR PLAY IKVAAR, SERAFIN NHATANIEL GDR PLAY]

IKVAAR  ||Esterno|| Lo vedi, o si che lo vedi arrivare sto morto che cammina, aveva due possibilità e sceglie di venire ad abbracciare te..[ Non sei il suo tipo Lince]. Tutto questo mentre cercheresti di compiere due passi indietro, spostando dapprima il destro piede e poi il sinistro, cercando di spostarti di almeno 70 cm e flettendo indietro il busto per evitare che ti afferri, spostandoti>> IKVAAR  indietro, avresti cercato di sollevare la destra mano armata di ascia in modo che la testa affilata guardi di filo proprio la testa di questo coso che puzza come..Beh la morte no? Se il braccio destro fosse sollevato, cercheresti di abbatterlo velocemente da destra a sinistra, diagonalmente, (sgualdembro dritto) sulla testa dello zombie, proprio sul cranio, nel caricare il colpo>> IKVAAR  avresti ruotato il busto leggermente in senso orario, per rilasciarlo in senso inverso nell'impattare il colpo, le gambe, leggermente flesse, vedrebbero il destro piede più avanzato rispetto il gemello e per controbilanciare, le gambe sarebbero leggermente distanziate l'una dall'altra...C'è il tempo per una battuta? Quello non manca mai..Le schiacceresti un occhiolino..La luce dovrebbe mostrarlo

SERAFIN  [Esterno] Non prende ordini da lei. Non prende ordini da lei, ha detto. Zuccone. La luce è utile a tutti, se sperano di sopravvivere un'altra notte in questo mondo. Ma alla fine, volente o nolente, fa come gli viene detto. E' testardo, ma sufficientemente sveglio. E soprattutto, è appena divenuto la preda preferita del morto che cammina, letteralmente, a poca distanza da loro. Dea, quant'è >>SERAFIN  brutto. Cerca di compiere almeno un passo avanti, per ridurre le distanze dallo zombie, ma quello che fa? La ignora. Ha proprio il cervello fritto. ''Hey!'' protesta, sollevando di poco la spada e corrugando la fronte, quasi fosse offesa dalla scelta della creatura. Non ricorda, non ancora, di recare con sé il ciondolo, motivo per cui quello non sembra vederla neppure, mirando lo straniero. >> SERAFIN  Ikvaar non sembra cavarsela male, né aver bisogno del proprio aiuto. Ne valuta i movimenti con occhi critici, rimanendo ferma ma volgendosi verso i due, per scattare, se necessario. ''Peccato, ho un debole per quelli maturi...'' commenta, alzando un sopracciglio e scuotendo la testa in risposta al suo occhiolino. ''L'avevo visto prima io...'' commenta, arricciando le labbra. Del figlio non si >> SERAFIN  accorge. Non ancora. Motivo per cui pare tanto calma.

_NATHANIEL_  {sala} soffermandosi un po sulla figura del morto ambulate, Nath riesce a vedere i due che sono stati messi in luce dalla lanterna. Quando vede la mamma sgrana letteralmente le palpebre, come se non se l'aspettasse in quella situazione, poi nota che l'omaccione ubriaco non pare essere Ubriaco. In un primo momento si spaventa.'' Mami'' dice a gran voce verso Serafin, quindi tenterebbe di fare >> _NATHANIEL_  qualche passo in loro direzione forse nel tentativo di coprire due metri o poco meno. '' oh we! quanto sei brutto... se non te ne vai ti faccio incenerire...'' impreca contro lo zombie, inconsapevole e inconsciente ragazzino. ''Hey! ammasso di Vermi..Oh! mi senti?'' cerca di attirare l'attenzione. Pare in un certo momento innervosirsi un po. Serra le palpebre, stringe i denti e si guarda intorno_NATHANIEL_  >>_NATHANIEL_  qualcosa. Magari sputasse Fuoco! magari!!

[ATTENDERE RESPONSO]

L'ascia si abbatte violentemente sulla testa del non morto, aprendola in due, questi barcolla ma avanza le mani si stringono sulle spalle (la mano sx sulla spalla dx e viceversa), con presa forte, Ikvaar sentirà il dolore della pelle che si lacera, oltre che lo schifo insito in quel tocco viscido di putrefazione. Le braccia dello zombi proverebbero a piegarsi cercando di trascinare a se Ikvaar>e portare le fauci a serrarsi tra spalla sx e base del collo. Nathaniel potrebbe vedere una piccola piramide di pietre grosse un pugno a un metro da lui. [GDR PLAY IKVAAR, SERAFIN, NATHANIEL]

IKVAAR  || Esterno|| Quanto è piacevole il rumore della testa che si spacca..Un po' meno piacevole è invece rendersi conto che quello non stramazza a terra come sperato, ma riesce ad afferrarti..Il dolore, quello è decisamente forte, e poi fa veramente schifo, certo farebbe più schifo essere morsi da questo non morto, le conseguenze sarebbero delle peggiori, per questo, cercando con tutte le forze>> IKVAAR  di resistere sia al dolore che alla repulsione e di contrapporre allo zombie una forza uguale e contraria a quella che starebbe usando lui per trascinarti a se per impedirgli di chiudere quel morso inoltre spingeresti indietro la testa. per fare questo, invece di indietreggiare, cercheresti di abbassarti sulle ginocchia, flettendole e contemporaneamente, visto che l'ascia sarebbe ancora>>IKVAAR  conficcata nella testa dello zombie, abbassaresti con forza anche il destro braccio, cercando di affondare l'arma maggiormente dentro il non morto..[Tesoro..se non hai da fare qui serve una mano].La voce del bambino la senti, ma è come un'eco lontana, c'è altro da fare oggi.

SERAFIN  [Esterno] Sgrana gli occhi. L'unica cosa alla quale riesce a pensare in questo momento è il fatto di sapere suo figlio, emerso dal nulla, a pochi metri di distanza da un pericolo mortale. ''Nath'' il cuore perde un battito e il sangue le fluisce fino alla testa. ''Entra nella locanda e chiudi la porta. ADESSO!'' quella è non solo la preghiera accorata di una madre ma anche l'ordine imperioso >>SERAFIN  di un guerriero che non prevede niente di diverso da quello che comanda. Si volta verso il vichingo solo perché richiamata. La situazione è critica. Valuta velocemente le loro posizioni prima di muoversi. Dovrebbe riuscire a vedere le spalle dello zombie e a quel punto, avanzare in quella direzione, per arrivare ad una distanza dal cadavere di circa 1 metro e 30. Caricherebbe, allora, uno >> SERAFIN  sgualembro dritto, forte e decisivo [Potenza +3], portato con la lunga, avendo già l'arma in posizione, mirando il suo collo con il medio/debole dell'arma. Nel farlo, ruoterebbe il busto in senso orario, tenendo il filo della lama rivolto al nemico, contro cui si scaglierebbe l'istante successivo, ruotando nel senso inverso senza mai perdere di vista il proprio bersaglio. Piede sx avanti >>> SERAFIN  rispetto al destro. Non farebbe niente di tutto questo, se non avesse prima suggerito al nordico quanto segue ''Giù la testa tesoro'' [Destrezza con le armi +3] [Esperienza armi leggere +2] [Agilità +2; ag migliorata +3]

_NATHANIEL_  {Esterno} ancora cercherebbe con lo sguardo attento qualsiasi cosa che possa essere presa per lanciarla. Quando come un dono sceso dal cielo, nota un qualcosa di estremamente interessante, sembra essere una sorta di piccola piramide di pietra. Si soffermano gli occhioni verdi su di essa. Quindi un leggero sorrisetto nasce sulle piccole labbra, uno di quelli che fanno innalzare un solo angolo, >> _NATHANIEL_  cosi simile a quelli del papà! Uguali. Come due gocce d'acqua. Tenterebbe quindi di muovere soppiatto cosi da coprire circa un metro e tenterebbe di afferrare la piramide tra le dita della mano destra, l'afferrebbe sicuro, quindi la guarda. Dunque fa schioccare il collo , nel tentativo di trovare attenzione, si concentra. Occhi solo allo zombi e quel che rimane del suo Cranio o spalle.>>_NATHANIEL_  -  + O quello che è! quindi tenterebbe di portare indietro fianco dx in una rotazione di circa 30°, il braccio relativo in seguito, gomito piegato a 90°rispetto al braccio, quindi lo scatto dello stesso fianco in avanti, aiutato anche dalla gamba sx che farebbe da perno alla destra, Dunque lascerebbe la presa nella piramide che dovrebbe sfrecciare verso il corpo dello Zombie. Quindi in attesa>>_NATHANIEL_  . Ce l'avrà fatta?''Magari dopo Mammi! Adesso ho da fare, con questo ammasso di Vermi...'' replica a Serafin. Obbedienza?e cosa è?

[ATTENDERE RESPONSO]

[NATH TIRA DADO PER LANCIO PIETRA]



_NATHANIEL_  ha ottenuto: 34

[ATTENDERE RESPONSO]

Ikvaar non riesce a liberarsi dal non morto, ma giunge in soccorso Serafin, che malgrado la lunga distanza di ingaggio, riesce a supplire con la propria forza fisica ed abilità personale. La testa dello zombi rotola via, ma le mani rimangono serrate sulle spalle di Ikvaar, sotto le dita dieci puntini rossi iniziano a macchiare la camicia [-10 punti salute ato rischio infezione]. Nath intanto>>prende la mira e il suo colpo prenderebbe la testa dello zombi se intanto la madre non la facesse volare via e... pam!!! la pietra colpisce l'arcata sopracciliare destra di Ikvaar provocandogli un ematoma [-10 punti salute] [//ricorda per tirare servono sempre 3 azioni se non si ha una skill apposta][GDR PLAY IKVAAR, SERAFIN NATH]

IKVAAR  ||Esterno|| Maledetto coso, non si stacca, non si stacca è peggio di una di quelle sanguisughe che devi togliere dalla bocca dei cavalli..E poi fa male, parecchio male..Stringi i denti, questo si, cerchi perfino di non dare peso al dolore che cresce..E tu guarda, d'improvviso la testa del non morto si stacca e rotola via, e l'artefice dello strike è la lince che ora la luce della lanterna>> IKVAAR  illuminerebbe per bene..[ La presa l'hai mollata Lince..] e sul tocco vibrante della E [PORC..]Qualcosa ti colpisce in piena testa, come se non bastasse tutta questa situazione ci mancava un bel bernoccolo...Lo penseresti mentre con tutte le forze rimaste cercheresti di arpionare le mani dello zombie per staccare quelle schifosissime dita dalla spalla che brucia come l'inferno>>IKVAAR  [ Pensi di restare imbambolata o mi aiuti a liberarmi di quest'amante focoso..] Femmine....Pericolosa invenzione...

SERAFIN  [Esterno] Zac. E lo zombie è morto. Stavolta, con un po' di fortuna, dovrebbe esserlo per davvero. Segue la caduta della testa che ruzzola con la coda dell'occhio, perdendosi il lancio della pietra. Un gran peccato. Va ad indossare, sulle labbra, il sorriso più insolente che le riesca. Se non rischia di scoppiargli a ridere in faccia è solo perchè è fuori di sé dalla rabbia, anche se non >> SERAFIN  sembrerebbe, a vederla. Suo figlio è in salvo, così salvo da prendere a sassate la gente per ricoprire il ruolo del piccolo eroe coraggioso. ''Dopo, io e te faremo i conti'' preannuncia, volgendosi un attimo con la testa verso Nath, per riservargli uno sguardo minaccioso ed indicandolo con la punta dell'arma, sporca del sangue nemico. A quel punto, torna ad occuparsi del vichingo, cercando >> SERAFIN  di avvicinarsi maggiormente (mezzo metro) e di incastrare il pugnale nella cinta e la lunga di nuovo nel suo fodero, sul fianco sinistro. Prima di farlo, lancia un'occhiata nei dintorni, per assicurarsi che non ne arrivino altri, non nell'immediato. Con le mani libere, infine, coperte dai guanti, cercherebbe di afferrare prima il polso sinistro della creatura e poi il destro, posizionandosi >>SERAFIN  alle spalle di quello, per imprimere una pressione alla carne marcia, dal basso verso l'alto, e fare in modo che quella si stacchi dal corpo, vivo, del malcapitato. ''Togli quel broncio dalla faccia. Hai trovato uno spasimante, è il tuo giorno fortunato'' commenta a bassa voce, tenendo gli occhi fermi sulle mani dello zombie. [Potenza +3]

_NATHANIEL_  ''ohps!'' quindi tenterebbe di sorridere ma in modo decisamente forzato, si stringe nelle spalle... ''è stata colpa di mami!'' gli addossa la colpa, insomma perche gli ha tagliato la testa? mugugna, inarca un sopracciglio e guarda altrove, poi torna a guardare il vichingo... ''mi dispiace...'' , poi l'attenzione corre alla mamma, sembra sia arrabbiata... finge due colpetti di tosse... '' se non _NATHANIEL_  >>_NATHANIEL_  gli tagliavi la testa forse...'' tiene testa e sguardo della mamma. Poi osserva i resti ed il sangue del non morto, storce il nasino e adduce...'' che puzza!'' nel mentre si avvicinerebbe un po a loro...'' Non volevo farti male...'' dice al ragazzo, quindi la mamma...''bacio?'' quindi si indica la guancia dx con il dito della mano relativa... avendo sempre gli occhioni verdi su di lei...>>_NATHANIEL_  ''sempre se non hai da fare con quel coso!'' e non si comprende se ce l'abbia con lo zombie o con il vichingo.

[ATTENDERE RESPONSO]


Serafin riesce a liberare Ikvaar dallo zombi, dopo di che potranno fare a pezzi quell'essere. Nath si avvicina, subito assediato da tanfo orribile. Serafin e Ikvaar puzzeranno per due giorni di carogna [GDR END GRAZZIE :D ]





Ikvaar
00giovedì 21 maggio 2015 13:32
Pubblico l'inizio e la fine della role
chiedo l'approvazione della testa di Zombie in possesso di Serafin, grazie

SERAFIN [Esterno/Vicoli] Non conosce il motivo, ma per qualche assurda ragione, ultimamente, tutto sembra andare nel verso sbagliato. Non che sia una novità, visto il soggetto in questione. Se per il resto del mondo le cose accadono in una certa maniera, secondo una logica e una linearità tutta loro, state pur certi che, nel caso di Serafin, appaiono sempre e comunque capovolte. L'universo viaggia >>
SERAFIN in una determinata direzione e lei, puntualmente, si ritrova in quella opposta, avversa ai ricami della fede e agli intarsi del destino. E' un capriccio perenne. Il capriccio del pianeta terra. Il congegno inceppato. La rotellina saltata. Tutto ciò che di malaugurato possa esserci a questo mondo. Forse è per questo che la Dea ha smesso di favorirla - e quando mai ha iniziato, di grazia? -.>
SERAFIN Perché sembra proprio che, la qui presente Serafin Esmord, Ombra dei Ranger della foresta, capace di muoversi come una lince tra un albero e l'altro, abbia perso per strada buona parte della sua furtività. Ed è un danno. Un problema. Un bel casino, per chi vive di questo. E' probabile che la Trina si sia offesa, oscurata dalla parvenza di un altro Dio. L'unico a cui la madre rivolgeva le >>
SERAFIN sue preghiere, per giunta. Grano dopo grano. ''Ntz ntz ntz'' rallenta, attratta dal lieve trambusto provocato dall'ombra che le scivola alle spalle, simile a pece liquefatta. China la testa là, socchiudendo gli occhi per cercare di vedere anche col buio. Tutto inutile. Per quanto si sforzi, non riesce a distinguere un bel niente al di là dell'alone vacuo che le taglia il tragitto in due, come >>
SERAFIN una lastra metallica e traslucida. Un cono di luce lunare, stretto e sottile, rigettato sul selciato asciutto e contro i mattoni dell'edificio dal quale si allontana. Attraversa il vicolo per raggiungere il muro, dall'altra parte, chinando appena il busto, come se qualcuno potesse seriamente accorgersi di lei in questo momento. Come se si trovasse in un bosco e non potesse far altro che >>
SERAFIN cercare di nascondersi. 'Veloce come il vento. Trasparente come acqua di fonte' era ciò che le ripeteva continuamente il suo maestro. ''Che stai facendo?'' sussurra, per qualche ignota ragione, accostandosi ad un angolo e appoggiandosi lì con una mano. Indossa dei guanti neri. Le coprono i palmi ma lasciano esposte le dita. Con quelle si artiglia alla parete, spingendo il collo avanti. E' >>
SERAFIN talmente china su se stessa da raggiungere metà dell'altezza che coprirebbe normalmente, restando in piedi. In tutta risposta, l'ombra si materializza dal cumulo di oscurità che fino a un attimo prima la celava del tutto agli occhi di Serafin. Eccola là, tutta entusiasta, a sfoggiare con orgoglio il suo trofeo, tra le fauci sporche di sangue e grondanti saliva. Un topo. Aisha ha appena >>
SERAFIN catturato un topo. Piccolo, grigio cenere. Sarà già tanto se riuscirà ad aprirle lo stomaco. Distende la fronte e assieme a quella abbassa anche le spalle, sconsolata e divertita allo stesso tempo. Lo sguardo, da che era attento e guardingo, si riempie d'un affetto innato. Non si intravede così spesso, sul fondo di quegli occhi chiari. ''Andiamo, bestiaccia'' s'intuisce anche dalla >>
SERAFIN voce quanto bene possa volere a quella bestia. Una mezzalupa bianca come il latte, che le arriva fin sopra le ginocchia, in altezza, dagli occhi azzurri come pozze d'acqua cristallina, talmente simili a quelli dell'umana da generare il forte sospetto secondo il quale sarebbero stati ideati dallo stesso artista. Così mentre l'una si rimette dritta, l'altra le trotterella al fianco, felice come>>
SERAFIN una pasqua. Una pallida come la luna, e l'altra bardata di nero, proprio come la notte. Belva d'opale e bestia d'onice. Una coperta di pelo e l'altra vestita di abiti neri, dalla punta degli stivali scuri fino alla sommità del cappuccio che le protegge la testa. Una armata di artigli e zanne acuminate, l'altra di lame che ha accuratamente nascosto, tra scarpe, cintura e bracciali. >>
SERAFIN Destinazione? Locanda.
IKVAAR || Esterno || Polvere, tantissima polvere, di questa era fatta la nuvoletta che si era prodotta mentre battevi ripetutamente la giubba con i palmi delle mani..Ne può vedere l'essenza grazie allo spicchio, modesto, di luce, che la lanterna, poggiata su due ciocchi di legna, sta facendo... Questo è stato l'ultimo atto di quel tortuoso arrivo...Isola delle mela la chiamano, dovrebbero>>
IKVAAR chiamarla isola senza luce..Per Odino, che fine aveva fatto il ciclo giorno notte? E pensare che prima di giungere nella cittadella, aveva perfino riso vigorosamente quando aveva sentito i commenti circa quel fenomeno. Non ci aveva creduto ed invece...Ed ora? Ora che razza di ora era? Bisogna arrangiarsi, in città c'è una locanda, una locanda? In questi posti si entra solo per due motivi>>
IKVAAR e nessuno dei due contempla il dormire...Mezzo sorriso, storto a quella battuta che ti sei praticamente fatto da solo..C'è una Foresta, sa anche questo, ma con questo buio non può certo cacciare, quindi si scende a compromessi...Qualche moneta, e quella specie di donna mongolfiera che dirige sta bettola, gli da una lanterna, qualcosa da mangiare e lo invita, con le mani ai fianchi, a >>
IKVAAR mettersi sul retro..Dove ci sono i legni accatastati che altrimenti gli spaventa gli avventori...Discutere con una donna nella prima ora su quest'isola? E poi...Polvere, quanta maledettissima polvere c'è? Però adesso, con le spalle appoggiate al muro esterno e la tua parte destra celata da quella montagnetta di legname, devi ammettere che cucina bene...Certo questo animale sarà>>
IKVAAR un vecchissimo caprone che aveva la tua stessa lunghezza di barba..Ma è sceso giù che è un piacere, grazie al vino, quello te lo ha spillato da chissà che otre quasi acetato, ma non sottilizziamo. E finalmente poi riesci a capire perchè isola delle mele..Quella che stai addentando sputando a distanza un seme, è davvero squisita...SQUIIT..Toh, compagnia..lo vedi, a sinistra, un ratto orrendo>>
IKVAAR che mira a qualche avanzo..Ma qui non avanza niente...a parte il torsolo che gli tiri, non per carità cristiana, ma per cacciarlo...Ma questo è veramente testardo, invece di indietreggiare, avanza..[Vieni qui che ti accetto..]E con questo intendi proprio che lo accetti, ma no..Ecco, da dove sbuca? Senti solo i passi inizialmente, sono veloci, di animale, è certo un animale, e questo>>
IKVAAR viene illuminato solo un attimo da un pezzetto di luce..Bianco, un lupo? Forse, sta di fatto che in un fiat il ratto trova la sua felice conclusione di vita...E quella, così come è arrivata, sparisce...Sparisce? Faresti appena in tempo a poggiare la nuca al muro, che una voce ovattata e poi altri passi, sembrerebbero palesare una presenza..E certo non immagina che riesce a sentirla>>
IKVAAR per via dello stesso maleficio che ha reso il giorno, notte...Istintivamente, fessurizzi gli occhi, ma non è cosa...Non si vede ad un palmo di naso. Così non resta che richiamare le gambe e cercare di mettersi piegato su di esse. riducendo la dimensione del proprio corpo e celando la lanterna dietro la catasta di legname...Se i passi non si arrestassero ad una casa in qualche vicolo>>
IKVAAR da quel poco che hai notato, dovrebbero condurre quel qualcuno proprio lì...Ne hai sentite e viste troppe per non afferrare saldamente il manico dell'ascia...Attesa....Polvere, quanta polvere...
SERAFIN [Esterno] La morte del povero, piccolo ratto grigio è stata del tutto inutile. Non è giunta per fame, ma per sfizio. Il topo ha commesso l'unico errore di infastidire Aisha. Di disturbare la quiete notturna. Di impedirle di concentrarsi su tutto il resto. E così la mezzalupa ha deciso di dargli la caccia. E, in un guizzo rapido, di ucciderlo. Ingiusto, penserete voi. Ma quando mai la morte>>
SERAFIN ha dimostrato la compiacenza di apparire giusta. Quando Aisha è partita all'attacco, non sapeva di fare un favore anche all'uomo appostato sul retro della locanda, contro il muro di mattoni e la catasta di ciocchi impolverati. Non fino a questo momento. Non sa chi sia, né cosa sia, ma sa per certo che c'è qualcuno là dietro, oltre il cumulo di legno che gli fa da armatura. Ne avverte l'odore>>
SERAFIN fin qui. O meglio. Avverte l'odore del cibo che ingerisce. Della carne vecchia che consuma. Del vino acetato che ingolla. Infine, del torsolo di mela che ha appena scovato e che si decide ad annusare quando apre le fauci per rilasciare il corpicino esanime della sua povera vittima. Non sembra più interessarsi alle sorti del topo, una volta morto. Si distanzia da Serafin, avanzando con più>>
SERAFIN fretta di quanta non ne dimostri la donna, ma con la stessa, medesima, prudenza. Sembrano l'una il riflesso dell'altra. Movimenti circospetti. Sguardi diffidenti. Gesti veloci, ma eleganti e furtivi. Lo sarebbero anche di più, nel caso della mediterranea, se solo la Dea o chissà chi per lei non avesse deciso di punirla a quel modo. La coda della mezzalupa smette di sventolare di punto >>
SERAFIN in bianco. Il collo si allunga ed il corpo si tende avanti come il mantice di una fisarmonica. Solleva una zampa anteriore da terra, tenendo le orecchie dritte. Punta qualcosa. Qualcuno. Seppur in ritardo, Serafin si appella a quella posa familiare che le ha visto assumere spesso per capire che la bestia ha preso di mira qualcosa di molto più interessante di un semplice ratto di strada. >>
SERAFIN Forse si tratta solo di un altro cane. Forse. Ma la prudenza, come immagina bene anche l'altro, non è mai troppa. Non per una guerriera cresciuta sotto l'ala protettiva di un assassino. Proprio come Ikvaar, anche Serafin mira direttamente all'impugnatura della prima arma che le capita sotto tiro: il pugnale assicurato alla cinta. Dal fianco destro, lo estrae con la mano corrispondente,>>
SERAFIN rallentando allo stremo qualsiasi movimento e gettando gli occhi ovunque, pur di intercettare... qualsiasi cosa riuscirà a scorgere. Che sia un'ombra furtiva o un nulla di fatto, non fa alcuna differenza per lei. Non può sottovalutare i segnali che le lancia la postura della mezzalupa, immobile come un blocco di ghiaccio cristallizzato sul principio di un'azione interrotta sul più >
SERAFIN bello [Istinto animale liv.3]. Centellina perfino i respiri, dosandoli come se disponesse di una quantità d'aria sufficiente a tenerla in vita per i prossimi 5 o 10 minuti. Non di più. Bocca chiusa in una smorfia illeggibile e occhi fessurizzati, allungati agli angoli come quelli di una gatta particolarmente scettica. Aisha, come al suo solito, non si muove dalla sua posizione. Attende >>
SERAFIN un segnale da parte sua, il fatidico 'La' che tarda ad arrivare, anche quando l'umana è ad un passo solo dall'affiancarla. Si sforza, cerca in tutti i modi di azzerare il rumore dei propri passi ma non le riesce, non come avrebbe voluto. E' come una recluta, un ranger alle prime armi, attento ma non così tanto da risultare perfetto. Intimamente, finisce per maledirsi. Ecco perché cambia >>
SERAFIN già posizione. Per evitare di farsi scoprire od offrire al nemico un vantaggio immediato, se dovesse trattarsi di questo. Cerca di sfilare alla propria sinistra, là dove si trova il muro e con esso anche la catasta di ciocchi, contro la quale va a sostenersi, appoggiandosi su un fianco. Tiene la testa inclinata, però. Negli scopi della ranger vi è quello di avere le spalle coperte. >>
SERAFIN Non ha la minima idea di trovarsi a pochi passi di distanza dallo straniero, sostenuto dalla stessa catasta. Dalla penombra, soffuso come un brontolio, emerge un ringhio.
IKVAAR ||Esterno|| Quella catasta, risulta essere di poco più bassa dell'altezza stessa dell'uomo, se stesse in piedi, di lui si scorgerebbe interamente la testa, ma questi sta invece piegato, ora, quel tanto che basta ad evitare che parti del corpo siano esposte, e di conseguenza, la testa farebbe capolino lateralmente, facendo adottare, all'intera postura, una posizione obliqua..ha perfino>>
IKVAAR almeno un paio di volte, gettato lo sguardo alle sue spalle, per calcolare eventuali altri pericoli, ma a questa soluzione del vedo e prendo provvedimenti, ha dovuto rinunciare, sia perchè, in effetti, dalle spalle non giunge alcun rumore, sia perchè non si vede nulla, assolutamente niente e si sa, quando la luce non aiuta, le ombre generano i loro mostri...Storie da bambini, alla paura delle>>
IKVAAR tenebre si veniva educati con un abbandono nelle feroci foreste norvegesi..E vediamo se la paura ti paralizza o l'abbatti a suon di ascia... Per sopperire alla mancanza di visuale, gli altri sensi vengono spesso in aiuto..Ed ecco che tutti si prestano a quel tentativo di stanare i nemici, gli avversari, perchè che sono due, uno a quattro ed uno a due zampe, lo sai...E così annusi l'aria>>
IKVAAR arricciando perfino il naso, questa ti porta, grazie a qualche zefiro confuso, odore di legna, resina fresca, polvere..Polvere...sangue..Il topo, maledetto..E..Foresta...é la legna? No, non è solo la legna, potresti scommetterci almeno la lunghezza di mezzo fiero codino... Si stringe la mano destra sul manico dell'ascia, non lo sai, ma lo fai in corrispondenza al suo sfoderare l'armi>>
IKVAAR Tendi le orecchie, udito, altro senso che si affaccenda..Ci mette un po', qualche rumore arriva ovattato dalla locanda stessa..Ma qualcuno, seppure ovattato, viene da altre direzioni..Sono movimenti misurati, tanto che sembra perfino che manchino i respiri che dovrebbero accompagnarli, ma nonostante questa accortezza nel portarli, qualcuno lo cogli e puoi identificarlo vicino>>
IKVAAR un tre metri diagonali? Probabilmente..Respiri..Stai per soffiare dalle nari, interrompi a metà, ma un po' di quella polvere si solleva lo stesso..E poi ancora passi, stavolta si avvicinano, talmente tanto che ti arriverebbe perfino il movimento leggero di un altro soffio di vento, ma questo è artificiale..Non senti il rumore del posizionarsi, ma impercettibilmente, sotto la mano >>
IKVAAR che poggia sulla legna, sentiresti la vibrazione, leggerissima, di qualcosa che la sfiora...Mossa astuta, se ne rende conto il vichingo, il nemico, ormai è identificato come tale, vuole avere le spalle coperte, ha fatto la tua stessa pensata. Dovresti toglierti tanto di cappello, se lo avessi...Il ringhio soffuso, minaccioso, ti ricorda che no, quel qualcuno non è solo..Potresti spingere >>
IKVAAR quella catasta e gettarla addosso a chi si trova in sua corrispondenza...Attaccherà per difesa o solo per attacco? Per amore del sangue? Mezzo sorriso, di sbieco, ancora, una partita a scacchi? Bene è ora di muovere l'alfiere...Il sinistro braccio si distenderebbe, troverebbe facilmente la lanterna nascosta dietro quella catasta..La staresti prendendo? No, semplicemente la spingeresti>>
IKVAAR proprio verso il lato del tuo avversario, sposti la luce verso il nemico...Ora potrebbe vedere lo spicchio di luce...Se da sud si elevato un ringhio, da nord ora si potrebbe sentire uno SGRUNT...
SERAFIN [Esterno] I sensi ai quali si appella così ostinatamente non inganneranno la percezione del vichingo. E' proprio quello l'odore che emana l'Ombra: Foresta. Profuma di foresta, oltre che di donna. E' un'essenza che le resta artigliata alla pelle anche quando rimane a distanza dai boschi per giorni. E' come se facesse parte di lei ormai. Come se quella avesse preso possesso del suo corpo, >>
SERAFIN più di quanto non potrebbe farlo un amante geloso e particolarmente ossessivo. Un timbro. E' il marchio che la Madre le ha impresso, le ha cucito addosso, con il chiaro intento di ricordarle a cosa, a CHI, Crepuscolo appartiene realmente. Respira sempre più piano. Così piano da dare l'impressione di restarsene in apnea per più di un minuto. In realtà, non sta facendo altro che misurare la >>
SERAFIN cadenza con cui i propri fiati si alternano. Non deve concentrarsi troppo, per riuscirci. Le viene naturale. E' sufficiente accordarsi al battito cardiaco per tenerli sotto controllo. Più resta in quella posizione, più si impegna nel portare a termine quella specie di mantra, di esercizio, più la quantità d'ossigeno da incamerare si assottiglia. Ipotermia autoindotta. Ecco cosa sta >>
SERAFIN facendo. Sprofonda in una specie di letargo quiescente, che le permette, fra le tante cose, di concentrarsi esclusivamente sul proprio 'nemico'. Odori. Rumori. Movimenti. Folate d'aria improvvise. Non può sperare di fare nient'altro, vista la scarsa luminosità presente. Inoltre, quella è una condizione che reca i suoi vantaggi, perché le consente perfino di sparire. Di dissolversi. Se non >>
SERAFIN letteralmente, quasi [Nascondersi liv.5] L'altro l'ha già individuata o, se non l'ha fatto, almeno si è accorto di non essere solo, altrimenti non avrebbe prestato tanta attenzione alla posizione che assume, ricurva e bassa almeno quanto la sua. Nonostante questo, l'idea di apparire prevedibile e percepibile come un bersaglio illuminato ad intermittenza non la alletta particolarmente. >>
SERAFIN Ecco perché ritiene di vitale importanza il fatto di doversi nascondere, limitando, in tal modo, le possibilità di subire una qualsivoglia imboscata. Vuole rendergli la vita difficile. Nel caso contrario, avrebbe già azzardato un attacco. E' una posizione di tutto pregio, questa. Non ha la minima intenzione di perderla ed uscire allo scoperto per prima, neppure se a Ikvaar venisse in mente>>
SERAFIN di accendere un falò al centro della strada. Ci prova ad accendere la luce, lui, a dispetto del decreto imperativo emanato dalla volta celeste. Ma buio dev'essere. E buio sia. La lanterna, quasi attaccata alla parete, proietta un bagliore aranciato e vistoso contro il muro vicino al quale si tende il braccio dello straniero, teso oltre la barricata di legno che li separa. Eccolo là, il suo>>
SERAFIN alfiere temerario. La falena che, volando a poca distanza dalla lanterna, finisce per divenire visibile, pur di bruciare lei. Non lascia passare neppure un secondo. Non pensa. Agisce, come l'istinto le suggerisce di fare. Tiene la testa voltata nella direzione dalla quale proviene la fonte luminosa anche quando riprende a muoversi, veloce come un dardo scagliato prima del tempo. Aveva una >>
SERAFIN spalla attaccata al legno. Ora, su quella stabilisce il perno necessario alla prossima rotazione che la vede incrociare un piede dinanzi all'altro, sinistro avanti al destro, a posizioni invertite. Contemporaneamente al movimento dei piedi ruota anche il busto, in un mezzogiro orario che la dovrebbe portare ad avere la catasta dinanzi a sé e non più alle proprie spalle. Così, mentre una >>
SERAFIN metà del proprio corpo - la destra, quella armata di pugnale - rimane aderita ai ciocchi, l'altra si espone, comparendo dal nulla, in quello scorcio dentro il quale Ikvaar tende e sorregge la lanterna. A sua volta, cerca di allungare il braccio - il sinistro, quello libero - nello spazio che separa il retro della catasta dal muro, con uno scatto mirato, per cercare di agguantare la prima>>
SERAFIN cosa che le riuscirà di prendere: il manico della lanterna o, ancora meglio, il polso del vichingo, presumibilmente sulla manica dell'indumento che indossa. E' precisa e lesta come pochi altri. [Agilità +2 ; ag. migliorata +3] Qual è l'intento? Semplice. Sbilanciare in avanti il malcapitato, tirando indietro il braccio con forza, se dovesse averlo afferrato come spera, mantenendo >>
SERAFIN l'equilibrio del proprio corpo grazie al sostegno fornitole dalla catasta e alla posizione dei piedi, equidistanti quanto le spalle e ben piantati a terra. Se tutto dovesse andare secondo i propri piani, l'ultima cosa che vedrà Ikvaar prima di restare nuovamente 'accecato', sarà il lampo luminoso e divertito che le inonda gli occhi azzurri. Poi, resteranno solo due labbra tese con lo scopo>>
SERAFIN di soffiare sulla fiaccola e spegnere la luce. Mai contrariare il volere degli dei. O di Serafin.
IKVAAR || Esterno || Una volta, una sola, maledetta volta, aveva osato chiedere al padre di smettere, dopo ore di allenamenti, dopo sforzi che di gran lunga superavano quelli che un essere umano poteva sopportare, Lui aveva osato, appunto, chiedere una pausa, una tregua, aveva detto, basta mi arrendo.. Il pungo in pieno volto, quello che gli aveva lasciato in perenne memoria, la cicatrice >>
IKVAAR che orna la guancia sinistra, era arrivato senza che nemmeno lo avesse visto..Lo aveva quasi accecato da dolore, gli aveva fatto sputare sangue, ma diamine, si era rimesso in piedi e quella maledetta parola, resa, non era mai stata più contemplata...Quindi Serafin, se speri che quest'animale, si possa in qualche modo permettere di mostrare i palmi, beh hai sbagliato indirizzo..>>
IKVAAR tuttavia, siamo costretti ad ammettere che lo hai colto di sorpresa...Non è che l'abbia sottovalutata, anzi, poco prima ne aveva apprezzato le capacità..ma di certo non si aspettava di avere a che fare con ..[ Ah..Una lince..] E' una voce bassa è grave quella che si leva subito dopo quello che nella frazione di pochi istanti accade..Riassumendo, ecco cosa si presenta alla vista, o meglio>>
IKVAAR si presenterebbe, se qualcuno guardasse e luce permettesse..Lo scatto dell'Ombra afferrerebbe si il polso del vichingo che non ha ritratto abbastanza velocemente..Questo guizzo, queste dita che stringono, prenderebbero pelle e non vestiario e, a meno che non si tratti di un esilissimo maschietto che si atteggia a duro, quelle sono le dita di una donna..Lo comprenderesti proprio nel momento>>
IKVAAR in cui tira verso se stessa e ti sbatte contro la catasta di legna..E' unitamente al tonfo, sordo, che la frase dovrebbe udirsi..Uno scambio di sguardi veloce e poi la luce farebbe capolino come un velocissimo tramonto...Quello che però, nel preludio di un segno a suo favore, tu avresti cercato di fare è di ruotare, sul perno del polso stesso, in senso orario, la mano, cercando>>
IKVAAR a tua volta di afferrare un lembo della nemica, con le dita..Tuttavia il riuscire o non riuscire, sarebbe cosa di poco conto, perchè, con la spalla contro la catasta, piantando bene i piedi a terra per evitare di rovinarci sopra, spingeresti parte della montagna di legna, usando tutto il peso del corpo stesso, per farne crollare una parte...Per evitarla dovrebbe, se tutto fosse >>
IKVAAR andato come previsto, sottostare alla tua successiva richiesta, che avverrebbe solo se anche tu, parzialmente, la staresti trattenendo..[ Posizione difficile Lince..O una sotto l'altro o al tre molliamo la presa..] La voce, ora non più soffusa, dovrebbe risultare gutturale...[Io non ho fretta...Possiamo stare qui tutta la notte...Qui dura parecchio Lince...] lo comunichi come >>
IKVAAR se vivessi lì da chissà quanto e saranno si e no due ore...E no, Ikvaar, non ha sbagliato, questa femmina sa di foresta..Sa di folto, sa di fuochi accesi nella notte e..Annusi...Questa Femmina sa di Guai....
SERAFIN [Esterno] Serafin non ha mai osato tanto. Al contrario, era lei ad estenuare il suo maestro, sobillandolo di preghiere e domande senza sosta. Come si fa a fare questo e quello. Come faccio a reggere una spada. Come si diventa forti. Come si uccide qualcuno. Come si fa a farlo soffrire. E poi, ancora. Voglio diventare veloce come te. Letale, come te. Inattaccabile, come te. >>
SERAFIN Spietato, come te. E ancora. Tu non hai un cuore. Non sembri provare nessun sentimento. Come fai? Come si fa ad essere senza cuore. Voglio esserlo anche... 'la verità è che tu non porti pazienza. Ti accanisci finché non l'hai vinta. Sei un animale. Un piccolo. Animaletto. Testardo'. Resa. Non è mai stata contemplata. Neppure un po', per quanto la riguarda. Lince, la rinomina l'altro, >>
SERAFIN strappandole un sorriso fulmineo, obliquo come una falce di luna calante. L'ultimo prima che il buio cali e il baluginio di quel paio d'occhi si riduca a nient'altro che un miraggio. Un'immagine intravista casualmente, di sfuggita. Talmente veloce da perdere già aderenza con la retina. Non ricorda esattamente ciò che ha visto. E' stato tutto rapido. Confuso. Ha solo capito di avere a che >>
SERAFIN fare con un uomo. Uno di quei raminghi robusti, alti, che avrebbero schiacciato lo scricciolo che era un tempo senza sprecare neppure una goccia di sudore. Sembra ancora indifesa come allora, a vederla così. Ma sì, basta annusare con attenzione per recepire l'odore di guai che reca addosso. ''Proprio così'' Una lince. Conferma, con tono orgoglioso, tronfio e palesemente divertito, sbuffando >>
SERAFIN dalle narici e assottigliando la piega del sorriso che tira, agli angoli, arrogante come pochi altri. La montagna di tronchi contro i quali si sorreggono rischia di cederle e di rovinare a terra, di schiacciarli entrambi, ma la cosa non sembra suscitare neppure un fremito di paura nel corpo di quella bestiolina. Cos'è che ha appena suggerito, quello là? Mollare la presa? Stavolta il sorriso >>
SERAFIN oltre ad espandersi si veste d'un suono, corposo e inatteso. Ikvaar, non sai in quale guaio ti sei appena cacciato. ''Prima cosa da sapere su di me: io non mollo mai la presa, tesoro'' mentre lo dice, cerca di stringergli con più forza il polso, così tanto da rischiare di incrinare qualche articolazione se non sapesse come dosare la propria forza. Si fa acciuffare a sua volta, ma non smette >>
SERAFIN di tenerlo sotto tiro, anche senza poterlo guardare bene in volto. Sa che è lì, a pochi passi da lei, in parte coperto e protetto da una catasta di legno. ''Che ci facevi qua dietro? Da chi ti stai nascondendo? Chi sei?'' il tono cambia. Diventa duro, perentorio, inflessibile. Spietato. 'Devi essere fredda come l'acciaio che stringi quando impugni un'arma, ragazzina. E' questo il trucco'.


la fine

IKVAAR ||Esterno|| La scena ha certamente del divertente, perchè se qualche tempo prima ti trovavi avvinghiato, per così dire, al polso di una pericolosa Lince, adesso invece ti abbraccia con amore un lurido non morto che, nonostante, ammettiamolo, non abbia più la testa, stringe che è una bellezza..In teoria ti ritroveresti praticamente a terra, perchè quel corpo ce lo avresti addosso>>
IKVAAR e stranamente, nonostante tu sia abituato ai lunghi combattimenti, ora ti sentiresti un po' spossato..Certo darlo a vedere è un'altra cosa, soprattutto in questo momento in cui quella si avvicina..Metteresti perfino una mano a sorreggerti la testa, come in attesa, annoiata per giunta..[No, ma fa con calma Lince, non c'è nessuna fretta]. Baldanzoso mentre spingi il collo ad osservare cosa >>
IKVAAR punta la donna..Ma guarda un cucciolo d'Uomo, l'artefice della sassata..A lui dedicheresti un'occhiata piuttosto lunga, che non è dato comprendere se sia ammirativa o celi altro, questo perchè, semplicemente, avresti perfino smesso di battere le palpebre..Queste troverebbero nuova vita, quando l'ombra dell'Ombra, si staglierebbe per staccarti di dosso lo spasimante tenebroso. { Alla>>
IKVAAR buon'ora Lince, mi stavo facendo vecchio..] Poche parole prima di sentire l'autentico strappo di quelle dita marcescenti che si porterebbero via anche buona parte della stoffa della robusta camicia.., che di conseguenza lascerebbe scoperto buona parte del torace muscoloso..Lo sguardo lo abbasseresti non certo per vedere lo scempio sulla veste, ma per seguire la scia dolorante>>
IKVAAR che è impossibile ignorare. Sarebbe adesso che noteresti quelle macchia sanguinolente, ferite fresche, ben aperte..Per quanto le esamineresti? Si e no qualche secondo, poi lo sguardo si rialzerebbe e forse troverebbe ancora Serafin in piedi poco distante..[ Spostati!! Questo coso va fatto a pezzi...] E qui ci vuole decisamente una buona ascia e dei colpi ben assestati..Ma prima, prima di>>
IKVAAR sollevare l'arma..Torneresti a fissare Nathaniel..[ Vuoi provare tu gnometto?] In realtà l'invito non è per il piccolo, ma una bella, palese, provocazione per la madre..Noi due non abbiamo ancora finito sembreresti dire, se la stessi guardando e così, vi assicuriamo, non è.
SERAFIN [Esterno] Nathaniel non sa neppure cosa sia la buona condotta. E di cosa ti stupisci, Serafin? E' pur sempre tuo figlio. Non è forse la tua copia in miniatura? Di quand'eri ancora piccola e fragile e, proprio come lui, ti convincevi di poter conquistare il mondo intero? ''Nath!'' lo richiama, senza neppure guardarlo, troppo impegnata nell'intento di liberarsi di quell'essere maledetto rimasto >>
SERAFIN attaccato al vichingo. ''Se non gli avessi staccato la testa a quest'ora saremmo tutti morti! Al tuo drago non piacerà sapere che hai rischiato la vita così stupidamente invece di darmi ascolto...'' bofonchia, servendosi di quel semplice stratagemma per cercare di fargli aprire le orecchie. Talvolta, sembra che Nath non riesca a pensare ad altro che al suo fantomatico drago d'onice. >>
SERAFIN ''E tu...'' sibila, adocchiando Ikvaar in volto, molto più a lungo di quanto non abbia potuto fare fin'ora. ''Finiscila! Ti ho appena salvato il culo, un 'grazie' sarebbe sufficiente'' sussurra, per evitare che il figlio recepisca quella parte del discorso. Rischierebbe di imitarla, nel linguaggio. Il che non sarebbe affatto carino. Mentre parla, stacca la presa dell'essere dalle spalle >>
SERAFIN dell'uomo, gettando il corpo a terra, con uno sguardo nauseato, e portandosi il dorso della mano contro il naso l'istante seguente. E' abituata a vivere nelle condizioni peggiori e di certo non è suscettibile al pari di una donna qualunque, ma questo... questo morto puzza troppo. Non è solo lui ad emanare quel tanfo pestilenziale, ma ora come ora è difficile accorgersene, nel marasma. >>
SERAFIN - Spostati - Ebbene, non se lo fa ripetere due volte. Se ci tiene tanto a farlo a pezzi che si accomodi pure. ''E' tutto tuo...'' ribatte, chiudendo gli occhi un secondo e aggrottando la fronte, per cercare di riprendere fiato. Non per via della lotta, ma per via della puzza. Solo adesso, con la coda dell'occhio, intravede qualcosa che non le era parso di notare prima. Ferite. Lunghe scie >>
SERAFIN di ferite sanguinolente che vanno a decorargli il torace scolpito. Ad una prima occhiata, sembrerebbe nient'altro che una ragazza intenta ad ammirare il tempio di muscoli che le si profila di fronte, ma la verità è un'altra. Sul fondo di quello sguardo vi è tutto, tranne l'apprezzamento che forse dimostrerebbe, in una circostanza diversa. Non commenta nulla. Rialza solo lo sguardo, come >>
SERAFIN se si aspettasse di vedere una qualche sorta di cambiamento, in lui. Non ha idea di quali siano gli effetti o le conseguenze di un contatto diretto con una di quelle creature. Potrebbe trasformarsi in uno zombie nel giro di qualche ora, per quello che ne sa. Tiene tutte le considerazioni per sé, a differenza dell'occhiata in tralice che gli riserva non appena quello azzarda una proposta >>
SERAFIN al figlio. ''Hey...'' si avvicina, mettendosi fra Ikvaar e Nath, qualsiasi siano le intenzioni del piccolo, armata di un indice puntato nella sua direzione e di un'espressione seria, velatamente minacciosa. ''Non parlargli. Non guardarlo neppure'' ha gli occhi accesi come braci infiammate, dritti ed estremamente fermi, alti, a puntare il volto dello straniero. Per qualche istante si rifiuta >>
SERAFIN persino di chiuderli. ''Non si avvicinerà a quel coso.'' indica il corpo del non-morto e, solo alla fine, si volge di tre quarti per affrontare l'impetuoso e terribilmente cocciuto, Nathaniel Mc Clouds. Ha il sangue di uno scozzese e di un'italiana nelle vene. Ed ecco il risultato ''Tu, non ti avvicinerai a quel coso. Il giorno in cui imparerai a darmi retta sarò davvero molto, molto >>
SERAFIN felice. E tu vuoi che io sia felice, vero? Vuoi il bene di tua madre o stai cercando di farmi venire una crisi isterica, dimmelo...'' blatera, spostando lo sguardo dall'alto al basso e viceversa, su ogni singolo centimetro del suo corpo, per accertarsi che non sia fatto male. Solo alla fine, gli stampa il bacio che reclama sulla guancia. Finge di essere arrabbiata e contrariata, ma in >>
SERAFIN realtà è solo grata di saperlo al sicuro, sano e salvo. Gli mette le mani sulle spalle, poi, stringendole forte e chinandosi avanti per cercare di raggiungerlo, in altezza ''Non puoi andartene in giro da solo. Soprattutto non di questi tempi. Vedi quello? E' un morto vivente. Morde le persone e sai cosa succede, poi? Muoiono anche loro. Non è un gioco, Nath. E' tutto reale. E' pericoloso'' >>
SERAFIN spera che la guardi negli occhi. Lo pretende. Perché solo in quel modo potrà capire quanto la madre tenga davvero al fatto che lui le presti ascolto, almeno stavolta. ''Non posso essere forte, né coraggiosa, se tu te ne vai in giro rischiando la vita. Non posso perdere anche te'' gli occhi dell'Ombra sembrano lucidi, per un attimo, ma potrebbe anche essere dovuto al riverbero della lanterna. >>
SERAFIN ''Ora va in locanda. Ordina qualcosa da mangiare e non uscire finché non torno. Vengo a prenderti più tardi, ti riaccompagno in loggia. Magari mi fai vedere anche la tua stanza, mh?'' gli scompiglia i capelli e alla fine, con un sorriso incoraggiante, si rimette dritta. Ha sussurrato per tutto il tempo. Ikvaar, probabilmente, si è tenuto impegnato con lo zombie, intanto. E' verso lui che>>
SERAFIN si volta alla fine, quando il piccolo corre verso l'ingresso della locanda e scompare alla vista dei presenti. La lanterna. Cerca quella. Il fuoco è l'unica cosa che annienta i resti.
IKVAAR ||Esterno|| Guarda un po', questa Lince sa essere anche ubbidiente se vuole..Si sposta, e siccome non sei sciocco, sai che lo sa perchè la sua priorità è il cucciolo d'uomo che ha fatto l'eroe spaccandoti la testa..Ma ciò non toglie che..[ Non c'è bisogno che mi ringrazi. Lince...]Una stoccata senza nemmeno guardarla, ed in verità, i ringraziamenti li pretendeva Lei..Però la frase>>
IKVAAR quella te la memorizzi concedendoti perfino di voltarti a seguire i suoi passi, quando si dedica al bambino..Parole? Quello che si dicono non lo senti, è solo un brusio, ma non è certo difficile immaginarlo - Non farmi preoccupare gne gne- Intanto alzi l'ascia con entrambe le mani e assesteresti un colpo secco che spaccherebbe il ginocchio del non morto STOK - devi fare il bravo>>
IKVAAR gne gne- Alla seconda frase ti regali pure una smorfia ornativa..STOK, anche l'altra gamba verrebbe staccata e una parte di quei liquami ti schizzerebbe addosso..I rumori che seguirebbero, ti una tirata di naso e un successivo sputo per terra, non sono certo dei più celestiali - Ora vai che poi la mamma viene gne gne -. Questa te la sei tenuta come frase finale, attaccata a quella iniziale e>>
IKVAAR alle minacce che non cela nemmeno un po'..Eccolo, passi, quindi il bimbetto, dietro promesse di coccole e balocchi, si rintana al sicuro e la Lince? Uno...Due..Tre..Sollevi la testa in tempo per vederla cercare qualcosa..[ Se cerchi un fermaglio per la tua bella chioma dolcezza ti presto uno dei miei codini, se invece cerchi la lanterna, è qui dietro]. Indicheresti con un gesto del mento>>
IKVAAR quella che probabilmente è la carriola usata per spostare i ciocchi...STOK, quest'ultimo colpo trancerebbe definitivamente il busto dal bacino, ci è voluta parecchia forza, di solito non ti pesa così tanto un semplice combattimento. Eppure..Eppure qualche goccia di sudore freddo imperla la fronte, come rugiada sporca su una foglia secca, eppure qualche brivido viaggia veloce lungo>>
IKVAAR la colonna vertebrale..Poggi la testa dell'ascia a terra, ci butti il peso sul manico, ma fai l'indifferente...Come se nulla fosse, sarà il diverso clima..[ E comunque sono lieto di aver salvato il tuo bel sederino Dolcezza, ma la prossima volta non minacciarmi, non mangio i bambini io, lo stesso non posso dire di lui.]Gli assesteresti pure un mezzo calcio, ridendo, quasi grugnendo >>
IKVAAR dalla battuta che hai fatto..E adesso perchè la testa ti gira?..Polvere, deve certamente essere tutta questa polvere maledetta che quest'essere porta con se..[Brucialo..] Un ordine, come un ordine davvero sarebbe uscita questa parola, ma all'orecchio di Serafin potrebbe arrivare come un soffio meno forte di prima, suono e parola non corrispondono nelle fattezze..E poi la pelle brucia>>
IKVAAR E istintivamente abbassi nuovamente gli occhi su quel reticolato lasciato da quelle dita...[ Dovresti insegnargli a difendersi, come hai notato, Lince, non puoi impedirgli di cacciarsi nei guai..]Un pensiero che ha preso forma di corsa, con velocità e tono stanco..Dovresti sederti un po', vorresti, ma di fronte ad una femmina che resta in piedi e magari ti affronta pure, impetta? Bhe questo >>
IKVAAR mai...Sollevi nuovamente il mento..[ Vorrei vedere un bel falò dolcezza..].
SERAFIN [Esterno] Questa 'Lince' sa essere diverse cose, a dirla tutta. Eccola lì, a seguire l'uscita di scena del suo cucciolo con un sorriso amorevole che non riesce a rifiutargli, a vestire i panni della madre apprensiva. Molto apprensiva. Tanto apprensiva. Così apprensiva che le passa per la mente l'idea di rispedirlo in Italia. Ma è suo figlio. Sangue del suo sangue. Allontanarlo e privarlo >>
SERAFIN della possibilità di scegliere cosa fare della sua vita, a questo punto, ora che è grande abbastanza da comprendere quello che un tempo non sarebbe riuscito a spiegarsi, sarebbe deleterio per entrambi. - Non c'è bisogno che mi ringrazi - La voce del vichingo le arriva distintamente, eppure si sforza di recepirla come se fosse la scia di un eco evanescente. Continua a dargli le spalle fino>>
SERAFIN all'ultimo momento, fin quando Nathaniel non si volta indietro per agitare la mano e salutarla, scattare come un animaletto e chiudere la porta. Serafin ha mantenuto la stessa espressione rincuorante e materna per tutto il tempo. E' incredibile pensare che le basta voltarsi dall'altra parte per privarsene, così, di colpo, come ci si libera di un vestito. La stoffa si impiglia sull'angolo >>
SERAFIN delle labbra tirate, proprio come una veste notturna arricciata attorno alle caviglie. Si mostra per quello che è, come se fosse nuda. Vera. Estremamente realistica, ma non solo. E' adirata e indispettita quanto lo sarebbe una lince costretta ad un digiuno forzato. Punta Ikvaar. Dal momento in cui si è girata per inquadrarlo non ha ancora smesso di farlo. Vorrebbe poter respirare liberamente>>
SERAFIN dal naso, ma il tanfo emanato dal morto - e adesso, a causa dello scontro, anche da loro stessi, all'insaputa di entrambi - è talmente insopportabile da imporle di aprire la bocca e lasciare filtrare l'aria da lì. Ad un certo punto sospira, chiudendo gli occhi. Succede sempre così. Prima le si forma una piccola ruga di disappunto sulla radice del naso e poi il sopracciglio destro si >>
SERAFIN inarca, sospinto da un nervo involontario. E' un impulso che va e viene. Dura anche meno di un secondo, talvolta. Riapre gli occhi e anziché prendere di mira l'uomo, li dirige già verso la lanterna che le viene indicata, appoggiata al bordo della carriola che raggiunge poco dopo. ''Lascia intatta la testa'' ordina, passandogli dietro, senza degnarlo di un altro sguardo. Gli conviene fare >>
SERAFIN come gli è stato detto. Un esercito di non morti è niente se paragonato ad una madre incollerita. Afferra la lanterna e si volta, tornando nei pressi del corpo martoriato e suddiviso in tanti pezzi. E' la stessa fine che facevano le sue bambole, quando aveva a malapena sei anni e la madre, caparbia, sperava di risolvere la questione 'io non voglio essere come le altre. Non sono una >>
SERAFIN femminuccia. Voglio una spada!' nel solo modo che le riusciva. Non molto tempo dopo, Serafin si ritrovava nella fucina del padre, a brandire di nascosto una spada. Di legno, certo, ma che importava, fintanto che aveva un'arma tutta sua. Non sembra prendere in considerazione quello che afferma il vichingo. Almeno, non in un primo momento. Per ora si limita a fare quanto segue: sfila >>
SERAFIN un laccio dal polso e, dopo aver depositato la lanterna a terra, solleva sulla nuca l'ammasso di capelli folti, scuri e corposi che poco dopo imbriglia in una coda improvvisata. La sua 'bella chioma' stretta nel SUO codino. Così va meglio. Raggiunge la testa mozzata del cadavere e si china, estraendo dalla sacca che porta appesa al fianco un panno bianco, simile ad un lenzuolo stracciato. >>
SERAFIN Ci avvolge la testa, agguantandola per i capelli sporchi, velati di polvere e terriccio. Adotta una cura maniacale per tutto il corso di quell'operazione, prendendosi il suo tempo e prestando attenzione ad ogni gesto, come se avvertisse sempre, sul fondo di un istinto viscerale, l'impressione che quella cosa possa svegliarsi nuovamente e magari sfoggiare la sua dentatura giallastra, saltata >>
SERAFIN in più punti, nel tentativo di morderle un braccio. Chiude il 'pacco' con un doppio nodo, tirando bene la stoffa ai lati. E' proprio mentre lo fa che solleva un attimo lo sguardo sullo straniero. Si concede il tempo di guardarlo, così, china, con un ginocchio a terra e uno sollevato, inclinando di poco la testa. Muove, più che altro, gli occhi, destinati a depositarsi agli angoli del proprio>>
SERAFIN sguardo pur di raggiungere il profilo di quel grosso, rozzo e impertinente, sconosciuto. Non credete che non abbia notato il suo modo d'atteggiarsi soltanto perché non gli ha ancora rivolto parola. Serafin ha osservato tutto. Dal modo in cui ha impugnato l'ascia per tranciare il corpo in più parti ai 'rumoretti' spiacevoli. Più di ogni altra cosa, però, si è resa conto di un leggero >>
SERAFIN cambiamento, una piccolissima nota discordante che prima non ha riscontrato nel tono della sua voce. Per non parlare del fatto che sembra stanco quanto lo sarebbe un guerriero al termine di una battaglia. E questa, di certo, non lo è stata. Non crede che sia fragile a tal punto. E' troppo robusto. E poi, è successo tutto all'improvviso. Per l'esattezza, dal momento in cui lo zombie gli ha >
SERAFIN artigliato la pelle. E' proprio lì che ora fa calare lo sguardo, sui segni rossastri che gli ha lasciato la creatura. La morte l'ha segnato. Gli ha impresso una firma sopra. E' come se Ikvaar avesse un debito con Lei. Sposta lo sguardo altrove. Non dice niente. Non ancora. Che espressione sfoggia, in questo momento? Impassibile. Ha la faccia contratta in una smorfia severa, ma non lucida. >>
SERAFIN E' febbricitante, come un animaletto. Gli occhi parlano. Parlano. Parlano. Comunicano di continuo. Non riesce mai a metterli a tacere. Ha due occhi così azzurri ed espressivi che si potrebbe ridurre tutto a quello, ai suoi occhi, nel tentare di descriverla. Afferra un ciocco di legno e alla fine, come previsto, dà fuoco a tutto ciò che resta del non - morto, assicurandosi di non dimenticare >>
SERAFIN nulla, al di là della testa avvolta nel panno, che fa sparire nella scarsella. Si rimette in piedi e per un po' resta lì a contemplare il cosiddetto falò. Poi comincia a muoversi sfilando attorno a quello, che ancora guarda, finché non torna ad osservare il volto del vichingo. Pallido? Potrebbe esserlo per natura. E' notte e lo conosce da troppo poco tempo, per stabilirlo. ''Non ci sarà una >>
SERAFIN prossima volta se non ti farai dare un'occhiata. Sono brutte'' indica le ferite con un cenno del mento, abbassando gli occhi là sopra e sollevandoli l'istante successivo ''Se sarai fortunato morirai senza tornare indietro come uno di quei cosi'' muove la testa appena, senza voltarsi, per indicare lo zombie che arde alle proprie spalle ''Se sarai molto fortunato, vivrai un'altra notte'' >>
SERAFIN Rincuorante. E diplomatica, soprattutto. Oh sì. ''Devo recarmi al Tempio. Puoi venire con me.'' concede. Poi si avvicina di un passo, uno solo. Lascia tra sé e il vichingo uno spazio sufficiente a muoversi in fretta e sfuggirgli, all'occorrenza. Diffidente come poche. Selvaggia poche nessuna. ''Ma non osare mai, mai più, parlare di mio figlio. Di come dovrei crescerlo o istruirlo. Non ti >>
SERAFIN riguarda'' occhi fermi, immobili, puntati nei suoi. Femmina. Che odora di guai. Puoi dirlo forte.
IKVAAR ||Esterno|| Si si, fa tutto con estrema calma femmina, non sai quanto la cosa mi esalti, ecco cosa sembrerebbe dire la sua faccia, quando comincia a seguirne, imperterrito, i movimenti lenti..Prima di dedicarsi completamente a godersi lo spettacolo che quell'esemplare di sesso femminile offre, semplicemente si appoggerebbe con tutto il peso al bastone dell'ascia, concedendosi,>>
IKVAAR nell'aggiustare le membra alla fattispecie di spettatore annoiato, uno sbadiglio che dura perfino parecchio...Ecco qui, che si volta e ti squadra, - Lo sento da qui il tuo odore Femmina e non è l'olezzo del morto-. Ecco il codino, il SUO codino, la chioma ribelle trova il modo di essere domata. - Ma tu no, non è vero Lince? - Oh si, è il turno della lanterna..Finta obbedniente>>
IKVAAR la trovi, l'afferri, la usi..Cosa cosa? Lascia la testa? [ Tutta tua dolcezza..] diresti senza nemmeno muovere un muscolo in sua direzione, lasci che la metta nel sacco, ti godi perfino la faccia che fa, nell'analizzare il trofeo..[Sul caminetto starebbe benissimo..Dolcezza..] Tracotante, questo mostreresti, tracotanza, probabilmente lo continueresti a fare anche sul letto di morte>>
IKVAAR però, audio e video, siamo costretti ad ammetterlo, non trovano una perfetta sincronia, Freddo, c'è freddo, tu non puoi sentire freddo, eppure questi aghi che pungono la pelle somigliano a quelli che bruciavano la carne quando ti trovavi a petto nudo sulla neve...Si, la sensazione è decisamente quella di pungoli, insistenti, che puntellano la pelle senza lasciarle respiro, e poi >>
IKVAAR queste dannatissime cose che ti danzano davanti gli occhi cosa diavolo sono? Fuoco..Questo ha il potere di distrarti un attimo, sei così vicino che le iridi potrebbero bruciarsi all'istante, eppure nell'osservare le lingue di fuoco, non batteresti nemmeno le palpebre...Per qualche attimo, c'è di nuovo il pieno vigore che ti scorre dentro, come ghiaccio fuso...Tanto che ti rimetteresti>>
IKVAAR dritto, smettendo di usare l'ascia come appoggio..E' un attimo poi, l'attimo in cui il braccio destro si solleverebbe e la testa dell'arma verrebbe fatta lambire per qualche istante dal fuoco, purifica, sempre, qualunque cosa...E mentre lo fai, ora esattamente adesso, di scatto, smetteresti di mostrarle il profilo e ti volteresti, fissando se possibile, quegli occhi che raccontano>>
IKVAAR anche più di quello che mai la bocca farebbe...Quanto dura quello sguardo? Per quanto Serafin lo terrà su? In ogni caso, il silenzio, quello dove si sente solo lo strano crepitare delle fiamme che logorano quella carne già morta, viene interrotto dalle sue parole. Si, lo sai cosa adesso starebbe guardando, quelle ferite si sono infettate, erano infette dall'inizio...Non hai bisogno >>
IKVAAR che qualcuno te lo dica, ma qualcuno che le curi, questo si..Tiri via l'ascia dal fuoco, qualche passo, parrebbe verso la Lince, ma all'ultimo momento viri verso l'abbeveratoio, poco distante, lì dove le bestie trovano refrigerio, la testa dell'ascia si raffredda in una densa nube di fumo...Se Serafin non si fosse spostata, dovresti essere un paio di metri, forse meno>>
IKVAAR alla sua sinistra..[Metti la tua lama sul fuoco Lince, quel sangue infetto non me lo porterei in giro se fossi in te..] Parli, non la guardi, giri il polso, il ferro ormai dovrebbe essere freddo...E così la tiri via dall'acqua, la osservi, poi, semplicemente, lasceresti scivolare la mano lungo l'impugnatura, fino a portarla poco sotto la testa e la faresti ruotare, offrendo così>>
IKVAAR improvvisamente, il legno all'Ombra...Non dici una sola parola, forse però Lei potrebbe capire..Tienila tu, se mi trasformo spaccami la testa....Se lei l'avesse presa..Solo in quel momento, sul volto, tornerebbe imperterrita, ed impertinente, la smorfia di chi si è sentito dire - non osare - Scoppi a ridere, una risata fragorosa che cozza con il silenzio che ora regna in quella strana>>
IKVAAR notte..Per poi, cessarla d'improvviso.. Sul suo volto..[ Non osare tu, dare a me un ordine, Femmina, questa notte ti sei guadagnata un pizzico del mio rispetto, hai un bel sedere, e un faccino niente male, ma tu] E se riuscissi, cercheresti di picchettarle una spalla..[ Non esagerare...] Sei più divertito, che serio in questo momento...[ Puzzi Lince, e addosso hai l'odore dei peggiori>>
IKVAAR guai che si possano trovare in giro...] Un passo..Tempio..[Fa strada...Dolcezza..].
SERAFIN [Esterno] Sul caminetto starebbe benissimo. Lì, proprio lì, sfarfalla le ciglia, le fa vibrare velocemente e poi socchiude gli occhi, con l'aria rassegnata di una che ha compreso questo: non v'è limite al sarcasmo di quell'uomo. Scrolla la testa e arriccia le labbra avanti, portandosi le mani sui fianchi e restando ferma in quella posizione, con la testa voltata da un lato e gli occhi >>
SERAFIN lontani, distratti, a contemplare un punto imprecisato oltre le spalle del vichingo. Tieni i pollici aggrappati al bacino e le altre dita ai propri lombi. Le braccia, per via di quella posizione, si piegano un po' all'indietro. Per quanto riguarda le gambe, invece, pare voler concentrare tutto il peso del corpo da una parte. Ecco perché risulta lievemente storta, protesa in quella >>
SERAFIN direzione, con la testa inclinata e i respiri alternati che le sollevano e le svuotano regolarmente il petto, protetto da una canotta di un tessuto particolare, flessibile ma simile al cuoio, che la copre dal ventre fino all'attaccatura del collo e le lascia scoperte le braccia. Sembra una belva a riposo e allo stesso tempo un animale che sarebbe pronto a scattare in ogni momento, pur di >>
SERAFIN salvarsi la pelle. Anche se dovesse spaccare il cranio a tutti i vichinghi di questo mondo. Chiude gli occhi un attimo e contemporaneamente raddrizza la testa. Quando torna ad aprirli, in uno scatto veloce ma mellifluo, quasi stanco, li conduce dritti in quelli di Ikvaar. E' un po' come se avesse voluto dirgli: hai finito? Non è necessario servirsi della bocca per farsi comprendere il più >>
SERAFIN delle volte. Basta solo un'occhiata come quella. E poi eccolo. Lo vede avvicinarsi, costringerla ad abbassare le braccia e a cambiare espressione di colpo, da rassegnata a scettica. Cambia anche il suo sguardo. Tutto nel giro di pochi istanti. Era aperto e vivo, prima. Ora sembra chiuso e sospettoso. Se solo fosse una gatta, in questo momento la punta della sua coda si arriccerebbe >>
SERAFIN ad uncino e il corpo si arcuerebbe. Le si drizzerebbero i peli sulla schiena e gli artigli uscirebbero dai loro cuscinetti come tante piccole lame affilate. Non fa niente per aggredirlo, o per prepararsi ad attaccarlo, però. Perché all'ultimo minuto quello cambia direzione e le scivola al fianco, diretto all'abbeveratoio. Lei, malfidata, lo segue con gli occhi per tutto il tempo, anche >>
SERAFIN quando le passa vicino. Non volge la testa. Muove solo gli occhi, finché non lo perde di vista. A quel punto, non può far altro che ruotare sul posto, lentamente, come se fosse la conseguenza di un movimento in corso e non il principio di uno che l'ha vista cambiare posizione solo adesso. Le suggerisce di mettere la lama sul fuoco. In tutta risposta, lei non fa altro che scoccargli >>
SERAFIN un'occhiata impudente, felina, presuntuosa, che le fa stringere gli occhi e gettare fuori uno sbuffo ironico dalle narici: per piacere, credi che io non ci abbia già pensato? Sembra dirgli. A dirla tutta, no, Serafin. Non ci avevi pensato e lo sai perfettamente, ma questo non implica il fatto che tu debba ammetterlo di fronte a lui. Motivo per cui, con un altro sbuffo e con un'alzata di >>
SERAFIN sopracciglia, ad un certo punto estrae la spada con riluttanza, bofonchiando ''Era quello che stavo per fare'' Sì, certo. Segue le istruzioni del vichingo ma si atteggia come se quella fosse stata la sua idea fin dal principio. Alla fine, quando l'arma torna nel fodero, la prima cosa che incontra, voltandosi, è il manico dell'ascia che le viene rivolta. La fissa per pochi secondi prima di >>
SERAFIN alzare le ciglia e piantare gli occhi di cielo in quelli altrettanto chiari del nordico. Ha capito. Non dice nulla. Non fa altro che annuirgli, seria, stavolta, prima di afferrare l'ascia ed incastrarla nella cinta, là dove si trovano, chiuse nei loro foderi, gran parte delle armi che porta con sé. Cerca di sistemare meglio l'impugnatura dell'ascia che gli è stata affidata quando la >>
SERAFIN risata dell'altro irrompe nel buio, costringendola ad alzare lo sguardo di colpo nel tentativo di fulminarlo seduta stante. Che diamine ha da ridere! Quello scoppio fragoroso la irrita. La irrita notevolmente, così come il numero di volte in cui l'ha rinominata 'dolcezza'. E credetemi, se non s'accende d'ira in volto è solo perché non intende dargli soddisfazioni. Calma. Devi restare cal... >>
SERAFIN Al diavolo. Eri un demonio fin dal momento in cui sei venuta al mondo. Perché smettere proprio adesso... ''Un pizzico del tuo rispetto? Davvero?'' fa gli occhi dolci, sbatacchiando le ciglia come una ragazzina dinanzi all'uomo per il quale ha preso una cotta davvero, davvero esagerata. Le cambia anche il tono di voce. E' acuto. Trilla. Guardatela, tra pochi istanti le esce anche il cuore dal >>
SERAFIN petto. Tra non molto rischia di avere le gambe molli e tutte quelle cose lì, melense oltre ogni limite. ''Tu...'' tono ancora infatuato, occhi persi e poi... intercetta il suo movimento con la coda dell'occhio ed è allora, quando Ikvaar azzarda tanto, cercando di picchettarle una spalla, che Serafin ne approfitta per afferrargli il polso e cercare di chiuderlo in una morsa impositiva, un >>
SERAFIN attimo prima che la sfiori. Ma non si fermerebbe, lì, se possibile, nossignore. Quello che cerca di fare, successivamente, è questo: tirare indietro il braccio e spingere avanti il vichingo. Ad avvantaggiarla dovrebbero esserci non solo la velocità e la precisione con cui compie ogni movimento [Agilità +2; ag. migliorata +3], ma anche il fatto che dovrebbe prenderlo alla sprovvista. Per di >>
SERAFIN più, Ikvaar non è proprio al massimo della sua forma. Chissà se riuscirà a sottrarsi in tempo per evitare di finire in quella 'trappola'. Tutto questo, non vi ricorda qualcosa? Sta cercando di ottenere quello che l'arrivo dello zombie le ha impedito, interrompendola sul più bello. ''... sei un illuso se credi che io faccia quello che dici solo perché hai un arnese fra le gambe'' enfatizza >>
SERAFIN l'ultima parte ''O un bel faccino'' con un tono irrisorio. Arriccia il naso, calando oltre, con lo sguardo. Lo osserva dal basso all'alto ma tiene la testa dritta e i muscoli tesi, pronti per qualsiasi evenienza. Non è l'unica a puzzare, qui in mezzo. Alla fine, rispedisce gli occhi lì dove li aveva ormeggiati, nei suoi, per replicare all'ultima battuta, con un sorriso insolente dipinto >>
SERAFIN sul volto d'angelo. Si abbandona alla scia di una risata breve, soffice e cristallina. Non hai nemmeno una vaga idea, dei guai che porto. Non lo dice, ma lo trasmette, soprattutto quando gli libera il polso spingendolo via e si tira indietro, guardandolo per l'ultima volta. ''Muoviti'' ordina. Alla fine, alla distanza di sicurezza, si volta, superando il falò appiccato a pochi metri >>
SERAFIN dall'ingresso. ''Porco'' commenta a bassa voce, scuotendo la testa nel dargli le spalle e nel rivolgergli la schiena e... tutto quello che agli occhi lesti di Ikvaar non sembra essere sfuggito. Sull'angolo delle labbra, impercettibile come uno spicchio di luna crescente, resta incagliato un sorriso.





Ghebura
00giovedì 21 maggio 2015 14:10

Pubblico l'inizio e la fine della role
chiedo l'approvazione della testa di Zombie in possesso di Serafin, grazie



Approvato
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