CASO MEDIASET: TESTIMONIANZE GIURATE DI QUATTRO AVVOCATI INGLESI

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INES TABUSSO
00sabato 28 gennaio 2006 19:18
CORRIERE DELLA SERA
28 gennaio 2006
Il caso dei diritti televisivi, il racconto delle operazioni dello studio di Londra
«Ecco le società riservate usate per le tv del premier»
I verbali dei soci di Mills. La difesa: nessun legame

MILANO - «David Mills ci spiegò che, secondo la legge italiana, il dottor Berlusconi non poteva candidarsi finché aveva ancora degli interessi nei giornali e nelle televisioni... Ma non si poteva vendere in quattro settimane... Quindi venne creata da David una società veicolo, una specie di parcheggio, così che gli interessi di Berlusconi restassero lì fino alla vendita al compratore finale... E proprio questa è l’operazione Horizon». Nuove rivelazioni sull’impero mediatico del presidente del consiglio sono documentate dalle testimonianze giurate di quattro avvocati inglesi soci di David Mills. I pm milanesi le hanno depositate nell’udienza che vede Mills coimputato di falso in bilancio e frode fiscale, come presunto artefice delle società-schermo che avrebbero consentito a Berlusconi di gonfiare i costi dei diritti tv Fininvest/Mediaset e non pagare le tasse su oltre 280 milioni di euro di profitti. L’8 giugno 2005 l’avvocato-testimone Virginia Rylatt, interrogata a Londra, spiega che Mills giustificò con l’ineleggibilità di Berlusconi la creazione della «cassaforte» Horizon. Berlusconi ha sempre negato qualsiasi legame con questa e con le altre 63 off-shore che, secondo i pm milanesi, erano invece le sue «tesorerie occulte». Horizon, secondo l’accusa, fu usata per nascondere che Berlusconi dal ’91 al ’94 era il vero e unico proprietario di Telepiù. Per aggirare la legge, avrebbe finanziato segretamente con 644 miliardi di lire, appunto tramite Horizon, prestanome di lusso come Leo Kirch.
Un secondo avvocato-testimone, Christopher Coffin, aggiunge che il rischio di ineleggibilità non fu l’unica spiegazione: «Mills mi disse che Horizon e diverse società avevano a che fare con la conformità con alcune leggi italiane... per un problema di proprietà dei media...». I quattro avvocati, soprattutto, confermano che «Mills lavorava per la Fininvest» e «trattava solo con Berlusconi».
Mills è indagato a Milano anche per corruzione giudiziaria: avrebbe mentito in tribunale per nascondere che erano delle famiglia Berlusconi le società-forziere dei diritti tv. Questa inchiesta è ancora segreta e i pm non hanno ancora documentato la presunta tangente di 600 mila dollari. Dai nuovi verbali risulta però che i soldi di Berlusconi a Mills scottavano: nessun socio voleva toccarli. Oltre allo «stipendio di 10 mila sterline al mese», testimoniano infatti i 4 avvocati, «Mills nel marzo ’96 ha ricevuto 1,5 milioni di sterline». «Mills ci disse che era il dividendo di Horizon - giura il suo socio Jeremy Scott - e che l’aveva trattato in una riunione con Berlusconi». Domanda del De Pasquale: «Perché Mills scrisse che i soldi di Horizon si potevano dividere dopo il luglio 2001» (cioè dopo la vittoria del Polo e la nuova legge sul falso in bilancio)? Scott: «Non lo so, Mills ci informò solo che era un momento sicuro per distribuirli».

Paolo Biondani
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