MILANO: PER LE ZONE E' IL GRIGIO IL COLORE VEDETTE DELLA MODA AUTUNNO-INVERNO 2006

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INES TABUSSO
00martedì 26 settembre 2006 16:15
IL GRIGIO FA LA ZONA.
DOPO UN MESE E' GIA' UN TORMENTONE SULLE PAGINE MILANESI.
QUASI SI FOSSERO MESSI D'ACCORDO GLI EDITORIALISTI E GLI IMPRENDITORI:

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CORRIERE DELLA SERA
26 settembre 2006
Conferenza stampa «per fare chiarezza», alla presenza anche dei figli
Conti e intercettazioni, le verità di Tronchetti Provera: «Noi siamo perbene. E parti lese»
Sull'inchiesta: «Telecom non fa intercettazioni». Bilanci, replica alle insinuazioni: «A Pirelli mai una lira di dividendi»

MILANO - «In questi anni Pirelli non ha mai ricevuto una lira di dividendi da Telecom e le società a monte non hanno bisogno di una ristrutturazione». Lo ribadisce più volte il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera, nel corso di una conferenza stampa convocata a sorpresa a Milano «per fare chiarezza». «Un aumento di capitale di Pirelli non è allo studio», spiega fra l'altro Tronchetti durante l'incontro con i giornalisti, al quale assistono anche i figli del manager milanese Giada, Giovanni e Ilaria.

I DIVIDENDI - «Zero». Sono questi i soldi che secondo Tronchetti Provera, sono passati dal gruppo Telecom alla Bicocca. «Sapete quanto denaro in questi anni è passato dal gruppo Telecom al gruppo Pirelli? - chiede Tronchetti rivolto ai cronisti-. Zero, non è passata una lira di flusso di cassa dal gruppo Telecom al gruppo Pirelli», mette in chiaro. La Bicocca «ha supportato la società facendo aumenti di capitale in Olimpia», e «non ha mai ricevuto una lira». «Sono società patrimonialmente e finanziaramente solide», sottolinea dopo aver ricordato nel dettaglio i risultati economici di Telecom, Pirelli e Olimpia. «E queste sarebbero le società in crisi?», chiede provocatoriamente. Telecom, «l'ho presa in una posizione l'ho lasciata in un'altra» rivendica Tronchetti che sottolinea inoltre come la società «oggi ha un debito inferiore a quello del '93» ed è tutto «collocato vicino alla cassa. Dentro la società sta tutta Telecom tutta Tim e non come allora tre scatole».

INCHIESTA INTERCETTAZIONI - E passando poi all'inchiesta sulle intercettazioni telefoniche illegali, Tronchetti osserva: «Nelle 344 pagine di ordinanza appare sempre che Pirelli e Telecom Italia sono parti lese e i soggetti danneggiati dai reati. Questo sta scritto nell'ordinanza». Quindi puntualizza che nell'ordinanza non esiste il termine di «intercettazioni abusive» e che non si parla di «intercettazioni di Telecom Italia». «Telecom Italia non fa intercettazioni - ribadisce Tronchetti - Telecom collega le Procure ai tavoli di ascolto che sono gestiti dalle stesse Procure». Viene anche smentita con forza la vicenda sul suo conto svizzero , «su quel conto non è avvenuto niente di irregolare», spiega. In luglio, racconta Tronchetti, «ho denunciato un tentativo di estorsione alla magistratura». Il patron del gruppo Pirelli-Telecom sottolinea quindi di aver «dato la piena disponibilità di verificare tutto quanto è accaduto su quel conto». Ma nelle ultime ricostruzioni su alcuni quotidiani, «la denuncia di una persona per bene non è neanche stata citata». «Il dottor Buora, il dottor Puri, come il sottoscritto - insiste Tronchetti -, sono persone per bene che non possono essere accusate di aver fatto nulla se non in buona fede».

ZONA GRIGIA - « Mantengo un'enorme fiducia nelle istituzioni - aggiunge infine Tronchetti - La zona grigia che crede di trarre giovamento da un momento di debolezza della politica e dell'etica dovrà venire a galla» .




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COMMENTI:

LA REPUBBLICA
26 settembre 2006
IL COMMENTO
La vera zona grigia
di EZIO MAURO

Qualcosa finalmente si muove dentro l'occhio del ciclone che ha investito Telecom. Avevamo chiesto pochi giorni fa ai vertici responsabili (ieri e oggi) della società di fare un'operazione-trasparenza davanti al Paese ancor più che al mercato, senza lasciare alla sola magistratura il compito di porre fine ad un'attività di spionaggio che configura un vero e proprio attentato alla democrazia, minando i diritti costituzionali dei cittadini. Guido Rossi, il nuovo presidente, si è mosso su questa strada come ha sempre fatto in passato, e ieri ha spiegato con chiarezza alla Consob la sua autonoma strategia aziendale (confermando che i problemi finanziari sono al piano superiore, nel controllo, non in Telecom), mentre venerdì aveva portato alla Procura della Repubblica i verbali degli ultimi consigli d'amministrazione della società nella bufera.

Ieri è sceso in campo Marco Tronchetti Provera, azionista di riferimento Telecom, e presidente all'epoca dello scandalo-spie: e il tono è sembrato diverso. Tronchetti ha ribadito com'è comprensibile la solidità di Pirelli ed Olimpia (dove sta il controllo Telecom), e ha difeso se stesso e i suoi più stretti collaboratori per la vicenda del conto svizzero, ricordando in proposito di essere stato vittima di un tentativo di estorsione, denunciato alla magistratura. Quanto alle dimissioni dalla presidenza, la causa non è nella doppia crisi Telecom, aziendale e giudiziaria, ma nella politica, perché dopo la polemica con Prodi "si rischiava un conflitto istituzionale".

Un impianto rigidamente difensivo, senza nemmeno una parola sulla gravità di uno scandalo scoppiato nel cuore dell'azienda. "Noi siamo parte lesa e non abbiamo mai svolto intercettazioni", dice Tronchetti: ma non parla delle decine di migliaia di file illegali "commissionati - secondo il Gip - per la stragrande maggioranza da uomini Telecom e Pirelli" e pagati "con denaro proveniente da tali società", poi "utilizzati a propri fini" da "qualcuno posto al di sopra di Tavaroli", l'uomo della security al centro della ragnatela spionistica. Tronchetti su questo tace: e non spiega perché quattro mesi dopo essere stato allontanato dall'azienda Tavaroli ebbe nuovamente una delega speciale per operazioni di intelligence.

In compenso, Tronchetti Provera denuncia una "zona grigia" nel Paese, che sfrutta la debolezza della politica e dell'etica, ma che prima o poi - avverte - dovrà venire a galla. È interesse di tutti che ciò avvenga, per eliminare ogni opacità nella vita pubblica. Ma intanto, il primo imprenditore italiano può cominciare dalla "zona grigia" di casa sua, così estesa da pesare direttamente non solo sulla politica e sull'etica, ma anche - secondo i magistrati - "sui principi costituzionali fondanti di questo Paese".




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L'UNITA'
26 settembre 2006
La zona grigia
Antonio Padellaro

Vanno prese molto sul serio le dichiarazioni di Marco Tronchetti Provera sulla «zona grigia che crede di trarre giovamento da un momento di debolezza della politica e dell´etica». E quando afferma che il marcio «dovrà venire a galla», sappia che come lui anche noi lo vogliamo fortemente. E se l´ex presidente di Telecom, rivolto ai giornalisti presenti, chiede e ripete «aiutateci a dire la verità, io sono qui stasera per chiedervi aiuto», la libera stampa ha il dovere di rispondere a un appello così drammatico. Ma come si fa a prenderlo in parola se poi, un minuto dopo avere chiesto luce sostiene di essere all´oscuro di tutto? Prendiamo Tavaroli. Lo ha nominato lui capo della security di Telecom: poteri d´intervento praticamente illimitati, un filo diretto con il vertice dell´azienda. Eppure, Tronchetti, quando legge le 344 pagine dell´ordinanza sulle intercettazioni illegali, cade dalle nuvole, si trova in un mondo che «lo lascia colpito», e si descrive come uno che «arriva a 58 anni e scopre che certe cose avvengono». Non aver null´altro da aggiungere sul gigantesco scandalo orchestrato dall´intoccabile manager di Telecom se non che «Telecom è parte lesa», lascia davvero interdetti. Come si fa a credere che, in tanti anni, un imprenditore della sua statura ed esperienza non abbia mai sospettato dei maneggi di uno spione abituato a circolare per i piani alti? Che nessuno lo abbia avvertito che qualcosa non andava? Oppure le cose sono più complicate? Segreti difficili da rivelare? E cos´è la debolezza della politica e dell´etica? Abbiamo colto nelle parole di Tronchetti, nella tensione del momento, un timbro di sincerità. E dunque, se lui chiede a noi aiuto per la ricerca della verità, non è dalla zona grigia di Telecom che bisogna cominciare?



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