Corrispondenza da Londra (da mia figlia Federica) 09 agosto 2011

altrodase
00mercoledì 10 agosto 2011 02:04


(Federica ha 26 anni, vive e lavora a Londra da 3 anni, le ho chiesto di descivermi com'è la situazione in questi giorni, ecco la sua email):

***

Pa', volevi sapere come va...

Ci siamo svegliati questa mattina dopo aver dormito forse 3 ore in tutto. Raj e' uscito alle 6, a fare ricognizione, per vedere se fosse il caso che io uscissi e andassi a lavoro.
Poi mi ha chiamato e mi ha detto che non era una buona idea che io uscissi e di rimanere a casa.
Ieri sera e' stato orrendo. C'era la polizia fuori casa che ci impediva di uscire di casa. Ci hanno detto di barricarci dentro e abbassare le tende.

Eravamo sdraiati per terra a guardare da uno spiraglio. Vedevamo le fiamme e il fumo. Si sentivano le sirene.
L'ultima volta che Raj era risucito ad uscire per vedere che succedesse dalla parte dei negozi, c'erano fila di polizia armata, le strade chiuse, le stazioni chiuse, i bus fermi.

Ci siamo messi a letto per tentare di addormentarci e sono cominciati gli elicotteri. Tremavano i vetri delle finestre. Per qualche secondo abbiamo fatto entrambi finta di non farvi caso per rassicurarci a vicenda. Poi siamo andati giu' a vedere dal soito spiraglio, stesi per terra. Al buio.
Mi sono addormentata tremando.

Stamattina non mi ha fatto andare a lavoro. Meta' della gente non e' andata. Chi e' andato e' andato presto e tornato a casa prestissimo.
La polizia ha mandato messaggi di chiudere tutto e tornare a casa. Coprifuoco.
Raj mi chiama e mi avverte di andare a comprare un po' di pane e frutta. Esco, sono le 4 di pomeriggio, ma e' tutto chiuso. Ci sono i cordoni della polizia attorno ai palazzi bruciati e nessuno per strada.

La nostra area e' stata tra quelle meno colpite, quasi per nulla. E hanno bruciato il pub dove andavamo di solito, dovranno buttare giu' il palazzo. Bruciato la banca e il negozio dove andavo ogno giorno. La strada principale, con tutti i negozi, distrutta. Tutti, tutti i negozi svaligiati, vandalizzati.
Ieri sera vedevamo persone per strada scappare con i bottini, in scatole, in buste, con televisori e frigoriferi sulle spalle.
Ragazzini di 15-16 anni che non hanno un posto nella societa'...

Altre zone sono letteralmente rase al suolo. Hanno preso di mira i negozi e tutto quello che capita sulla loro strada, gli appartamenti delle persone sui negozi, le auto, i clienti nei ristoranti.

E in tutto cio' le regole ridicole di questo paese dicono che la polizia non puo' attaccare o arrestare. Non gettano lacrimogeni. Non usano manganelli. Corrono contro questi criminali, scattano loro foto. Li disperdono per poi identificarli nei prossimi giorni. E' ridicolo. Stendiamo loro un tappeto e passiamo loro l'accendino per dare fuoco a tutto.
Scommetto che queste cose i giornali italiani non ve le dicono, perche' non si puo' capire questa realta' senza esservi dentro.




Nihil.
00sabato 13 agosto 2011 16:29
Hai fatto bene a postarla Nando, a volte le testimonianze in diretta da un quadro più completo dei resoconti dei cronisti, troppo impegnati nell'interpretare e nell'infiorettare per mostrare la realtà così come si presenta.

altrodase
00sabato 13 agosto 2011 18:25


...infatti è per questo desiderio di rappresentare certi avvenimenti dal di dentro che mi ha indotto a pubblicare questa email di Federica...

è pur sempre una sua visone ma quanto meno non è filtrata da esigenze di parte e giornalistiche...

il fenomeno delle violenze di Londra è tipico comunque di quella realtà, ad agire sono anche emarginati, ma non per una protesta o per rivendicazioni ideologiche, purtroppo per il desiderio di appropriarsi di beni di consumo senza volerli acquistare, beneficiando delle sovvenzioni governative, se non lavorano, o dei soldini delle famiglie che li sostengono...


un abbraccio, nando


***
piccolo folletto
00martedì 16 agosto 2011 08:59
l'inghilterra tutta, le periferie delle grandi città in particolare, ma non solo, brucia e brucerà ancora per le ragioni più diversificate, su tutte però la grande stoltezza di un sistema che non prevede al suo interno margini di garanzie per le sacche meno abbienti, o se volete per i poveri e/o i nulla facenti.
queste categorie vengono escluse e marginalizzate senza alcun patema d'animo, le ragioni sono diverse e diversificate a seconda della regione e città in esame.
la loro furia contro il sistema non ha in sè alcuna ideologia vera se non la distruzione stessa del sistema in essere; la voglia di riconoscimento all'interno della società non sempre è la vera spinta in queste forme di protesta - premetto queste per i più non sono forme di protesta, a ragione potremo dire noi! - ma sono solo evidenti modi per rubare e fare violenza gratuita.
la lettera di vostra figlia ben evidenzia la gratuità di questa forma incivile di ragazzini che non hanno alcuna parttecipazione vera e attiva nella società inglese, e se volete è questo il vero punto interrigativo per il governo inglese, ovvero come trasformare queste sacche in potenziali cittadini? domanda lecita per un governo dalla tripla A, forse qualcosa nell'intero sistema europa ha collassato, è questo collasso che le sacche emarginate evidenziano.

sarò a londra per la metà del mese prossimo, forse tutto sarà rientrato ma non giurerei in questo.
ora pare sia il turno di berlino, e qui le cose saranno molto più gravi, ma di questo ne parleremo a suo tempo.

scusate ma ora vostra figlia sta al sicuro?
cambierà casa?

buona giornata a voi
altrodase
00martedì 16 agosto 2011 14:57


piccolo folletto, sono molto vicine alla realtà le cause da te descritte per comprendere i motivi delle violenze londinesi, attualmente non c'è pericolo per i citaddini, compreso mia figlia.

Le violenze non hanno spinte rivendicative, ideologiche ed a provocarle sono stati ceti sociali trasversali, compresi i figli di benestanti o di categorie comunque sovvenzionate dal governo londinese, a parer mio non avranno seguito, è stata una manifestazione di rabbia collettiva di volersi appropriare di beni di consumo anche non necessari (tv, telefoni, pc...), non hanno nulla a chefare, insomma con le popolazioni nord africane (quelle della primavera araba) che rischiano la morte attraversando il mediterraneo su barconi fatiscenti, in fuga da paesi in guerra e oppressi dalle dittature.

Siamo tutti cittadini del mondo, viviamo tutti sotto uno stesso cielo e sun un'unica Terra, c'è il male ed il bene, la violenza e la pace, ma prima o poi tutti i nodi vengono al pettine.


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