LE ACCUSE A CONSORTE

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INES TABUSSO
00sabato 17 dicembre 2005 22:49
CORRIERE DELLA SERA
17 dicembre 2005
L’ORDINANZA
«Complicità con Fiorani» Tutte le accuse a Consorte
I verbali degli ispettori di via Nazionale e le indagini dei pm Le amicizie in Bankitalia e l’istruttoria sui conti riservati
Paolo Biondani

MILANO - Giovanni Consorte si ritrova oggi, rispetto alla Banca d’Italia, nella stessa posizione in cui si trovava sei mesi fa Gianpiero Fiorani: in mezzo al guado. Di qua gli ottimi rapporti con i vertici della banca centrale, di là i tecnici e gli ispettori di via Nazionale che frenano la scalata di Unipol alla Bnl e spulciano nei conti riservati del presidente della compagnia bolognese e del suo vice, Ivano Sacchetti. I famosi conti alla Popolare di Lodi. Ad annunciare ai pm milanesi che la stessa Vigilanza indaga sui manager di Unipol è il capo dei nuovi ispettori, Nicola Stabile: «Stiamo analizzando i conti di Consorte e Sacchetti sui quali si registra un'operatività anomala in derivati». A gestire l’istruttoria è Ferdinando Cutino. Il verbale dell’ispettore si apre con la descrizione tecnica di uno dei trucchi finanziari usati da Fiorani e Boni per arricchire i «clienti privilegiati»: «Con queste operazioni venivano destinate a conti di una clientela selezionata somme di pertinenza della banca relative a contratti derivati. Una modalità, da noi accertata, è di accreditare al cliente prescelto il premio per la vendita di un'opzione put... C’era un prospetto manoscritto da Boni che evidenziava i guadagni e i soggetti ai quali accreditarli... Tali operazioni venivano effettuate con "partite viaggianti" con operatività assolutamente anomala: solitamente si chiudono in pochi giorni e sono impiegate solo per casi eccezionali e documentati, mentre qui sono rimaste aperte per anni».
Quindi l’ispettore entra nei dettagli: «Primo aspetto del tutto peculiare è che Sacchetti e Consorte operano in parallelo e le loro posizioni sono del tutto identiche. La delibera di affidamento del credito è del dicembre 2004. Come poi ho scoperto, erano da tempo clienti Bpl-Bpi, ma avevano chiuso i loro precedenti conti. Riapertili, hanno ricevuto un affidamento per 4 milioni di euro a testa senza prestare garanzia».
«Troppe anomalie

nei contratti»
«L'affidamento, fondato su una sommaria istruttoria del merito, veniva erogato per vendite di opzioni put, con risultati positivi per circa 1,7 milioni di euro ciascuno. Le operazioni erano l'una la fotocopia dell'altra per titolo, quantità e prezzo... L'ordine non veniva inoltrato dal cliente... I contratti non erano trattati sui mercati regolamentati, ma negoziati "over the counter" (Otc): è una prassi diffusa, tuttavia è necessario verificare se i prezzi siano conformi... Talvolta, in modo errato, la procedura indica "mercato regolamentato". In merito al rischio, la controparte Akros chiedeva sistematicamente collateral (somme in garanzia, ndr ), ma ai clienti non veniva richiesto alcun deposito cauzionale».
«Descrivo ad esempio l’operazione su Generali: scadenza 20/05/2005; premio di 0,37 euro per azione; prezzo base (valore del titolo alla scadenza) 25 euro. Ciò vuol dire che il cliente realizzerà un utile se, a scadenza, il titolo arrivi a un valore superiore a 24,63. E’ quindi una scommessa in un mercato rialzista... Ma il dato maggiormente significativo è che il prelievo dei premi è avvenuto, per Consorte-Sacchetti, ben prima della scadenza, quando invece avrebbero potuto esservi perdite... Sui conti ci sono attualmente circa 130 e 140 mila euro... Queste operazioni presentano comunque vari caratteri di irregolarità: il fissato bollato riporta una contropartita con Akros e Barclays, mentre Bpi si frappone e negozia in conto proprio; il rischio creditizio decisamente maggiore; l’assenza di una linea di fido deliberata per i derivati e di strumenti per rilevare il rischio per la banca; l’opacità del reale rischio di controparte per Akros e e Barclays...
«Quel denaro

a Gnutti»
«Quanto ai prelevamenti finali: per Consorte tutti gli assegni circolari sono a favore di Teti Finanziaria srl per 1,6 milioni di euro; per Ivano Sacchetti, 1,4 milioni sono per I.M. Immobiliare srl e 200 mila per Gianni e Fernanda B.». Un terzo ispettore, Roberto Angeletti, indaga su misteriosi giri di soldi tra la cerchia di Unipol e quella di Gnutti e Fiorani. «In almeno tre date sono stati addebitati tramite partite viaggianti i conti di Consorte, Sacchetti, Liberini e Savoldi, con causali "capital gain" oppure "commissione titoli", e accreditati i conti di Gnutti, Argenti, Menclossi, Sechi, Alzani, Parati e Tamagni, con causale "storno commissioni" o "trasferimento titoli". La criticità riscontrata è che sono state trasferite somme di denaro da c/c ad altri con causali apparentemente fittizie. L'importo complessivo di tali trasferimenti è di circa 2 milioni di euro ed è collocabile da fine 2001 a metà del 2002».
«I legami

con la Bpi»
Le rivelazioni degli ispettori e le indagini ancora segrete della Guardia di finanza hanno convinto i pm ad accusare Consorte e Sacchetti non solo di concorso in aggiotaggio nella scalata Antonveneta, ma a ipotizzare una complicità più generale con Fiorani. Nella richiesta d’arresto del banchiere, i pm scrivono infatti che «l'approfondimento investigativo sui conti dei 35 concertisti e le ulteriori acquisizioni su altri soggetti, tra cui Sechi, Galerati, Gnutti, Consorte e Sacchetti, unitamente agli accertamenti patrimoniali su immobiliari di cui Fiorani è socio occulto, ha fatto emergere una serie indefinita di condotte penalmente rilevanti di eccezionale portata criminale... Appare ormai accertato anche documentalmente dalla stessa Bpi che un gruppo di consiglieri e dirigenti si sono appropriati del controllo della banca e l'hanno utilizzata, falsificando i conti e la documentazione, per arricchirsi, operando, direttamente, attraverso un numero indefinito di conti di clienti compiacenti nell'assenza e/o complicità di tutti gli organi di controllo interni, esterni e istituzionali. A tale illecita operatività hanno preso attivamente parte sia numerosi soggetti esteri sia i principali partner italiani, quali Gnutti, Consorte e Sacchetti, sia altri da identificare... Le dichiarazioni sino a oggi rese da Fiorani, Boni e Spinelli appaiono riduttive e finalizzate a mantenere intatta questa rete protettiva... analogo discorso vale per i rapporti con i partner di affari (in primis, i Bassani, Gnutti, Consorte e Sacchetti, Ricucci ma anche i Lonati, Caltagirone Bellavista, Bonsignore, Bonifaci, Coppola e Zunino), con i principali clienti e con la rete di protezione "esterna" .... I profitti e gli investimenti anche dei numerosi complici sono stati occultati per lo più all'estero, del pari è sparita l'enorme quantità di denaro prelevato in contanti».
pbiondani@corriere.it
mgerevini@corriere.it
Antonio Franchi, commercialista di Verona, era «sindaco supplente» di Antonveneta fino all’anno scorso. Ora si scopre che lo scalatore occulto della banca padovana, Gianpiero Fiorani, ha confessato di aver comprato proprio da Franchi una villa in Sardegna, a Cala di Volpe, intestandola a un prestanome per non comparire. Versando una parte del prezzo in nero: «Il mio conto svizzero Gattuccio è stato utilizzato per pagare la parte "nera" della villa in Sardegna che ho acquistato nel 2004 dal signor Franchi. La villa è costata 3,5 milioni di euro, oltre a 500 mila euro ancora da consegnare al venditore. Mi sono occupato personalmente del finanziamento della Bpi per 1,5 milioni. Dal conto Gattuccio mi sembra che siano finiti ad Antonio Franchi circa 1,7 milioni di euro, su una posizione indicata dallo stesso a Spinelli sulla Banca del Gottardo».
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