CATTOLICI IMBECILLI?

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®@ffstef@n
00lunedì 22 febbraio 2010 20:02

Il Vaticano si fa una spa e una banca


A Genova la Chiesa sta per aprire un centro benessere
La nuova linea della chiesa in Italia parte da Genova.

Che con due cardinali sponsor eccellenti come il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone e il presidente della Cei, Angelo Bagnasco sperimenta nuove strade, nella finanza e nei centri benessere.

Da una parte lo Ior si appresta ad entrare nell'azionariato della Carige, dall'altra si lancia nel mondo del benessere e dei massaggi.

E lo fa con un tempismo quanto mai azzeccato rispetto allo scandalo del momento legato ai presunti affari sporchi intorno al centro benessere del Salaria Sport Village di Roma che hanno coinvolto Guido Bertolaso.

Ieri nella città della lanterna è stata inaugurata la prima spa della chiesa destinata a diventare un modello per tutto il mondo cattolico italiano.

Un centro benessere aperto a tutti che ha una missione speciale, quella di moralizzare e dare l'esempio anche nel campo dei beauty center.

Roma è corrotta nell'anima?

E allora la chiesa parte da Genova per riconquistare l'Italia.

Finanziariamente, con il timone della sua banca principale passato da poco nelle mani di Enrico Gotti Tedeschi, lo Ior cambia passo.

Basta con la fama di nebbioso istituto finanziario d'oltre Tevere dedito solo ad affari segreti e poco chiari.

Sotto la luce del sole e con la sponda del cardinal Bertone, l'istituto si appresta ad entrare nella compagine di controllo di Carige, la più importante banca cittadina che ormai vanta oltre 600 sportelli su tutto il territorio nazionale.
Attraverso un prestito obbligazionario di 391 milioni di euro che si concluderà il prossimo 5 marzo, la fondazione Carige che controlla il 44% dell'istituto cederebbe una arte dei suoi diritti d'opzione allo Ior che entrerebbe nell'azionariato con una quota che va dall'1,5 al 2,3%.

A fianco della svolta finanziaria, sempre a Genova si prepara una nuova svolta. In questo caso salutistica. Che sembra arrivare con una precisione svizzero rispetto allo scandalo che imperversa in questi giorni sulle presunta gestione poco ortodossa del centro benessere del Salaria Sport Village e sui massaggi particolari e non.

Fatto sta che mentre Roma brucia negli scandali, Genova si illumina.

Alla presenza del successore di Bagnasco, il vescovo vicario, monsignor Luigi Palletti, la fondazione padre Ottavio Assarotti, importante istituto della città che già si occupa di scuole e sport ha presentato il primo centro benessere della Chiesa.

Non un para-oratorio ma una vera e propria città dello sport e del benessere in un palazzo del '600 nel centro storico. Con una superficie di 2 mila metri quadri distribuita su tre piani offrirà ai mille pre-iscritti e a tutti gli altri che si aggiungeranno, palestra, piscina, centro benessere, campo di calcetto, sale massaggi, emeroteca, terrazza panoramica solarium e dalla prossima primavera, anche campo da minigolf.

Perché, come ha detto monsignor Palletti davanti al vice presidente della Regione Liguria Massimiliano Costa, al presidente del Coni Liguria Vittorio Ottonello e agli assessori allo sport del comune e della provincia di Genova, Stefano Anzalone e Angelo Giulio Torti,

«qui si cura il corpo e lo spirito perché è bene occuparci del corpo…».



Una sorta di sdoganamento del benessere da parte della chiesa che da Genova e proprio nel mezzo dello scandalo legato ai pseudo massaggi romani lancia il suo modello a tutto il paese.



(Italia Oggi 19/2/2010)
 
 SIGNIFICATIVO L'AVVICENDAMENTO :

Alla presenza del successore di
Bagnasco
, il vescovo vicario,
monsignor
Luigi Palletti
APELLE FIGLIO DI APOLLO
FECE UNA PALLA DI PELLE DI POLLO
TUTTI I FIGLI VENNERO A GALLA
PER MASSAGGIARE LE PALLE DEL PRETE DI POLLO DI LUIGI PALLETTI
®@ffstef@n
00martedì 23 febbraio 2010 13:39
Re:
®@ffstef@n, 22/02/2010 20.02:


«qui si cura il corpo e lo spirito perché è bene occuparci del corpo…».






News
C'è il supplemento per chi ce l'ha grosso,
con soli 5 euro in piu' ti fanno credere che ce l'hai grosso.


®@ffstef@n
00lunedì 1 marzo 2010 12:04
Arcus, la società per la cultura
che regala le "mance" di Stato
 


Data di pubblicazione: 28.02.2010

 

Autore: Lopapa, Carmelo  

 


Nell’inchiesta de la Repubblica, 28 febbraio 2010, la vergognosa spartizione dei pubblici denari nei beni culturali (m.p.g.) 

 

L’ultimo pacco siglato «Cultura spa» porta in dote 200 milioni di euro. L’infornata è di questi giorni e permetterà al governo una distribuzione a pioggia in favore di centinaia di associazioni, enti, teatri e fondazioni.

Più che di privatizzazione della cultura, l’operazione sa tanto di mancia di Stato, giusto a un mese dal voto, per amici, boiardi e parenti importanti.

Succede così dal 2004.
I tre ministeri di riferimento stanziano (Beni culturali, Economia e Infrastrutture) e i beneficiari graditi incassano.

È un affare gestito da pochi, con fondi pubblici e scavalcando il controllo parlamentare.

 

La «Cultura spa» di impronta berlusconiana - assieme ad Ales - ha il volto di Arcus, più che un volto il vero braccio operativo, il braccio lungo della spartizione. «Società per lo sviluppo dell’arte» fondata nel 2004 (sotto il precedente governo del Cavaliere) a capitale interamente sottoscritto dal ministero dell’Economia.

I suoi decreti operativi vengono adottati dal ministero per i Beni culturali di Sandro Bondi, di concerto con le Infrastrutture di Altero Matteoli. Una spa a tutti gli effetti - col suo cda di sette componenti per dieci dipendenti - che, come ha avuto modo di denunciare in ripetute occasioni la Corte dei conti, si è «trasformata in un una agenzia ministeriale per il finanziamento di interventi», spesso «non ispirati a principi di imparzialità e trasparenza».

La storia torna a ripetersi. Nel silenzio generale, la spa Arcus ha adottato a febbraio il piano triennale di interventi:

119 milioni per quest’anno,
43 per il prossimo,
37 e mezzo per il 2012.

Totale: 200 milioni, parcellizzati in 208 interventi.

 

La logica appare discrezionale, se non emergenziale, in stile Protezione civile.

Nel calderone, dietro il Lazio con 23 milioni di euro nel 2010, la parte del leone la fa la Toscana dei ministri Bondi e Matteoli: 21,4 milioni, rispetto per esempio agli 8,5 della Sicilia o ai 12,5 della Campania, pur ricche entrambe di siti, chiese, monumenti.

Ma quali sono gli interventi strategici sui quali il ministero punterà per i prossimi tre anni?

Nel capitolo «varie», intanto, 500 mila euro vengono destinati alla «partecipazione dell’Italia all’Expo di Shangai 2010».
A guidare la missione sarà Mario Resca, consigliere d’amministrazione della Mondadori, berlusconiano doc, direttore generale del dipartimento per la «valorizzazione del patrimonio culturale» al ministero. Solo coincidenze, ovvio.

Come lo è il fatto che, in Veneto, Arcus finanzia con due capitoli per un totale di 600 mila euro il dipartimento di Archeologia dell’Università di Padova. Direttore è la professoressa ordinaria di Archeologia Elena Francesca Ghedini, sorella del più illustre deputato, avvocato e consigliere del premier, Niccolò.

Altissime le sue referenze nel mondo culturale: dal 2008 il ministro Bondi l’ha voluta al suo fianco quale «consigliere per le aree archeologiche» e dal marzo 2009 quale membro del «Consiglio superiore per i beni culturali».

Ma di bizzarrie nelle 18 tabelle del piano se ne scovano tante. Ad Amelia, in Umbria, l’Associazione culturale società teatrale riceverà 800 mila euro, la Fondazione teatro dell’Archivolto in Liguria 450 mila euro e via elargendo.

 

Generoso il finanziamento di decine di interventi su immobili ecclesiastici, anche del patrimonio vaticano, dunque
extraterritoriali.


È il caso del «restauro dei cortili interni della Pontificia università gregoriana» a Roma: 1 milione di euro nel 2010 e 500 mila nel 2011, sebbene lo Stato abbia già finanziato lo stesso restauro con 457.444 euro tratti dai fondi dell’8 per mille, lo scorso anno, e con 442.500 euro, nel 2007.

Ma, anche qui, la lista di monasteri, campanili e basiliche beneficiati è sconfinata.

Dal pozzo dei miracoli di Arcus il governo attinge per aiutare pure le amministrazioni comunali «amiche» in crisi finanziaria:

1 milione alla cultura del Comune di Roma di Gianni Alemanno
,

1,5 milioni per la rassegna estiva «Kals’art» del Comune di Palermo (Diego Cammarata).

 

La spa del ministero tra il 2004 e il 2009 aveva già spalmato, su 300 interventi, finanziamenti pubblici per altri 250 milioni di euro.

La storia non cambia. E dire che il ministro Bondi, presentando in Parlamento il suo programma, il 26 giugno 2008, annunciava l’intenzione di «restituire alla società Arcus la sua mission originaria, evitando interventi a pioggia» e promettendo di «privilegiare d’ora in poi interventi di notevole spessore».
Dalla fondazione del 2004, a gestire la spa è il direttore generale Ettore Pietrabissa, già vice all’Iri e poi all’Abi.

Presidente è un vecchio andreottiano, Salvatore Italia, classe ‘40, alla guida del cda composto da altri sei consiglieri.

Vertice di tutto rispetto per una spa che vanta però solo
4 dipendenti distaccati dal ministero e 6 contratti a termine.

Sebbene la sede legale sia in via del Collegio romano 27, nei locali del ministero, quella «operativa» si trova in via Barberini 86, in un elegante ufficio da 350 metri quadrati nel pieno centro di Roma, affittato per circa 16 mila euro al mese, 175 mila euro l’anno.

Nel 2010, stipendi, sede, gettoni e quant’altro necessita al funzionamento di Arcus costeranno 2 milioni di euro.

 

«La spa è solo a uso e consumo dei gabinetti dei ministeri», racconta Gianfranco Cerasoli, responsabile cultura della Uil.

«Un carrozzone da smantellare, che continua a finanziare beni extraterritoriali della Chiesa: le sue risorse potrebbero essere gestite dal ministero, tagliando spese che gravano inutilmente sui contribuenti».

Resta il nodo dei controlli. «Arcus ha di positivo l’immediata operatività, finanzia anche opere importanti - spiega Fabio Granata, componente Pdl della commissione Cultura della Camera - tuttavia in due anni di legislatura mai un atto della spa è transitato in Parlamento».

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