Incontri notturni ai giardini di Avalon

Arta93
00martedì 4 novembre 2014 12:20
SERAFIN [Giardini] Non ha mai apprezzato realmente questo luogo. La natura circoscritta nel confine di poche aiuole non rientra di sicuro fra quei tipi di spettacoli che un Ranger apprezzerebbe. E' come ingabbiare una bestia selvatica e pretendere da lei che lo spazio delimitato nel quale è costretta a muoversi le stia bene, malgrado tutto. Lei se ne sta lì, come il riflesso di un'Ombra apparente, >>
SERAFIN che osserva tutto ma che alla fine non guarda nulla, prestando a quel ritaglio di creazione ingabbiata un paio d'occhi azzurri e vacui. Le ciglia che li incorniciano, scure e ricurve come le ali di corvo tese nell'atto di spiccare il volo, ondeggiano pigramente sulle pupille asciutte, e continuano a farlo anche mentre le mani della donna carezzano il fusto dell'albero che l'ha >>
SERAFIN sostenuta fino a quel preciso momento. Sembra volerlo ringraziare per essersi offerto a lei senza remore. Quello contraccambia le proprie cure facendo oscillare le verdi chiome imbrunite dalla sera incipiente, come se la salutasse a modo suo, agitando le braccia scheletriche dei rami che lo compongono, offrendo in pasto al selciato pulito la caduta di qualche foglia. Si allontana da quel >>
SERAFIN sostegno temporaneo con la trasparenza del silenzio nel passo, camminando verso un punto indistinto dei giardini come se fosse il vento stesso a sospingerla. Le ombre, o chissà chi per loro, attutiscono i passi della bestiolina selvaggia che le attraversa, padroneggiando una grazia e una delicatezza non solo paradossali - per chi la conosce bene - ma anche fuori dal comune [Passo >>
SERAFIN felpato +3]. Ha il cappuccio levato sulla testa e il mantello aderito al corpo come una seconda pelle, inumidito dall'abbraccio della bruma che comincia a contorcersi attorno a ciascuna sagoma, stemperandone i confini. Le mani sono protette da una coppia di guanti e le armi sono tutte nascoste nei punti più disparati, al sicuro da occhi ignari e indiscreti. Non si sente più al sicuro>>
SERAFIN da nessuna parte. Non che lo sia mai stata, al di là del privilegio che sanno concederle davvero poche braccia.

ARTA [Giardini] Quella sera Arta non vuole passare la serata in locanda. La mezzelfa è uscita da questa con l�intenzione di recarsi presso il giardini di Avalon, in modo da poter godere del clima dell�isola, anche questo per lei una novità. Non è nata ad Avalon, Arta, ma in Islanda, dove le temperature sono differenti, come lo è tutto il resto. Conosce ancora poco e nulla dell�isola >>
ARTA >>visto che il suo arrivo è avvenuto non molti giorni prima. Indossa una armatura leggera acquistata al mercato. Con se ha una spada corta, primo acquisto fatto sull�isola, che tiene nel fodero, al fianco sinistro. Prosegue con passo moderato attraversando la strada che divide i giardini dalla locanda, raggiungendoli poco dopo. Li si ferma ad osservare quel posto, per lei, pur essendo un comune
ARTA >>giardino è affascinante come le è tutto ciò che riguarda l�isola su cui ha deciso di stabilirsi, per poter potare avanti il suo addestramento come guerriera. Il vento di tanto in tanto va a muovere i suoi capelli castani.>>
ARTA >>Si osserva ancora in torno, non le sembra di vedere nessuno, così si recherebbe presso una delle panchine e prenderebbe posto su una di questa, sedendosi in maniera rilassata e priva di qualsiasi femminilità.

SERAFIN [Giardini] Probabilmente Arta e Serafin sono animate dallo stesso desiderio di libertà, di quel tipo che serpeggia silenziosamente nell'anima fino a farla esultare nel momento stesso in cui non vi sono più quattro mura restrittive a circondarla. O magari, più semplicemente, i fili delle loro esistenze hanno deciso di intrecciarsi e di congiungersi in quell'unico punto, stasera. Un pugno di >>
SERAFIN natura domata dai dogmi di qualche mano umana, e una manciata di stelle spruzzata casualmente lungo la volta notturna, è tutto ciò che fa da sfondo alla scena che tra non molto si evolverà, sotto gli occhi partecipi di una luna troppo gravida. Mentre all'altra sembra di non scorgere nessuno, Serafin s'accorge di lei. Più che di lei, s'avvede di tutto quell'ammasso d'ombre che rappresentano >>
SERAFIN il suo concitato seguito. E' un groviglio tenue, che si muove con poca accortezza, intonso come lo era il proprio anni prima, quando raggiunse l'isola delle mele nutrita da una fonte, apparentemente inesauribile, di sogni e belle speranze. Intravede, intuisce o forse fiuta soltanto il movimento che la sconosciuta riproduce fra le pieghe della notte, sollevando inconsciamente quegli stessi >>
SERAFIN emettere fiato o preannunciare verbo. Semplicemente, avanza, sfilando al centro dei giardini come un'ancella oscura. Non della Morte, ma di sé stessa. E a volte non è detto che le due cose non corrispondano. Tutto ciò che le interessa, per il momento, è il profilo della spada corta che l'altra porta al fianco, oltre al lucore vivido dell'armatura che la riveste. Una guerriera. L'ennesima. >>SERAFIN veli oscuri sui quali passeggia Serafin, risucchiando parti disparate della propria attenzione come se qualcuno la richiamasse in vita. Da Ombra diviene improvvisamente Donna. Un passaggio essenziale affinché l'altra possa rendersi conto di non essere affatto sola, in questo scorcio di universo appartato. Si avvicina, indolente, alla panchina presa di mira dalla giovane, senza ancora >>
SERAFIN Cos'è questo, uno scherzo del destino? Non avevi mica chiesto al fato di metterti davanti ad uno specchio, tu, per presentarti il riflesso distorto della ragazzina che eri un tempo. E quando si rivolge a lei, lo fa con la voce arrochita e consapevole di chi riscontra una certa familiarità, dall'altra parte della barricata ''Voi contro chi combattete?'' Sì, ognuno hai i suoi mostri personali >>
SERAFIN dei quali dover tener conto. Lo sa bene lei, che non ha mai smesso di lottare da quand'è nata.

ARTA [Giardini] Tiene le mani in grembo, osservando il cielo notturno, nel silenzio e la pace di quel luogo. Pensa al futuro che la attenderà, a quel futuro che potrà essere sia di successi che di fallimenti. Il timore di fallire, dopo ciò che gli è accaduto in passato, il timore di non poter proteggere le persone che ama la logora dentro ormai da tempo. >>
ARTA E� da poco maggiorenne la mezzaelfa, eppure sono sessant�anni che vive su quel mondo e pochi sono quelli che a vissuto in maniera serena. Sono per lo più dolorosi i ricordi che porta con se. Qualcosa la distrae dai suoi pensieri, una voce, di una donna. Osserva lo sguardo su di questa. Non sembra aver cattive intenzioni, così la sua risposta arriva senza troppi problemi. >>ARTA pensa a chi dovrebbe rivolgersi per poter portare avanti i suoi obbiettivi, per poter crescere nell'arte del combattimento, quell'arte tanto amata quando odiata nella sua lontana infanzia. >>
ARTA . �nessuno�almeno per ora� risponde in maniera veloce e distaccata. Il tono abbastanza alto perché lei possa sentirla. �Voi sareste?� chiede, raddrizzando leggermente il busto. In maniera da assumere una posizione più composta.

SERAFIN [Giardini] Nessuno. Un vocabolo che, da solo, non avrebbe avuto alcun riscontro concreto nella realtà.. se accostato al seguito, tuttavia, il senso pare lampante. Lei può ancora permettersi di respirare a pieni polmoni. Serafin ha perso questo privilegio anni fa. Se non combatte contro nessuno, significa che gira armata per pura precauzione. L'Ombra ama definirla giustificata diffidenza. >>
SERAFIN La sua domanda non la infastidisce. Ci mancherebbe. In fin dei conti se l'aspettava, avendola provocata lei stessa. ''Serafin..'' ammette quasi stancamente, prendendo posto accanto a lei - pur lasciando qualche centimetro nel mezzo a dividerle - senza chiederle il permesso. Non è mai stata una creatura avvezza a certi scomodi e finti formalismi. Si priva, nel frattempo, dell'ostacolo >>
SERAFIN rappresentato dall'ampio cappuccio, lasciandolo ricadere sulle spalle e mettendo in mostra una zazzera bruna e lucida come l'inchiostro, lunga come un branco d'alghe e ondulata come un ammasso corposo d'onde marittime infuse nell'oscurità di qualche vernice nociva capace di scurirle. Non smette di guardarla, nel corso di quella lenta e misurata discesa, tenendo il volto piegato per offrirle>>
SERAFIN non solo il profilo, ma l'interezza del proprio ovale d'ambra, oltre che il lucore di un paio di zaffiri affilati e attenti come quelli di una lince nel preludio di una caccia eterna. ''E voi? Non mi sembra di avervi mai visto da queste parti?'' e lei ne ha vista e conosciuta di gente, qui e oltrelago. Lo sguardo cerca di cogliere, fra i capelli dell'altra, le sue orecchie. Non ne insegue la>>
SERAFIN forma, quanto più il colore, per una ragione che probabilmente ad Arta risulterà ancora ignota.

ARTA [Giardini] Guarda la donna sedersi e levarsi il cappuccio, per poi ritornare a guardare davanti a se, infastidita per il modo in cui le tiene gli occhi addosso, vorrebbe coprirsi il capo, celarsi dietro ad un cappuccio, pur questo non ha nulla con se che li possa permettere di farlo. Così lascia che l�altra continui a osservarla. �Sono giunta su queste terre dalla Islanda. Il mio nome è Arta''.
ARTA dice ancora con quel tono distaccato, per ora preferisce non aggiungere altro. �Voi siete nata qui?� eppure vuole approfondire la conoscenza di quella persona che li sta seduta accanto, che le si è presentata quella notte, che avrebbe pensato di passare sola, come tutte le altre. >>
ARTA Da qualche parte dovrà pure iniziare, se vuole ritagliarsi un angolo in quella nuova isola, conoscere la gente che la popola potrebbe fare quindi al caso suo.

SERAFIN [Giardini] Forse potrebbe riuscire a cogliere una parte del suo fastidio dietro il gesto dell'altra, che si volta, esprimendo una sorta di chiusura nei propri riguardi, immediatamente destabilizzata dalla domanda successiva. Arta. Viene dall'Islanda. Non sa dove si trovi di preciso. Immagina solo che lì faccia freddo. Molto freddo. C'è sempre il gelo in tutti i posti il cui nome finisce con>>
SERAFIN quella serie di lettere sempre identiche. Irlanda. Finladia. Islanda. Sono luoghi che fanno parte di quel divario abissale che li tiene separati dal resto, dal calore invidiabile delle proprie terre d'origine. La gente del Sud è diversa. Se non lo fosse stata, non avrebbe mai indugiato tanto sul profilo della giovane, ma avrebbe espresso lo stesso, a volte finto, distacco tipico di tutti>>
SERAFIN i nordici. Vorrebbe riuscire ad appurarsi del fatto che le orecchie della mezza non siano blu. Le interessa solo questo. Non le importa se siano tonde, appuntite o smussate. Ha condiviso a lungo il letto di un mezzelfo. Non è certo tipo da farsi questo genere di scrupoli. ''No.. ma vivo qui da quando avevo all'incirca l'età che dimostrate voi..'' forse era perfino più piccola. E' passato >>
SERAFIN troppo tempo. ''Vengo dall'Italia..'' che è, precisamente, la stessa terra nella quale ha dovuto lasciare suo figlio. E' meglio non pensarci o corre il rischio di rovinarsi la serata. Smette di guardarla per un po'. Le offre una sorta di tregua dai propri occhi, concentrandosi sulle prossime azioni, che la vedono sfilare, da una delle tasche interne del mantello, la cote della quale solitamente>
SERAFIN si serve per affilare le proprie armi. Estrae, con un gesto fluido e silenzioso, il pugnale assicurato al fodero, a sua volta legato alla cintola che le circonda la vita, e appeso al fianco sinistro. Lo solleva con la mano opposta, incrociando il braccio davanti al ventre e disegnando, con la lama, un arco affilato che va dal basso verso l'alto, almeno finché non offre il filo ai giardini e >>
SERAFIN il piatto al sostegno delle proprie ginocchia, ora che le falde del mantello si aprono leggermente, sparpagliandosi sulla panchina. Mentre la lama comincia a scontrarsi con lo strumento, l'Ombra chiede, mantenendo gli occhi bassi sul proprio lavoro ''Conoscete Avalon a malapena, immagino. La locandiera è stata ospitale?'' non ne dubita. Filippa lo è con chiunque.

ARTA - [Giardini] �Diciotto anni quindi, si eravate abbastanza giovane in effetti.� Risponde, ora con fare più interessato di prima. �Avete intuito bene, non sono qui da molto in effetti. Alloggio in locanda, finché non trovero altro luogo in cui stare, se mai questo accadrà� Arta non fa a meno di poter posare gli occhi sul pugnale della donna, quando questa lo estrae, una combattente >>
ARTA [Giardini] �Diciotto anni quindi, si eravate abbastanza giovane.� Risponde, ora con fare più interessato di prima. �Avete intuito bene, non sono qui da molto. Alloggio in locanda, finché non troverò altro luogo in cui stare, se mai questo accadrà� Arta non fa a meno di poter posare gli occhi sul pugnale della donna, quando questa lo estrae, una combattente >>
ARTA avrebbe dovuto immaginarselo. Sperava di poter trovare altre donne che impugnano armi su Avalon. Una cosa positiva visto che era mal vista nel villaggio in cui abitava prima, per questa motivo. Si perde un momento a guardarla nel suo lavoro, per poi decidere di congedarsi. �Venite a trovarmi se non avete di meglio da fare. Qualcosa da bere in locanda ve lo posso offrire.� >>
ARTA - Una proposta come un'altra, per sperare di approfondire la conoscenza di Serafin. Quindi si alzerebbe ora dal suo posto. ''Per questa sera vi lascio al vostro lavoro'' direbbe in fine, avviandosi in direzione della locanda, seguendo la stessa strada che ha usato per arrivare li.[exit]
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:08.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com