[recensione] Il Ragno tinto di Nero (Spider Man 3)

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ISKRA!
00martedì 8 maggio 2007 02:29
Il ragno tinto di Nero

Il terzo film della triologia di Spiderman, il più spettacolare, il più ricco di incassi, il più complesso, sicuramente il più brutto.

L'epopea Ragnesca al cinema è stata, tra quelle targate marvel, innumerevoli negli ultimi 5-6 anni, quella più ragionata e di successo. Le prime due pellicole, affidate ad un regista chiassoso ma capace come Raimi riuscivano a condensare lo spirito della serie a fumetti, compiendo scelte che, pur significative, non adombravano gli assi portanti della cosmologia del mondo di Peter Parker. Le sceneggiature sapientemente miscelavano l'aspetto fantastico, la presenza del "grande cattivo" e ovviamente qualche dose di commedia sentimentale.
Spider Man 3, pur non cambiando gli uomini al timone, non riesce a mantenere questo necessario equilibrio.



Trama
Gli sceneggiatori, il pluridecorato Sargent e lo stesso Raimi, confezionano quello che nei progetti vorrebbe probabilmente essere un grandioso affresco, ma che si imprime nella mente degli spettatori come un minestrone raccogliticcio, pieno di voli pindarici e di forzature. Nel film convivono almeno 4 o 5 linee di trama differenti. La struggente storia di SandMan, che mette assieme malattia, colpa e perdono; quella con il nuovo goblin che parla di amicizia, vendetta e redenzione; quella del costume nero e del simbionte giunto dallo spazio, che parla del doppio, degli spettri oscuri interiori, del sottile confine tra bene e male; quella di Eddie Brock, piccolo e meschino rivale di Peter destinato a divenire Venom, non prima dei tre quarti del film, però... E come un filo continuo prosegue la sottotrama sentimentale tra Peter e M.J., condita della comparsa di una bionda all'orizzonte, di scene degne delle peggiori commedie degli equivoci, e di devastanti inesattezze rispetto alla storia in versione cartacea.
Se vi domandate se tutto questo castello regge come una perfetta macchina ad orologeria, la risposta è semplicemente "No".
La buona volontà e gli effetti speciali non riescono a fondere insieme storie che appaiono scollate, messe assieme alla rinfusa, fino a diventare ineluttabilmente noiose, tanto da attendere in modo liberatorio il megascontro finale.




Regia

Raimi padroneggia la tecnica, mette nella sua macchina delle meraviglie soldi e legna, costruisce splendide ambientazioni, vivacizza le situazioni dinamiche con l'uso della telecamera a mano, usa il piano sequenza, il dolly zoom, insomma mette nella minestra ottima farina, insufficiente però a dare sapore ad una sceneggiatura talmente prigioniera del farraginoso (per metà scritta da egli stesso). Il suo fido Bruce Campbell compare come maestro di sala del ristorante francese in una delle scene romantiche che ricordavo in precedenza.

Tre Grandi Cattivi
Pezzi grossi della "vita fumettistica" di un qualsiasi appassionato dell'eroe newyorkese per eccellenza vengono consunti come candele sull'altare del botteghino. In due ore si consuma l'andirivieni schizoide dell'amico Harry/Goblin, la rabbiosa carica dell'uomo sabbia, la meschina esistenza di Eddie Brock/Venom. Il tempo è tiranno e risultano storie spiattellate davanti allo spettatore in modo forzoso, sbrigativo, privo di sfaccettature e cura. Così la storia di Sandman appare piena di clichè, quella di Harry Osborn ha come momento di redenzione un assurdo (ed assolutamente sconcertante) intervento del fino a quel punto ininfluente maggiordomo, Brock appare come un personaggio insulso e privo di qualsiasi spessore, lo stesso simbionte alieno viene sostanzialmente dimenticato per buona parte del film quando dovrebbe (avrebbe dovuto) esserne la chiave di volta.




Attori
Tobey McGuire è alla sua terza prova nei panni di Peter Parker, ma si scontra duramente con un personaggio stavolta maldisegnato, discontinuo rispetto al passato, che appare dimentico dell'accoppiata poteri-responsabilità dei primi due film, nel tratto di film in cui il nero costume dovrebbe tirare fuori il lato negativo del film, poi, assistiamo a sequenze che sfondano le porte della comicità involontaria; il Peter Parker corrotto dal costume è una subspecie di macho danzerino che apostrofa le cameriere (chiamandole "cosce d'oro") e si pavoneggia con ogni fanciulla, intrattenendola con cenni di danza tra le strade di Manhattan. Anche qui il vuoto di idee è evidente.
Kirsten Dunst è sempre bellissima, ed anche maggiormente adeguata nei panni della fidanzatina delusa, non le si possono tributare eccessive colpe, anche i dialoghi da melodramma che si ritrova in bocca, in fondo, non sono colpa sua.
Bryce Dallas Howard è la bionda Gwen Stacy, personaggio fondamentale nella genesi fumettistica del tessiragnatele, qui ridotta al rango di sexy-comparsa, da ricordare per la parentela con Ron Howard.



Gli Incassi

Sontuosi, anzi eccezionali, quelli di un film che dopo pochi giorni di programmazione ha battuto molti record, surclassando i due film precedenti, che pure erano stati ottimi successi commerciali. Tanto che, pare ormai certo, dovremo sederci a vedere un'altra infornata di antieroi tra uno o due anni. Questo dato, sospinto dalla grande attesa, dalla campagna promozionale eccellente e ben orchestrata, è comunque uno degli aspetti dei blockbusters americani di questi anni, serializzazioni che devono, visti i costi ingentissimi, mietere successi costanti e che tratteggiano ottime confezioni e grande spettacolarità, disunite da aspetti più spiccatamente riguardanti la qualità della pellicola presa al di fuori del "fenomeno" che si crea attorno ad essa. Andare a vedere Spiderman diventa quindi parte di un meccanismo commerciale ampio, fatto di gadget, di pubblicità di modelli di intrattenimento, diventa un fenomeno che prescinde dalla qualità della pellicola in senso stretto. Solo per fare un esempio di quello che intendo, nel cinema in cui sono stato tutti i contenitori di Pop-corn ed i bicchieri per le bevande sono stati ridisegnati con il logo del tessiragnatele nella arcinota versione oscura.
Quindi tra qualche manciata di mesi ci aspetterà un nuovo trittico di nemici, da consumare e bruciare nel giro di due giri di lancetta... Carnage, Lizard e la Gatta Nera, dicono i beninformati...

Bè, dopo l'indigestione di sequenze filmiche indigeste, se mi scusate vado a rileggere qualche numero del vecchio spider man cartaceo, per riconciliarmi con il personaggio.


Giudizio complessivo: 4

La cosa migliore: La spettacolarità di alcune sequenze
La cosa peggiore: La sceneggiatura, i dialoghi, la costruzione dei personaggi.
.kiwi.
00mercoledì 9 maggio 2007 13:52
mi sembra davvero brutto [SM=x584442] [SM=x584437]
Modificato da .kiwi. 09/05/2007 13.52
cokori
00giovedì 10 maggio 2007 14:20
Sei stato decisamente troppo buono. Non tanto nel voto, quanto nel tono.. alla fine sei un bonaccione,dai!:D
ISKRA!
00venerdì 11 maggio 2007 03:48
Re:

Scritto da: cokori 10/05/2007 14.20
Sei stato decisamente troppo buono. Non tanto nel voto, quanto nel tono.. alla fine sei un bonaccione,dai!:D



Sì, sono di cuore buono... Anche nel voto, in effetti... [SM=x584433]

P.S: Oh già, devo risponderti nel thread di Elvis... adesso è un po' tardino [SM=x584496] , domani ci penso...

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