ANCORA SU PRODI, E SPERIAMO CHE SIA FINITA

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INES TABUSSO
00domenica 22 gennaio 2006 19:00
CORRIERE DELLA SERA
22 gennaio 2005
L’INCHIESTA
Nove anni fa il gip lo prosciolse
La formula: il fatto non sussiste

ROMA - «Con la modifica, affinché si concretizzi il reato d’abuso d’ufficio, deve esserci stata una specifica violazione di legge ed è necessario che intenzionalmente sia stato apportato un vantaggio o un danno ingiusto a qualcuno». Il professor Franco Coppi difende l’ex Governatore di Bankitalia Antonio Fazio, indagato proprio per abuso d’ufficio dalla procura di Roma nell’inchiesta sulla scalata della Bpi di Gianpiero Fiorani all’Antonveneta. Docente universitario, il penalista non entra direttamente nella nuova polemica scatenata dal premier Silvio Berlusconi nei confronti di Romano Prodi. Ma il suo riferimento alle differenze tra la vecchia e la nuova norma è più che chiaro: «Era da tempo che noi giuristi sostenevamo che il precedente articolo 323 del codice penale dovesse essere modificato perché aveva un’eccessiva indeterminatezza e la valutazione della sussistenza era pienamente affidata alla discrezionalità del giudice».
Dall’entrata in vigore dell’attuale reato di abuso d’ufficio sono trascorsi ormai più di otto anni. Era il 10 luglio del ’97 quando la Commissione giustizia di Palazzo Madama approvò in sede deliberante la riforma. All’epoca capo del governo era Prodi. L’allora presidente del Consiglio era finito sotto inchiesta nella Capitale per la vicenda della cessione da parte dell’Iri per 311 miliardi di lire della Cirio-Bertolli-De Rica alla Fisvi di Carlo Saverio Lamiranda. Insieme con lui, erano imputati (ed era stato chiesto il loro rinvio a giudizio) gli ex componenti del Consiglio d’amministrazione dell’Iri Paolo Ferro Luzzi, Giuseppe Glisenti, Antonio Patroni Griffi, Roberto Poli e l’attuale numero uno di Palazzo Koch, Mario Draghi. La vicenda risaliva all’autunno del ’93 e Prodi e l’intero Cda dell’Iri dell’epoca erano stati accusati, appunto, di abuso d’ufficio dopo la presentazione della denuncia da parte di un piccolo azionista che aveva messo in dubbio la convenienza dell’operazione per le casse pubbliche.
All’esame dei magistrati, finì tutto l’iter amministrativo iniziato poco prima. Romano Prodi era stato richiamato alla presidenza dell’Iri dall’attuale presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, allora capo del governo.
L’inchiesta, articolata e complessa, della procura di Roma si concluse con il deposito di una maxiperizia. Dopo il varo della modifica dell’articolo 323, ci si aspettava che gli imputati venissero prosciolti a causa della riforma. E si scatenarono violente critiche, in molti pensarono a una legge ad personam . Ma il gip scelse di archiviare il procedimento nei confronti degli imputati con la formula «perché il fatto non sussiste».
Per quale motivo? Soprattutto per i risultati della perizia che, pur muovendo rilievi alla linearità della cessione (l’asta pubblica era finita in un nulla di fatto e si passò alla trattativa privata), aveva sostenuto che il prezzo pagato da Lamiranda era stato «congruo».

APPROVAZIONE Il 10 luglio 1997 (governo Prodi) il Parlamento ha approvato la legge di riforma del reato dell’abuso di ufficio
IL TESTO
In base alla legge prima di decidere
per il rinvio a giudizio, il giudice deve interrogare l’indagato, qualunque sia il reato contestato
Flavio Haver
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