IMMIGRATI DA ROMANIA E BULGARIA: DA IERI NUOVO REGIME

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INES TABUSSO
00martedì 2 gennaio 2007 11:09
www.osservatoriosullalegalita.org/
2 gennaio 2007
Immigrati Rumeni e Bulgari : da ieri nuovo regime
di Mauro W. Giannini

E' iniziato ieri, primo gennaio, l'ingresso di Rumeni e Bulgari in Italia con il nuovo regime a seguito dell'ingresso ufficiale nell'Unione Europea.

Una circolare congiunta di ministero dell'Interno e ministero della Solidarietà Sociale, ha chiarito le disposizioni sulla libera circolazione e l'accesso al mercato del lavoro da parte di questi neocittadini europei, spiegando che per questi cittadini non valgono piu' le disposizioni sull'ingresso ed il soggiorno contenute del Testo Unico sull'immigrazione (D.Lgs. n. 286/98 ).

Si applica invece la normativa UE, contenuta nel D.P.R. 18 gennaio 2002, n. 54 e successive modifiche ed integrazioni, riguardanti circolazione e soggiorno dei cittadini degli Stati membri dell'Unione europea. Ivece, per quanto riguarda l'accesso al lavoro la circolazione dei lavoratori subordinati provenienti dai due Paesi non e' stata liberalizzata completamente dal primo gennaio.

Si e' infatti previsto un regime transitorio per il periodo di un anno, per limitare la paventata invasione di Bulgari e Rumeni in cerca di lavoro. Non vi e' limitazione per i settori dirigenziali e ad alta qualificazione, agricolo e turistico-alberghiero, del lavoro domestico e di assistenza alla persona, edilizio e metalmeccanico, stagionale e autonomo. Per gli altri settori sono invece previste misure semplificate per monitorare l'accesso al mercato del lavoro.

Nei mesi precedenti la decisione del governo, presa in Consiglio dei ministri del 27 dicembre, La Lega dei Romeni in Italia e la 'Gazeta Româneasca', il giornale dei romeni in Italia, scrissero una lettera aperta a Romano Prodi nella quale affermavano che la paventata invasione rumena e l'incremento conseguente di criminalita' non erano da temere, per ragioni storiche e sociali.




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HERALD TRIBUNE
January 2, 2007
For Romanians, many questions
By Matthew Brunwasser
rassegnastampa.mef.gov.it/t-web/pdf_fr.asp?contatore=187516&filepdf=0102I0066.PDF&datarassegna=02...



HERALD TRIBUNE
January 2, 2007
"An enormous chance for new generations"
By Dan Bilefcky
rassegnastampa.mef.gov.it/t-web/pdf_fr.asp?contatore=187517&filepdf=0102I0067.PDF&datarassegna=02...




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vedi anche:

www.osservatoriosullalegalita.org/06/notizie/11nov2/1828immigr...
18 novembre 2005
Immigrati rumeni a Prodi : non bloccate lavoratori dalla Romania
di Mauro W. Giannini

L'Italia sta per prendere una decisione sullo status dei lavoratori rumeni e bulgari dopo il 1 gennaio 2007, giorno in cui diventeranno cittadini comunitari. La Lega dei Romeni in Italia e la 'Gazeta Româneasca', il giornale dei rumeni in Italia, hanno chiesto qualche giorno fa al Governo Italiano di non chiudere le porte ai lavoratori rumeni dopo il 1 gennaio 2007.

Una delle prime misure del Governo dell'Unione, nel luglio 2006, è stata l’eliminazione delle restrizioni alla libera circolazione dei lavoratori neocomunitari provenienti da 8 dei 10 paesi entrati nell'Ue nel 2004, restrizioni che il Governo Berlusconi aveva prolungato fino al 2008. I rumeni speravano e sperano ancora di avere lo stesso trattamento dal 1 gennaio 2007, "anzitutto perché in Italia la maggioranza degli stranieri che lavorano in nero sono rumeni".

Il Dossier Caritas/Migrantes - ricorda Iulian Manta nella lettera-appello - parla di circa 270.000 romeni con permesso di soggiorno, alla fine del 2005, ma "la Lega dei Rumeni in Italia, basandosi su informazioni e statistiche informali da dentro la comunità, stima che oggi in Italia, compresi gli irregolari, vivono più di un milione di romeni. Queste stime sono state confermate in varie occasioni anche da voci ufficiali".

La lettera aperta sottolinea che ci sono alcuni giornali che dicono che i Rumeni sono predisposti a delinquere, tanto che "un quotidiano di Roma parlava il mese scorso di Rumeni in termini di 'razza' che ha il monopolio di alcune tipologie di reati. Un altro quotidiano, di Milano, titolava i giorni scorsi che le prigioni scoppiano di Rumeni". Altri articoli parlano di "milioni di poveri dalla Romania che si metteranno in moto dall'inizio del 2007 verso Italia o altri paesi d'Europa".

In effetti i giornali riportano sovente notizie sui Romeni e Bulgari notizie di borseggi, stupri attuati o tentati e traffico di clandestini, ma non si parla delle tante badanti, dei ragazzi che si impegnano con profitto a scuola superando il problema della lingua, mentre solo ogni tanto compare una notizia come quella degli "angeli rumeni" che hanno aiutato con il sostegno morale ma anche - sembra - con interventi di rianimazione, tante delle vittime nel disastro del metro a Roma un mese fa.

La cifra dei detenuti romeni e' "irrisoria, rispetto al numero dei Romeni presenti in Italia - afferma la lettera - circa 1.500. Dunque, se siamo d'accordo che la maggioranza assoluta dei Rumeni presenti in Italia, regolari e irregolari, non delinquono, ma lavorano, questo significa che quasi 700.000 romeni lavorano adesso in nero". Il più delle volte, poi, sottolinea la lettera, i datori di lavoro vorrebbero regolarizzare i lavoratori rumeni, "ma la burocrazia della Bossi-Fini è scoraggiante" e visto che tante domande di Romeni presentate per il primo decreto flussi ancora non hanno avuto risposta, queste persone continuano a lavorare in nero.

Inoltre "in Romania, oggi il tasso di disoccupazione è al minimo storico e la mancanza di personale obbliga i datori di lavoro ad aumentare gli stipendi", quindi il timore di un'invasione e' infondato, tanto piu' che "i Rumeni hanno diritto di libera circolazione per turismo nell' Unione Europea già dal 1 gennaio 2002. Da allora, chi ha voluto emigrare l'ha fatto, e anzi adesso si sta registrando una controtendenza".

Infine, la Lega romena smonta anche l'argomento che "se la maggioranza dei Paesi membri imponesse restrizioni ai Rumeni e Bulgari (come ha fatto la Gran Bretagna, ndr), l'Italia dovrebbe fare altrettanto" affermando che esso non tiene, secondo gli autori dell'appello, dato che "questo principio non è applicato sempre, tra i paesi europei esistono divergenze di opinioni sui temi più vari, dal mandato di cattura europea fino alla partecipazione alle operazioni militari internazionali".




[Modificato da INES TABUSSO 02/01/2007 11.19]

[Modificato da INES TABUSSO 02/01/2007 12.08]

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