Brevi tuoni d'un temporale immaginario

sceltadiluce
00lunedì 1 dicembre 2008 13:34
Penso che se tu venissi ora, sarebbe tutto diverso da come l’avevi immaginato. Entreresti cercando di dire qualcosa e te lo impedirei chiudendoti la bocca lievemente con la mano. Ti toglierei il cappotto, te lo toglierei piano e in silenzio. Poi mi chinerei fino a terra per slacciarti le scarpe. Proprio così, demodè, come farebbe una donna orientale, o come una devota signora dell’ottocento con l’uomo forestiero che viene da un lungo viaggio. Ti porterei poi per mano fino al sofà, ti spingerei lievemente per le spalle, per metterti seduto. Ti guarderei a lungo, non so con quale tenerezza triste, guarderei la tua mano abbandonata tra le mie, proprio come se davvero venissi stanco e da una valle lontanissima, forse da una guerra sconosciuta senza corrispondenti né notiziari. Per te fingerei di non avere mai viaggiato, di aver abitato sempre qui, nello stesso posto. Fingerei perfino di essere un punto fermo. Poi con la mano sulla tua guancia ti spingerei piano per farti appoggiare sulla mia spalla, ancora fingendo che sia tu il bisognoso di conforto. E staremmo così, ad ascoltare la pioggia che batte sul lucernario e inverdisce il rosso rame del camino, come se non avessimo mai avuto null’altro da fare che questo.

lemieparole
00lunedì 1 dicembre 2008 14:42
quel : "Fingerei perfino di essere un punto fermo" da solo vale il prezzo del biglietto...ottimo spunto...si
dueanime
00lunedì 1 dicembre 2008 14:53
io invece


mi prendo questa:

E staremmo così, ad ascoltare la pioggia che batte sul lucernario e inverdisce il rosso rame del camino, come se non avessimo mai avuto null’altro da fare che questo.


E' una chiusa bellissima, che francamente t'invidio, e che starebbe proprio bene in un racconto più corposo.

b. [SM=g7265]

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