L'ARCHIVIO DI ZAGAROLO

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INES TABUSSO
00venerdì 6 gennaio 2006 20:25
CORRIERE DELLA SERA
6 gennaio 2006
Ricucci, 131 scatoloni nascosti a Zagarolo
Trovati nell’intercapedine di un garage. «È l’archivio segreto» L’imprenditore: sono sereno. I suoi: lì dentro i calendari di Anna

ROMA - L’archivio segreto era nell’intercapedine di una palazzina di Zagarolo, il suo paese d’origine alle porte di Roma. Lì, al piano dei garage dove solitamente si ripongono secchi e scope, Stefano Ricucci aveva nascosto i documenti sulla sua attività. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno aperto la porticina di metallo e sono entrati nello sgabuzzino. Dentro c’erano migliaia e migliaia di carte custodite in scatoloni di cartone. Ben 131 pacchi accatastati contro il muro che adesso potranno rivelare retroscena inediti sulle scalate finanziarie che hanno visto protagonista l’immobiliarista romano. «Sono tranquillo e sereno - commenta in serata lo stesso Ricucci - perché l’esame della documentazione potrà fare piena luce sulla correttezza del mio operato». Secondo i suoi collaboratori nel piccolo magazzino sarebbe finita l’intera collezione del mensile di arredamento Ad e persino le copie dei calendari di sua moglie, l’attrice Anna Falchi. Gli uomini del Nucleo Valutario si sono comunque concentrati su delibere, estratti bancari, contratti e tutto il materiale che riguarda le attività del Gruppo. Del resto è la stessa società a chiarire con un comunicato che «il locale è utilizzato per il progressivo deposito di una serie di documenti e materiale vario degli anni passati delle aziende del Gruppo Magiste e anche personali del dottor Ricucci e della sua famiglia» e che «due collaboratori stavano predisponendo in questi giorni la catalogazione del materiale depositato».
La scoperta dell’esistenza di un archivio segreto risale a tre giorni fa, quando una «soffiata» ha svelato il nascondiglio. In questi giorni Ricucci sta traslocando gli uffici della sua Magiste da viale Regina Margherita in una sede che si trova a due passi da piazza del Popolo, in pieno centro di Roma. Ma alcuni scatoloni hanno preso la strada di Zagarolo e qualcuno ha notato strani movimenti. Sembra che abbia addirittura visto Ricucci entrare nel palazzo e fermarsi al piano ammezzato.
In passato lo stabile, che si trova in via Valle del Formale 28/F, era interamente di proprietà di Ricucci. Acquistato, ha raccontato lui più volte, con i primi risparmi della sua attività di odontotecnico e con i soldi dei suoi genitori. L’imprenditore ha poi deciso di vendere gli appartamenti e i box per le auto, ma ha tenuto quel locale per sé. E dentro ci ha trasferito nel tempo documentazione che adesso potrebbe rivelarsi preziosa per le indagini. La catalogazione affidata dall’immobiliarista ai suoi collaboratori, sarà effettuata invece dagli investigatori del Nucleo Valutario.
Per l’operazione Antonveneta e per il tentativo di scalata alla Rcs Ricucci è indagato per aggiotaggio e il suo «patto occulto» con il presidente della Bpi Gianpiero Fiorani e gli altri «furbetti der quartierino» gli è costato la scorsa estate anche un provvedimento di interdizione dall’attività imprenditoriale. Le accuse di appropriazione indebita, falso in bilancio e false fatturazioni sono scattate per gli affari conclusi con la Confcommercio. Ma poi ci sono gli altri investimenti finanziari che la Guardia di Finanza spera di ricostruire esaminando queste nuove carte, la contabilità occulta che potrebbe emergere.
Ricucci nega che fra quei documenti si possano trovare elementi compromettenti, ma gli investigatori si sono insospettiti quando hanno saputo che per sistemare l’archivio avesse scelto di utilizzare un luogo così difficile da trovare. Un posto fuori dal comune così come lo era il pouf dove Duilio Poggiolini aveva nascosto i soldi delle tangenti o la cassapanca della casa di campagna dove Sergio Cragnotti aveva occultato i documenti della Cirio. La scoperta servì ad incastrare gli indagati. Gli investigatori sono convinti che ora «questa miniera di carte potrà fornire elementi determinanti».

Fiorenza Sarzanini
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