L’ingresso in campo accompagnato dalla figlia e da Roberto Baggio, la curva Fiesole gremita che lo ha invocato incessantemente: Stefano Borgonovo, il protagonista dell’evento benefico del Franchi è stato accolto come un “eroe moderno” da tifosi, ex compagni e vecchi allenatori, in quello stadio che lo vide bomber di razza. “Borgogol, Borgogol“, gli applausi, uno striscione: “B e B (Baggio e Borgonovo ndr.)… fantasia al potere… calcio da sogno… forza Stefano grande ragazzo semplice e buono”.
Tanta commozione tra gli ex compagni e nel pubblico ma non certo da parte di Borgonovo, che ha dimostrato forza e coraggio da vendere e che tramite il suo computer (che utilizza muovendo gli occhi) ha inviato più di un messaggio ai presenti: “Grazie Firenze. Volevo dire ai malati miei compagni di viaggio di crederci, di credere nel calcio, nei calciatori e nella Lega Calcio”.
Infine “Borgogol” lancia un appello a chi accusa il calcio come causa della Sla: “Lasciatelo fuori, il calcio non c’entra“. Parole purtroppo cadute nel vuoro, visto che prima della gara un ex viola, il 37enne Massimo Orlando, (ora allenatore delle giovanili della Fiorentina) ha rilasciato una pesante intervista al Tg1: “Ho parlato con persone che stanno per ammalarsi e che tra poco verranno fuori. All’inizio, quando successe a Signorini, si pensò ad una casualità, Ora invece sono tante le persone che soffrono. Vedere una persona ridotta così a quarant’anni ti fa pensare. Nel calcio c’è omertà: si dovrebbe parlare con chi ha curato il nostro fisico per far capire, a persone come noi che sono a rischio, se è stato fatto qualcosa di strano“.
Un abbraccio ideale anche da parte mia.