ecco le mie
UNA NOTTE DI MAGGIO
Scariche elettriche scuotono le tegole
i vetri presi a secchiate tremano
dalle finestre sbircio un rettangolo
di cielo che passa dal rosso al viola
a tratti scuro come un presagio
come una voragine d'eterno
sfumano vampate di calore accumulato
con leggerezza e anticipo
la pioggia si riprende il suo
spossato tiri fuori la coperta
ti addormenti prima del solito
troppo stanco per comprendere qualcosa.
ATTRAVERSO MILANO
Io Milano l'ho imparata il sabato
nei passi lasciati ai bordi del naviglio
nelle botteghe odorose dei fornai
su bancarelle di libri troppo usati
l'ho assimilata a piccoli sorsi
nei caffé bevuti appena dopo l'alba
osservando la fretta un po' di lato
timidamente ho allungato la falcata
ne ho preso possesso in metropolitana
un lunedì qualunque di gennaio
l'ho attraversata sottoterra
amando l'interscambio delle linee
sorridendo alle spinte e poi alle scuse
le ho voluto bene veramente
quando ho capito il senso delle tangenziali
distinto da lontano il suono che fa il tram
compreso che la nebbia ha una ragione
come il vento che qui non si alza mai.
LA MERAVIGLIA E LA CONSEGUENZA
“A volte accade qualcosa di dolce e fatale
come svegliarsi e trovare la neve” D. Silvestri
Ancora non conosco la risposta
né quando scatti il meccanismo
di questa meraviglia senza precedenti
l’ insinuarsi sottopelle
del battito fuori tempo
non ho l’astuzia per sapere
i motivi delle rose bianche e rosse
le frasi scritte senza alcun sospetto
mi conforto raccontando
che saranno gli occhi
l’origine del sangue a precipizio
delle pieghe nello stomaco
il mutare dell’umore
così il bagliore si fa notte
quando non trovi più la chiave
e tutto è fermo nelle vene
come un lago in pieno inverno
col ghiaccio lungo i margini.
A MEZZ’ARIA
E’ passato troppo tempo
troppe stagioni di mare grosso
di composte esitazioni
a guardarci le schiene bagnate
dileguarsi nella pioggia
non portavamo mai l’ombrello
certi della comparsa di un riparo
un portico in fondo al viale
anche gli occhi
non fanno la stessa luce
né hanno più la sete
di stanare l’acqua nascosta
che sta dietro gli sguardi
ore svanite nei silenzi
nei discorsi mai conclusi
rappresi a mezz’aria
in precaria sospensione.
MILANO, ORE 19.30
C’è una luna gialla ad altezza guglie
a illuminare le conversazioni
gli aperitivi a Piazza dei Mercanti
traiettorie di passi scivolano
verso le scale di Cordusio
o in direzione opposta
in coda per il cinema
un diniego negli occhi della donna
dice all’uomo che tornerà da solo
al tavolino fa di colpo freddo
-il conto, per favore-
e per loro è già autunno.
ma sono stato indeciso fino alla fine......