GIOVANNI MINOLI: CHI COMPRA LA ENDEMOL ACQUISTA ANCHE LA RAI?

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INES TABUSSO
00martedì 15 maggio 2007 11:45




IL RIFORMISTA
30/4/2007
CHI COMPRA LA ENDEMOL ACQUISTA ANCHE LA RAI?
GIOVANNI MINOLI
a pag. I


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La domanda e' semplice: cosa capiterà nel sistema TV italiano se, come
sembra, Mediaset acquisirà il controllo di Endemol, il colosso mondiale dei
format?
Capiteranno cose molto interessanti da analizzare.

1) Mediaset si troverebbe nella felice condizione di poter finalmente
innovare la sua offerta generalista e multimediale, attingendo a un
serbatoio che - a oggi - sembra ancora in grado di produrre novità.

2) la RAI - legata a Endemol Italia da un contratto molto favorevole per la
casa di produzione (bravi!) e molto oneroso per RAI, sarebbe di fatto
privatizzata. Lo sarebbe perchè si ritroverebbe a trasmettere in molte fasce
d'ascolto - molto importanti per gli introiti pubblicitari che generano -
programmi Endemol diventati nel frattempo programmi Mediaset.

Sarebbe l'invenzione - tutta italiana - di una modalità di privatizzazione
totalmente nuova. Una privatizzazione che avviene di fatto, senza vendita di
azioni, senza OPA, senza rapporti col mercato semplicemente grazie a un
cavallo di Troia che vince all'interno del competitor (la RAI) la sua
battaglia. Perchè succede questo? Perché da circa 15 anni la RAI ha smesso
di pensare, di progettare programmi, di allevare talenti. "Televisionisti"
capaci di produrre ricchezza per l'azienda, cioè Diritti TV in perpetuo.
Crisi che colpisce tutti i settori, salvo la fiction e l'info-tv.

La RAI quindi è in ritardo rispetto alla sua "Mission", e la responsabilità
del ritardo e' prima di tutto della politica che si è assunta l'onere di
guidare l'Azienda direttamente ma poi non ha saputo, non ha voluto, non e'
stata capace di dare indirizzi e immaginare riforme che rilanciassero
l'efficienza
e mettessero il prodotto cioè i programmi e la loro qualità al centro del
modello organizzativo, del pensiero strategico e quindi delle scelte
dell'Azienda.

Ma la responsabilità è anche di chi ha guidato l'Azienda in questi 13-15
anni. Perché il Servizio Pubblico - almeno il Servizio Pubblico - dovrebbe
avere, come ha avuto in passato e come ha in tutta Europa, dirigenti con un
"surplus" di responsabilità rispetto al cittadino- telespettatore. Un
Servizio Pubblico dovrebbe essere in grado di offrire ai
cittadini-telespettatori attraverso tutte le forme possibili del linguaggio
della TV e cioè nell'intrattenimento, nella Fiction, nell'informazione, nel
cinema, nel varietà, nei programmi per ragazzi etc., il meglio del pensiero
e degli uomini che una cultura, una società esprime.
Per produrre e trasmettere programmi originali, e non standardizzati.

Questo devono fare i titolari (a vario titolo) di un Servizio Pubblico. Ma
questo non avviene più. Perché c'è stato - da parte dei dirigenti RAI - una
"quasi-resa" acritica di fronte al modello di TV commerciale costruito con
Format internazionali prodotti per un mercato televisivo omologato. (Fino
all'estremo di considerare Format da acquisire programmi fatti di sole
interviste). La giustificazione di questo comportamento è che la RAI, unica
TV pubblica in Europa, è finanziata dal canone solo per il 50% il restante
50% è pubblicità.

Per cui - si sostiene la RAI deve "adeguarsi" soprattutto alla competizione
commerciale: di qui il ricorso ai format internazionali standardizzati. Deve
"adeguarsi" - è vero - ma non per forza a un "livello zero" di
responsabilità. A un "livello zero" di capacità di progetto. A un "livello
zero" di capacità di allevare talenti. A un "livello zero" di elaborazione
di politiche editoriali che producano ricchezza per l'azienda, cioè diritti
tv. A un "livello zero" di competenza specifica sui prodotti.

E, per finire, a un bassissimo livello di valutazione meritocratica nella
selezione della classe dirigente. Adesso qualche cosa si muove. Ma potrebbe
essere tardi. Tardi perché potrebbe arrivare subito il momento in cui in
modo chiaro, dichiarato, esplicito a comandare sui palinsesti RAI - per le
ragioni dette prima - sarà proprio Mediaset.

E sui Format - già oggi - sta capitando anche peggio. Infatti la Rai
sostanzialmente "compra" dai fornitori esterni prodotti "suoi" che non è più
in grado di riadattare all'interno. Nascono così i casi come "La prova del
cuoco", "Colpo di genio" e tra poco "Portobello" - e forse domani anche "Il
Musichiere". Ci saranno sorprese? Se sì, le vedremo a Cannes tra un mese,
dove ci sarà la "Messa Cantata" per la presentazione dei nuovi programmi dei
palinsesti autunnali. Chi vivrà vedrà...





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