E' DI MODA LA FLAT TAX

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INES TABUSSO
00venerdì 26 agosto 2005 00:34

Costituzione italiana
Articolo 53
Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro
capacità contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.




"LA FLAT TAX (cioe' l'aliquota unica) E' REALTA' SOLO NEI PAESI EX COMUNISTI",
dice il titolo del Sole (vedi sotto). Sara' perche' nei paesi ex comunisti
l'evasione fiscale e' altissima?
Se e' giusto adottare il criterio di progressività in un paese in cui i cittadini
pagano le tasse, e l'evasione e' contenuta in limiti fisiologici,
in un paese dove le tasse non si pagano, e nessun governo ha mai dimostrato
di voler veramente farle pagare a tutti, il criterio di progressivita' e'
davvero il piu' giusto?
Ed e' giusto che istituzioni pubbliche o private concedano alcuni benefici
in base al reddito dichiarato?
Probabilmente no. Ma non sarebbe nemmeno giusto adottare la flat tax senza
prima aver provato a far pagare le tasse a tutti.
I mezzi e i modi ci sarebbero, basterebbe volerlo:



Quattro consigli (non richiesti) a Prodi
PAOLO SYLOS LABINI
da l'Unità -16 aprile 2005

Bene ha fatto Prodi ad organizzare la «fabbrica del programma» per quello
che sarà il nuovo governo di centrosinistra; ha dichiarato di voler chiamare
a collaborare partiti, gruppi, movimenti, intellettuali. Il processo è appena
avviato ed alcuni gruppi, come quello del Cantiere, non hanno ancora ricevuto
l?invito, sebbene Prodi sappia che ha proposte non irrilevanti da avanzare,
quattro in particolare.
Il primo problema sarà quello di risanare i conti pubblici, oggi in grave
dissesto. Per evitare nuovi tributi occorrerà avviare una dura lotta all?evasione
che in Italia, com?è stato documentato, è gigantesca: è pari a circa un terzo
delle entrate totali. Per incentivare lo sviluppo conviene anche rivedere
l?Irap.
Perché di lotta all?evasione si è parlato pochissimo? Nel cosiddetto centrodestra
è naturale, dal momento che il capo è un personaggio ricchissimo, che ha
più volte esaltato l'evasione e si è vantato di averla praticata in vari
modi, compreso l'impiego, accessibile a pochi, delle società ?off-shore?.
Ma nel centrosinistra perché si è taciuto? Forse si pensa - è terribile a
dirsi - che ?politicamente? non conviene sollevare un tema così delicato
perché gli interessati sono tanti ed includono i politici locali, che vogliono
avere le mani libere e che in questo spesso sono aiutati dagli uomini politici
del governo. L?ipotesi non è solo infelice, ma anche sbagliata, perchè non
tutto è marcio nel regno di Danimarca. L?esperienza di Rivoli di alcuni anni
fa, che ho nuovamente illustrato in un articolo su la Repubblica del 24 dicembre
2004, ebbe un successo notevole. Il punto di partenza riguardò gli immobili.
Si ritiene che qui si può giocare sul valore e ricorrere a varie forme di
elusione, ma l?evasione non è possibile poiché gli immobili non possono essere
nascosti. E invece no: gli impiegati degli uffici fiscali non hanno l?obbligo
ad andare in giro a fare controlli, come i funzionari dei censimenti. Il
comune affidò ad una società privata, sulla base di una gara internazionale,
il compito di censire gli immobili e recuperare i tributi evasi. Il successo
fu notevole anche perché l?assessore alle Finanze, Anna Paschero, ebbe l?idea
di estendere gli accertamenti anche ai cespiti mobiliari - chi evade i tributi
sugli immobili, che sono sotto la luce del sole, presumibilmente evade anche
gli altri tributi. L?ipotesi risultò valida e in poco più di un anno il Comune
ebbe un maggior gettito, che è rimasto, del 14%, là dove l?aumento normale
era del 2-3%. Anche altri comuni hanno sperimentato il metodo Rivoli; occorre
però generalizzarlo con una legge che affronti il problema nel suo complesso.
Per l?Irap adottiamo la proposta di Federico Pica, che consiste nella sua
deducibilità dalle imposte dirette, ciò che per le imprese comporterebbe
un vantaggio minimo del 30% del carico Irap, senza escludere affatto ulteriori
sostanziosi alleggerimenti.
Secondo punto. È necessario impegnarsi a fondo per rovesciare il declino
industriale partendo da una riforma della sua base, che per oltre la metà
è costituita dai distretti. Sull?importante questione, sette anni fa aprii
un dibattito, con articoli e interviste, cui parteciparono l?economista Giacomo
Becattini, esperto di fama internazionale in questo campo, e il ministro
Franco Bassanini, che aveva varato da poco leggi per semplificare gli adempimenti
burocratici. Feci il giro delle sette chiese e andai da un ministro, dai
leader sindacali, dal direttore della Confindustria, Cipolletta, che mi dette
ottimi consigli. Alla fine non conclusi nulla di concreto. Sette mesi fa
sono tornato alla carica ed ho avuto un?accoglienza più incoraggiante. Larizza,
oggi presidente del Cnel ma allora segretario di un sindacato, si ricordava
bene della mia proposta ed ha organizzato un gruppo di lavoro presso il Consiglio
che presiede invitando i leader delle parti sociali ed esperti ed incaricando
un giurista del Consiglio, Mirone, a preparare un disegno di legge che verrà
presentato dal Cnel in Parlamento - l?intera iniziativa è e deve restare
fuori dai partiti: il Consiglio è un?istituzione super partes. Di tale iniziativa
sta per essere data notizia pubblica e dettagliata in una conferenza stampa.
Il disegno di legge si articolerà in tre ordini di problemi. Primo: drastica
semplificazione di tutti gli adempimenti burocratici, locali e centrali e
adempimento di servizi necessari alle imprese - allacciamenti di acqua, energia
elettrica ed altri servizi - da parte di uno ?sportello? o ufficio unico,
che si attrezzerà con un sistema telematico e impiegherà persone già operanti
nel distretto, senza nuovi burocrati. Secondo: centri per la ricerca applicata,
da creare o da sviluppare d?intesa con le Università, l?Enea e il Cnr e centri
per la formazione. Terzo: stretto coordinamento con l?Europa sia per speciali
iniziative industriali sia per la ricerca. I vantaggi organizzativi e della
ricerca applicata debbono avere nei distretti la loro base ma vanno estesi
a tutte le imprese, anche a quelle fuori dai distretti. E debbono essere
previsti agevolazioni particolari per progetti innovativi di carattere nazionale
o europeo, come la meccatronica, che può coinvolgere distretti sia del Nord
che del Sud. Al livello del governo nazionale, debbono essere previsti incentivi
per l?avvio di un centro di servizi per le imprese e di nuove iniziative,
come il sostegno alla produzione ed alla vendita di automobili a motore non
a benzina. Per la definizione della legge sarà inviata, per opera dell?Enea,
una missione tecnica nei principali paesi europei per sopralluoghi e sarà
organizzato, entro maggio, un convegno sulla politica industriale cui saranno
invitati i maggiori esperti. Reso pubblico il progetto, tutti gli interessati
saranno invitati a contribuire con proposte e critiche.
Il terzo punto riguarda le linee della politica economica: privatizzazioni
(in certi settori vanno accantonate, specialmente quando è in gioco la ricerca,
in altri allargate); rafforzamento dei servizi essenziali; pensioni ed altre
forme di tutela dei precari.
Il quarto punto riguarda la responsabilità giuridica dei partiti ed il controllo
del loro finanziamento che in passato ha costituito un grave fomite di corruzione.
Il problema può essere affrontato sulla base delle proposte fatte alla Costituente
da Piero Calamandrei e da Costantino Mortati e riprese in modo originale,
in un disegno di legge, da Elio Veltri. La riforma dovrebbe essere accompagnata
da un ?codice etico? da inserire nel preambolo del programma di governo del
centrosinistra, con le regole già applicate dai governi di tutti i Paesi
civili.



Il Sole 24 Ore
21 agosto 2005
«Flat tax»: l?Est dà lezioni
di Daniel J. Mitchell

Meno di vent?anni fa, l?Europa era divisa in due dalla Cortina di Ferro.
Fondati sulla massima marxista ?da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno
secondo i suoi bisogni?, l?Unione Sovietica e i suoi Stati vassalli in Europa
orientale erano gli avversari ideologici dell?Occidente. E? davvero ironico
che siano proprio i paesi dell?ex-blocco orientale, dopo essersi liberati
del comunismo, a lanciarsi in una gara a chi riesce ad adottare il sistema
di imposte ad aliquota unica (flat tax) con l?aliquota più bassa.

L?Estonia è stato il primo paese ad adottare una flat tax, istituendo un?aliquota
fissa del 26 per cento già nel 1994, pochi anni dopo il crollo dell?Unione
Sovietica. Gli altri due Paesi baltici hanno adottato un sistema ad aliquota
unica verso la metà degli anni Novanta: la Lettonia ha scelto un?aliquota
del 25 per cento, mentre la Lituania ha preferito fermarsi al 33 per cento.
Assieme con altre riforme economiche, la flat tax ha stimolato in misura
considerevole la crescita economica e le ?tigri baltiche? sono diventate
ben presto dei modelli per quell?area dell?Europa. Seguendo la lezione dei
suoi vicini, la Russia ha stupito il mondo adottando una flat tax con aliquota
al 13 per cento, entrata in vigore nel 2001. A dimostrazione del fatto che
talvolta la realtà supera la fantasia, il vecchio ?impero del male? ha istituito
un?aliquota più bassa di quattro punti percentuali di quella suggerita, per
la ?terra dei liberi?, dall?ex-rappresentante al congresso degli Stati Uniti
Dick Armey e dal candidato alla presidenza Steve Forbes, che avevano suscitato
un enorme scalpore con la loro proposta di un?aliquota fissata al 17 per
cento.

La flat tax russa ha immediatamente prodotto risultati. Nelle casse dello
Stato sono affluite consistenti entrate: l?evasione e l?elusione fiscale
sono diventate meno allettanti. Nel 2003 la flat tax ha contagiato la Serbia,
che ha scelto un?aliquota del 14 per cento. L?anno successivo anche la Slovacchia
è salita sul treno della flat tax, adottando un?aliquota del 19 per cento,
seguita dall?Ucraina che ha preferito un?aliquota del 13 per cento. Ai primi
di quest?anno la Romania si è unita alla rivoluzione della flat tax, istituendo
un?aliquota del 16 per cento, così come ha fatto la Georgia, che ha l?onore
(sia pure temporaneo) di avere l?aliquota più bassa, pari ad appena il 12
per cento.

La rivoluzione della flat tax ha avuto un tale successo che l?Estonia sta
riducendo la sua aliquota fiscale per tenere il passo con le altre nazioni.
Oggi l?aliquota estone è pari al 24 per cento e si ridurrà ulteriormente
al 20 per cento entro il 2007. Ma questa potrebbe essere solo la punta dell?iceberg.
In Croazia, Bulgaria e Ungheria, i legislatori stanno esaminando la possibilità
di adottare un sistema analogo, mentre i partiti all?opposizione in Polonia
e Repubblica Ceca hanno promesso che, se vinceranno le prossime elezioni,
adotteranno una imposta ad aliquota unica del 15 per cento.

Tutti i dati a disposizione, tuttavia, sembrano indicare che i sistemi ad
aliquota unica adottati in Europa orientale vanno a vantaggio sia delle autorità
pubbliche, sia del settore privato. La crescita economica di tutte le ?tigri
baltiche? è sostenuta, e ha raggiunto il livello medio del 5 per cento annuo.
Queste solide prestazioni economiche generano un considerevole gettito fiscale,
a tutto vantaggio dell?erario. Anche l?esperienza russa è decisamente positiva:
l?economia si è ripresa dalla crisi della fine degli anni Novanta e il gettito
dell?imposta sul reddito delle persone fisiche, una volta compensati gli
effetti dell?inflazione, è aumentato di oltre il 100 per cento nei quattro
anni dacché è stata istituita la flat tax. L?adozione di analoghi sistemi
fiscali negli altri paesi è troppo recente perché sia possibile trarre conclusioni,
anche se è il caso di rilevare come nel primo anno dopo l?adozione della
flat tax in Slovacchia, il tasso di crescita economica e il gettito fiscale
siano stati superiori alle aspettative.

Peraltro, era lecito attendersi i buoni risultati effettivamente ottenuti.
La flat tax incorpora tutti i principi di una sana politica fiscale, quali:

- Mantenere l?aliquota dell?imposta sui redditi al livello più ridotto possibile,
in modo da incentivare la crescita. L?aliquota marginale d?imposta rappresenta
il prezzo che lo Stato impone sul comportamento economico produttivo. Nei
sistemi a flat tax l?aliquota è di norma alquanto ridotta, il che significa
che gli individui non vengono penalizzati per il fatto di lavorare, prendersi
rischi, avviare un?impresa.

- Il reddito deve venire tassato solo una volta, in modo da non introdurre
distorsioni a sfavore del risparmio e degli investimenti. Una delle principali
caratteristiche di una flat tax ?pura? consiste nell?eliminazione della distorsione
fiscale a danno del reddito risparmiato e investito.

- Assenza di qualsiasi velleità di ingegneria sociale e di politica industriale
grazie all?eliminazione di scappatoie fiscali a favore di gruppi d?interesse.
Gli sgravi fiscali distorcono l?assegnazione delle risorse e, pertanto, nuocciono
alla crescita economica.

Dopo aver sperimentato le devastanti conseguenze di un sistema fondato sul
principio ?da ciascuno secondo le sue capacità?, gli abitanti dell?Europa
orientali hanno preferito adottare un sistema fiscale basato sul principio
che ogni cittadino debba essere trattato come gli altri.




24/08/2005
"IL SOLE 24 ORE"
LA FLAT TAX E' REALTA' SOLO NEI PAESI EX COMUNISTI
di: D.PES.
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050824/8AHE7.pdf


24/08/2005
"LIBERO QUOTIDIANO"
UNA SOLA ALIQUOTA LA RIVOLUZIONE FISCALE DEVE PARTIRE DA QUI
di: ANTONIO MARTINO
www.difesa.it/files/rassegnastampa/050824/8AHGS.pdf


25/08/2005
IL SOLE 24 ORE
DAL MIRAGGIO DELLA FLAT TAX...
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050825/8asqr.tif


25/08/2005
SOLE 24 ORE
...ALLA REALTA' DEI CONDONI
www.senato.it/notizie/RassUffStampa/050825/8asr6.tif



From The Economist print edition:

Simplifying tax systems
The case for flat taxes
Apr 14th 2005
www.economist.com/opinion/displayStory.cfm?Story_id=3860731

Simpler taxes
The flat-tax revolution
Apr 14th 2005
www.economist.com/printedition/displaystory.cfm?Story_ID...

Tax compliance in America
The burden of complexity
Apr 14th 2005
www.economist.com/opinion/displayStory.cfm?Story_id=3860746

The spread of flat taxes in Europe
Mar 3rd 2005
www.economist.com/opinion/displayStory.cfm?Story_id=3715800




WALL STREET JOURNAL
Sunday, August 21, 2005 12:01 a.m. EDT
One Simple Rate
A flat tax would unleash a stupendous economic boom.
BY STEVE FORBES
www.opinionjournal.com/extra/?id=110007139


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