Dopo tutto questo tempo? Sempre
COMMENTO
Riecco dunque il vostro amichevole, scocciatore, presuntuoso, borioso, rompiscatole elfo di fiducia. Prima di leggere la role e il riassunto vi chiedo di leggere il commento. Vi spiegherò cosa è accaduto e lo sottopongo al corpo master che mi ha accordato fiducia e con la stessa fiducia voglio rispondere, ma cominciamo dalle cose principali. Shariziah e Gheof sono state disponibilissime ad accompagnarmi in questa ricerca e sempre pronte a continuare il "viaggio" e per questo le ringrazio davvero tanto. Quando c'è stato il responso dove mi si chiedeva di cercare la storia dei Nizariti ci siamo messi subito in movimento chiedendo loro di aiutarmi. La mia richiesta è stata ben accolta e due giorni dopo eccoci in biblioteca ad un orario improponibile eheh e abbiamo cominciato. Per ovvi motivi di stanchezza, abbiamo messo in pausa la role, che era in gran parte già fatta. Purtroppo gli impegni off non sono stati clementi e come avete avuto modo di vedere la giocatrice di Gheof ha fatto "partire" il suo umano. Anche la player di Shariziah non si trova in una situazione migliore. I miei ringraziementi vanno ad entrambe ma, per non portare la situazione dietro ancora per molto tempo e per vedere come evolverla abbiamo deciso di farla muovere in un certo verso. L'elfo è arrivato, si è presentato, sanno perchè è lì e ho semplicemente tirato un dado in biblioteca ma anche aggiungendoci il bonus, sempre se valido, la situazione è proprio tragica XD. In ogni caso, non ho trovato nulla lol un misero +1 di cui vi allego immagine e che trovate anche in biblioteca. Detto questo, aspetto di capire in che modo procedere da qui in avanti, la mia solita fortuna ladra che ci vogliamo fare. Un uno!
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RIASSUNTO
L'elfo va sulla terra ferma e si incontra con la mezza Shariziah e l'umano Gheof alla ricerca di un libro e un'idea particolare per le armi. Dopo le prime battute, si metterà subito all'opera fino al mattino successivo mentre i presenti si addormenteranno o comunque cederanno alla stanchezza, ma l'elfo non avrà trovato proprio niente.
REGISTRAZIONE
E’ una sera come tante altre a Barrington. Un elfo ha attraverso il lago, da sponda a sponda, cercando cultura alla Torre Arcana. Lì vi ha trovato una stanca mezzelfa, sufficientemente in forze, però, da poter indossare il mantello e fargli strada fino alla biblioteca. I due si trovano adesso davanti il portone di quest’ultima, proprio dove le gambe di Shariziah hanno condotto entrambi.
[Turni: Shariziah, Draugceleb, Gheof]
[GDR PLAY]
SHARIZIAH [Ingresso] Il portone della biblioteca, da quanto tempo non si ergeva davanti ai tuoi occhi? Da quanto le tue iridi non ammiravano la maestosità di questo edificio? Un lato delle tue labbra si alza appena accennando un debole sorriso. La testa fa ancora male, ma adesso il dolore comincia ad essere sopportabile, a tratti quasi scompare. Forse il lagothe sta andando definitivamente via. Sei avvolta in un mantello scuro che ti copre dal vento. Sotto di esso i classici vestiti da uomo coprono il corpo. Nessuna effige sulla camicia, nessun medaglione. Chi ha bisogno di mostrare quello che è prima ancora di aprire bocca? I piedi, adesso che siete arrivati, ti portano ad accelerare un minimo per portarti due passi avanti all’elfo, nell’intenzione di aprire la porta e fare gli onori di casa. Afferreresti allora la maniglia con la mano destra e, ruotandola appena, andresti a far forza con il braccio intero per spingere e spalancare quella porta. Nel frattempo lo sguardo andrebbe a cercare, da sopra la spalla, l’elfo dietro di te. {Siamo arrivati. Accomodatevi pure}. Diresti a lui entrando per prima, spostandoti dal lato della porta stessa e tenendogliela aperta, in modo da agevolargli l’ingresso. Da quanto tempo non entri in quel luogo? Da quanto tempo non respiri quell’aria? Sa di… Di tanto. Veramente tanto. Adesso aspetteresti che lui varchi la soglia per poi richiudere la porta dietro di lui e condurlo verso la sala comune. {Ditemi, di cosa volevate parlarmi?}. Diresti adesso all’elfo, andandolo a cercare con lo sguardo. Un lungo corridoio quello da percorrere, poi davanti a voi si aprirà l’immensità della sala comune. Forse dovresti salire in cella a chiamarlo.
DRAUGCELEB (ingresso)Senza l'aiuto della mezza non sarebbe mai riuscito a trovare la biblioteca. Osserva tutti i dettagli e memorizza, non si sa mai se potrà tornargli utile, anzi è certo che sarà così, come può un elfo non recarsi in una biblioteca e immergersi nei suoi libri? Sono cose che pensa tra se mentre arriva in quel luogo, coperto dal mantello nero e dal cappuccio che nascondono lui tanto quanto la cotta di maglia e la divisa e i panni pesanti che ha indossato per recarsi a Barryngton. La lunga è nascosta anche lei sul fianco sinistro. ''Grazie'' Dice solo quello e poi in fretta si infila in quella che è la biblioteca, togliendo con la sinistra il cappuccio e osservandosi intorno, perso nei dettagli, curioso come sempre, come è nella sua natura di elfo. Ciò nonostante non è così distratto da dimenticarsi di dove è e con chi si trova e quindi risponderà, calmo e con voce profonda presente a se stesso. ''Cerco qualcosa, un'idea particolare per un'arma. Entrambi sappiamo come siano ingegnosi gli uomini.'' Non dice di più, incerto persino su quello che c'è da cercare perchè non sa nemmeno se la cosa sia fattibile o possibile o per lo meno credibile anche per lui stesso. Peccato non vi sia una biblioteca anche sull'isola, non che disprezzi quella che c'è sulla terra ferma, ma avrebbe fatto bene agli isolani poter consultare una biblioteca senza temere ciò che gli sarebbe potuto capitare sulla terra ferma o così è che gli hanno detto. Il suo sguardo dall'ambiente passerà a cercare quello dell'altra semplicemente per vedere cosa gli potrà dire al riguardo e per concentrarsi su di lei che conosce meglio di lui sicuramente quel luogo.
GHEOF -Sala Comune- Dai, diciamolo. E' vero. E' tardi. O meglio, lui solitamente non è tipo che si addormenta facilmente. Ma tre bicchieri di vino sono andati via come l'acqua. Un libro sulle ginocchia. Un libro veramente noioso. Perchè gli amanti dei libri non è che lo fanno a prescindere. Ci sono libri interessanti ed altri meno. Questo, è uno di quelli meno. Anche lui, farsi venire in mente di prendere un libro che parla di come è fatto un albero. No, non è stata un'idea interessante, ma voleva sapere che cosa porta una donna a studiare gli alberi. Il legno degli alberi. Libro noioso, scritto in maniera sintetica e senza approfondimenti. Un obbrobrio. E niente, va bene. E' lì, seduto su una delle poltroncine della sala comune, davanti ad un tavolino, con il gomito poggiato sul bracciolo che regge il viso. Si sta praticamente addormentando. Anzi, confessiamolo. Si è addormentato sul serio. L'altra mano è posata sulle pagine del libro soporifero, rimasto aperto sulla dicitura di una foglia. Ma Goffredo è anche una persona che ha il sonno leggero. O s'addormenta di piombo - e le volte sono rare- oppure sonnecchia. Ecco, il termine giusto è sonnecchia. Ci sono dei passi, un vociare. Apre le palpebre molto lentamente. Le lenti da vista, belle arrotondate sono appese sulla punta del naso, il mento punta verso il collo, sfiorandolo. Ha una camicia porpora, un gilet nero e pantaloni dello stesso colore. Sotto la camicia si intravedono i grani di un rosario di legno. C'è qualcuno. La biblioteca ultimamente si affolla troppo spesso soprattutto in orari poco consoni. Che non sia quella taglialegna piagnona egiziana della volta scorsa. Alza il viso da dietro lo schienale. In pratica la poltrona e lui danno le spalle ai nuove avventori. Socchiude gli occhi e sì, arriva qualcuno. E no, non è quella donna. E' Shariziah. Un attimo, si è appena ripreso. Non era stanca? Che ci fa qui, adesso. Ma dietro c'è qualcun altro. Uno spilungone. Chi diamine è? E' come se lì per lì non riuscisse a fare due più due. Morfeo è in grado di afferrare le sinapsi anche dopo aver liberato l'uomo dal suo sonno, ma che ne sapete voi, elfi e mezz'elfi. Che ne sapete.]
SHARIZIAH [Sala Comune] Sh. Silenzio. Man mano che si avvicina alla sala comune i passi cercano di farsi più leggeri, la voce più cauta. A prescindere che ci sia qualcuno o meno, quello è un luogo di culto per lei. La biblioteca. I libri. La cultura. Quella sala. Draugceleb si perde con lo sguardo dentro quelle mura e lo stesso fai tu. Ti piace. C’è poco da dire o da fare. Per te le biblioteche sono fonte d’ossigeno. Beh. Forse questa lo è in particolar modo. Un fugace sguardo al corridoio per assaporare di nuovo quei luoghi, per poi tornare con lo sguardo su quello dell’elfo. I passi vanno da soli. Tu non sei attiva come al solito. Ci metti un po’ a ingranare, senti ancora la necessità di prenderti il tuo tempo. E’ alla parola arma che o sguardo si acciglia un attimo. Arma. Una parte tuo spirito si oppone fermamente a quella parola. Non servono armi. L’altra ci mette un po’ a far presente alla prima che stai parlando con un cavaliere e che quindi, magari, è normale che cerchi nuove armi. Lo sguardo si acciglia di nuovo alla parola umani, come se gli stesse chiedendo di cosa si stia parlando praticamente. {Che idea, esattamente?} chiederesti adesso, quasi in un sussurro, entrando nella sala comune. Ragioni lentamente, ma sai bene di non aver bisogno di parlare con toni particolarmente alti a lui che ha orecchie addestrate come le tue. La sala comune. E’ su quella porta che i tuoi passi si arrestano per permettere agli occhi di ispezionare il luogo. Distratta, con il volto, rivolgeresti a lui un’altra richiesta. {Non so quale sia il regolamento della biblioteca, ma forse sarebbe meglio se lasciaste eventuali armi in questo punto, all’ingresso. Sapete, non credo sia il caso di portare tali oggetti in un luogo come questo}. Il tono cercherebbe di rimanere basso, cordiale. Una richiesta avanzata dalla, seppur non dichiarata, nuova scriba della biblioteca -diplomazia +2-. In quel vagare i tuoi occhi forse adesso potrebbero trovare, alla stessa poltrona di sempre, lì dove effettivamente lo stavi cercando, lo sguardo di Goffredo. Ed eccolo, il mezzo sorriso di prima che ritorna. Un attimo. Fugace. A lui rivolgi un cenno con il capo che si china appena per salutarlo. Poi lo sguardo tornerebbe sull’elfo, aspettando che espleti la tua richiesta. intanto le mani andrebbero a sciogliere i nodi che tengono insieme i lembi del mantello, per poi sfilarlo dalle spalle e riporlo, ripiegato a caso, sul braccio. {Venite, prima di iniziare la ricerca voglio presentarvi una persona}. E se l’altro avesse finito ed eseguito la tua richiesta, faresti strada a lui verso Goffredo. {Sono certa che potrà aiutarvi nella ricerca, meglio di quanto non possa farlo io}.
DRAUGCELEB (sala comune)Oltre all'odore dei libri, c'è anche l'odore della mezza e di qualcos'altro che non sa ben definire perchè non ha mai sentito prima. (senso sviluppato) C'è qualcosa di strano nella mezza, sembrerebbe essere meno pronta del solito e probabilmente è solo stanca, come tutti di questi tempi, troppe cose e troppe preoccupazioni che si mescolano insieme e che lo rendono poco o per nulla tranquillo. Nota come si accigli al pronunciare le armi, certo non è mai utile usare la conoscenza per le armi, ma meno esse sono distruttive e più incontrano la sua approvazione, e lascia correre perchè ognuno ha diritto ad avere il proprio pensiero, o altrimenti non le reputerebbe persone intelligenti quelle che pensano da per se, senza l'aiuto o senza il controllo di altri. La segue e risponde al sussurro con un sussurro. ''Una lama nascondibile, da portare fissa al polso.'' Un'idea balzana forse o forse no ma sarebbe certo di molta utilità. Capisce perfettamente la richiesta successiva e risponde con un piccolo sorriso e cominciando a slacciarsi la spada dalla cintura. Poggiandola sulla destra, la tirerà fuori dalla copertura del mantello e la affiderà anche al palmo della sinistra, in modo elegante per poi portare la sinistra a slacciare il mantello e ad avvolgere la lama in quella coperta nera, quasi al sicuro, come se si trovasse in un involucro materno perchè poteva fare la differenza in casi particolari. Poi, appoggerà la lama e di conseguenza il mantello al muro, in piedi e continuerà a seguire la mezza. Fa un semplice cenno affermativo alle parole successive, forse ecco cos'era quell'odore che aveva sentito prima, un'altra persona in quella stanza, cosa avvallata anche da un terzo ritmo di respiro presente e dal cenno del capo dell'altra. Intanto, saluta la nuova conoscenza. ''Sid et honor.'' Non sussurra ma nè grida, farà solo in modo di essere sentito perfettamente anche da un umano e di essere cortese come sempre.
GHEOF -Sala Comune- Hey. Coraggio. E' l'ora di svegliarsi. Quello che vede da sopra le lenti che restano sulla punta del naso gli ricorda di essere sul pianeta terra e non a bruciare tutti i libri inutili dentro una foresta galleggiante ricca di alberi che possono diventare rosari bellissimi. Un gran bel sogno - ah ah ah- ma è l'ora di tornare qui, ed ora. Sì, laggiù c'è Shariziah e dietro c'è uno spilungone. Parlottano, sussurrano qualcosa che non riesce a percepire, povero umano. Corruga la fronte alzando il viso. Non molla gli occhi dalla coppia, per nessun motivo. Mentre lo fa chiude il libro e lo afferra, alzandosi dalla poltroncina. Lo posa distrattamente sul tavolino basso di fronte alla seduta abbandonata da poco. Lei sorride e questo va bene. E' quello che sta facendo l'altro, là dietro, che no, sulle prime non comprende. Sta nascondendo qualcosa sotto il mantello e quel qualcosa si rivela essere una spada. Corruga di più la fronte andando a guardare Shariziah, immediatamente, con la coda dell'occhio. E' uno sguardo eloquente. ''Quello che diamine è e che cosa sta facendo.'' E' uno sguardo veloce, secco, e fermo che torna con la stessa velocità su di lui. Passa l'arma da destra a sinistra.] Piano con quell'arnese! [Accenna a voce appena più alta, rivolgendosi a Draugceleb, senza nessun tipo di sconti.] Non è un'armeria nè un'arena e neppure un campo di battaglia. Non è il palco per l'incoronazione di nessun Re e quindi, di nuovo, la spada non ... [Vede come la copre dentro il suo mantello. Arcua velocemente le sopracciglia. Offre un nuovo sguardo a Shariziah.] ..Serve. Senem honor reverentiaque decebant, messere. Che forse, con quelle armi si fatica a raggiungere. [Da per scontato che sappia il latino. O meglio, diciamo la verità. Da quasi per scontato che non lo sappia dato che la maggiorparte delle persone qui, quella lingua la utilizza esclusivamente perchè è stato detto loro. Sapientia Vobis, Sid et Honor, Sid et lex Lex Draconis e tutti questi bei saluti resi gloriosi dall'utilizzo improprio di questa lingua così importante. Infila una mano in tasca dirigendosi verso Shariziah. Con la mano libera avvicina le lenti da vista agli occhi, facendo un no con la testa. Non le dice quel che le vorrebbe dire ma non dovrebbe essere in piedi, non dovrebbe essere qui e no. Inspira solo dal naso guardando con la coda dell'occhio l'arma per poi chiudere un momento gli occhi. La voce di Goffredo non esagera con il volume ma il tono non ha alcunchè della cortesia che uno si aspetterebbe dopo che ci si approccia in maniera educata. Di nuovo, Shariziah e si rivolge dicendo:] C'è qualche problema? Come mai a quest'ora?
SHARIZIAH [Sala Comune] Lo sguardo crucciato di Goffredo salta subito al tuo occhio, già mentre sistema le sue cose sul tavolino. E’ su quello sguardo che ti soffermi cercando di studiare la sua reazione, di capirla -empatia +2-. Nonostante la stanchezza fisica sia andata via, però, il cervello ragiona ancora lentamente. E’ per questo che quando, alzandosi dalla poltrona, Goffredo viene di voi, ti rivolge quello sguardo eloquente, il tuo è confuso, come se non capissi. Intendiamoci, non è che non capisci il messaggio inteso implicitamente in quegli occhi. E’ che non riesci a contestualizzarlo in maniera da dare un senso alla scena. Quando infine si decide a parlare, decidi finalmente di volgere lo sguardo indietro, all’elfo che sta avvolgendo la sua spada nel mantello. Un attimo per poi tornare con gli occhi a cercare quelle di Goffredo. {Non so bene quale siano le regole della biblioteca riguardo le armi, ma ho supposto non fosse consentito portarle dentro}. Scuoti il capo come a cercare di far andare via un po’ di confusione. {In realtà, anche se non c’è nessuna regola scritta, credo che nessuno dovrebbe avere il permesso di entrare armato in un luogo come questo}. Il tono è basso, ma adesso è calibrato in modo che giunga chiaro anche a Goffredo, pur cercando sempre di non disturbare il silenzio della sala. Fatta quell’affermazione ti volteresti a controllare che l’arma sia stata riposta, per poi, ancora una volta tornare su Goffredo, questa volta che aria tra il confuso e l’interrogativo. A cos’è che non ho pensato? Che succede? Maledetto mal di testa testa che in questi giorni sembra diventato perenne! Sono sguardi che rivolgi a lui, e solo a lui. Arrivano delle nuove domande. Ed è a questo punto che torni a guardare l’elfo, come se cercassi in lui le risposte che Goffredo cerca. Lentamente chiudi le palpebre. Silenziosamente annuisci come se avessi ritrovato il filo. Prendi un respiro un po’ più profondo. Poi torni ad aprire gli occhi su Goffredo. {Messer Draugceleb è uno dei cavalieri dell’isola}. La mano libera adesso andrebbe, a palmo aperto, a mostrare la figura dell’elfo all’uomo. {E’ venuto in Torre chiedendomi aiuto e dal momento che ciò che cerca è un libro, ho pensato di condurlo qui in biblioteca}. Annuisci adesso a quelle tue stesse parole, mentre l’espressione del viso cercherebbe di rilassarsi un po’ di più, verso di lui. Ancora solo lui. A parte i pensieri rallentati sta bene, dovrebbe essere evidente. E poi, riguardo l’ora, seriamente Goffredo, hai mai visto Shariziah frequentare quel luogo ad un orario decente? {Mi spiace se ti abbiamo disturbato}. Il tono sarebbe pacato, basso, realmente dispiaciuto adesso.
DRAUGCELEB (sala comune)Quanta scena, tanto rumore per nulla, non ha mica sguainato l'arma, ma continua nei suoi movimenti quasi senza far caso alle parole dell'uomo che sembra oltremodo preoccupato per qualcosa che non sa l'elfo ma gli sta simpatico, ha un modo stano di porsi o forse lo è più lui che non si cura di niente in questo momento. Osserva attentamente quel dialogo muto, fatto di sguardi e capisce quantomeno che forse tra i due c'è più di una semplice amicizia, meglio così ne è contento. E poi l'altro dice qualcosa di strano che gli sfugge, che non comprende totalmente in effetti e che senza approfondite lezioni non potrebbe capire, un pò come lo è per la sua di lingua invero. E risponderà a entrambi che danzano in un dialogo quasi concitato se non fosse per la lentezza se così si può definire. ''Sapete meglio di me che Barryngton non è sicura.'' Si rivolge prima alla mezza e poi all'uomo, nota che hanno oltretutto la stessa altezza e che con quegli occhiali gli ricorda davvero i bibliotecari impolverati e polverosi del suo passato da bambino quando la madre umana gli forniva i testi per ampliare la propria conoscenza che però erano appunto in latino come da consuetudine di questo periodo, alcuni erano proprio belli ma meglio lasciare il passato dove è per il momento. ''Avrei potuto capire di più, lingua meravigliosa ma l'ho dimenticata col tempo nella mia...'' Non è sicuro di aver compreso perfettamente quella parola ma quelle legate dalla congiunzione si perchè lo riguardavano da vicino essendo cavaliere. ''...vecchiaia.'' Fa un sorriso quasi rammaricato e pronuncia l'ultima parola con una certa incertezza. Lascia che ci siano le presentazioni e si porta una mano ai capelli scoprendo l'orecchio appuntito e portando lo sguardo intorno a osservare l'ambiente, chissà se avrebbe trovato ciò che cercava?
DRAUGCELEB (sala comune)Non si cura più di nessuno, semplicemente si metterebbe a cercare se lì può trovare ciò che cerca e nel caso contrario trovare un modo differente. Si sposta con acume e attenzione tra i molteplici tomi antichi, chi più chi meno ma tutti hanno il loro modo di essere, la loro diversità, le loro pagine piene di sapere, la loro carta e ne sentirebbe quasi il rumore tra le proprie mani. Cerca, con lo sguardo, con i sensi, tutti, mentre si incurva per raggiungere i tomi più in basso o si estende per quelli più in alto. Sente che gli altri due starebbero parlando adesso tra loro e si siederebbero per poi sentire i loro respiri divenire più pesanti. Solo adesso si volta, solo ora, e vede che si sarebbero addormentati. Quanto tempo è passato? Era notte fino a pochi minuti prima, ma adesso è il sole a fare da padrone nel cielo. Ha quasi finito, quasi svuotato l'intera biblioteca della sua essenza e proverebbe a cercare nell' ultima zona che gli manca ma niente, niente di niente. La biblioteca è vuota, non c'è nulla. Lascerà un biglietto ai due, un semplice grazie e poi andrà via in silenzio chiudendosi dietro le spalle la porta.
DRAUGCELEB ha ottenuto: 1