Morte su Avalon e Morte su Barrington. (ok)

Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 09:55
PREMESSA: trattasi di meri responsi descrittivi, fatti col pannello dei pg, in quanto partecipavo e mai mi sarei arrogata di decretare da me un tale forte esito. Responsi per dare 'atmosfera' alla Volontaria Morte dei seguenti pg:

RICHIEDIAMO LA MORTE, IL BAN, L'ESILIO CON TUTTI I LORO AVERI, DEI SEGUENTI PG:

FABROX
INISYL
GHADIA
ARTHESIA
AIBHILL_MAC_O
IRISYAN
ANTAIR
IIRIMA_VORTH


Richiesta comune è di essere non più inseriti in trame ma di sparire e basta, se qualcuno si gioca di ricordarsi dei suddetti ovviamente può ma non gradiremmo ci fossero costruzioni di gioco intorno ai nostri pg, ritrovamenti di oggetti e simili.
Vogliamo gentilmente sparire e levare le tende.

CHIEDO ANCHE L'ESILIO E IL BAN DEL MIO PNG EREBO
levatemi tutti i permessi che non voglio avere nè leggere più niente che non mi competerà più come master caporazza capocongrega ecc,

E chiedo anche esilio e ban DEI PNG DA ME SINORA CREATI E MAI MOSSI DA ALTRI, SE VOLESTE RISPETTARE QUESTA MIA RICHIESTA.

SHARDEN
RASHIN_KOVASK
ESTAS
ALANTAIR

Immagino possiate ben sostituirli con qualcosa che sia prodotto di Vostra fantasia. Le trame erano state aperte da me e sono tutte concluse, dalla panakea al portale potete ritenerle chiuse, comunque nulla è in corso che non sia praticamente risolto.





Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 09:57


CIMITERO NOTTURNA.



Riassunto: Al cimitero sono ombre a far da testimoni a un'atmosfera cupa, durante la quale si incontrano diverse anime solitarie: il ductor del caos e signora della guerra, una bambina di nome Irysiane, una fu fata umana Aibhill, una guerriera del caos Arthesia. Come d'un tratto Aibhill riconosciuta da Inisyl finalmente chiede di essere da lei uccisa. Inisyl allora propone che sia morte per entrambe per congiungersi alla sua vera Fede. Arthesia segue il ductor e Irisyane si lascerà annegare per seguirle ovunque vadano...che sia ombre o che sia nulla.






[QUEST START] Delle ombre che si intessono sopra al cimitero di Barrington queste sembrano stiracchiarsi, sospirare, avvilupparsi più fitte che mai. Nei polmoni l'aria inizia a essere fredda, come un groppo in gola lento a sciogliersi, persino nel caldo abbraccio del vino di taverna. Passi calcano il luogo dove solo i defunti riposano. Un riposo da cui non vi è mai ritorno, se non negli incubi dei viventi. Ma stanotte coloro che vagano potranno scorgere un grosso albero contorto e nodoso proprio al centro del cimitero. E' alto, talmente esile da apparire scheletrico, ma tanto lungo da sfiorare le nubi, lontano a perdersi nell'oscurità rischiarata dai ceri dei compianti e da un lumino o due. Non di quelle tenebre entro cui si vada a perdere la ragione o si tremi di terrore. Sottile come un'inquietudine. Sotto l'albero non vi è terra...bensì acqua liscia e immota come uno specchio. [A VOI LE POSIZIONI RISPETTO ALL'ALBERO, TURNI: AIBHILL-ARTHESIA-INISYL-IRISYANE]

AIBHILL MAC O {Piazza verso cimitero} E ti ritrovi cosi. In un mondo che non è il tuo. In un corpo che non è il tuo. Un’essenza che molte altre volte per via degli incanti hai solo sfiorato senza neppure lasciarti sfiorare. Non sei brava in queste cose. Non sei brava come umana. Non sei brava a giustificare delle sorelle che non hanno voluto comprendere e che per un qualche strano e contorto maleficio fatto proprio dalle Alte..magari hanno sentito le tue parole in modo diverso. In modo ottuso. Arroganza . sei umana. Ne vuoi parlare? No. Cammina per inerzia, per forza di cose e incredula ..cammini verso l’unico posto che ancora consideri casa: il cimitero. Cammini verso l’unica che ancora consideri un’alta affidabile, l’unica che a differenza di.. bhe l’unica che non ti ha tradito: Inisyl, la tua custode degli incubi. Inisyl. E’ l’unica meta che vuoi raggiungere. Ti riconoscerà..? Dovresti essere simile a quando eri fata, pelle diafana colorito spento occhi di un ghiaccio inesistente..capelli lungi e neri… e poi sei nuda. Completamente nuda. Letteralmente nuda. Incredula e nuda. Nuda dentro e nuda fuori. Sei a pochi passi dal cancello del cimitero. Oh Grande Madre quanto sei lenta in quella fottuta forma! Forse riesci a scorgere al centro del cimitero quel grande albero nodoso, alto ed esile che sembra stringere tra le grinfie questa notte assente. Contorto e scheletrico come ciò che risiede nella tua essenza, sempre che tu ce ‘abbia ancora . Volgi un ultimo sguardo alle tue spalle e se non dovessi scorgere nulla ti volteresti entrando al cimitero, alla ricerca di Inisyl.

ARTHESIA [7mt dall' albero--> F.u.] Una strana inquietudine smuove le anime che convivono in quel corpo umano, quel corpo che appartiene si al Caos senza alcun dubbio mai a sfiorare la lealtà ma, attanagliato in una morsa si inquietudine appunto, inusuale.. La Perla Nera non si reca in piazza a far quattro chiacchiere.. No.. Nemmeno alla bettola a berci su.. No no.. Lei anima dannata, dilaniata, non da uno, non da due ma da ben tre paia di artigli che tentano tra rabbia ed angoscia di comunicarle qualcosa.. Fasciata in pelle dal corpetto ai pantaloni, indossa stivali in cuoio, una lunga coda alta, sguardo che, pur restando glaciale, baga alla ricerca del ductor e guardiana drl cimitero... Avanza verso quella'albero inconsciamente, come per inerzia.. Al suo fianco sx la lunga, dentro lo stivale DX il suo pugnale..

[RETTIFICO TURNI: INISYL-IRISYANE]


INISYL (7 MT DALL'ALBERO) Un posto romantico, secondo lei: candele, fiori, canti. Lacrime e sentimenti. Non positivi ma per lei quella vampa emozionale non rappresenta un problema, di fatto è ben lungi dal possedere un senso comune di appartenenza a umane ragioni. Dissociata da quel che è reale rende la fatalità contestuale di tanti presenti come un accettabile paradosso. È sempre in armatura e armi ma che importa? Oggi contempla fra volti noti e non una sagoma del tutto nuova. Avanza e si arresta, scrutando a sé innanzi.

IRISYAN {. Pressi Albero .} Cacciata dal mondo. Senza perdono. Sei una bambina adottata da tutto e dal resto dimenticata. Hai vestiti da maschietto addosso, pantaloni marroncino anche un pò grandi per le ossa misere che ti muovono. Una camiciola sporca ed infine le scarpe nuove che qualcuno in un atto di misericordia e vergogna sicuramente ti ha donato. Sei triste. Ancora. Nella testolina ti vortice il pensiero di una cosa alata che svolazza prepotente rubando altri pensieri più felici. Ti sei allontanata dall' isola e soprattutto dalla foresta. Odi tutti. Odi i Ranger che non si sono preoccupati di te e anche mamma Elwing che non ha fatto altro che abbandonarti al tuo gracile destino. Ora sei approdata su Barrington, una cittadella dal nome complesso. Il cimitero non è posto per te ma a quale porta bussare. Ci sono mille Torri tutte blindate e chiuse. Alla fine hai trovato questo rifugio macabro, ma pur sempre -tranquillo -. Ti sei seduta a circa 5 metri dall'albero nodoso, ramoso, neanche così spettrale. Braccine conserte e gambe incrociate to potrebbero rendere una vera quanto curiosa attrazione questa sera. I capelli sono sciolti e spettinati, l'aria un pò imbronciata ma pronta a tirare sempre il meglio di te. La tua vocetta a mò di mantra, come un' incudine bollente. Ti sembra che intorno alle tombe si muovano ombre scure, respiri dei defunti. Niente di più tanto l'uomo nero lo aspetti da sempre che si mostri e si porti via un'altra parte di te.


[AZIONI ACCETTATE~AIBHILL RICONISCE INISYL MA NON VIENE RICONOSCIUTA ]
TURNI: ARTHESIA- IRISYANE-AIBHILL- INISYL]

ARTHESIA [2 Mt albero f.u.] avanza lentamente in quel luogo che, tra i tanti in terraferma, sente più in sintonia con ciò che è lei.. Con ciò che rappresenta.. Da dentro gli artigli del gatto, del lupo e del falco la lacerano così forte che sentirebbe quasi dolore o bruciore ad altezza dell addome.. Istintivamente si porta la mano DX allo stomaco come a voler calmare quelle anime inquiete e rabbiose come mai prima d'ora.. Adesso che le si parerebbe innanzi a un paio di mt, lo vedrebbe l'albero, seppur difficile le riuscirebbe intuirne la cima con la vista umana.. Ma cambierebbe qualcosa in una qualunque delle sue forme animali.. Dovrebbe adesso riuscire a scorgere le varie figure che insieme a lei animano un luogo in cui solo le anime defunte, forse trovano pace.. Forse.. Si prende del tempo per scrutare uno ad uno tutti.. Per ultima quella che sembrerebbe essere poco più di una bambina.. Stringer ebbe d'istinto la SX sull'elsa della lunga e poserebbe lo sguardo sul Ductor accennando un saluto col capo.. Si arresterebbe ..."Mors Vobis" direbbe infine, resterebbe immobile in attesa..

IRISYAN {. Pressi Albero.} Non hai paura perché l'odore della sconfitta si é impressa nel profondo. Più giù sotto la pelle vergine che non é stata violata se non da quel corollario di emozioni come la solitudine, la perdita. Stringi i pugnetti nascosti sotto le braccia sempre tenute conserte e ruoti il capo verso alcune ombre che davvero paiono muoversi, addensare qualcosa intorno alla tua figura piccola. Eppur cristallina. Una candida neve caduta per sbaglio. Lo sguardo si assottiglia e si allunga per cercare e sforzarsi di vedere di più. Alcuni arrivano. Uomini e Donne. Sbuffo palesemente infastidita. Non appena troverai il la nell'armonia giusta di questa notte parlerai."I Morti non dormono più" Le braccia e le gambe si sciolgono da quella posizione per Issarti in piedi. Guardi la donna più vicina(Arthesia) rimanendo però sempre a quei 5 metri dal tronco Nero e dallo specchio d' acqua. Una bambina alta per la tua età. Fiera tanto da guardare tutti negli occhi. Proprio dentro all'anima. Poi aspetti. Forse l'uomo nero ha mandato la donna nera. Sollevi il visetto verso il cielo ed è un orizzonte sconosciuto questo qui di Barrington. Neanche qui volano i Draghi.


AIBHILL MAC O { cimitero, verso albero} Ed è ovviamente li, in quello sguardo fugace verso il passato che scorgi lei..un altro pezzo reietto come te: Irisyan. La boccuccia corruga sul viso una smorfia a dir si voglia struggente. Sia un sorriso o no non è dato sapere, non hai mai sorriso e mai lo farai. Un essere come te che è stato abbandonato a se stesso e che un tempo , chissà quanto, hai provato ad adottare. Ti nutriva il suo dolore e tu nutrivi a tua volta il suo. Se ti fosse concesso notare anche Inisyl doneresti al resto del mondo e a te stessa un lungo sospiro. Sei giunta a meta. Ti avvicini, varchi la soglia di “casa”. Strana idea e strano posto quello da considerarsi casa. In mano i tuoi unici averi, l’ossidiana cinta sui tuoi capelli, unica veste del tuo corpo nudo e il seme della Dea tra la mano. Ti avvicini in silenzio. Non hai mai amato il rumore delle parole e stanotte è il silenzio che accompagna la tua venuta. Il silenzio di un albero scheletrico unico posto sotto il quale desideri accucciarti. Se ti fosse concesso di giungere all’albero ove vi è la Custode, Iris e l’altra donna che non conosci, diresti a toni bassi e grevi {Non è questo il volto con cui un tempo mi conoscevate..sono AIbhill ma ho perduto ogni cosa, ho perduto le mie ali ma non me stessa} non vè espressione sul tuo volto, parli come fossi un autonoma, non sei colpevole sebbene altri ti hanno concesso tale giudizio e, non mostri colpe. Mostri solo il tuo corpo nudo. Ai piedi dell’albero fatto scheletro giungi nuda e scalza. Ai piedi di quel respiro e di quella che è casa tua ti prosti e ti getti a terra. Nuda. Cadi sulle ginocchia come se nulla importasse più. Non guardi più nessuno dei presenti. Non esiste più nulla. {Stavolta non è magia Custode, stavolta è condanna, stavolta non sono umana per mio volere, cammino e non comprendo il perché..maledette..maledette siano le sacerdotesse, maledette tutte coloro che si cingono di vesti che non gli appartengono e strappano ad altri le proprie per mascherare i sospiri degli ingiusti } è rabbia quella con cui parli, un tempo la tua aura si sarebbe fatta rossa e i tuoi occhi avrebbero espletato il tuo pensiero. Ora non più ma un ricordo lontano del sangue che graffiava le tue iridi le innaffia e le arrossa, ma non come avresti auspicato tu. E’ cosi graffiata la tua anima che le tue unghie lunghe e nere si aggrappano all’albero, lo stringono graffiandolo. Vuoi il sangue che sia di chi dici tu o sia dell’albero vuoi il sangue, vuoi la morte , vuoi ferire e provocare dolore, perché mai nessun dolore sarà pari a ciò che ti hanno tolto. E’ cosi con forza graffi quel smunto albero come se volessi punire lui e punire te. Le tue ginocchia sono bagnate di quella pozza sporca che vige ai piedi dell’albero quasi come se stesse fluttuando . Sei nuda e ora sporca ma allo stesso tempo innocente della tua essenza. Unica colpa essere tu.

INISYL (Pressi albero a 5 mt-Vicino Aib) Li riconosce man mano che si avvicinano, solo perchè anche loro vanno verso quel glaciale e scuro albero. Nella notte al cimitero poco è dato di scorgere ma dovrebbe ricordare bene sia Ghebur che conosce da più di tutti che Arthesia, reduce da chissà quali pandemoni personali.Nè può ignorare la donna dal viso senza età che vaga senza nulla indosso. Và verso lei senza proferire neppure una parola: tutte vengono pronunciate da lei. Tutte quelle di cui abbisogna. Troppe per non arrivare a capire, sebbene incapace di 'sentire' il dolore, che quella sferzata stavolta è un vento in tempesta dentro la fata. Che per lei sarà fata, poichè di essa ha il volto e il corpo cosa importa. "Ai miei occhi sei sempre Aibhill." risponde come rispose al vampiro senza vanità. le porge le dita, a cercare non conforto offerto, ma un tocco che trasmetta forza. Una forza che lei ha dentro come vampa, Caotico, vorticoso, ma in grado di annichilire ogni dolore. Perchè lei è il Ductor del caos che cancella ogni sofferenza, che offre di piacere essere paghi nel servire la sola via. La sola fede che valga ancora il sacrificio della vita e non il rinnegare delle proprie essenze. "Sei sola ma tu sai che vi è una strada per chi ha perduto ogni cosa. Che quella strada è qui e che ciò di cui occorre vestirti è solo questo." Non sa se una fata accetti di vestirsi, lo ignora, ma le porgerà il proprio mantello nero, affinchè le copra le spalle, più in un simbolo di quanto dice che per strapparla a vergogna quale neppure lei prova per ella. E' solo la naturale prosecuzione di un invito, che non sarà frettoloso, che non avrà per culmine il Farla sua, ma Andarle incontro. Nella brama di possesso c'è qualcosa di interamente opposto all'essere caos. Lei non vuole averla. Vuole solo che cammini sul sentiero del caos, un giorno. Per questo oggi non le offre la congrega, ma le offre lo sguardo su ciò che lei vede e lo fa dinnanzi a chi sia intorno. "Un giorno pagheranno con la caduta. Tutto cade, tutto crolla. La dissoluzione è ciò che resta e alla fine vi era solo una strada integra: la fierezza di restare sulla propria via. Nè io rifuggirò mai ciò che sono solo perchè conduce a morte, in quanto ognuno di noi morirà, ma prima vivrà nel proprio ideale." cerca anche gli sguardi altrui, persino di una ragazzina che mai ha conosciuto. Ma poi il suo sguardo viola chiarissimo torna all'albero. "Non l'avevo mai visto" sussurra la Custode.


[ATTENDERE RESPONSO]

L'albero mostra molte cose, anzi, mostra a ognuno qualcosa. Ciò che vuol vedere, ciò che i suoi occhi colgono. E' lo specchio sul mondo, è lo specchio che riflette quella che è una visione, sommando ogni percezione. Ciò che la Ductor percepisce ora è sufficiente a farle invocare la sola forza in cui crede. Una forza di una potenza inenarrabile, che spinge la ruota di un ciclo, come lo fanno tutti gli altri ideali sulla vita e l'amore. Per questo ognuno, la lupa ed Arthesia, la Bimba e i suoi sogni, la Fata che Fu, osservando l'albero non avranno nessun particolare ritorno. Le distanze fra loro sono varie, ma brevi, tutti a portata di tutti. Ma guarderanno il loro destino e questo, solo a loro spetta scriverlo. Perchè il Fato dà e il Fato toglie. Ed oggi, il Fato Osserva. [GDR PLAY, TURNI: AIBHILL- INISYL- IRISYAN-ARTHESIA]





AIBHILL MAC O {cimitero>albero} Vaghi senza nulla indosso perché non hai mai cinto il tuo corpo di vergogna per quella nudità, e mai lo farai. Sei come sei e sei chi sei e lo sei anche ora che non hai più le tue ali. “ai suoi occhi sei sempre Aibhill” e con quelle parole ti dà la certezza che non hia vagato invano. No. Non lo hai fatto. Hai raggiunto casa, hai raggiunto colei che ti è “sorella” eppure non ha mai cavalcato il vento della tua stirpe eppure allo stesso modo ti ha amata, nell’unico modo che tu conosci, con la morte, con il dolore e con il piacere tratto da esso. Non hai sbagliato. Hai raggiunto la sola che in quello stato avrebbe potuto accarezzare le tue ali, toccando il tuo corpo pur privo da esse, hai udito tali parole e non ti serve con lei l’empatia per comprendere che siano vere. Lo sono. Ti tende la mano, la afferri. Ti copre con il suo mantello e pur non comprendendo ancora quel gesto umano non lo rinneghi, sai che gli Alti sono strani e sai che amano vestirsi. Non ti neghi, e non le neghi il suo abbraccio. Un abbraccio che sa di dolore e di morte, un abbraccio che sa di te. Ti offre la forza con quel gesto, ti offre di tornare a vivere nel dolore e nella morte. E’ l’unica cosa che hai sempre conosciuto e compreso. La accetti. Ha ragione, l’unica cosa di cui ti occorre vestirti è soltanto quella: la morte. E con essa la via del non ritorno, l’unica veste che ti occorre è proprio quella e non il mantello che ora ricopre il tuo corpo nudo ma senza vergogna. Ti prendi tutto il tempo che ti occorre, non sai neppure scandire il tempo e non lo hai mai fatto. Lentamente hai afferrato la sua mano e accettato il suo nero mantello. Ascoltato le sue parole e guardato i suoi occhi privi di vanità, ma forti di un ‘essenza che mai ha mancato la Custode. {dissoluzione, morte e crollo è ciò che auspico, hai ragione..pagheranno perché non hanno più la fierezza di cui parli, pagheranno poiché le vesti che indossano non sono tali. Sono ancora una fata anche cosi non vè umanità in me e non vi sarà mai. Vivrò e con tale vita sarò morte e distruzione sarò ciò che sono sempre stata..Oscura essenza, tempesta di cui il vento sussurra e preannuncia morte. Uccidimi ora e fallo tu poiché non vè altra morte degna di essere chiamata tale. Uccidimi tu, poiché tu sola sei degna di togliermi una vita che mai mi è appartenuta.} lentamente ti alzi sorretta dal suo sostegno, lentamente ma mai rifuggi di guardare quegli occhi, gli occhi della custode, e quando sarai in piedi dinnanzi a lei, ben conscia del suo gesto e ben coscia che come te la custode non ha mai amato farsi toccare, cerchi di prenderle l’altra mano come a voler chiudere quel cerchio, quell’abbraccio come a voler essere rassicurata da quella morte che le chiedi e contraccambiare in egual modo il suo gesto. {non avevo mai veduto qui quest’albero neppure io, ma invero non ho mai calcato con delle gambe nessun terreno pur quando inverosimilmente cosi poteva sembrare}. E dopo lungi attimi di silenzio in cui guardi solo il Ductor, Un istante volto all’unica oltre lei di cui hai accolto l’abbraccio tempo prima. {Irisyan è la morte che le chiedo, vieni piccola mia, vieni qui devo dirti che non ci vedremo più, ma come i tuoi genitori che morirono io non ti lascerò, un giorno capirai che non posso camminare in questo stato, non io. Perdonami, so che lo farai sei una bimba forte} . E’ un perdono che sa di strano è un perdono che le concedi e lo fai a lei soltanto, capirà, tu lo sai Oscura..lei capirà. Un perdono che mai ha cinto davvero quelle labbra un perdono che mai oseresti chiedere se non per tale privazione o per il senso stesso implicito dell’essere che un tempo eri. E ancora sei. Vedi. Vedi ciò che l’albero vuole mostrarti, vedi tutto chiaramente. Non vi sarebbe altra visione più chiara e limpida nella tua testa di questa. Ora sai. Sai tutto perfettamente. Non vuoi sporcarti con le schifezze degli erranti non vuoi sporcare le tue ali di un gioco ignobile che mai ti è appartenuto, ora vedi..limpidamente un orrore molto più profondo di quello che per ere ha cavalcato le tue ali. E do po quella visione assoluta hai la certezza, la piena consapevolezza che le parole, le richieste alla Ductor, ora in questo preciso istante devono essere esaudite, sei sempre stata dolore, orrore e morte pura..e sempre lo sarai , ma allo stesso tempo il paradosso di quello schifo che vedi nella tua mente non vuoi che ti sporchi . e cosi ribadisci con più forza {uccidimi Custode e fallo ora, concedimi la morte e la salvezza, fai scorrere l’ultimo battito di questo tempo con il rintocco del lento sangue che abbandona un corpo che mai è stato tale.} allunghi la mano verso di lei con quella richiesta {concedimi un pugnale, ora, senza suppliche e preghiere dammi ciò che ti chiedo , solo cosi riavrò il mio destino}. E’ un pugnale che le chiedi per compiere l’atto agognato, un pugnale o l’atto stesso.

INISYL (CIMITERO) Non ha Mai visto tanto lucidamente, è come se tutta la vita le scorresse dietro le iridi. Con tutto ciò che ha vissuto. Dolori e viaggi. Imprese e duelli. Crescendo fino a maturare. Marcendo dentro come un bel succo dall'aspetto lucido e perfetto con dentro un verme che divora. A divorarla sono cose, quelle, che restare viva non potrebbe mai cancellare. Per questo sceglie di Morire per il Caos piuttosto che Servire ombre diverse.Pronuncerà parole di coraggio, questo sono, che mai nessuno ha osato. "Io uccido te se tu uccidi me." proferisce come un canto d'amore straziante, nella voce dolce, soffocata, rovente di un amante. "Strappa al mio cuore il suo ultimo battito e sarà così che pagherai questa tua scelta ed io la mia. Andiamo a scoprire cosa c'è oltre ali e voli e duelli e sentimenti, andiamo nella regione del Nulla dove c'è Tutto." bisbiglia l'ultimo Ductor del Caos, conducendo così a fine ultima non solo se stessa ma anche ciò che rappresenta. Porgerà quindi un pugnale ad ella e uno lo terrà per sè. Cercando che sia collimante il secondo in cui quell'atto di grande offerta verrà compiuto. "Sacrificio. Perchè non saremo più vittime di catene, ma libere...di vivere e di morire e forse entrambe." uno sguardo alla fanciulla, uno al cavaliere del Caos Arthesia. Che sono anche loro libere. Poi tenendo saldo il pugnale dal manico per orizzontale ne dirigerà la punta verso il centro del petto di Aibhill e attendendo di sentire il colpo in sè della fata su due piedi, aspetterà di potervi resistere. Un solo istante oltre ogni dire, conscia di quella sicurezza. Di volerlo. Poi sferrerà anche lei, un affondo al cuore di Aibhill. I suoi ultimi pensieri volano sulle ali che mai ha avuto. Capiranno, o se no, morranno della vera morte. Quella degli ideali.

ARTHESIA [3mt albero F.U.] vi è una quiete innaturale e, la sensazione della muta forma caotica è Ke il tempo sia come sospeso.. In attesa... Immobile fissa l albero a lei innanzi quasi volesse assimilarne ogni particolare, ogni foglia uguale ma diversa, ogni venatura del suo tronco e, la sensazione che le monta dentro mai l'ha sentita prima.. La leggera brezza che sfiora le fronde dell'albero che, pare esser spuntato dal nulla ad udir la custode, sembra sussurrare qualcosa, un lamento o una litania.. Per un attimo la follia della sua mente malvagia, diviene lucida, una lucida follia su ciò Ke quell'albero.. Non che sia la prima volta che delle voci le parlino dentro la testa ma, non sono i morti uccisi in nomine caos né quelli uccisi in nome del suo puro diletto.. Questa è una voce che non spinge a commettere un omicidio.. Non anima una sete di sangue altrui.. Non brama carni trafitte in nome dell'euforia che suscita l'esser braccio della nera mietitrice.. No... Non un omicidio richiede ma un suicidio.. Le parole di Aibhill le giungono, ovattate ma le giungono e, non può far altro la perla nera, se non voltarsi con gli occhi pieni di pazzia omicida ad osservarla piegando lievemente il capo verso la spalla SX.. La richiesta della donna era quanto assurda, ha una sua logica e rispecchia ciò che sente anche lei.. Poi si volta verso Inisyl pochi attimi, poi verso la bambina e poi verso gli altri.. Un secondo a testa li osserva.. Esclusa il ductor, per lei sono estranei ma, al contempo sente un qualche legame ma non riesce a capire di che tipo.. Nel frattempo senza rendersi conto, la mano DX sembra attratta dall'elsa del pugnale nel calzare dx come un'ape col miele.. Le parole anch'esse ovattate ma chiare di Inisyl giungono come legna sul fuoco che avvampa dentro di lei e... "Da tanto, troppo tempo cerco una me stessa perduta per altrui scelte errate ma, il fuoco purifica e crea nutrimento per la rinascita.." scatta la mano DX al pugnale che in un battito di ciglia vien sguainato dallo stivale dx.. "...ma ora, io mano che ha brandito la lama che ha segnato le sorti di tanti, sarò sorte per me stessa e sarò io a scegliere e scelgo di morire!"... Parole pronunziate con una determinazione, freddezza e convinzione che non ammettono replica alcuna... La lama del pugnale, orizzontale rispetto al suolo e con la punta rivolta verso il cuore della caotica, riluce alla fioca luce lunare.. La lama vien afferrata anche dalla mano SX posta su quella DX e stretta attorno ad essa.... L'immobilità del tempo persiste e, anziché aumentare i suoi battiti, il cuore batte ad un ritmo tranquillo come non mai.. Come avesse intuito anche lui che, la scelta migliore è presa.. Nessun dubbio o fremito nelle mani della Perla Nera che sente già la pressione della punta d'acciaio sulla pelle e lacerare il corpetto, poi le carni infine il suo cuore, con un affondo poderoso al proprio petto.. Nessuno potrà mai vantare l'onore si aver posto fine alla vita si Arthesia la mutaforma caotica.. Nessuno..

IRISYAN { . Pressi Albero . } Tutti vicini, tremendamente sconosciuti, leccati dalla notte di questo cimitero, maledetti ed allontanati dai luoghi più sacri. Non resta che vivere, oltre le ombre. Se non fosse per quelle donne accanto a te, così macabre, da riuscire ad udire quasi tutta quella conversazione che porta con essa il gusto rancido del soffio della fine. Come l'innocenza che cade dagli occhi per sentire con l'anima, dapprima, Aibhill, poi percepirla in un ricordo così sfavillante e svolazzante. Una alone nero in volo, un solo ricordo. Se l'albero sia o no mai stato lì, ora raccoglie qualcosa dalle radici sotto terra, l'acqua di un pozzo nero. La voce è la sua, non sai dimenticare, nemmeno sbagliare -persona- " Fatina?" domandi incredula, stringendo ed assottigliando le palpebre ammirando della tua 'madrina' spoglie umane. La notte al cimitero si tinge di impeto e di sangue. Non capisci ma sai. Non vedi ma scorgi. Mani delittuose con pugnali tra le dita e acciaio che sfila via. Porta sangue. D'un tratto, l'albero. Pare chiamare. Voci. Due, in particolare. Sembra annebbiarsi tutto intorno a te, come se fino alla fine non volessero farti scorgere il Male che crolla dal mondo, Nascondendo quella visione cruenta e violenta. Le voci sono così intime, così familiari, si intrecciano al tuo cuore puro e, in un istante, dalla piccola bocca sgorga un dolce suono affettuoso "Mamma! Papà!" sei mossa da un forte istinto di cercarli, e solo dopo li vedi apparire stranamante dal fusto dell'albero Nero. E poi scorrono immagini, terra che si muove, non sai più cosa sia reale da cosa non lo sia mai stato. Fuga, ricordi, bambole di pezza, persone come nomi, maschere. La contessina che nasce e che muore. Nell'attimo stesso in cui qualcosa ti spinge in avanti guardi Aibhill rimanere in piedi su punta di ali quasi cosciente che la seguirai, eppure l'acqua sotto l'albero ti chiama, quella acqua è come oceano del nord, da dove sei giunta, mentre i capelli si sollevano un poco dal viso un fremito di inesorabile ti deruba dell'anima. "Aibhill" ma cosa succede, perchè ogni cosa si sgretola come la polvere di ossa rotte, per poi cercare nelle ombre del cimitero e scorgere la donna del Caos, (Arthesia) infilzare la piccola lama del pugnale sul petto. Allora è destino, fato. L'albero ti chiama, l'acqua comincia ad incresparsi, così ti sembra. Cammini in avanti, fino a quando, come una battigia sicura, diventa tumulto. Profondità. Le vesti addosso si gonfiano dell'acqua, un freddo ghiacciato ti ruba il tepore, le mani affondano, i piedi non nuotano. Senti di andare giù. Anneggare, finire. Dalla vista dell'albero, si scorge la testolina immergersi, bolle d'acqua di ultimi respiri, poi nessuno potrebbe più fare nulla.

[AZIONE SOLO AIBHILL POI RESPONSO]

AIBHILL MAC O {cimitero>albero>morte} Ti volti concedendo a colei che ti è Custode, a colei che ti è sorella pur senza aver mai sfiorato il vento , uno sguardo. Uno sguardo lungo la via del tempo che rifugge ogni sensata via. E’ cosi chiaro per loro due quel che si stanno dicendo che nessuna empatia potrebbe essere più limpida. Anime dannate, sporche dentro dalla corruzione della morte eppure limpide e cristalline. Due paradossi. Loro che del male, del dolore, si nutrono non sono eppur sporche di esso. Ideali. Morirai nuda. Da fata quale ancora ti senti. Scivola il mantello sfiorando la lunghezza del corpo , attimi che sembrano sospenderti nel tempo . Un tempo che sembra aver cessato i rintocchi. Afferri il pugnale che la Custode erge al tuo cospetto come emblema. Tocchi , lentamente, il suo polso, sfiori la sua mano, lentamente. Ed è cosi che tocchi la fredda lama di quel pugnale. Accarezzandolo. Come fosse uno dei tuoi preziosi corvi. E non è linfa a graffiarti la pelle, quella che fuoriesce da quel tocco, ma un liquido rosso e intenso come le lacrime che producevano i tuoi keen. Ecco ora sei pronta. Se la Ductor lasciasse quel pugnale lo afferreresti senza indugi. Ammirando la purezza della sua lama , sporca ora del tuo sangue. Un mezzo passo rivolto ancora ad avvicinarvi. E poi un gesto , l’unico che occorre per liberarvi. Dritta, verso il suo cuore, la infilzi senza indugio, aspettandoti la stessa sorte. E di li a non molto giunge la dura e fredda lama a bramare la vita che mai ti è appartenuta. Senti quel male come un bene, quel dolore come purificazione. Ne godi addirittura. E’ una scelta , la vostra, unica e imprescindibile. La migliore. Umane ora, immortali sempre. Sono ciò che sono e lo saranno sempre, perché la libertà di esserlo ha ali solo per chi ha il coraggio di lasciarsi cadere ..un piede nell’Abisso e uno nella Favola. Un mare in tumulto che mai fermerà la sua danza. La vita scivola via e nel tuo sguardo per la prima volta si ferma un sorriso. Il tuo primo vero sorriso. Ora anche tu, sai cosa vuol dire sorridere. “ cosa succede?” E’ il fioco sussurro della tua Irys che flebilmente ti arriva all’udito. Molte cose avresti da dirle, da spiegarle.. ma in fondo nessuna che valga davvero la pena di essere citata. E’ una debole voce quella che ti resta , forse un solo respiro, un solo sussurro che doneresti alla bimba e al lei soltanto {Nulla Irys..è il ciclo vitale di ogni cosa, ne avevamo già parlato ricordi?} e cosi guardando negli occhi la custode pronunzieresti le tue ultime parole, lasciandoti cadere in quell’abbraccio mortale. Lasciando tutto fuorchè te stessa. Molte anime stasera, alcune sconosciute, unite in un legame “speciale” che sembra aver preso ogni petalo senza recidere lo stelo. E’ una morte che giunge “ giusta” e meritevole, per coloro che sanno apprezzare. Per coloro che ancora osano sognare, per coloro che ancora Credono.

[ATTENDERE ESITO ] E' ACCADUTO ! E' accaduto! La terra si macchia di petali rossi, rubini liquidi che irrorano un suolo già permeato di fatalità come quello di un Cimitero buio. Nel profumo delle candele, nel suono di fontane d'acqua sottili che rigano il silenzio della sera da velate donne in pietra bianca sfaldata dai secoli cadono. Con l'autunno le foglie e i morti, cadono. Con la cenere dei camini appena accesi, cadono. Con il ricordo di ciò che sono stati, con tutto ciò che li lega a quella terra, strappandole tutto ciò che avrebbe potuto essere...cadono. Per morire e per rinascere....in altra vita forse, in altri luoghi. Nel momento in cui quel freddo tremendo, quell'oscurità orribile che sono Morte, sopraggiungono, loro esalano l'ultimo spiro ...ma.....sussurra nelle loro orecchie il vento, parole che nessuno avrà a conoscere. Solo per le anime dei morti. Famelico il suolo è avido, avido dei loro corpi. Fili del destino. Li agguanta con ferrea presa come mano inguantata di pugna, con la delicatezza con cui pietosa una dama raccoglie dal suolo e dalla polvere un fiore reciso. Li afferrano contemporaneamente il cielo, la terra, le nuvole e gli abissi. Che cosa ne sarà di loro non è per queste terre: svaniranno condotti chissà dove loro, i loro corpi, i loro averi ovunque siano....tutto. Persi per quella terra per sempre. Persa di loro ogni traccia, se non nel ricordo di chi ne avrà memoria. [QUEST END ]
Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 09:57
==>>>sEGUE
Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 10:02



FORESTA LUCE CREPUSCOLO

RIASSUNTO: Alla fonte sacra un'eterogeneo gruppo s'incontra. Ghadia che ha deciso di farla finità chiamerà il potere dell'ars e della terra per un crepaccio atto a ingoiarla e morire dentro di esso allo spegnersi dell'incanto. Ma inusitatamente, in cerca del loro destino, si getteranno quivi anche Antair, che chiede la mano di un'esule elfa Iirima e Fabrox il cavaliere che li segue in caduta libera verso un dove che agli occhi non vi è.

[GDR START]
Ecco! Si spegne l'astro di luce e socchiudono gli occhi la luna e le ammiccanti sue compagne, intarsiate là dove si perde lo sguardo. Fronde fitte e lucente fonte, sacra a una Dea silente come fosse la notte più nera. Triade celata, non più solo velata, che spegne i suoi sussurri e brado il mondo lascia apparentemente a sé stesso; lo sguardo di un bimbo fra il puro e l'immoto. Ognuno si muove verso la radura pubblica, dove un tempo ogni cosa era sotto il tocco e protezione, ora pochi piccoli esseri vigilano e quei che erano a vegliare sono sulla punta d'una mano neppure. Ha occhi d'argento la Luna e attorno alla fonte sacra vi è un circolo di ghiaccio sottile, asperso come nube celeste che riflette la volta della sera, nero appare contro un cespuglio di lamponi come un guanto scuro sulla bocca rossa di una donna [POSIZIONI A VOI, TURNI: IIRIMA-ANTAIR- FABROX- GRITEAS-TEOBROMIE- GHADIA-TONAL]




IIRIMA VORTH { Foresta Luce, Folto} E’ un passo il tuo lungo secoli.. secoli umani eppur sei giovane. Tante troppe lune hanno visto quegli occhi del ghiaccio. Occhi in cui perdersi è un abisso duro, fermo e freddo come il sangue della stirpe cui appartieni. Tate, troppe lune è vero ma mai nessuna baciata dalla Dea ( o forse no) in quel modo. La cosa ti mette a disagio, ti sale l’onta consueta della malinconia. Presagi funesti? Forse. O forse soltanto ordinaria “amministrazione per qualcuno”. Per te no. Per te quello Iirima è un segno, è il segno! Il tuo nome ha un significato ben conscio a se stesso e a te. Ben voluto , troppo voluto dai tuoi antichi genitori. Ma non è forse la battaglia più silenziosa quella più letale di tutte? Non è forse ritirarsi che a volte dona la vittoria più generosa? (//malus malinconia) gli occhi scrutano attorno, le orecchie scorgono il rumore del silenzio. (//sensi sviluppati). E tu non volgi più passi verso l’ignoto. Ti fermi al centro di quel respiro che la foresta ti concede. Mediti.

ANTAIR }. > Radura . { Ogni passo si muove in una sorte di cieca oscurità che ti avvolge quasi completamente. I bordi del mantello rapiscono fogliame secco lasciato morire dal Sole. La notte è silenziosa tremendamente complice per non parlare degli alberi che sembrano aprirsi ancora una volta al passaggio tuo. Una figlia della Madre. L' ultima tra le fiaccole ardenti. Custode segreta di un Equilibrio che non ha colore. Piedi scalzi. Vistosi tatuaggi disegnati con liquidi tintoree dei fiori (//conoscenze naturali 1) su buona parte del viso. Rune. Simboli Antichi. Triplice spirale di una Dea che permette e distrugge. Che nasce e vive e muore e ripete in Eterno il senso dell'esistenza. Sotto quel manto scuro ti veste una semplice tunica chiara di un lino leggero. Alla vita si stringe una sorta di stoffa in raso verde, molto scuro... ed è esattamente lì che hai legato il sacchetto con le tue rune. Tintinnano le pietre all'interno, si permettono di fare rumore. Padroni del Tempo nuovo che arriva. Incedi avanti mentre la corona di ghiaccio risplende argentata ed attira, senza dubbio, la tua Reul. L' istinto animale. Anche un corvo nero imperiale segue dalla volta scura quell' avanzata. La Natura ti riconosce. Sa chi sei. Ti fermi assaporando l'aria come se nella dimensione dell' isola altre correnti si starebbero smuovendo. Tra altri veli.

FABROX [ Foresta - presso la Radura] Nuovamente nei panni che senti tuoi, da Supremo ad Esploratore, ti avvicini ai margini della foresta nel preludio di quella notte strana. Privo di elmo, avanzi avvolto dal verde mantello scuro, le armi sono infoderate, due pugnali alla cintola e la tua storica spada a due mani, Gerekal, che ricorda quella che fu Avalon, con la sua vera sacralita', forse persa per sempre... Stranamente in quel religioso silenzio la Dea sembra piu' assente del solito, sembra averti tristemente ripudiato come figlio, o forse ti sta solo mettendo di fronte ad una dura prova... Senti tutta l'avversita' per cio' che la tua adorata divinità e' divenuta, tre figure cosi' diverse e contrastanti... cosi' lontane dalle tue convinzioni... Tu credi nella Dea, unica, madre, buona e giusta, nell'Amore che in ogni momento ti infondeva nel cuore, che rendeva la tua fede incrollabile, il tuo attaccamento ad Avalon cosi' indissolubile. Ed eccoti, uomo, solitario, nel cuore e nello spirito, in un'isola che mai come prima ti dichiara estraneo e nemico. Percepisce l'odio, il rancore di gente un tempo alleata, che ha fatto di tutto per screditare e smontare pezzo per pezzo la congrega dei Cavalieri di Avalon. Nemici falsi e bugiardi, meschini amici ed alleati pronti a pugnalare alle spalle, il peggio che potesse capitare, nell'isola delle mele. Basta, la foresta di luce ti accoglie, loco in cui ti recavi per ritrovare te stesso, la tua bonta' d'animo, la tua irrinunciabile giovialita' ed allegria, voglia di stare con gli altri, amici e sconosciuti, soldati e cittadini, sacerdotesse ed artisti, guardiani e draconici. Vorresti trovare una porta magica che ti riportasse indietro nel tempo, rivedere le Ladies che hai ospitato nel cuore, amandole ed abbracciandole, l'immagine di Exaura, l'immagine di Eloy, tuo figlio che sta gia' dormendo nella Magione. Cosi' certo di rivederlo tra pochi attimi, il viso di tuo figlio si dissolve nei pensieri, il respiro rallenta e ti ritrovi a camminare nella foresta, alberi che si diradano prima della radura. I passi felpati ti permettono di avvicinarti in silenzio, sbirciare tra le fronde se vi sia qualcuno nelle vicinanze.

[AZIONI ACCETTATE! ]

TURNI: IIRIMA-ANTAIR -FABROX - a seguire gli altri turni liberi]



IIRIMA VORTH {folto foresta} Accolta tra le fronde della foresta, taci. Arel dei mille sospiri, elfa con un unico ghiaccio: un cuore. La durezza e la compostezza della tua stirpe accompagnano il tuo silenzio , la tua meditazione. Accogli il respiro del mondo che sembra averti sputata lontana da ciò che la Dea vuole. Eppure sei li. Sia questa una prova e una battaglia? Una guerra fredda in cui l’unico nemico viene battuto dalla tua stessa faccia? E’ cosi , ti convinci sia questo il gesto impuro di cui devi macchiarti. Attendi un segno per dar via al Waltzer in cui soccombere te stessa per vivere in armonia e vincere con i tuoi ideali. L’assenza di armi ora non ne proclama tale veridicità. Non avere spade tra le mani non significa invero tale dato di fatto. Sei tu, sei sempre tu e hai vagato smunta e spenta per troppo. Non è questa l’isola che auspicavi trovare, non è qui la Dea che avresti voluto? Sei ferma , con i sensi all’erta, poiché un segno non è tale se incolto. Taci , lasci parlare il mondo , lasci che la Dea nella sua foresta ti ascolti e ti parli nel cuore. (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule).

ANTAIR }. presso Radura .{ La libertà è un prezzo. Anche la scelta. Hai abbandonato una conoscenza per aprire le braccia ad un'altra più Antica, assai primordiale. Non c'è alcun rimpianto in questo, una profonda consapevolezza. Una fede nata e rinnovata, come la casa sull'albero, gli ori abbandonati. Ora hai uno sguardo carico di beltà e di sapore delle foglie, vestita di terra e di lumi. Nel silenzio della notte che è scesa ti sembra ti udire alcuni passi, o rumori di foglie, ma forse è il Vento, l'aria, la corrente di un zefiro che scende dal Tor e riscalda una Eterna primavera, minacciata dall'inverno, dal buio. Ora realtà. Continui ad avazare, sei più vicina alla fonte adesso. Il corvo si è appollaiato su di un basso ramo di quercia, si pulisce le piume di velluto. Craw, Craw, Craw. Un avviso, per quel suono gracchiato ti volteresti indietro, ruotando la testa ed il corpo successivamente per controllare che avventori e mostri possano esser nascosti oltre il folto, che taglierai se ve ne fosse bisogno. La tua è una presenza calda. Armonica. In totale rispetto con ciò che ti circonda.

FABROX [foresta - presso la radura] Fermo ad ascoltare i rumori circostanti, odi ad una ventina di metri da te il verso di un corvo, ti volgi verso di esso, pensando che forse qualcosa o qualcuno possa aver agitato l'animale. Sai bene che gli uccelli possono essere ottime sentinelle. Quell'immobilità tra le piante ti invita comunque ad un piacevole contatto con il bosco, lo senti nella pelle e nei pensieri, ti senti libero e rilassato dai problemi tuoi e dei compagni, dai problemi degli avalonesi, della corona e della triade... in quel silenzio ti sembra di udire il rumor di frasche, come se vi fossero altre persone in movimento. Tali rumori non sono nelle immediate vicinanze, per cui rimani ancora in attesa che l'altrui presenza si riveli allo sguardo [skill nascondersi nell'ombra, skill adattamento ambientale]. Rimani immobile, ginocchia piegate e testa a livello dell'erba in modo da ridurre la possibilita' di essere individuato e cercar di intravedere se qualcuno e' in avvicinamento. Le verdi iridi si spostano nelle varie direzioni circostanti, privilegiando la fonte dei rumori (ritenuti selvatici).

GHADIA (Fonte) Fonte sacra? Non per lei. Che fu maschera e diamante, che fu ed è Ilharess, che fu Detentore e ora Istruttore, che fu Mai ciò che meritava. Ma in lei non muore una consapevolezza, che strappa i suoi pensieri al Nulla. Diranno molte cose sul suo conto o nessuna. Che fuggì, che si innamorò di elfi, che si sdraiò in mezzo all'erba e richiamò il suo ruggente sospiro. Ma la verità è che non lascerà nessuna verità. Perchè per la figlia di Lolth tutto quel che deve lasciare è una figlia su queste terre corrotte, alle quali non concede più un briciolo di regale gloria e piacere. Porta con sè il maschio, forse più d'uno, per una stirpe da rigenerare. Porta con sè la razza intera che è sotto il suo nome. Ky'eshial sono morti quando il loro reame è crollato, ma Lolth e le Gocce la chiamano ad assolvere a un nuovo compito. E' ovvio che percepisca chi la precede. Ma si avvicina talmente silente da non volersi lasciar sentire (//furtività 3) senza udire, nè senza curarsene. Solo cerca la concentrazione con fluenti e noti passi già percorsi. (F. ment lv.4) Su una strada stavolta che sarà ultima per sè. Per chi con lei un giorno voglia. Per chi ora vorrà. Non vi saranno messaggi e porta con sè i suoi averi, denari, poteri. Porta nell'equilibrio infranto anche la sua vita a infrangersi nell'Ars, a lanciarsi nell'oltre ancora. (Cast 1/3- Martello di Odino lv.4 - Crepaccio)

[ATTENDERE RESPONSO] Brillante la fonte sacra, la sola cosa lucente in quella tenebra che scende imperiosa. Non vi sarà altro che uno specchio in essa, ma ognuno vedrà il proprio volto, se stesso a confronto di se stesso. La jalil che ha perso la sua maschera di una volta, troppo concentrata sullo scopo, scorgerà invece i tratti di una fervente decisione, gelidamente presa con calcolo e misura. Così principia quello che per molti è magia e che per lei è solo il naturale corso della propria essenza [GDR PLAY, TURNI: FABROX-IIRIMA-GHADIA-ANTAIR]

FABROX [Radura] Scorge una fanciulla, nelle vicinanze del corvo che aveva popo prima attirato l'attenzione con il suo verso. Le sembianze gli paiono familiari, per cui sceglie di avvicinarsi. Il suo incedere e' molto silenzioso nonostante le piante ed il fogliame, il suo verde mantello accarezza la superficie erbosa durante il cammino. Si muove con circospezione, controllando i dintorni con le verdi iridi, il capo e' scoperto. Un rumore di cicale si aggiunge allo scenario contribuendo a ritmare il suo passo. Anche gli uccelli selvatici continuano ad alternare versi e note, nell'orchestra naturale che fa la colonna sonora. La sua intenzione e' di fermarsi a soli 3 metri da Antair, attenendo che ella lo noti, poi la salutera' con un semplice "Sid Vobis, Milady".

IIRIMA VORTH {folto foresta} E sono passi quelli che forse odi, il rumore di un corvo il suono di voci che la natura ti sussurra di altre anime li nei dintorni. Hai meditato abbastanza. Ciò che è fatto è fatto , ciò che è detto è detto.. sospiri, sussurri di un tempo che fù e che non sarà più..hai udito troppe voci che ti rimandano una sola unica risoluzione. Termine. Ed è cosi che ti avvicini verso quelle anime se solo riuscissi a scorgerle, diresti{ sid vobis signori e signore..è solo mia impressione o anche per voi anime erranti la foresta sussurra strane voci stanotte?} ed è il loro volto che cerchi stanotte, poiché hai ben chiaro il da farsi ma forse, per una innata euforia di “ consapevolezza” ti chiedi se solo è tua questa sensazione o in altri menti si è insinuata come un serpente tentatore..? (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule).

GHADIA (Fitto pressi fonte) Vorrebbe non di una voce nè di un sussurro degnarsi di udire o lasciarsi prendere, Nè da odori nuovi, pervasa per la sua ultima volta dallo smanioso, suadente, strisciante potere dell'Ars. Energia sulla materia che muta, che si innesta su un piano vibrante, l'arazzo delle energie quali ella fila, su dita dalle vitree unghie, come pedipalpi di ragno. Danzano in aria quasi a pizzicare le corde della realtà che ha imparato a controllare perchè possa restare nei limiti. Tuttavia questa volta lascerebbe fluisca,acciocchè persa non vada la diga che trattiene dal disastro. Onde poi assicurarsi si avventi su di lei in tutto il proprio maestoso montante disastro. L'ultima speme di caricare le masserizie da lei possedute di tutto in attesa d'una partenza, un viaggio, oltre il lago, al di là delle cordigliere. Fin più in fondo delle tele di Lolth. Volendo alle sue doti e al destino ecco, Sale, cresce, come un cancro s'avvilupperebbe sulla sua mente fondo lo spessore della marea di energia. Trema la terra. Risuona dell'eco del suo Volere. Volontà è potere, Poter volere è poter creare e distruggere. Il mondo tra le dita non è solo metafora ma quel che sottilmente dunque avviene. Le viscere della terra si scuotono dal letargico torpore. Odi notte, quella voluttà di morire che viene in te seminata... [Cast 2/3- Martello di Odino lv.4 - Crepaccio-F.ment lv.4-vol. ferrea lv.4]



ANTAIR }. Pressi Radura .{ E la lucente corona di ghiaccio diventa Specchio. Un riflesso gemello, una luce nascosta, qualsiasi cosa che possa, questa notte, aver il coraggio di giudicare, bilanciare i meriti e le colpe. E prima ancora che le voci degli altri possano aprire un varco reale nella tua mente, lo Specchio ti mostra il Tempo che è stato e che non sarà mai più. Mostra la vita, unica, cruda così potente e concreta, come il seme del fiore buttato in terra scura, dimentico delle umane vanità, esso genererà dell'altro. Il viso torna frontale verso quella lucente speranza, come se proprio su questo momento devi poggiare uno sguardo attento. Vedi te stessa com'eri una volta senza spilla da Arcana, nemmeno da Stella di Eire, scorgi la fanciulla che gli eventi più recenti e passati, hanno obliato. Sorridi, sorridi a te stessa, una te che ti invita a guardare ancora. Sei disorientata ma rimani concentrata e le tue pupille si dilatano senza forza. Accanto a te v'è un tomo, in quella te riflessa e quell'altra mano che chiude la pesante copertina di cuoio. Una storia che è passata. Poi ancora cadono gocce di sangue che si tramutano, nella superficie dello specchio, in candidi petali di elleboro. Comprendi che lo specchio, quella te così eterea e velata, ti starebbe mostrando la via del percorso su questa isola. E lei sorride sempre, quell'Antair nello specchio sorride immacolata, senza colpe che hai avvertito e portato per molto tempo. Come la Tristezza. Ad un certo punto l'immagine gemella sparisce e ti mostra un bivio. Due Vie. Una riporta indietro verso la cittadella, verso la baia... l'altra è fatta di rovi e spine, di edera intrecciata sul selciato. Per un attimo batti le ciglia e rimani immobile, mentre le voci dietro di te si fanno presenti. Dopo di che ti volti, torni alla realtà della radura e ti chiedi in un istante se anche Fabrox che conosci come il Cavaliere della Magione possa vedere l'altra te allo specchio della corona lucente. "Lo specchio mostra due vie, io devo percorrerne una ancora questa notte, Venite con me... " dalle labbra sgorga una voce distante, tua ma sommate di certezze delle fine. Poi la creatura immortale, ella sconvolge il piano e annuisci per darle conferma che questa notte è una notte di Prova per voi tutti, per innalzarvi o dimenticarvi. Poi rimani in attesa, ma ti volgi ancora ocn il viso verso lo specchio, davanti a te si apre solo la via dei rovi. Della morte, della fine del cerchio. Ma il cerchio non ha fine. Il cerchio si muove.



[ATTENDERE] Le distanze si accorciano quando affinità diverse si incontrano nella radura alla sera, quando l'ombra cala sul mondo. Pallore di stelle e di luna lasciano sul sentiero la visuale che serve a riconoscere i tratti dei volti a vicenda. Silente è solo l'elfa oscura che la terra chiama e la terra fa tremare. Un terremoto intenso che tutti sentiranno, che li farà vacillare ma non cadere carponi. Restare in piedi è ancora fattibile ma la scossa si preannuncia possente. Sa la Druida qual è la scelta sua propria e anche il Cavaliere la invita a scortarla e un altro nell'acqua riflesso ella vede, come un volto nella fonte. In un momento solo la terra inizia a spaccarsi in crepe sottili come il ghiaccio fresco. Neppure allora cadranno in terra, ma sotto la fonte si apre una voragine. Sotto l'acqua sacra che non precipita da nessuna parte si schiude l'averno, un feretro o forse solo un varco senza più ritorno. Ma nessuno sente una pulsione d'obbligo e nessuno potrebbe annegarvi. Bisognerebbe proprio voler nuotare fino ad arrivare in fondo perchè il battito di un cuore si fermi. La stessa cosa che in acqua chiede la drow lentamente con la sua Ars. La terra stessa sembra accompagnarsi a quella pretesa. Ma non vi sono energie sacre che vincolino a una scelta. La via della foresta è ancora lunga...perchè soffermarsi qui a lungo? Perchè non andare avanti o perchè non andare altrove? [GDR PLAY, TURNI: GHADIA- FABROX -IIRIMA-ANTAIR]



GHADIA (Fitto- pressi fonte) Non è più celata. Nessuno potrebbe esserlo dopo ciò che manifesta e una sorta di opalescenza violacea permea il suo corpo come se il sangue di Lolth si unisse ai poteri Ancestrali per arricchire la sua grandezza magistrale di potere con una sorta di personale interpretazione. Oh sì che lo è. Dato che vuole aprire stavolta una voragine per sè e sopra di sè chiuderla. Così chiede alla terra non di spostarsi ma di spalancarsi sotto ai propri piedi. A circa 5 metri diagonali dalle spalle dei presenti che probabilmente avranno udito il forte smottamento. Un crepaccio largo e lungo quanto basta: 3 metri in ampiezza per 8 di lunghezza. per 10 in profondità, ma dalla forma di una bocca alitante il calore delle fiamme, come se spirasse l'odore delle viscere della terra- La drow lo conosce. Conosce quel respiro. Tutto quel che occorrerà a lei sarà cercare di mantenere alta la concentrazione (f.mentale lv.4 e vol.ferrea 3) e senza una parola o altri sguardi, senz'altro in vista di chi ora la scorgerà sparire sottoterra, cercare di aprire le braccia e le mani nella consapevolezza che ora cadrà. Non durerà a lungo. Non ancora. Poichè pochi istanti dopo se alla Geomante il suo elemento avrà obbedito, chiederà ad essa di ingoiarla per sempre. Non nell'ars, ma oltre la stessa, verso la dimora dei suoi antenati, in un altro luogo che non sia più quello. Così muore l'ultima drow della casata ky'eshial. Degna-da usanze- e in pieno volere,per sua scelta, di non venire ricordata mai più [Incanto martello di odino/crepaccio lv.4 3/3 lancio e attuazione]


FABROX [radura] Negli istanti successivi, gli eventi si succedono rapidi, la conversazione con Antair viene interrotta sul nascere, da scosse sismiche potenti ed istintivamente l'uomo flette le ginocchia e distanzia maggiormente i piedi per migliorare l'equilibrio, si volta vedendo e riconoscendo la maga drow, vede la voragine aprirsi. Poi attonito assiste all'ingresso di Ghadia nella voragine, le vesti di lei che svolazzano verso l'abisso, non ode rumore di ossa spezzate, ne' urla. Forse la Dea sta dando loro l'occasione di uscire da quel maledetto torpore, da quell'assoluta inedia, dalla mancanza di valori, di credo, di fiducia in qualunque essere ed in qualunque cosa. Quella via di uscita richiede coraggio e sangue freddo, richiede il sovrumano distacco dall'amore per la vita, un vero e proprio salto nel vuoto, incubo di molte notti insonni. Lui, che sempre aveva usato la logica, a volte il cuore, spesso la fede, nelle sue scelte piu' importanti, si ritrova a fare una scelta ben poco logica e molto istintiva. E si lascia anche prendere dalla fretta di scegliere, come se temesse di cambiare idea e di ripensarci. Lady Ghadia, non avrebbe mai immaginato di morire insieme a lei, ne' subito dopo di lei, si erano conosciuti non molto tempo fa, avevano anche viaggiato insieme da Barrington ad Avalon, aveva superato la diffidenza iniziale che nutriva a pelle nei suoi confronti. "E sia..." § - sussurra la mente al proprio spirito - "Ti seguiro', Ghadia, dovunque tu stia andando, anche dovessimo finire nell'Ade Oscuro... Muovermi nell'ombra, come sempre, con coraggio e vincendo le mie paure" - § Cosi' egli a passo deciso si accosta alla voragine e spicca un salto finale, come se dovesse tuffarsi nelle fredde acque del lago. Un ultimo sguardo alla sua amata Avalon, per poi chiudere gli occhi ed assaporare la sensazione da brivido generata dal vuoto. Il suo verde mantello ondeggia immobile nell'aere e dopo un attimo cala giu' anch'esso con il classico rumore di una bandiera al vento. E' la fine di Sir Fabrox Regaldis, da sempre Cavaliere di Avalon, un altro pezzo di storia che svanisce cosi', dirigendosi verso l'ignoto, in caduta libera, proprio come la sua Avalon.


IIRIMA VORTH {folto foresta} E la donna pronunzia il verdetto, anch’ella come te vede due vie. Una fatta di rovi , che tu hai tradotto come il sussurro del vento portatore di morte o qualsivoglia “fine”, un’altra via che conduce alla cittadella, ai tuoi occhi la traduzione altri non è se non la ristagnante puzza fatta di corruzione. Ha già scelto. Scegli di seguire il tuo destino, e cosi ti incammini verso quei rovi con la donna e l’uomo. Non indugi, ti infili nei rovi lasci che le spine trafiggano il tuo corpo, lasci alla natura ciò che ha creato e forgiato: te stessa. Lasci che il pavimento si fradici del tuo sangue sacro e immortale. Lasci il timore della fine e del dolore che l’accompagna, e cosi il tuo corpo si squarcia. Sanguini. Vuoi che la fine giunga e vuoi che lo faccia ora. I tuoi averi, te stessa..tutto è con te. La terra trema e quei tremori sembrano in qualche modo accompagnare i tuoi lamenti, accompagnare un’altra anima altrove li dove il dolore diventa sussurro di idee e valori. Concretezza . terremoto e trema il tuo corpo al contrario della tua anima. Anche ciò che il to mondo stesso rinnega e disprezza sembra aver compreso l’assurdità del proseguo, e la verità del sacrificio. No, non puoi più tardare..non un altro passo occorre per rimandare la dipartita. Non dopo che anche il Cavaliere ha dato conferma del tuo stesso pensiero.. ma lo farai a modo tuo, non puoi abbandonare la dignità di ciò che sei e gettarti nel vortice di un drow! Chiunque essa sia! { milady} chiedi l’attenzione della donna. Tiri fuori l’athame {sia la natura, e siate voi compagni sconosciuti testimoni della dipartita di una delle ultime della mia stirpe} e cosi con l’athame recidi in modo netto e profondo i tuoi polsi, i tuoi polsi gocciolano di sangue sacro. Cade a terra , copioso. Regale, e pulsante ..ancora vivo, come se ti stesse strappando la vita dal corpo. Un sangue avido. { un breve viaggio compagni mie, ma intenso..} Lentamente i sensi ti lasciano, l’athame cade a terra e forse resti sospesa dalle spine, o forse cadi anche tu , non lo sai, non lo vedi, non ti importa. Cadi e ti abbandoni, certa che sia la scelta migliore. (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule+vista).

ANTAIR }. Pressi radura .{ I messaggi. Le parole. Le azioni. Siete questa notte, siete le notti che non verranno e quelle che tarderanno per sempre. Un filo si disegna sulle tue labbra, una voce, poi mille nel terremoto che genera pargoli alla terra di Avalon. I figli eravate voi, non vi sono altri che abbiano intessuto ogni linfa con il cuore di questa landa. L'hai protetta e forse essa stessa non ha mai chiesto di altro. Sei stata onesta. Giusta ed operosa. Ma non basta a questa notte, ancora no, perchè oltre alla figura del Cavaliere, v'è Ghadia e un incanto potente la racchiude e spacca la crosta del mondo ed ogni cosa crolla, come la caducità di corpi sfiniti dalle colpe degli altri, dalle maledizioni degli altri, dagli imbrogli degli altri e dal non aver saputo distinguere cosa Avalon chiedesse. Un esercito lucente contro il Boia. Altri sono diventati giustizieri e non puoi più perdonare. Ora vai, Antair, stella, veggente, strega. Bambina, faniculla. Madre ed Amante. Combattente fino alla fine. Tutto è rapido, consequenziale. Fabrox salta e l'elfa decide di porre fine alla sua vita immortale. I tuoi stessi attimi sono veloci. La terra trema e non hai il tempo di pensare a chi non rivedrai più perchè non v'è più nessuno che devi seguire. Ed infine ella ricade a terra tu corri e argini alcuni fossati creatasi, cerchi di essere veloce quanto basti affinchè quel tremore dell'isola possa concederti un momento solo. Ragioni a mente fredda e quando sarai giunta nei pressi dell'immortale volgi il capo in cerca di aiuto, ma alla fine di ogni cosa prenderai anche lei. Non vedi più Ghadia e nemmeno Fabrox. Afferri solo la mano dell'elfa che non sai chi sia, ma hai la sensazione netta che ella debba saltare con te. Così, a meno di trenta centimetri dal crepaccio, piegheresti sulle ginocchia, con la mandritta prendi il braccio prossimo di lei e la trascini nel vuoto. La stoffa del tuo abito, i tuoi capelli si sollevano in senso orizzontale, è un volo senza ali. Ma alla fine del mondo non si scoprirà la fine.

[ATTENDERE RESPONSO] Come il guscio di un uovo che cela il suo rosso embrione si spalanca il suolo agitandosi nefasto nello spasmo di pochi istanti, ma sufficienti perchè un'ondata di anime disperse da quella profonda più del crepaccio depressione che affonda l'isola possa trasmutare intenti di dubbio in tentativi di sciogliere ogni nodo come Alessandro Magno. Un taglio netto a slacciare il filo delle Parche. O meglio, così sarebbe, se L'elfa lascerà che la donna prenda la sua mano. [GDR PLAY SOLO IIRIMA!]



IIRIMA VORTH {folto foresta} E cosi come se non bastassero i rovi, come se non bastesse il peso del sussurro del vento e lo squarcio che la foresta ti ha aperto, come se non bastasse l’athame che ha squarciato entrambi i tuoi polsi.. lontano eppur vicino ti arriva il sussurro della druida.. un rintocco che sembra un bacio, l’ultimo bacio. Una carezza che si infrange dolce in uno degli ultimi tuoi immortali respiri. Ti afferra le mani, è una voce che accompagna unisona la natura , te , lei e per stramba coincidenza un elfo oscuro. Come se bene e male si fossero congiunti nello stesso torbido eppur “puro” abbraccio. Si . lasci che la druida afferri la tua mano, lasci che ti trascini giù e , con te tutti i tuoi averi, e tutti gli anni che verranno. Cadi nel crepaccio mano nella mano con coloro che forse saranno compagni di ben altre avventure in ben altri mondi..altre storie che non sono date sapere. Quali fili per voi tesseranno le Parche come abili amanti, dove vi lasceranno danzare probabilmente di li a poco lo scoprirete. Cosi sia. E in quel tuffo stringi la mani alla donna sconosciuta ti lasci cadere esalando cosi uno dei tuoi ultimi sospiri. La guardi, le sorrisi in pace. Spiri. Non sentendo , forse mai, il tonfo della dipartita. . (//sensi sviluppati+malus malinconia+fermezza di aule+vista).

[ATTENDERE ESITO ]
Unione insolita nell'addio estremo.
Com'è puro il potere ancestrale che fluttua in un luogo tanto sacro da macchiare col sangue dell'elfa la terra e poche gocce poi nulla sull'orlo di un suolo profondamente smottato che torna ad agitarsi, come costellato di vermi FINO a richiudersi completamente liscio sopra di loro, come prima, come nulla fosse. Dalla morte alla vita e viceversa. Così periranno scegliendo il profondo nulla misterioso a una terra profondamente mutata. Con tutti i loro averi e denari e possedimenti, persino loro creature, svaniranno per magia in un enigma per le due terre. Si scagliano lontani, verso le luci in fondo ai tunnel che sono nella loro mente, Cavaliere e Druida, Elfa e Drow. Luci e Ombre, Natura e Onore, Magia Ancestrale e Naturale asperse in stille di ognuno di costoro, abbandonano quelle terre Sacre. La Dea, come sempre, Osserva. Nulla si muove senza che ella veda e taccia. [QUEST END!]


Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 10:03
===>>Segue
Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 10:18
[IL FATO FA LE VALIGE]

Gli elfi giunsero da tempi ignoti
Nulla conobbero d'inizio vaganti
da lontane isole, o da golfi remoti
Sempre alla ricerca, perenni erranti.

Anticamente videro sorgere un luogo
da tutti quanti narrato lo snodo
epocale era così esso posto su un lago
fu la volta di molto agire e svago.

Pochi sapevano cosa fossero giunti a fare
ma quanto potevano si misero uniti
trovare la linea del destino e ricominciare
raggiungere una meta per insidie e banditi.

Il destino sottomette ognuno
e sotto i suoi fili sempre ciascuno
che siano re, regine e forse anche dèi
ognuno dice "vorrei....cambierei..."
Ma stavolta mutando, mutiamo
giocando, seri siamo,
un giorno una porta si apre, verso altrove
A nessuno è dato sapere quale e dove.
Col pensiero di chi era perduto
nella speranza che senza sarebbe salvato.
Il gomitolo la Sorte riavvolge e sistema
Vi fa un inchino e lascia la scena.

Prosaicamente: Gli elfi e Sharden lasceranno queste terre, si sono stufati e pensano sia meglio andare altrove.
Erebo Master chiude bottega come avrete ben visto.

Lascio solo un commento, di quelli che divertono me, musicali, che nella musica ci sono più parole di quante io non abbia oggi a lasciare, con il cuore in gola ma la mente ferma, ben decisa, questo capitolo della mia 'vita su avalon'.

A chi resta, Kubren incluso, posso solo dire: Io lo avevo detto quando ancora si poteva.








Ambrosya0
00sabato 17 ottobre 2015 10:19








==leia==
00sabato 17 ottobre 2015 11:22
IN VALUTAZIONE
(karvas)
00sabato 17 ottobre 2015 12:50
Anche io chiedo la morte dei miei pg

Karvas
Rothald
Hulstan

e di tutto ciò che ne consegue, anche se sono pg esiliati chiedo anche io di poter procedere con la morte dei pg senza dover aspettare la riabilitazione a Marzo.

Ghebura
00sabato 17 ottobre 2015 15:42
Mi accodo con la richiesta di esilio per i miei PG:

Tonal,
Ghebur
Alartae.

Come sapete il mio PNG master, Ananke, è già stato esiliato qualche giorno fa.
Vi auguro buona fortuna.

==leia==
00lunedì 19 ottobre 2015 16:35
GDR APPROVATO
Eccoci.

Dunque:

1) per quanto concerne i Vostri personaggi, il gdr è approvato e tutte le richieste legate ad esso anche. E' un'idea ancora in cantiere ma si pensa proprio di creare un responso ad hoc in cui cancelleremo dalla memoria di tutti i vostri personaggi. Questo affinchè, semplicemente, spariscano. I medaglioni eventualmente in possesso dei personaggi verranno trasportati nelle sedi delle congreghe o razze di appartenenza, e questo significherà che c'è posto per nuovi aspiranti. Ricordo che si parla di MORTE dei personaggi quindi con questi non potrete mai più tornare (so che ora vi sembra impossibile, ma può capitare).

2) I png non appartengono al master ma al tessuto narrativo della land. Tutti i master usano Filippa, Ricard o altri png storici e nessuno ne ha mai preteso la cancellazione. Questo come nota generale. Più nello specifico Irene posso assicurarti che io (e anche Alias) non userò mai i png da te citati per nessun gdr. Quindi, nonostante rimanga facoltà ricordarli o citarli per eventuali quest, puoi considerare in senso generale esaudita anche questa richiesta.

3) Le dimissioni di Erebo e Ananke sono ovviamente accettate.

Ho una sola domanda dal momento che nella richiesta non è specificato: anche il pg Had_de_Morlock è da considerare morta suicida in cella ? Nella lista non è riportato e volevo ragguagli in merito.

...sarà la quarta volta che metto un gdr approvato sotto un gdr dove muore Fabrox...stavolta è quella buona Fabrì (so che la prenderai in ridere, non voglio assolutamente essere polemico).

Bye bye. [SM=g27811]

Fabrox
00martedì 20 ottobre 2015 13:37
Re: GDR APPROVATO
==leia==, 19/10/2015 16:35:

Eccoci.

Dunque:

1) per quanto concerne i Vostri personaggi, il gdr è approvato e tutte le richieste legate ad esso anche. E' un'idea ancora in cantiere ma si pensa proprio di creare un responso ad hoc in cui cancelleremo dalla memoria di tutti i vostri personaggi. Questo affinchè, semplicemente, spariscano. I medaglioni eventualmente in possesso dei personaggi verranno trasportati nelle sedi delle congreghe o razze di appartenenza, e questo significherà che c'è posto per nuovi aspiranti. Ricordo che si parla di MORTE dei personaggi quindi con questi non potrete mai più tornare (so che ora vi sembra impossibile, ma può capitare).

2) I png non appartengono al master ma al tessuto narrativo della land. Tutti i master usano Filippa, Ricard o altri png storici e nessuno ne ha mai preteso la cancellazione. Questo come nota generale. Più nello specifico Irene posso assicurarti che io (e anche Alias) non userò mai i png da te citati per nessun gdr. Quindi, nonostante rimanga facoltà ricordarli o citarli per eventuali quest, puoi considerare in senso generale esaudita anche questa richiesta.

3) Le dimissioni di Erebo e Ananke sono ovviamente accettate.

Ho una sola domanda dal momento che nella richiesta non è specificato: anche il pg Had_de_Morlock è da considerare morta suicida in cella ? Nella lista non è riportato e volevo ragguagli in merito.

...sarà la quarta volta che metto un gdr approvato sotto un gdr dove muore Fabrox...stavolta è quella buona Fabrì (so che la prenderai in ridere, non voglio assolutamente essere polemico).

Bye bye. [SM=g27811]




//Letto ed approvato,
Come da accordi presi direttamente con Kubren, anche Fabrox sparisce definitivamente da Avalon.
Rimane un solo pg, Eloy, figlio di Fabrox, non giocante. Se mi va' di loggare e dare un'occhiata sono libero di farlo.

Fabrox era il personaggio storico di Avalon, a cui, come sai, tenevo particolarmente. No, non ci sto ridendo sopra.
Non giocarci ed ora elminarlo per sempre, rappresenta una protesta pacifica e non polemica per cio' che e' accaduto alla land. Chi vuol cogliere il messaggio, lo comprende da se'.

Adios Federico, Adios Fabio, buon proseguimento.
==leia==
00martedì 20 ottobre 2015 13:58
Il messaggio è stato colto, ma io che sono qui da tanto tempo non dimentico nemmeno i tanti che hanno lasciato definitivamente la land a causa di persone diverse da quelle cui oggi si da la colpa (in primis, tu, che fra il 2004 e il 2006 hai portato all'esilio di tanti ottimi player cavalieri).
La vita è una ruota che gira, nessuno fu particolarmente affranto per quegli abbandoni, nessuno lo è oggi per questi, nessuno lo sarà domani se toccherà a me.

Buona fortuna e buona vita.
°°°Erinn°°°
00martedì 20 ottobre 2015 14:48

A dire il vero io sono piuttosto affranta.

Raine, Ghadia, Erebo… non siamo sempre andate d'accordo e non ho sempre approvato ogni tua azione. Ma da queste parti si sentirà la tua mancanza, tanto, e me ne rendo io e se ne rendono conto tanti altri, credo.
Hai piantato su montagne di casini in On e ne e' venuto fuori un sacco di gioco; hai creato personaggi e storie; hai smosso le acque. I tuoi personaggi hanno dato vita a infinite occasioni di gioco. Sei stata una player attivissima (credo una delle più attive di sempre) e - da giocatrice letargica quale io, invece, sono - non posso che ammirare tutto il tempo, le idee, le energie che hai speso per questa Land. Io questo comunque non lo dimentico.
E penso davvero che Avalon sarà un posto peggiore senza di te e senza quello che le hai offerto e potevi ancora offrirle - visioni contrastanti comprese, visto che la dittatura delle opinioni non ha mai reso migliore uno spazio di vita… tanto meno di gioco.
Quindi niente, mi mancherai.

Un saluto e buona vita. Se recapiti da queste parti o se decidi di migrare, fammi sapere. Io ho ancora voglia di giocare con te!

Chiara
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