IL RAMADAN DI SILVIO

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INES TABUSSO
00giovedì 3 novembre 2005 16:39

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NEW del 03 novembre 2005

Islam : Berlusconi getta ponti di pace e collaborazione
di Rita Guma

Quella islamica e' una cultura, il Ramadan e' sacro e gli Islamici sono amici. Lo dice Berlusconi (ieri, l'altroieri diceva un'altra cosa e domani chissa', nella Repubblica degli "smentitori"). Silvio Berlusconi - nella nuova versione contraria alla guerra - richiama anche il Vangelo: "Beato chi opera per la pace, perché sarà chiamato figlio di Dio".

L'occasione per il conciliante e fiorito discorso e' stato l'incontro con gli ambasciatori dei Paesi islamici alla chiusura del Ramadan. Il premier ha ricordato che "l’Italia ha una lunga tradizione di scambi fruttuosi con l’Islam: quelli della repubblica di Venezia con il Levante, quelli della repubblica di Genova con il Maghreb, la presenza araba in Sicilia, la scuola araba di medicina di Salerno, la collaborazione con Avicenna che insegnò all’Università di Bologna".

Non ha ricordato la battaglia di Lepanto la cui riedizione e' invocata da tanti suoi sostenitori, ma ha detto invece che tutto questo "patrimonio storico e culturale delle due civiltà... può essere rinnovato attraverso gli scambi e i processi di integrazione" poiche' "il nostro Paese è sempre stato, è, e sarà sempre aperto a tutte le manifestazioni dello spirito, e rispettoso nei confronti di tutte le culture e di tutte le religioni".

Berlusconi da' dei punti ai piu' accesi sostenitori del dialogo interculturale ed interreligioso: "Possiamo provenire da culture diverse e legittimamente orgogliose della loro diversità, e praticare religioni differenti; ma l’essenza delle grandi fedi nel Dio Unico, Creatore e Misericordioso, risiede nel rifiuto della violenza: all’inciviltà che coltiva l’odio e la morte, contrapponiamo la civiltà dell’amore e della vita".

Inoltre - ha detto il premier - "e’ nostro dovere conoscere profondamente gli altri, rifuggendo dagli stereotipi sempre pericolosi. In particolare, è importante che gli italiani conoscano meglio i fondamenti della religione islamica perché, dopo la tragedia dell’11 settembre, sia chiaro a tutti che i terroristi che uccidono non hanno nulla a che fare con essa". D'altra parte "l’Italia persegue una politica di dialogo e di integrazione con le comunità islamiche. Esse costituiscono una risorsa. Con esse auspichiamo una forte cooperazione per sradicare la malapianta della violenza e per farle vivere con noi in armonia con i nostri valori".

Ed ignorando totalmente gli attacchi degli esponenti della maggioranza (eccettuato il ministro Pisanu) all'Islam, Berlusconi ricorda che "il nostro Governo ha pertanto sostenuto tutte le iniziative messe in campo per avvicinare i nostri popoli. A fine mese celebreremo nel Vertice di Barcellona i dieci anni del Partenariato Euro-mediterraneo.... Al Vertice G8 di Sea Island del 2004 è stata varata un’iniziativa a favore delle riforme nella vasta regione del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale. L’Italia si è subito impegnata....".

Il presidente del Consiglio si scopre mediatore fra civilita' e si dimostra a parole mille miglia lontano dall'amico Bush: "il nuovo grande nemico di tante popolazioni che soffrono è il terrorismo, che vuole farci cadere nell’insidia dello scontro tra civiltà. Questa insidia deve essere sventata... dobbiamo impedire che si realizzi il disegno dei terroristi. Per questo insistiamo sul dialogo tra le nostre civiltà, che per quanto differenti sono accomunate dagli stessi valori di umanità".

Chiusura ispirata: "la libertà è il primo bene da cui dipendono tutti gli altri, il bene inalienabile di ogni essere umano. Si tratta infatti di un diritto che non appartiene esclusivamente all’una o all’altra cultura, ma è un diritto indivisibile perché è il diritto primo di ogni uomo: questo è il messaggio più profondo delle grandi religioni che credono in un Dio Unico e Misericordioso".

Ovviamente le affermazioni stile San Francesco del premier sono condivisibili, soprattutto se sganciate da richiami puramente religiosi e inserite in un contesto da Stato laico e societa' dei diritti dove siamo tutti uguali e titolari di diritti e doveri, nel rispetto della Carta dei diritti dell'uomo e delle leggi internazionali.

Tuttavia la domanda e': ma dov'era Berlusconi e come mai ha taciuto quando la Lega e Pera davano la stura alle loro esternazioni sul sul meticciato e sull'inferiorita' della cultura musulmana? Forse stava ripassando le sue stesse dichiarazioni d'epoca sull'inferiorita' dell'Islam.

Ciascuno puo' cambiare idea, tuttavia dovrebbe dimostrarlo con i fatti, non con parole che potranno poi essere tranquillamente smentite al prossimo giro di boa...

Speciale immigrazione e razzismo

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