Classifica delle vostre poesie migliori secondo voi

lemieparole
00venerdì 14 dicembre 2007 18:40
le migliori 5 di quest'anno


dai, da, facciamo un po' i fighi, gli autoreferenziali [SM=g27827] ...ci proviamo?

ognuno di noi metta sotto le sue 5 poesie che più gli piacciono...dai



gianni
Sal 70
00venerdì 14 dicembre 2007 22:25
un po' di sana pubblicità non guasta
Chi più (figo) di me piò sottrarsi ad una richiesta simile? [SM=g27828]

Di seguito la mia auto-personale Hit Parade


1) Di questi e d'altri tempi

2) Fra i passeggeri di linea 45b

3) D'un tempo

4) Esmeralda ed il suo mare

5) Due granelli nella clessidra


Ma non posso dimenticare per motivi personali, "Monologo imperfetto", "Lisbona, probabilmente" ed altre.


apassoleggero
00sabato 15 dicembre 2007 01:01
eheheh...

[SM=g27824]
come "figo" non ti smentisci mai [SM=g27828] , bella idea!!!

però devo chiederti se si possono mettere anche poesie magari non pubblicate su officina e se bastano i titoli oppure bisogna mettere anche i testi (io non so come si fanno i collegamenti che ha fatto Sal [SM=g27819] )


'mo ci penso... [SM=g27815] [SM=g27823]

Versolibero
00sabato 15 dicembre 2007 10:18
Re: eheheh...
apassoleggero, 15/12/2007 1.01:


[SM=g27824]
come "figo" non ti smentisci mai [SM=g27828] , bella idea!!!

però devo chiederti se si possono mettere anche poesie magari non pubblicate su officina e se bastano i titoli oppure bisogna mettere anche i testi (io non so come si fanno i collegamenti che ha fatto Sal [SM=g27819] )


'mo ci penso... [SM=g27815] [SM=g27823]




Anna, posso suggerire? Anche i testi, specialmente se non le ho lette già qui. Se sono pubblicate qui, mettete almeno il link, anche tu, Sal...
Gianni, ma delle tue te ne bastano cinque?
Quelle di Sal sono splendide, ma quante ne hai lasciate fuori?







lemieparole
00sabato 15 dicembre 2007 11:37
a) mettete l'intere poesia almeno la rileggiamo

b) il titolo di figo va diviso con dueanime dato che l'idea è venuta durantre una conversazione con lei e non ricordo bene a chi
Sal 70
00sabato 15 dicembre 2007 14:59
Per quanto riguarda le mie, per leggerne i testi, basta cliccare sopra i titoli. [SM=g27822]



Antonellat
00sabato 15 dicembre 2007 19:09
che forte stà cosa ci penserò. Bravi duerole [SM=g27838]

ciao
lemieparole
00mercoledì 19 dicembre 2007 11:21
ecco le mie


UNA NOTTE DI MAGGIO


Scariche elettriche scuotono le tegole
i vetri presi a secchiate tremano
dalle finestre sbircio un rettangolo
di cielo che passa dal rosso al viola
a tratti scuro come un presagio
come una voragine d'eterno

sfumano vampate di calore accumulato
con leggerezza e anticipo
la pioggia si riprende il suo
spossato tiri fuori la coperta
ti addormenti prima del solito

troppo stanco per comprendere qualcosa.


ATTRAVERSO MILANO

Io Milano l'ho imparata il sabato
nei passi lasciati ai bordi del naviglio
nelle botteghe odorose dei fornai
su bancarelle di libri troppo usati

l'ho assimilata a piccoli sorsi
nei caffé bevuti appena dopo l'alba
osservando la fretta un po' di lato
timidamente ho allungato la falcata
ne ho preso possesso in metropolitana
un lunedì qualunque di gennaio
l'ho attraversata sottoterra
amando l'interscambio delle linee
sorridendo alle spinte e poi alle scuse

le ho voluto bene veramente
quando ho capito il senso delle tangenziali
distinto da lontano il suono che fa il tram
compreso che la nebbia ha una ragione
come il vento che qui non si alza mai.



LA MERAVIGLIA E LA CONSEGUENZA



“A volte accade qualcosa di dolce e fatale
come svegliarsi e trovare la neve” D. Silvestri


Ancora non conosco la risposta
né quando scatti il meccanismo
di questa meraviglia senza precedenti
l’ insinuarsi sottopelle
del battito fuori tempo

non ho l’astuzia per sapere
i motivi delle rose bianche e rosse
le frasi scritte senza alcun sospetto

mi conforto raccontando
che saranno gli occhi
l’origine del sangue a precipizio
delle pieghe nello stomaco
il mutare dell’umore

così il bagliore si fa notte
quando non trovi più la chiave
e tutto è fermo nelle vene
come un lago in pieno inverno
col ghiaccio lungo i margini.


A MEZZ’ARIA

E’ passato troppo tempo
troppe stagioni di mare grosso
di composte esitazioni
a guardarci le schiene bagnate
dileguarsi nella pioggia

non portavamo mai l’ombrello
certi della comparsa di un riparo
un portico in fondo al viale

anche gli occhi
non fanno la stessa luce
né hanno più la sete
di stanare l’acqua nascosta
che sta dietro gli sguardi

ore svanite nei silenzi
nei discorsi mai conclusi
rappresi a mezz’aria
in precaria sospensione.


MILANO, ORE 19.30

C’è una luna gialla ad altezza guglie
a illuminare le conversazioni
gli aperitivi a Piazza dei Mercanti

traiettorie di passi scivolano
verso le scale di Cordusio
o in direzione opposta
in coda per il cinema

un diniego negli occhi della donna
dice all’uomo che tornerà da solo
al tavolino fa di colpo freddo
-il conto, per favore-
e per loro è già autunno.



ma sono stato indeciso fino alla fine......












Antonellat
00mercoledì 19 dicembre 2007 22:44

E’ sempre una risata secca
il tuo venirmi incontro
labbra di donna
punta di piede dritta sul parquet.

Ti dico: “Piano” ché questa
felicità non sia svelata.
Oggi l’amore è lento, è vanitoso
ne tengo un capo e tu
sorreggi l’altro con la mano.
(01/2007)

********************

E se si frantumasse tutto adesso
come polpa trafitta dal coltello
io non mi pentirei di aver raccolto
il lento stillare della gioia
nelle carezze a cui ti inarchi
nella grazia sgranata goccia a goccia.

Fisso nell’iride ho ancora il mare
che incalza, sommerge spazi bianchi
risale tiepido e odoroso un tratto breve
e dona, nel suo ritrarsi, l’urlo dell’onda.
(01/2007)

Tutto qui

Quando mi chiederanno:
“ma tu, l’hai conosciuto?”
un filo di fiato accenderà il sorriso
e vestirò il suo nome a festa.

Racconterò di frasi ridicole
scritte, invocate, rimaste
intorno alle labbra come
lo zucchero filato ad un bambino.

Nessuno mi crederà, così
io parlerò del silenzio
che passa la gola, poi
attraversa il cuore e narra
di come il sole trafigge la nube, salva
i colori nelle giunture dei secondi.
(05/2006)

Distratta indifferenza

parliamo di maree, di fili interdentali
di giorni anemici, pallidi senza il cospetto
d’un qualsivoglia, distratto cambiamento.
Ma la risacca, di questo consumarsi
flagella e rimanda quel pungolo
dritto al domani
per controvoglia o per disattenzione.

Segna anche questa
nel blocco pasticciato, tanto lo so
che strapperai la pagina, di nuovo.
Allora non bestemmiare
se non t’intralci più tra i miei vestiti
forse la mia era solo distrazione
l’averti stretto i fianchi con le cosce
(08/2005)

Scegli

Dimmi, vuoi stare a destra o a sinistra?

Al centro l’andirivieni dei pensieri
leviga il fianco esposto all’incoscienza
sbilancia quell’esserci, così precario
sull’acino appena inciso d’un incontro
succoso, tra pelle e polpa.

Posa però prima d’andare
in quel settimanale impiallacciato
il tuo starmi vicino a drittofilo
spolvererò l’attesa, ogni mattina.




...è stato difficile [SM=g27823]

baci








altrodase
00giovedì 20 dicembre 2007 17:04


La passione non ha parole

La passione non ha parole
entra senza bussare,
non ha un senso né certezze,

brucia non aspetta, arriva alla fermata
e ti conduce in una locanda,

la passione è nell’attesa
consumata sulle scale di un palazzo
è in un grancaffè gustato al bar
negli sguardi persi nei suoi occhi,

nel calore di un rosso bevuto lentamente
è dentro un bacio sussurrato all’orecchio.

La passione fa finalmente riparare quel rubinetto
che perdeva da un’eternità,
ti fa masticare il cibo e non solo deglutirlo,
fa sentire gli odori, rifare il letto,

la passione ti fa sentire bene da solo
nonostante la tua dannata malinconia.

La passione è nell’addio senza fine, non ti placa
ma tormenta, inebria volutamente,
ha il segreto chiuso in una lettera,
nelle mani, in questi versi tracciati
su binari paralleli in gallerie senza uscita.


Intero, a metà, a pezzi, vuoto a rendere

Sua madre è deceduta a ottantadue anni,
alle diciotto ha la fila per l’osservazione somatica
degli utenti all’ufficio postale
(dove tra l’altro sono a scrivere questi versi)
come al solito c’è chi non sa a quale sportello recarsi,
qualcuno è impaziente, chi ha il pantalone a vita bassa
col tanga a fare capolino, chi non capisce il display
coi numeri fino a ottocentosettantasei
se nell’atrio siamo solo in cinquanta!
chi ha lasciato il fuoco acceso a casa sotto la pentola,
il marito ed il pupo a piangere,
si guarda il culo alle signore
con la faccia stanca, sorridente o in calma apparente…

Dicevo, sua madre è deceduta a ottantadue anni,
a quella età ormai si sentono dei vuoti a rendere, nessuno le cerca più,
ma non è così…il vuoto si sente eccome…

nel tempo ha avuto relazioni meravigliose,
altre soddisfacenti, uniche...
poi ha cullato sogni infranti sulle scogliere della realtà,
sui muri delle ostilità e dei ripensamenti
ed è rimasto solo.
Ma in fondo siamo sempre soli.

Talvolta le donne escono dalla tua vita
ma tu non sparisci,
dopotutto sempre sulla Terra rimani!
più che altro in posti diversi, anche le stelle sempre le stesse,
due figlie bellissime, la sera le sogna ancora piccole, le fascia,
lenisce il dolore alle gengive col dentifricio, le culla
e racconta favole inventate di sana pianta, tipo
- zia margarina spasima per sofficino findus che invece
fila le sorelle sottilette kraft e dal freezer sorbetto cameo
si scioglie per salamino negronetto… -
la notte piangeva spesso adesso ha smesso,
la bolletta dell’acqua era diventata davvero salata!

Si rende conto di essere arrivato al suo turno,
e pensa quale sia la differenza tra stare qui dentro
o affacciati alla finestra di casa,
nulla solo che all’uscita ti chiedono del denaro
e devi abbandonare questi occhi belli di fianco
col numero ottocentosessantasei
incantati chissà se al pensiero di tornare in famiglia
o per la bolletta da pagare.
Esce.

E’ grave dottore?
anche la cognizione del tempo non ha più un riferimento
non possiede calendari recenti, l’ultimo risale
a quello che riproduce le torri gemelle, trash!
settembre duemilauno, l’orologio a parete in cucina
fermo alle quattro o se vuoi alle sedici
a seconda dei punti di vista, non è un arrivista
e naviga a vista almeno viene la rima…
quando termina il turno su questa giostra, voglio scendere
e non salirci mai più.

Mi sa che devo cambiare regime alimentare,
ho ancora il delirio per la febbre di ieri sera
che curerò solo oggi con arance e mele,
non avevo nemmeno un’aspirina...

o devo uscire più spesso
eh sì quest’aria piovosa che penetra le narici
mi fa sentire proprio bene, però

spero tanto che un giorno, altrove,
alzando lo sguardo
non veda più questo soffitto grigio,
mi dà fastidio,
vorrei che si vedessero le stelle,
infatti ho deciso, altrove,
vorrei proprio andare all’inferno.


Sai cosa c’è di nuovo?

Sai qual è il rischio?
è bastato un attimo per trovarci
poi la polvere ha coperto tutto come sempre
e nulla è restato di noi, i baci,
i saluti, i sorrisi sulle labbra arancio.

Sai qual è il dubbio?
è stato il vento a spargere il polline
ma i pugni sul tavolo con i bicchieri
ruzzolati a terra, le bucce di limone nel focolare
e cene a metà, saranno sempre lì.

Sai qual è il problema?
è marcia la mela sul davanzale, sa di silicio,
l’olio è stantio nella bottiglia ed il vino
è divenuto aceto, come l’iride
dei tuoi occhi stanchi, vai pure a dormire, vai.

Sai qual è la soluzione?
la gloria, le gioie, rancori e dispiaceri
son tutti uguali, prima o poi fan tutti male
e li ritrovi chiusi a chiave dietro la porta,
beffardi a ricordarti che non sei nessuno.

Sai qual è il dispiacere?
non ho saputo darti quello che volevi, un cielo,
perché il mio torace è una gabbia infernale
ed il cuore vorrebbe uscire, scappare
lungo i binari per scoprire…

se un treno in anticipo passando in orario...
lo prendesse in pieno.


Un fado immaginario

Non essere rutilante
preda insospettabile, anatema
irreprensibile, adesso trema per un istante
abbassa pure la tua guardia

non abbracciarmi per un motivo
sugella il bacio del peccato
in questo fado avvelenato,
adoro i fianchi tuoi graffiati

e la pelle increspata, ruvida come
buccia d'arancia, bianca come uova sode
adesso porgi la tua chioma,
inarca bene schiena e l'inguine,

addolcisci gli occhi al gioco
ed urla al vento il piacere
di soggiacere ad insane voglie,
regredisci nel cervello il calore

delle mie mani, sbuccia il frutto
del tuo seno, apri il velo del mistero
ed appanna la ragione brulicando
sul tappeto a questo dono inconsueto.


L’amore ultimo

Conosco donne dagli occhi immobili,
piccole lanterne rotanti nell’orbita
che la lingua inghiottirebbe come olive,

donne con gli occhi come reti tese
così tanto da sembrare socchiusi, a volte tristi
da non trattenere mai le lacrime,

conosco donne dagli occhi limpidi sempre intrisi
del proprio umore, immersi nei pensieri
del perduto o ritrovato amore.

Conosco occhi di donna come fulmini del cielo,
spade perforanti per cuori erranti o abbandonati,
occhi teneri ed ingannevoli, indimenticabili,

donne dagli occhi pungenti, impassibili
ai richiami del cuore ma parlanti, sensibili,
mendicanti per un atto d’amore diverso dal solito,

conosco occhi di donna che sanno
non aver amato mai abbastanza
non per sempre l’unico o primo amore
ma quello taciuto e negato.

L’amore ultimo dagli occhi avvistato.



***



Versolibero
00giovedì 20 dicembre 2007 17:54
Come siete veloci! Ma devono essere tutte di quest'anno? No perché io vado peggiorando, allora meglio sarebbe scegliere le prime [SM=g27824]
Uffa Gianni,ma perché solo 5? Non possiamo fare 10? Non fosse altro che perché, per chi ne pubblica dieci all'anno la scelta è facilitata, per chi ne pubblica due a settimana è 'na fatica! [SM=g27828] - diciamo così -

Rosanna
altrodase
00martedì 25 dicembre 2007 11:26
Ho inserito in un ebook (libro elettronico) in formato pdf le cinque poesie degli autori che hanno risposto all'appello di gianni...poi in seguito aggiungerò le altre, sostituendolo e correggendo eventuali errori, così da essere sfogliate come le pagine di un libro.

Dopo aver aperto il file in pdf puoi scaricarlo sul tuo pc con la funzione SALVA CON NOME cliccando su FILE col tasto sinistro del mouse per inserirlo nel tuo blog o inviarlo in email ai tuoi amici.

Per aprire il file di pdf devi avere installato sul tuo pc il programma, in molti casi già presente, di Adobe Acrobat Reader per leggere in pdf., se non lo avessi, per scaricarlo clicca qui:
http://www.adobe.com/products/acrobat/readstep2.html

Per leggere la silloge "Cinque di Officina 2007", clicca qui:





(Per trasformare un file di word con le tue poesie e/o foto in un file di pdf è semplice: basta scaricare dal web il programma Adobe Acrobat Writer per scrivere in pdf e ordinare con un click al file di word di aprirlo in pdf).

Il formato Adobe Reader

Il formato Adobe eBook consiste in un’esclusiva versione del formato PDF, con un software supplementare di crittografia e presentazione, per trasformare la visualizzazione di un documento in PDF in una visualizzazione simile a quella di un libro stampato. Si consiglia questo formato se si desidera leggere gli eBook su qualsiasi PC su cui sia installato uno dei seguenti sistemi operativi: Windows 98 Second Edition, Windows ME, Windows NT 4.0 SP 6, Windows 2000 SP2, Windows XP, o su computer Tablet PC editino; o su Macintosh su cui sia installata la versione di Mac 10.2.4 o successiva.

Prima di iniziare a leggere gli eBook si dovrà fare il download del software Adobe Reader. Questo software è gratuito e deve essere attivato la prima volta che lo si utilizza.

Vantaggi

Grafici: questi eBook possono includere immagini, carte, etc. È possibile usare l’opzione “Adatta alla larghezza”, per visualizzare eBook con pagine più grandi, come manuali o riviste.
CoolType: il reader supporta il CoolType, simile al ClearType di Microsoft, che fa apparire sullo schermo le parole così come appaiono nel testo stampato.
Navigazione: gli eBook di Adobe permettono di accedere a qualsiasi punto dell’eBook. Il sistema di navigazione include le funzionalità indietro/avanti, il precedente/il successivo, l’andare alla pagina contrassegnata, l’indice e la barra di navigazione.
Personalizzazione: si possono usare i segnalibro sulla propria copia dell’eBook per accedere istantaneamente alla pagina scelta. Inoltre si possono aggiungere note ed evidenziazioni ai testi.
Dimensione caratteri: si possono aumentare/diminuire i caratteri che appaiono sullo schermo per adattarli allo schermo e secondo le preferenze di lettura.
Zoom: il dispositivo di zoom a più livelli consente variazioni di testo e della grafica del display per soddisfare le esigenze specifiche.
Display: rotazione del Display per computer portatili – si può girare lo schermo per leggere l’eBook come un libro a stampa.
Ricerca: la possibilità di ricerca in tutto il testo permette di accedere immediatamente a qualsiasi sezione dell’eBook.
Dizionario: se si ha nel proprio scaffale un dizionario, è possibile cliccando due volte sulla parola, vederne la definizione e sentirne la pronuncia.
Scaffale reader: lo scaffale di Adobe Reader può ospitare una vasta collezione di eBook. La dimensione del file di un eBook in Adobe è di circa 2 o 3 MB.



***


Versolibero
00giovedì 14 febbraio 2008 06:32
Ehi, non continuate?
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