MAGISTRATI A PROPOSITO DI CANDIDATURE DI MAGISTRATI

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INES TABUSSO
00domenica 12 febbraio 2006 23:26


CORRIERE DELLA SERA
12 febbraio 2006
IL CASO / L’Anm riunita a Firenze. Spataro: sto con Rognoni, chi decide per il Parlamento non deve poter tornare indietro
I magistrati: noi in politica? È ora di riflettere
Bruti Liberati: più senso di responsabilità. Laudi: no a candidati nello stesso territorio
DAL NOSTRO INVIATO

FIRENZE - A metà della riunione del «parlamentino» del sindacato dei magistrati convocato per rispondere alle accuse di politicizzazione e agli attacchi mossi dal premier, il sasso nello stagno lo getta Maurizio Laudi, procuratore aggiunto di Torino e figura di spicco della corrente moderata di MI: «Per mantenere la sua credibilità, il magistrato che intende candidarsi deve assumere scelte rigorose soprattutto se si tratta di colleghi che con la loro attività hanno avuto un forte impatto sulla società». E poi, incalza Laudi, «vivo con sconcerto i magistrati che si presentano nello stesso territorio in cui hanno esercitato le funzioni. Per questo, l'Anm deve assumere posizioni nette altrimenti non ci possiamo lamentare se queste scelte vengono sfruttate contro di noi».
Il caso candidature viene a galla nettamente anche se lo stesso Laudi poi si affretterà a precisare che nelle sue parole non bisogna leggere riferimenti a Gerardo D'Ambrosio, il magistrato in pensione da 3 anni che si presenta come indipendente nei Ds.
Lì, davanti a Laudi ci sono leader dell’Anm presieduta da Ciro Riviezzo che capiscono al volo l'importanza dell'affondo e non lo respingono. Servono più paletti certi per le candidature dei magistrati perché, osserva Juan Patrone, segretario di Magistratura democratica, «siamo cittadini come gli altri ma svolgiamo una funzione particolarmente delicata». Nel documento conclusivo - incentrato a respingere «le pesanti e gratuite denigrazioni provenienti da persone investite di altre responsabilità istituzionali» - non c'è traccia del dibattito sulle candidature ma è certo che, al congresso dell'Anm di fine febbraio, il confronto sarà serrato.
Ieri è stato Edmondo Bruti Liberati (Md), procuratore aggiunto di Milano, a ricordare la sua posizione sulla candidatura del pm veneziano Felice Casson come sindaco di Venezia: «E’ inopportuno correre per le amministrative dove si sono esercitate le funzioni». Ma Bruti, nel suo intervento, aveva allargato il ragionamento: «A suo tempo ho espresso riserve ruvide, in termini di opportunità, anche se i magistrati spesso vengono chiamati dai partiti solo come tecnici del diritto. Però, nel dubbio, ai colleghi che si candidano si deve chiedere un eccesso di "self restraint". E' questione di misura e di senso di responsabilità». Però sui diritti civili dei magistrati «non si possono mica introdurre divieti assoluti», insiste Bruti. Antonio Patrono (Mi) vorrebbe limitare le incompatibilità agli enti locali nei quali non è richiesta la competenza tecnica dei magistrati: «Per il Parlamento il discorso cambia». Grandi assenti, al dibattito di ieri, i magistrati di Unicost (centro) mentre Armando Spataro (Movimenti), che pure non è stato tenero con la «cialtronesca aggressività» della politica, ha sposato la tesi di Virginio Rognoni, vicepresidente del Csm: «Chi scende nell’agone della politica fa un percorso di sola andata». E Nello Rossi (Md) ha osservato: «Le critiche più velenose a D’Ambrosio vengono da chi, come Francesco Nitto Palma, faceva il magistrato e ora milita in una forza politica (Forza Italia, ndr)».

Dino Martirano


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