Duello Stavrogin - Valarmath (splendido)

==leia==
00mercoledì 22 marzo 2006 15:16
arena rettangolare, fondo in pietra non levigata,dimensioni 30 x 20, duellanti a 10 mt disposti frontali sullato lungo del rettangolo, perfettamente al centro di esso.[stavrogin, valarmath (o jon che dir si volgia) play]

Stavrogin: Fissando sicuro l'avversario, porta la mano destra alla fibula del mantello slacciandolo e lasciandolo cadere al suolo con flebile fruscio. Le mani vanno ad impugnar le else delle elfiche gemelle legate al cinturone, la mano dx sull'arma a sx e viceversa incrociando i polsi sul ventre. Con abilità di consumata esperienza, estrae le lame dai foderi facendo ad esse descrivere ampi semicerchi >>> nell'aria che opponendo tenue resistenza fa si che il metallo fendente esprima il suo canto in un sibilo netto.

Valarmath: |UmanoSemplice| Lento l'incresparsi delle carnose labbra del folle caotico, disegnando sul volto un malsano sorriso,ch'accoglie ogni gesto dell'opponente, come s'Ei or
assaporasse piacevolmente gli attimi che precedono il "sangue". Sol un paio di pantaloni in nera pelle lo copre, il torace è completamente scoperto, nudo...il busto vien appena reclinato in avanti, mentre la mancina mano s'adagia sull'elsa della corta lama, sganciandone illacio che l'assicura al fodero, per poi estrarla in un sibilo metallico...a breve, anche la gemella dritta si profonde nelle medesime movenze, liberando la fredda superficie d'una lunga spada. Le lame vengon portate innanzi al volto, incrociate e a contatto [ A te la scelta...] lieve sussurro scivola lungo le labbra dell'Apocalisse

cuoio brunito e mera pelle le protezioni scelte dai due contententi che per questo duello optano per sole lame come armi....gemelle lunghe per stavrogin, sorella maggiore (adx) e minore (a sx) per valarmath. la distanza è immutata....[stesso ordine play]

Stavrogin: Mostrando risposta al nemico tacendo, come suo solito fare in talune occasioni, prende ad avanzare lento verso l'avversario con movenze eleganti che nascondono la tensione che via via i muscoli della longilinea figura elfica acquistano ad ogni passo. Le braccia si distendono lungo i fianchi, appena curvate nei gomiti nel tenere protese in avanti attraverso la presa stretta delle mani le due lame che ondeggiano flessuose nell'aria parallele al suolo nel loro viaggio. Il busto si protende in avanti cosicchè le spalle in avanti sono spostate rispetto al bacino, in modo da far assumere al corpo la somiglianza a quello di un grosso felino predatore pronto a staccarsi in corsa verso la preda. I lenti passi verso l'umano tentano di far coprire cautamente all'elfo almeno due metri in avvicinamento

Valarmath: Un sopracciglio s'inarca al silenzio avversario, stupito di quanto spirito e ardore Egli riservi in sè [ Bene... sibila appena, per poi far saettare le lame nell'aere, strusciandole l'un l'altra per l'intera lor lunghezza, prima di portar ambo le lame ognuna sul fianco rispettivo (corta a SX, lunga a DX), esterne, punta verso esterno-basso. Ora il guerriero prende a muover, lento e silente, frontale, cercando così di coprire 3 metri di quelli chelo separano dal nemico, per concluder il movimento con il piede SX avanzato, di modo che sia il fianco medesimo ad esser mostrato a Stavrogin...lo sguardo non si sposta nemmeno per un istante dalle sue spalle, a carpirne ogni possibile scatto, mentre le gambe si fletton appena, pronte a compier rapidi movimenti...

i reciproci spostamenti dei due apocalisse, uniti nella causa ma avversari nel duello, li portano a 5 mt l'uno dall'altro. lame basse per entrambi, le gemelle di stavleggermente in avanti, le lame di val allargate all'esterno [val stav gdr play]

Valarmath: Ed ecco che un lieve fil di brezza prende forma sul volto adornato da duri lineamenti di Guerra, muovendo sinuosi i lunghi capelli dell'Apocalisse...l'attimo di silenzio, la calma prima della tempesta, e tempesta or diventa...Ei arretra la corta lama, mantenendola bassa, sotto al bacino, e, mentre scatta il più rapido che può, la lunga vien portata sul fianco SX, parallela al terreno punta appena più alta dell'elsa, e, quest'ultima, poco sotto la spalla SX. Lo scatto cerca di muoverlo in diagonale (avanti-SX, propri), cercando d'arrestarsi a 1 sol metro dal fianco DX di Stavrogin, lasciando che sia il DX piede a infrangersi sul tereno, così che la sua forza il suo peso ricadano su di esso, avanzato. Il busto, quindi, ruota in senso orario, accompagnando un potente tondo roverso della lunga spada, che cerca d'impattar sul costato del fianco DX di Stavrogin...il movimento è abbastanza ampio, mentre la corta lama, appena parte la lunga, si allarga, riportandosi innanzi e serrandosi poco sotto al petto, per accompagnare l'attacco e rimaner pronta a muovere.

Stavrogin: Senza arrestare il proprio passo, giunto alla debitadistanza di 5 metri, scatta in avanti in corsa verso il nemico in avvicinamento, protendendo lievemente in avanti il busto accentuandone l'inarcamento rispetto al bacino. Le braccia si stendono, durante lo scatto, all'indietro, e le lame vengono trascinate da esse e dal corpo in avanti proteso, andando ad allargarsi nelle punte secondo una direttrice ideale che si allontana dai fianchi. Il mostrarsi del lato sx armato del nemico gl'impone la scelta di mirare al lato destro di esso arretrato, cosicchè, giunto a due metri o poco meno dall'avversario con la sua corsa, allarga in diagonale verso la propria sinistra la falcata della gamba sx e verso quella direzione devia la sua corsa (verso la dx nemica). Sollevando il corsa il braccio destro e la rispettiva elfica, tenta di passar sul lato dx nemico trascinandosi dietro il metallo, cui tenta di imprimere un movimento netto dal basso verso
l'alto, ruotando il polso dx che regge l'arma verso il nemico, nel tentativo di far impattare il filo della spada sul fianco dx avversario, così da cercare di trascinare la spada in tutta la sua lunghezza sulle carni umane proseguendo nella corsa di allontanamento verso la propria sx.

ed ecco che il duello ha inizio....scatta valarmath e scatta anche stavrogin di conseguenza...leggermente divergenti risultano essere le rispettive corse, tanto più che elfo è costretto ad allargarsi a sinistra. la maggior velocità razziale gioca a favore di stav, e oltrettutto, le velocità opposte in avvicinamento rendono lo svolgersi dei fatti fulmineo valarmath vede infatti sfilare alla sua dx l'elfo, che gli si accosta al fianco destro sottraendosi in parte all'arco del suo tondo. la lama di stav va a mordere la carne indifesa di valarmath tuttavia l'elfo non riuscirà a trascinarla come vorrebbe poichè il colpo portato dal mannaro dirige proprio verso dx. l'elsa della spada di valarmath colpisce forte sulla spalla coperta di cuoio dell'elfo, non portandogli danno ma costringendolo ad allargare verso sx, cosicchè la ferita al fianco risultaessere più corta del previsto, sebbene dolorosa. ora valarmath ha stavrogin alla sua dx e alle spalle a 2 mt, la lunga ha completato l'arco, corta come da azione. stav ha solo preso una botta peraltro smorzata dal cuoio, lame come da azione stav, vala play

Stavrogin: L'elfo stringe la morsa della mano dx sull'elsa dell'elfica che impatta sulle carni umane in modo da non perdere la presa proseguendo nella corsa. Corsa che tenta di arrestareagilmente, sfruttanto il naturale equilibrio di razza, facendo perno sulla pianta del piede dx che con calcolato
passo, poggiato pesantemente al suolo, cerca di sfruttare per ruotare il corpo in senso orario (sx-dx) in modo da riportare il proprio fronte in vista del corpo nemico che dovrebbe vedere di spalle. Senza dar tregua al suo tempo d'azione, riparte in corsa verso il fianco dx dell'umano, stavolta sollevando in alto il braccio destro e la rispettiva lama, in modo da tentare di portare, una volta che sia giunto a circa 70 cm di distanza da lui, uno sgualembro dritto alla spalla dx che regge l'arma

Valarmath: Cieco...nemico alle spalle e fin troppo veloce per la propria abilità...me Egli era in corsa, dovrà impiegar tempo per recuperar terreno. Non può sapere cosa stia per colpirlo, o se nessun attacco sia portato...una forte fitta si fa subito sentir al DX fianco, ove Ei si ripiega appena la lama avversa abbandona la sua nuda carne, ed è proprio questo dolore ch'Ei or sfrutta, nell'ultilizzar il DX piede come perno, per ruotar, più velocemente che può, in senso orario, continuando anche il natural movimento del precedente colpo. Nel ruotare, Ei cerca d'abbassarsi più che può, ripiegandosi al massimo sulle gambe, e flettendo in avanti tutto il busto, come a volerlo portar quasi parallelo al tereno, così da cercar d'evitare qualsiasi attacco che fosse stato portato dal bacino in su. Ma non basta, troppe battaglie e duelli per sprecar inutilmente quell'improvviso movimento, deve tener lontano l'avversario, quindi la lunga riparte lesta, profondendosi nuovamente in un tondo roverso, accompagnato dalla rotazione, che dovrebbe imprimer una forza molto elevata. La corta vien allargata più che può sul fianco SX, cercando di mantener stabile la sua postura, mentre il piede SX rimane molto arretrato, sempre a donar equilibrio ad ogni movenza dell'Apocalisse, che cerca di far impattar il proprio tondo contro il lato del ginocchio DX di Stavrogin, data la sua posa ribassata...cerca di mantener il volto in direzione del nemico, mentre allunga anche il collo, cercando di portar la testa più bassa che può

incalza l'elfo con la furia che lo contraddistingue...ma,correndo verso la sua sx e ed essendo il suo peso spostato su quel lato ancor di + dopo la botta ricevuta, la rotazione in senso orario che effettua risulta leggermente + lenta di quella che sarebbe stato in senso opposto. Ciò non di meno l'agilità razziale gli permette di rilanciarsi all'attacco del nemico. il quale però, dopo anni di guerra, ha maturato un'esperienza tale da ideare una difesa portentosa...splendida...sfruttando il naturale ruotare del corpo verso la sua dx per inerzia del colpo precedente e anche, paradossalmente, il lieve cedimento nervoso conseguente alla ferita, si abbassa e ruota lanciando un tondo roverso ad altezza gambe. la rotazione, perfettamente bilanciata dal piede sx indietro, lancia il colpo con potenza paurosa anche se, nonostante l'abbassamento estremo, il mannaro non può certo annichilire i suoi 207 cm di statura. per questo motivo il suo tondo si abbatte un poco + in alto di dove vorrebbe, nel punto più basso della coscia dell'elfo che si è portato a distanza ottimale. l'impatto è devastante, la lama fende il cuoio morbido del cosciale e ferisce in maniera seria la gamba di stavrogin. dal canto
suo, l'elfo vede il suo bersaglio ruotare ed abbassarsi di colpo e il suo sgualembro compie tutto l'arco per andare a mordere, ormai con poca potenza, la spalla dx di valarmath quando esso è completamente ruotato e la sua spada si sta abbassando a sx. il tondo di mancina, non caricato, risulta anche a causa del colpo ricevuto inutile. siete a 70 cm,frontali, valarmath accovacciato sulle gambe, lunga nella coscia destra di stav. stav è sbilanciato sul piede sx e
per questo rimane in piedi ma sente un dolore fortissimo nella gamba dx, che però non è fratturata anche se comunque molto danneggiata. la corta di vala è come da azione. le spade di stav sono tutte e due a sx - basso sue dopo i colpi. vala ferita lieve spalla dx [vala - stav play]

Valarmath: Ed è atroce e splendido il mescolarsi delle sensazioni...ancor una punta di dolore si fa sentir, ora alla DX spalla, mentre il medesimo fianco ancor ricorda al Lican cos'abbia incassato in precedenza...ma nessun dolore potrebbe sopraffare quel piacere che sol Egli desidera così tanto, quando sente la propria lama arrestarsi nelle carni nemiche, e lesto l'incresparsi delle carnose labbra in folle sorriso. Ed è ora ch'Ei cerca d'impedir movenza all'opponente, la sua lama dovrebbe esser incastrata nelle carni avverse, e il DX polso ruota violentemente e di scatto in senso orario, così d'aprir maggiormente la ferita, cercando di sfiancare e d'indurre all'empasse Stavrogin, a seguito del dolore. Al movimento di rotazione del polso si unisce il completo richiamar del braccio medesimo, così da cercar di sfilar la lunga lama dalla carne nemica, per farla tornar sul proprio fianco, a cercar di frapporsi, fosse anche sol fisicamente, fra sè e le spade di Morte. Mentre il braccio DX si ritrae, il piede SX, arretrato, spinge con forza e vigore, mentre la DX gamba si stende completamente, in un movimento il più velocemente possibile, in modo da dar abbastanza energia e velocità al movimento dell'intero corpo, che cerca un balzo, in completo stile placcaggio, verso Stavrogin. La spalla SX si porta avanti, mentre il braccio medesimo permane largo, e il torace or s'alza appena, cercando di far impattar la propria spalla SX all'altezza della bocca dello stomaco di Stavrogin, cercando d'atterrarlo e bloccarlo col proprio peso e la propria altezza

Stavrogin: Nel percepir il dolore per la ferita procuratagli dal nemico, stringe i denti mentre emette un sommesso grido di dolore. cerca però di mantenere il controllo della propria mente e del proprio corpo come quelli della sua razza sanno fare congenitamente. D'istinto all'unisono col grido e con la fitta provocatagli dal ferro, ritrae la gamba destra dall'umano, spingendola all'indietro stendendola e appoggiando al suolo la punta dello stivale destro senza far forza per non aumentare il dolore, aiutandosi nel movimento da una rotazione in senso orario del bacino, quasi fosse un elegante passo di danza. In coordinazione di tutte le parti del corpo, arretra il braccio destro e con esso la lama che regge, che ad un piegarsi del gomito si porta parallela al suolo e puntata verso il nemico, mentre il braccio sinistro, già abbassato nel'azione vana precedente, prende a muoversi parallelamente al suolo, prima verso il proprio esterno sinistro, poi caricato il braccio come una molla, verso destra, a cercare il tentativo di un tondo roverso (sx-dx) della lama lanciata per il tagliente filo alla ricerca violenta del volto o del capo del nemico basso, in un movimento veloce che cerca di annichilire per quanto è possibile all'elfico guerriero di annichilire i tempi di reazione del nemico, aiutandosi con la curvatura in avanti del corpo cercato di posizionare in diagonale rispetto al suolo in linea con la gamba dx arretrata, e posto in equilibrio sulla gamba sx.


l'arretrare della gamba unito all'opposto e feroce ritirare la spada del lican aggravano ulteriormente le già pessime condizioni della gamba dell'elfo che nonostante la cautela percepisce un dolore lancinante nel momento in cui il suo piede posa terra. questo fatto gli da quindi un attimo di ritardo e il lican, i cui arti inferiori sono invece perfettamente funzionanti, rapidamente colma la distanza fra loro. la spada destra dell'elfo non trova quindi spazio per andare a puntare verso valarmath (troppo lunga) andando ad appoggiarsi senza danno con l'elsa sul fianco destro di vala (rimanendo perciò a sinistra di stav). maggior fortuna ha il tondo (//mi raccomando stav, ad avalon un tondo sx -> dx di mancina è dritto) della spada sinistra, tanto più che viene eseguito di solo braccio e quindi non implica sforzi all'arto leso. ma esattamente un nanosecondo dopo che la lama ha nuovamente morso la zona spalla destra di valarmath per una nuova ferita dolorosa ma non profonda, i 207 cm di corpo del lican impattano con violenza, usando la spalla sinistra come ariete , sul busto dell'elfo ed in parte sul braccio destro che lo "protegge" diagonalmente vista la posizione della spada destra di stav. trovandosi con la gamba ferita indietro e non avendo, giustamente, portato peso su essa, l'elfo in alcun modo può opporre resistenza all'impatto rovinando indietro, impattando con la schiena e cadendo in maniera piuttosto scomposta. valarmath proprio a conseguenza della scarsa resistenza oppostagli si trova ora fortemente sbilanciato in avanti e vede l'elfo sotto di se. spade di stav verso sinistra sua, anche quella mancina vi ritorna nella caduta. spade di vala come da azione sua. distanza (fra le punte dei piedi) 0,65 mt. [vala - stav play]

Valarmath: Ed è la terza volta che l'elfo fa sentir le proprie lame, mai era successo, e questo pensiero nuovamente si mescola al dolore che sempre più cresce dalla spalla DX...un VERO avversario, certo, un confratello, e questo scatura nuovo piacere nell'animo ferigno del Lican, che or si lascia andare, cercando di cader, il più velocemente possibile, addosso a Stavrogin. La dritta mano abbandona la presa sull'elsa della lunga, lasciandola cadere, e portandosi in avanti, cercando d'aiutar il proprio corpo, entrambi profusi nell'intento di bloccar le spade di Stavrogin così come or sono, entrambe alla propria DX, e di schiacciar le sue braccia col proprio peso e fermarle con la dritta, in modo che l'elfo non possa aver reazione. Nel mentre, la corta lama, serrata nella mancina, e ancor nutilizzata, si lancia in avanti, saettando verso l'alto torace di Morte, cercando, con un affondo corto, mero stender dell'avambraccio, di conficcar la propria punta nelle carni del pettorale DX dell'opponente, così d'aumentar la perdita di sangue e forze nell'areldar, e preparandosi al successivo, e forse feral, attacco...

Stavrogin: Giunto che è col corpo al suolo, dolorante, sente che la foga della pugna non l'abbandona. Cerca così di attuare un ultima estrema difesa dal nemico che ormai lo sovrasta. Stringe coi pugni guantati le else delle spade, le trae a se appoggiandone i pomi sul ventre, e tenta di ruotare il corpo verso dx, nella misura in cui stendendo completamente la schiena al suolo potrebbe aver di fronte l'avversario verso cui, nel movimento, tenta di opporre le punte delle lame oblique rispetto al suolo ma puntate verso il ventre nemico. Come a volersi difendere ancor più, ma con lo scopo di preparare il suo corpo elastico a rotolare sul suolo, solleva anche la gamba sx piegandola nel ginocchio verso il ventre, come a voler dare maggior appoggio alle lame, appoggiando pienamente la pianta del piede sinistro alla nuda e fredda pietra dell'arena agonale. La gamba destra invece, inerte e sofferente, resta stesa dritta, a lasciar defluire il sangue inarrestabile, in un riposo che attenui il dolore.

la forte fuoriuscita di sangue ha reso certamente debole e più lento l'elfo che vede franarsi addosso il lican in pericoloso affondo. la mano destra di vala trova suo malgrado la lama sinistra di stavrogin mentre questo la richiama e questo provoca una lunga ferita sul palmo del medesimo arto, anche se, forte del suo peso, il lican ne blocca le movenze. non riesce invece a fermare la spada destra che si alza in una sorta di tondo roverso (//un semicerchio sx destra) da coricato. questo fa solo parte dell'arco quindi trova il corpo del lican in caduta e viene nuovamente premuta verso sinistra. anche in questo caso, una ferita abbastanza lunga viene aperta sul pettorale destro di valarmath, che comincia a sentire anche lui il peso del duello, perdendo sangue ormai da numerosi punti. forse è anche conseguenza del doppio dolore che l'affondo corto non ha la potenza necessaria per fendere l'armatura di cuoio, in quel punto rinforzata da rivetti di ferro e da strati protettivi tripli. impatta di punta la corta del lican sulla corazza ma poi scivola verso l'alto andando a trovarsi oltre la spalla destra di stav, punta verso l'alto (//in realtà parallela al terreno poichè siete a terra orizzontali). come un sacco si abbatte valarmath su stavrogin ormai debole, il viso di valarmath è all'altezza del busto di stav, leggermente perciò disassati e uno sull'altro come una coppia di teneri amanti. la spada sinistra di stav è a terra a sinistra bloccata dalla mano ferita di valarmath. quella destra imprigionata fra i due corpi, punta verso la sinistra di stav [stav - vala play]

Stavrogin: Conscio dell'impossibilità di poter ancora usare le spade, per ingombro, per stanchezza, per il blocco che vi oppone il corpo del nemico, decide di abbandonarle lasciando la presa sulle else. Nello stesso tempo decide di portarsi all'inferno un trofeo strappato all'avversario bagnandosi del suo sangue. Cerca così di liberare le braccia, piega in avanti il busto per avvicinarsi al capo del nemico supino su di lui flettendo con un ultimo sforzo gli addominali, e con rapace velocità, tenta di portare le mani guantate e artigliate al volto dell'umanto, con l'intento di lacerarne le carni con foga selvaggia in un movimento ritmico delle mani a frugare sul viso soprattutto alla ricerca degli occhi che cerca di accecare con le affilate protuberanze innaturali della dita. In ciò facendo da sotto all'elmo dilaga un urno animalesco che poco o nulla ha dell'elfica natura areldar dell'apocalisse morte.

Valarmath: Manca ormai poco, mera fortuna, dato che un nuovo colpo vien messo a segno dal lesto elfo, magari in procinto di morte, ma certamente non vende a poco prezzo la propria pellaccia immortale...ora anche il petto vien lacerato, e nuovo dolore vien avvertito dal Lican...ma è sol la rabbia a venir innalzata da quegl'attacchi, sente vicina la vittoria, e questo, a Lui, il più feroce della sua fiera razza, lo porta a muover con poca grazia, ma certamente con la distruzione che brilla nelle rosse iridi di mannaro. Un forte grido vien lanciato, come se volesse ruggir in faccia a Morte, quando cerca d'esprimersi in un velocissimo colpo, richiudendo il braccio sinistro a sè, dopo aver rivolto la lama verso il collo di Stavrogin, cercando, sempre con una specie d'affondo corto, d'infilar l'intera sua lama nell'incavo collo/spallaDX dell'areldar, cercando di piantarlo completamente poco sopra la base del collo, così da porre la parola fine a quello scontro, e alla vita del confratello. Sente che Stavrogin cerca di liberarsi dal suo blocco, quindi incassa il volto alla spalla e braccio SX, cercando di coprir il lato SX del volto con esso, mentre la dritta abbandona la presa, e corre, ora, alla ricerca del braccio SX di Stavrogin, cercando di fermarlo, o, quantomeno, d'impedirgli di dirigersi verso il proprio volto...i piedi cercano una spinta al terreno, così da far scorrere il corpo del Lican su quello dell'elfo, cercando di portar il proprio volto più vicino possibile al medesimo dell'opponente, così che il braccio SX non sia completamente steso nell'attacco, e Egli possa cercar, in esso, un qualsivoglia riparo...per quegl'ultimi secondi di vita che ancor spettano al nemico, a un grande Guerriero..

Gravando col suo peso sulle gambe dell'elfo, il lican ne "agevola" leggermente il rialzarsi per il suo macabro operato. il braccio destro di valarmath, ferito in ben 3 punti, non riesce a fermare il veloce gesto dell'elfo che si lancia in un'ultimo colpo disperato facendo appello alle ultime forze. ultimo sì, perchè nessuna difesa abbassando le mani a dilaniare il volto di valarmath può porre al colpo che, infilandosi sotto l'elmo, ne scardina la vita in un solo lunghissimo attimo. ma prima che vala riesca a porre la parola fine al duello, il lato destro del suo volto viene orrendamente sfregiato da una serie di lunghi solchi che stavrogin porta con ambo le mani armate di zanne....l'elfo viene interrotto improvvisamente nel suo macabro operato, ma questo non gli ha impedito di rendere valarmath davvero impresentabile...a meno di una costosa plastica alla micheal jackson. [gdr end]


[Modificato da ==leia== 22/03/2006 15.17]

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