[Casa dei Veleni] Sogni sporchi di sangue. Desideri. (GDR APPROVATO CON INDICAZIONI)

Shariziah
00lunedì 7 marzo 2016 00:39
Melisande, Shariziah

Riassunto: Avete presente quando dormite con qualcuno al vostro fianco e vi svegliate nel cuore della notte senza riuscire a prendere sonno? Sapere di non potersi muovere perché non si vuole rischiare di svegliare l’altra persona e al contempo non avere nulla da fare. Adesso immaginate di vivere questa sensazione ogni notte, per tutta la notte, e aggiungete il fatto che vedete quell’altro muoversi, magari parlare, inseguire i sogni e di non sapere neanche cosa sia concretamente un sogno. Questa sensazione è ciò che spinge Shariziah a recarsi al cospetto di Melisande, alla casa dei veleni. E così una venefica stanca e una conoscitrice curiosa si incontrano, si aggiornano sugli ultimi avvenimenti e dopo poco entrano nel vivo della conversazione: Shariziah vuole un veleno che la faccia sognare. Sono occhi negli occhi, mezzelfa e vampira. Un cuore batte realmente pompando sangue ad un cervello che sa leggere le persone, ma che nella venefica vede buio e non riesce a trovare una luce per farsi strada. Un cuore viene forzato a battere per nascondere l’inganno della non vita, alimentando il desiderio e la bramosia di ottenere quel suo simile che arde di passione. Shariziah è inquieta, sa di star cercando un modo per violare la sua natura. Melisande è alimentata dalla curiosità della venefica alla quale viene chiesta una nuova sperimentazione. E poi ci sono un coltellino, una provetta, un fazzoletto, sangue, forza di volontà, bisogno di sentirsi, di capirsi, di aversi. Un invito a rimanere, impegni che pretendono, possiedono. A presto venefica. Ci rivedremo conoscitrice.


Per il master:

- Questa dovrebbe essere considerata come role di riposo per Melisande a seguito di QUESTA role (credo);

- Shariziah si procura una lieve ferita alla mano per donare del sangue alla venefica;

- Come conseguenza Melisande possiede una boccetta con il sangue della mezzelfa, per preparare il veleno che le è stato richiesto;

- Melisande sente l’odore del sangue di Shariziah, ma riesce a desistere dal morderla grazie alla sua volontà (la player ha tirato i dadi che hanno voluto bene alla mezza [SM=g27827] );

Credo sia tutto.


Commento: Potrei dirvi che questa storia va letta perché ha un fascino unico, invece vi dirò che leggere di Melisande e Shariziah che si studiano ma non possono, che si vogliono ma non possono, che si combattono ma non possono è una meraviglia per gli occhi e inquieta gli animi. Ma d’altronde la player lo sa che io adoro sia lei che la sua zanzara succhia sangue [SM=g27836]

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Registrazione


SHARIZIAH [Esterno] Dalla torre arcana alla casa dei veleni sono pochi metri di cunicoli stretti da costruzioni che si stagliano contro lo scuro cielo della notte. Poche stelle stasera circondano la luna ormai quasi completamente al suo culmine. Coperta dallo scuro mantello ti dirigi verso il portone. Gli occhi si incastrano nel legno. Quanto tempo non metti piedi su questa strada? Quanto tempo non vedi colei che fu il primo motivo per cui ci mettesti piede? Scuoti leggermente il capo, una volta. Le labbra si tirano in un’espressione indecisa. Le mani arrivano sui bordi del cappuccio e lentamente scoprono i rossi capelli. Portano la stoffa indietro e poi vanno a scombinare leggermente i ricci. E’ umida l’aria di barrigton. Umida, appiccicosa e sporca. Vicino alla bettola ci sono degli uomini ubriachi buttati per terra a cercare un po’ di pace dentro la testa. Mugugnano come se stessero per esplodere. Puzzano di alcol e il tuo olfatto sviluppato ne risente. Allunghi il passo e raggiungi di fretta il portone, cercando salvezza per i tuoi sensi. La mano destra si alza chiusa a pugno verso il legno del portone. Tre colpi ben assestati. Toc. Toc. Toc. Adesso attendi. Ti aprirà direttamente Melisande? Oppure troverai la bionda chioma di Irina? Solo il tempo può dirlo. Intanto tu ti stringi dentro il mantello, dove la camicia bianca e i pantaloni neri, maschili, sembrano non essere sufficienti a coprirti dal freddo di questa notte.

MELISANDE  [Sala Comune] I giorni Folli sono venuti e trasconrsi. La normalità si è di nuovo impossessata delle vite degli abitanti delle due terre e anche della tua, Signora dei Veleni. Non hai compreso quel che è accaduto. Ma ti è piaciuto, Melisande? Sulla scia dell'amore che ora non comprendi più hai compiuto atti. Atti. Tra cui quello di cibarti di Erinn: il suo Sangue Velenoso scorre ancora nelle tue vene, ti debilita come quando eri umana. Sei forte, certo. Sei invincibile poichè questa sensazione si è impossessata di te quella notte sull'isola. Ma sei stanca. E non eri stanca da molto tempo. E te ne stai immobile, innanzi ad un fuoco che scoppietta e che non ti spaventa più come quando eri neonata. Osservi le fiamme del fuoco che danzano e pensi, intensamente, ai veleni: la tua mente è attiva, molto attiva. Più attiva di quando eri umana. Indossi la divisa di Congrega, nera e viola. E' una veste aderente che s'intona perfettamente con gli occhi ametista che sfoggi più per vanità che per necessità. Indossi anche il Pendolo di Dedalo, questa notte. Il Medaglione del Drago è nascosto in una tasca della tua veste. I capelli, morbide onde d’ebano, sono sciolti sulle spalle e raggiungono in lunghezza la vita. Bella. Sei bella e perfetta come la notte in cui sei morta. *Come tutti sanno, la Bellezza raggiunge il suo culmine quando la Fredda mano della Morte è sospesa nell'atto di farla Sfiorire.* Questa è la frase che scrivemmo il giorno della tua dipartita. Toc toc toc e i tuoi pensieri cedono il posto ai Doni del Sangue che si allungano fino al portone per captare i battiti cardiaci dell'intruso, il suo odore. Conosciuto, molto conosciuto. {E' aperto!} Ti ritrovi a dire ad alta voce: sai che lo sentirà poichè riuscirebbero a captare quelle parole anche gli umani. Quando Shariziah aprirà la porta si troverà davanti un atrio in penombra: alla sua destra un tavolo con dei tomi, alla sinistra un baule basso e davanti a lei tre archi che la introdurranno nella Sala Comune illuminata a giorno. E vicino al camino, Melisande, in piedi, ad attenderla. [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Ingresso > Sala Comune] E’ aperto. E’ aperto e te lo comunica la voce diretta di Melisande. Senza accorgertene aguzzi l’udito. Non sembrano esserci altri rumori in giro. E ancora senza accorgertene emetti un leggerissimo sospiro di sollievo. No, stasera non ne avresti avuto la forza, non dopo l’esserti vista morta con le ali e dopo tutto il resto. La mano destra si alza andando ad afferrare direttamente la maniglia. Una leggera pressione e il portone si apre al tuo comando. Effettivamente è aperto. Il lembo interno sinistro del labbro si alza e muovi i primi passi all’interno della casa dei veleni. C’è silenzio intorno e la penombra rende l’ingresso tetro. Bauli e tomi decorano la stanza: un edificio di conoscenza, non c’è dubbio, ma più cupo della torre, almeno è questa l’impressione che hai adesso come la prima volta che vi hai messo piede. Il silenzio si riempie del rumore dei tuoi passi che diventa quasi fastidioso per la sua normalità. Ti ritrovi a camminare quasi in punta di piedi per diminuire quel suono e lasciare che i tuoi pensieri, così come quelli della venefica, riecheggino. Pochi passi e poi i tuoi occhi si riempiono della luce della sala comune. Una veloce occhiata in giro ti permette di catturarne lo spazio, di far tua questa nuova dimensione, di insegnarti a muovertici dentro. Il tour visivo finisce solo quando, vicino al camino, individui la figura della venefica, così incredibilmente simile al giorno che la lasciasti, sulle rive della baia. Un debole sorriso appena accennato, cordiale, illumina il viso, mentre gli occhi curiosi la scrutano. {Sapientia Vobis madama} e il capo si china brevemente in segno di saluto. {Spero di non disturbarvi}. Resti in piedi sulla porta in attesa di un’indicazione.

MELISANDE  [Sala Comune] No, piccola Shariziah. C'è solo Melisande questa notte. E ti sembra poco? Beh, forse ti sembra poco in effetti. Ma, fidati di questa umile narratrice, non lo è! Solo che la Signora dei Veleni e la Vedova Nera dei Moth questa notte sono molto strane, molto stanche. Il Sangue Velenoso di Erinn non è stato molto rivitalizzante e forse nemmeno questa Notte potremmo approfittare di te. Che disgrazia! Sicuramente una Maledizione gravita sui notri incontri, Conoscitrice. Alzi il lembo interno sinistro del labbro mentre la osservi trafficare con il portone e poi attraversare l'atrio per raggiungere la Sala Comune. Si guarda intorno. Sorridi, forse con ironia. Ma non lo sai neanche tu, in realtà. {Venom, Sharizah!} Le rispondi. Il tono di voce fintamente roca, come se non parlassi da tempo. Una voce intensa. Non eserciti le corde vocali da diversi giorni: notti quiete, queste. Notti di Veleno nel Laboratorio o di composizione teorica nella Biblioteca. Non c'è sempre la Duchessa a far danno, non c'è sempre la Vedova Nera dei Moth a pretendere. {Nessun disturbo, mia cara. Qual buon vento vi porta da questa parte della nostra tetra cittadina?} Le domandi mentre con la mano sinistra le indichi le poltroncine, scegliendo per te quella centrale. Proprio stanca sei, Signora dei Veleni. [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Sala Comune] La osservi ancora un attimo. No. non ci riesci proprio a startene con le mani in mano senza interessarti. Puoi per caso incontrare qualcuno senza cercare di entrargli dentro, studiarlo, capirlo? La risposta è semplice: no, non puoi! Eppure con il gran maestro dei veleni è tutto stranamente più complicato. Lei è così distante che ti sembra di non avvicinarti mai, nonostante tu le corra incontro con tutte le tue energie. E’ questo che ti attira tanto in quegli occhi ametista? Il sorriso sul viso si accentua di più quando proferisce parola. Ti indica delle poltroncine e verso quelle ti dirigi, scegliendo quella più vicina a te per accomodarti, aspettandoti che la tua interlocutrice faccia lo stesso. Ti siedi lentamente in una posa abbastanza composta, con la schiena dritta e le caviglie intrecciate. E’ in questi momenti che la tua metà elfica da il meglio di sè -agilità +1-. Lo sguardo, in tutto il processo, cerca di non lasciare la visuale di Melisande, voltando il capo nella direzione opportuna, seguendone i movimenti. {E’ passato del tempo dall’ultima volta che ci siamo incontrate} Sorridi al ricordo del fantasma fuori di testa e nel farlo la guardi un po’ più intensamente. Sembra stanca, ma probabilmente la sua mente ricorderà bene quella assurda nottata passata insieme. {Avete notizie riguardo quella sostanza gelatinosa?}. Il sorriso si fa più debole fino poi a spegnersi sulle labbra, lasciando però il verde delle iridi acceso di interesse. {In verità, però, non sono venuta a cercarvi per questo motivo. Sono venuta qui nell’intento di essere una vostra cliente}. Lo sguardo si sposta leggermente verso il basso, sulle mani che intrecciano le dita sulle tue cosce. Poi lentamente risale cercando quello della venefica. {Avrei bisogno di un veleno}.

MELISANDE  [Sala Comune] Stranamente più complicato, eh?! Non proprio stranamente Shariziah. Ti siedi anche tu, quindi: il corpo che sprofonda nel velluto cremisi. Un tempo, prima di divenire Apprendista dei Veleni, il tuo corpo era florido e voluttuoso: niente ossa in vista e molta carne che rendeva morbide tutte le tue curve. Hai scalato la Gerarchia, tuttavia, e più salivi di grado più perdevi peso: ad un certo punto della loro vita i Maestri dei Veleni smettono di mangiare. Tutto provoca nausea. I decotti sono i vostri pasti obbligati perchè chi non mangia, vuoi o non vuoi, la mattina non si sveglia. Quel che mostri al mondo, ora, è un corpo ossuto.. Certo non come quello di Erinn, ma comunque è l'ombra di ciò che eri. Annuisci alla sua prima affermazione. {E' trascorso molto tempo, è vero. Eppure non mi sembra...} Mormori, pensosa {La mia migliore collaboratrice si sta occupando della questione dei Fantasmi, mi sembra di aver capito.} Le dici, con un sorriso {Ma ancora non mi ha comunicato l'esito dei suoi studi: ne verrà a capo, ovviamente. E' capace e caparbia.} Anche troppo, ma questa è un'altra storia. {E voi? Avete scoperto qualcosa nei libri della Torre Arcana?} Domandi a tua volta: grande sapienza in quella Biblioteca. Una volta hai messo piede in quella sala proibita. E' passato molto tempo. Poi i sorrisi di Shariziah si spengono, il viso diviene serio quanto afferma di essere giunta in qualità di cliente. {Non c'è bisogno di rattristarsi, per questo. Shariziah.} Un mezzo sorriso {I Veleni sono il Mezzo. Per me sono tutto!} Così la inviti a parlarti. Cusiosità, anche nella morte. [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Sala Comune] Scuoti il capo alla domanda che ella ti rivolge a sua volta. {Non ho trovato niente di utile. Ho raccolto la gelatina che era rimasta sulla mia camicia. Intendo farla analizzare ad un mago, forse potrà dirci qualcosa di più}. Alzi le spalle. Non sembra sia passato tanto tempo e ti sorprendi nel sentirlo dirlo a colei che credi essere umana. Per una volta i ruoli si invertono e il tuo concetto di tempo sembra adeguarsi, anzi costringersi a quello di un’altra razza. Ma no, in realtà cerchi solo di trovare un metodo per misurarlo e l’unica convenzione che riesci a trovare è quella umana, fosse solo per te non ti disturberesti neanche a cercarne una. Scuoti di nuovo il capo all’affermazione successiva, replicando il mezzo sorriso della tua interlocutrice. {Non è tristezza, madama. Forse imbarazzo. La mia potrebbe sembrarvi una richiesta sciocca}. Sapessi che la donna che hai di fronte è l’artefice del liquido che, tempo fa, in bettola, venne versato nel tuo vino, proveresti lo stesso imbarazzo? Aumenterebbe? Forse. Intanto lo sguardo si posa sul suo, cercandolo. Niente. Un muro. {Credo che sappiate che a quelli della mia razza non è permesso beneficiare del sonno umano}. Quanto vorresti leggere la sua reazione, capirla, analizzarla? La guardi e in quegli occhi ametista il pensiero si perde in una placida frustrazione. {Si potrebbe considerare un vantaggio quello di poter rimanere perennemente coscienti. Eppure io, almeno per una volta, vorrei provare a…} una breve pausa, come se i pensieri avessero bisogno di concentrarsi {… dormire. Come gli umani intendo. Un sonno che spinge la mente altrove, a mondi inventati dalla fantasia, in posti sconosciuti ad altri dove solo noi abbiamo il diritto di entrare}. L’estremità destra del labbro si alza appena in un mezzo sorriso che lascia trasparire una punta di ironia. A primo acchito sembra sicuramente una richiesta frivola, da bambina viziata che capricciosamente pretende di avere anche quello che non può. Eppure sei una conoscitrice e la curiosità crea le fondamenta per ciò che intimamente ti caratterizza: è la fiamma che devi necessariamente tenere accesa. E’ pericoloso. Lo conosci il pericolo degli incubi, ma la verità è che da quando il tuo riposo è tornato ad essere accompagnato da quello di un umano, hai ricominciato a sentire il bisogno di provare quella sensazione. Mi giudicherai per questo, gran maestro dei veleni?

MELISANDE  [Sala Comune] Questi fantasmi sono un mistero, davvero un mistero. Ma Erinn lo svelerà, sicuramente. Annuisci alla sua affermazione. {Mi sembra un'ottima idea, sì. Se vi dovesse servire altra gelatina sapete dove trovarla: se la memoria non m'inganna alla fine del nostro incontro il mio aspetto non era propriamente quello che dovrebbe avere la Signora dei Veleni e Membro del Governo.} Cos'è? Ironia, Melisande? Non è tristezza quella che hai tentato d'identificare dal tono di voce di Shariziah, no. Hai tirato ad indovinare e non è andata bene: le emozioni sono troppe per poter andare ad esclusione, per avere una ragionevole percentuale di riuscita. {Voi in imbarazzo?} Domandi, ancora un sorrisetto malizioso che compare sul tuo viso Eterno. {Allora dev'essere una richiesta davvero molto sciocca per imbarazzare una donna di Sapienza come siete.} Affermi. Anche questa potrebbe essere ironia, o non potrebbe! Chissà. Non voglio spiegarlo. La richiesta arriva dopo un breve preambolo. Arriva e passa. Tu, Melisande, rimani in silenzio per qualche istante ad osservarla senza tuttavia vederla realmente poichè davanti a te ci sono classi di veleni, ci sono erbe, ci sono macchinari. Ah! {Non è affatto una richiesta sciocca. Come sospettavo, d'altra parte.} Replichi dopo diversi minuti di assoluto silenzio, riprendendo contatto con la realtà. {Noi che siamo Donne schiave della Scienza dobbiamo poter conoscere tutto. Impossibile, per me che sono umana} Bum! {ma voi, forse, un giorno giungerete alla conoscenza assoluta ed è giusto sperimentare i sogni.} Ti mancano, Melisande? I Sogni, intendo. {Avrò bisogno di una fiala del vostro sangue.} Affermi, di punto in bianco {E non posso garantirvi che riuscirò nel mio intento: bisogna violare un lato della vostra essenza che forse non è propriamente fisiologico. Potrebbe essere a tratti magico, pertando dovremo lavorare insieme e fare delle prove.} [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Sala Comune] Sorridi appena al ricordo del Gran Maestro dei Veleni completamente zuppo di gelatina. Era strano il nostro amico fantasma, vero Melisande? E per quanto strana quella è diventata una di quelle esperienze imprescindibili. Vedervi sotto aspetti diversi ha contribuito a cambiare prospettiva. Almeno per te Shariziah, che non ami la statica. Adesso la donna sembra essere interessata dalla tua richiesta. Ti mette in imbarazzo. Si lo fa. Stai rinnegando la tua natura mista forse? Stai dicendo che preferiresti essere nata umana? No. Non lo stai facendo. Stai dando sfogo alla curiosità che con il tempo si è trasformata in bisogno, necessità. La tua interlocutrice rimane in silenzio e tu non riesci a far altro che spiarla mentre affonda nei suoi pensieri. Cosa pensa una venefica quando architetta un veleno? Come immagina la sua composizione? Come si crea un veleno sia in teoria che in pratica, Melisande dei veleni? Si decide a parlare e porti la schiena un po’ più in dentro, verso lo schienale, ma non ti appoggi. Le spalle si rilassano leggermente. Scuoti il capo, mentre un angolo della bocca si alza in un sorrisetto indeciso. Conoscenza assoluta. Un sogno che hai da sempre. E poi? Poi niente, ci godremo il viaggio per arrivarci. La richiesta del tuo sangue arriva e sbatte sulla tua pelle. Qualcosa di così tuo da essere contenuto completamente dentro di te. Gli occhi si socchiudono per metterla meglio a fuoco mentre la osservi parlare della tua essenza. Combattere la tua natura, violarla. Una parola che spaventa, che la tua bocca non pronuncerebbe mai a tuo riguardo. Sei pronta a violarti per ottenere ciò che vuoi, mezza? Prendi un respiro profondo. {Ditemi cosa devo fare}. Una risposta che arriva dopo alcuni secondi di gelido silenzio. Un suono che arriva chissà da dove alle tue orecchie. Sbatti le palpebre tenendole chiuse per qualche secondo. Lo studio. La conoscenza. Le riapri. {Suppongo che non sia vostra consuetudine ammettere gente esterna alla congrega nei laboratori, ma se mi fosse concesso, vorrei poter assistere alla creazione}. Curiosità Melisande. Curiosità e bisogno di sapere.

MELISANDE  [Sala Comune] E' un reciproco guardarsi e studiarsi, ma nessuna delle due comprenderà l'altra. Melisande è per Shariziah un buco nero, una sorta di nulla che è difficile (per non dire impossibile) da leggere. E Shariziah è per Melisande tutta una gamma di colori brillanti, fastidiosi e maledettamente irraggiungibili. Anche la mezza rimane in silenzio a meditare: non è semplice, no. Alla fine accetta. Curiosità! Curiosità è Donna! E Curiosità è Progenitrice di tutte le grandi scoperte o anche di quelle piccole, che importa? {Ora andrò a predere un coltellino e una boccettina, mi regalerete parte del vostro sangue e io farò gli esperimenti iniziali.} Cominci a spiegarle {Quando avrò raggiunto un compromesso tra fantasia e scienza riparleremo di questa vostra bizzarra idea di scendere nel mio laboratorio: voi cercherete si essere convincente, io cercherò di resistere alle vostre parole. Una delle due la spunterà!} Mi sembra un modo corretto di decidere: non stanotte, ma in seguito. Quando entrambe sarete eccitate dalla prospettiva di una nuova scoperta e sarete meno propense a farvi scrupoli di coscienza o di legge. Non che tu li abbia mai avuti questi scrupoli, sia chiaro, ma dal Capocongrega ci si aspetta un comportamento degno della Carica e il rispetto di tutte le regole maggiori. Quella di portare un estraneo nel laboratorio, beh.. è una delle più importanti. Ma ne riparleremo, ne riparleremo. Se Shariziah non avrà nulla da ridire sul tuo malefico piano di spillarle del sangue, ti solleverai con la solita stanchezza che ti affligge a quando hai rubato il Sangue di Erinn e ti trascinerai fino alla porta a sinistra del laboratorio per sparire dietro di essa subito dopo e riemergere dopo diversi minuti con un coltellino e un fazzoletto di lino candido nella mano destra e una boccettina nella sinistra. La porta verrà richiusa e gli oggettini saranno accuratamente sistemati sul tavolino davanti alle poltroncine e al camino. E ora, Melisande, è solo questione di volontà! Perchè il Sangue di Shariziah scorre veloce e forte, emana un odore delizioso e tu lo vuoi da così tanto tempo che... che resistere a quel colore scarlatto potrebbe condurti alla follia. [Volontà liv3] [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Sala Comune] Parte del tuo sangue. Il TUO sangue. Un coltellino e un’ampolla. Deglutisci alla sola idea. Paura? E’ paura piccola mezzelfa? Quel sangue realizzerà un sogno. Qualcosa che vuoi provare… da quando esattamente? Da quando passavi le nottate al fianco di tuo zio e scappavi in giro per altri lidi, fuggendo dalla necessità di non poter raggiungere anche tu quel mondo. La mano destra si alza andando ad afferrare il gomito sinistro, abbracciandoti e al contempo tenendo quel corpo unito. Un pezzo unico. La guardi. Perché non riesci a vederla veramente? E’ come rimanere sul ciglio di un baratro. Vedere l’abisso e voler sapere cosa c’è oltre il buio, ma essere al contempo consapevoli che se si lascia quel piccolo pezzo di terreno, se si cade nel vuoto, è finita. Per sempre. Annuisci alla sua proposta. Contratterete e una delle due la spunterà. {Assolutamente ragionevole} commenti appena facendo eco ai tuoi pensieri. E adesso si alza ed è stanca. Lo è stata per tutta la sera. Ma come te, sembra non esserci nulla capace di allontanarla da quello che è il suo scopo: la conoscenza, i veleni. Il nero del baratro ha un fascino difficile da descrivere. Se ne va e rimani sola con te stessa. La schiena si abbandona alla seduta, vi affonda lasciando che la metà umana prenda il sopravvento. I capelli si schiacciano sul tessuto della poltrona. I pensieri ti avvolgono in una nube che ti trascina via. Il corpo è lì, ma la testa vola altrove. Il momento in cui userai quel veleno. Quel momento in cui potrai condividere il sonno con qualcuno. Gli occhi si chiudono. Poi le orecchie odono i passi. Sta tornando. Riporti la schiena dritta, riapri gli occhi, ti rimetti composta. L’elfa torna e vuole che tutto sia a posto per quando quella sete di curiosità la porterà via da te, sebbene per poco tempo. C’è tutto il necessario. Osservi quel coltello. {Vi spiace se lo faccio io stessa?} E gli occhi cercando, ripercorrendo la figura della venefica, di ritornare sui suoi. Inquietudine. Quella che non ti lascia mai.

MELISANDE  [Sala Comune] I battiti del cuore di Shariziah aumentano quando il suo sguardo si sposta sui quelli che ritiene evidentemente (o non troppo evidentemente se si parla con un vampiro) strumenti di tortura. Il tumore del Sangue che scurre rapido tra arterie e vene, rallentando nei capillari, ti delizia e sarà davvero difficile da tenere a bada la Vedova Nera dei Moth. Melisande, per te Shariziah, ci proverà! O forse no, chissà! Già senti le gengive dolere per la voglia che hanno i canini di raggiungere il delizioso collo della mezza! Eppure con un'altra mezza hai avuto davvero una brutta esperienza. Ma Shariziah è Shariziah. Capirebbe? Non capirebbe? Ricambi il suo sguardo coni i tuoi occhi ametista che, illuminati dalle fiamme del camino, brillano di una luce innaturale. Quasi cremisi. Quasi! Ma la Tenebra ti nasconde le braci ardenti degli occhi del Vampiro, mezza. Forse ancora per poco. Annuisci alla sua domanda {Certamente. Non c'è fretta. Quando vi sentite pronta!} Tu sei già pronta, Melisande. [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Sala Comune] Inquietudine. Sono strumenti di tortura? Lo sono. E non perché la ferita di un coltello possa fare così tanto male, ma perché significa darle qualcosa di così profondamente tuo per rielaborarlo, studiarlo, annientarlo e infine mettere a tacere una curiosità che ti accompagna da sempre. La venefica ha gli occhi di uno strano colore. Li hai mai visti prima? Sono così impenetrabili e desiderabili. Cosa nascondi là dietro? A cosa mi impedisci di accedere? L’iride verde per un momento traballa un attimo. Poi gli occhi scendono sul coltellino. Deglutisci. Prendi un profondo respiro. Ti avvicini. Scuoti il capo. Una volta. Quasi impercettibilmente. La destra lentamente va ad afferrare il coltellino dalla parte del manico. Gli occhi studiano quell’oggetto come se non ne avessero mai visto uno prima d’ora. Sei una non violenta, ripudi le armi. Eppure adesso hai un coltello in mano. {Ditemi cosa devo fare}. Ecco che i verdi cercano di nuovo i cremisi delle venefica in attesa di istruzioni. Sono occhi profondi i tuoi come il mare che li ha generati. Acqua di cui si riempiono, per un momento. {Vorrei anche chiedervi di non guardarmi mentre lo faccio}. Tono pacato e cortese il tuo. Imbarazzato direi. Melisande, Shariziah ha una propria concezione del privato. Sarebbe capace di spogliarsi qui e adesso nuda, davanti ai tuoi occhi, senza provare
vergogna alcuna. Ma ci sono cose che deve fare da sola con se stessa. Ci sono cose molto più intime della propria nudità. La sua parte elfica è una di quelle.

MELISANDE  [Sala Comune] Inquietudine. Sempre inquietudine! Ma è la parte non morta, il problema. L'assenza dell'Anima. Perchè l'Anima è tutto, sapete? In essa sono racchiusi il carattere, il portamento, i pensieri. Ma soprattutto, in essa, sono racchiuse le Emozioni. E si colora, no?! Si colora in base alle emoziazzurro per la gioia e la serenità. E l'Anima, per essere completa, deve riuscire a colorarsi tante e tante volte e con toni diversi, con sfumature mai auguali. Questo ci rende persone complete, piene di Vita. Questo VI rende persone complete, piene di Vita. Nell'istante in cui Ithilbor ti ha dissanguata e poi ti ha avvelenata con il suo Sangue Immortale c'è stato un momento, sapete, in cui hai sentito l'anima voltare via e lasciare al suo posto un orribile Buco Nero. L'assenza del tutto. Ecco cosa scorge Shariziah nei tuoi occhi resi vivi da un incanto: Il Nulla. {Mi volterò dall'altra parte e chiuderò gli occhi per voi.} Acconsenti con un mezzo sorriso di difficile interpretazione: perchè Melisande è inquietante, questo è vero, ma è anche piuttosto criptica nei suoi modi. Forse lo è perchè nemmeno lei comprende quei riflessi dell'abitudine che nemmeno la morte ha saputo cancellare. E quindi rimani fedele alla promessa: chiudi gli occhi davanti a lei e poi ruoti il capo di 180° così da mostrare alla mezza i boccoli corvini e poi ruoti anche il busto perchè quella posizione sarebbe innaturale per un umano. Ignara Mezza! Persino senza guardarti sarai una tentazione! Il Canto del tuo Sangue è simile a quello che intonò la Sirena per Ulisse. E non ci saranno pali o bende a frenare l'impeto della Vedova Nera quanto le sue orecchie udiranno quelle soavi note. [Tenebra I - Veggenza I]

SHARIZIAH [Sala Comune] Quel mezzo sorriso. Cosa vuole dire quel mezzo sorriso Melisande? Ti stai forse prendendo gioco dei modi di fare di questa mezza che prende così sul serio il suo corpo, scrigno segreto che la custodisce e la protegge? Sai che se si sentisse violata scomparirebbe definitivamente alla tua vista? Ma no, non la vista degli occhi, lei rimane lì. E’ la sua parte nascosta che si barrica dietro di muri di cemento armato, dietro cortine inaccessibili e inarrivabili. Le basta un secondo e… puff. E’ andata. Per sempre. Ma perché stiamo parlando di questo? Ah sì! Il coltello. Osservi la venefica chiudere gli occhi e voltarsi. Gli occhi la accompagnano in quei movimenti. Si gira e la sua schiena ti aiuta a cancellare la sua presenza dalla stanza. Rimani sola. Torni a guardare il coltello che adesso ruota nella tua destra. Nella sinistra la filetta è pronta ad accogliere quella parte di te e il fazzoletto e pronto a ricoprirti. Un forte respiro anticipa due passi indietro, per allontanarti dalla venefica. La mano sinistra viene ruotata verso l’alto e, nel pugno chiuso, pratichi una piccola incisione sotto il pollice. Nella parte morbida del palmo: una zona poco visibile all’occhio. Spillano le prime gocce di sangue e, con esse, gli occhi si riempiono di lacrime. Una scende lenta solcando la guancia. Bagnata, salata. Si secca. Tira la pelle. Contegno mezza, contegno! -volontà +1-. La sinistra passa alla destra la fialetta e questa viene utilizzata per raccogliere il rosso liquido che fuoriesce. Ne raccogli qualche goccia, poi la riattappi. Le gambe muovono due passi avanti e ti riportano vicino al tavolino dove riappoggi il contenitore. Il fazzoletto adesso va a pulire il coltello, per poi posizionarlo sul tavolo, vicino alla fiala. Infine vai a tamponare la piccola ferita, tenendola ben stretta con la destra. Ti allontani di nuovo. Due, tre passi. {Ho finito}. La voce esce debole, rotta, infranta. E’ tutto vicino alla venefica, ma tu sei distante da lei, dal tavolo, dal mondo, da tutto.

MELISANDE  utilizza [Volontà 3]: 85 + 60 = 145 su 75 (Prova perfettamente riuscita)

MELISANDE  [Sala Comune] Il coltello Shariziah lo rigira in una delle due mani: lo senti! Senti l'odore della tensione, della paura. Senti le giocciole di sudore imperlarle la fronte e sporcarle il crine. Senti il sudore scivolare dietro la schiena e lo immagini terribilmente freddo. Tutto questo eccita terribilmente la Vedova Nera dei Moth. Nemmeno ve lo sto a raccontare: improvvisamente quella bastarda senz'anima si dimentica del Sangue avvelenato di Erinn e cerca di racimolare energie per tenersi pronta all'attacco. La mezza si alza e si allontana da te, nemmeno sapesse che vicino al Sangue tutte le maschere svaniscono. Nemmeno sapesse che i canini la minacciano come nemmeno un'arma di ferro lavorato poltrebbe fare. Povera sciocca! Melisande ti raggiungerebbe in un battito di cuore e saresti spacciata, Arcana! Il coltello incide la carne. Chiaro. Limpido. Senti la lama penetrare la pelle e al tuo udito sensibile sembra un suono stridente ma incredibilmente chiaro. L'odore del Sangue di Shariziah, ferroso e pungente, si mescola a quello salato delle sue lacrime. Eccoci qui, quindi. Siamo giunti alla resa dei conti. Melisande VS Vedova Nera. E' uno sforzo di volontà indecente, questo, tanto che cerchi di non usare più la veggenza per ascoltare, per vedere e per annusare. L'unica cosa su cui ti concentri è la tua Volontà e gli Dei degli Inferi soli sanno della lotta di Davide contro Golia, di un brandello insignificante di volontà contro un desiderio opprimente e bruciante. La mia sola descrizione non basta! Sono povera di parole e di di similutidini perchè nemmeno questa umile narratrice è mai stata tentata come ora è tentata la Vedova Nera. Oh Shariziah! Ma non lo vedi come soffre? No, ovviamente. Ma potresti liberla, sai? Cedi! Offrile te stessa e lei ti accoglierà! [Veggenza I] Il resto dei rumori i tuoi sensi li percepiscono appena... si sa, sei riuscita ad eliminarli! E quindi rimani così, dai le spalle alla mezza fingendo di essere una rispettosa umana. Fingendo di non volerla come mai hai voluto nessuno. [Volontà liv3] [Tenebra I]

SHARIZIAH [Sala Comune] La mano destra, il fazzoletto, la mano sinistra. Il tuo sangue in mezzo. Premi. Premi forte. Pezzi che cerchi di mantenere uniti. Elfa e umana trovano pochissimi momenti in cui vanno d’accordo e ogni volta che litigano tu ti senti dividere in due, lacerata. Ma questa cosa bisogna farla. Bisogna farla in onore dell’unico istinto che conduce la tua vita da sempre, per sempre: quello per il sapere. Ma quanto ti sentiresti stupida se sapessi che ti sei violata in quel mondo davanti ad una donna che umana non è? Melisande. Melisande dei veleni. Vi siete incontrate nella vostra forma di studiose, di curiose ficcanaso piene di voglia di divertirsi, persino negli abiti formali della duchessa e della conoscitrice in visita al governatore. Quante cose sono cambiate da allora? Avresti mai detto che prima o poi Shariziah, la piccola mezzelfa così lontana dal mondo conosciuto, un giorno sarebbe venuta da te, nella tua casa, avanzandoti una richiesta del genere? Richiesta che, ammettiamolo, ha avanzato a te ma di cui non ha fatto parola a nessun altro. Cosa, Shariziah? Cosa ha questa donna che tanto ti spinge a lei, ti porta a fidarti della sua conoscenza e solo della sua, in merito? Sarà per caso quel veleno che un tempo ella preparò per lui? Ma no, ma no. Tu questo non lo sai. I tuoi occhi adesso lasciano la ferita. Non fa male. Non ha mai fatto, fisicamente, male. Ma ti squarcia dentro. Segna una crepa netta tra quelle due metà che convivono così male in te. Più che in qualsiasi altro essere della tua razza, forse. Ma gli occhi adesso non vogliono più vederla. Vogliono dimenticarla e tornare a guardare la schiena della venefica. Lei non si gira. Ti lascia il tuo tempo. Ti lascia sola con te stessa. Rispetto. E’ rispetto quello che porta alla tua richiesta di essere lasciata sola. O almeno questo è il modo in cui lo interpreti. L’unico in cui puoi interpretarlo a partire dagli indizi in tuo possesso. Lo apprezzi. Lo apprezzi a tal punto che, in quel tuo struggerti interiormente, l’espressione degli occhi si rilassa. Non sorridi, ma chi ti conosce sa che spesso da te non si può pretendere molto di più. {Potete voltarvi} le dici debolmente. La mano ancora preme sulla ferita, ma forse adesso il sangue dovrebbe aver smesso di venir fuori, cominciando il lento processo di chiusura. Tornerà Melisande dei veleni. Tornerà da te, perché qualcosa la richiama a te come il canto di Circe. Perché la incanti e sappiamo bene che non la trasformerai in un maiale, ma allora il banchetto da te preparato, avrà lei come portata principale.

MELISANDE  [Sala Comune] Meglio non pensare nemmeno ai banchetti e alle portate principali, Shariziah. Non davanti a LEI, alla bestia che si è infiltrata malignamente e al preso il posto di quella che una volta era una coscienza umana. Certo non era linda e pinta come quegli occhi ametista volevano far credere, ma non era nemmeno nera come la pece. Direi Rossa come la passione, piuttosto. E Viola come il Veleno. Poi, in questo arcobaleno, vorrei inserire anche un po' d'Inganno ma non conosco il suo colore. La boccetta viene chiusa, la ferita sigillata. Ma tu di questo non ti accorgi perchè hai abbandonato la Veggenza per fare un favore a Shariziah, anche se lei nemmeno se lo immagina. E ora, priva dei tuoi sensi immortali, sei meno di un'umana: sei debole e morta, senza forze! Lei parla, infine. Ti volti e la prima cosa che il tuo sguardo ametista cerca è la boccettina di Sangue, quindi il bendaggio di Shariziah e infine il viso pallido della mezza. {Se nei prossimi giorni si gonfierà e si scalderà e se diventerà rosso vi consiglio di raggiungere Madonna Edave al Sanitarium.} Affermi {La mia balia, quando ero giovane, era solita ripetere: Rubor, Dolor, Calor e Tumor. I quattro sintomi del Demonio. Non era Pagana come me, ovviamente. Ma l'amavo lo stesso.} Difficile da credere, ma l'amavi davvero. [Tenebra I]

SHARIZIAH [Sala Comune] E alla fine arriva Polly. Ah no! E’ sempre Melisande. Giusto! Come potrebbe essere qualcun altro? Melisande che torna a mostrarti i suoi occhi ametista che si specchiano nei tuoi verdi. Quattro occhi, due colori intensi. La donna era stanca, l’hai notato, ma forse adesso la potresti vedere maggiormente provata. Ah! L’amore della scienza! Dove porterà il mondo? Volete forse dirmi che un giorno ci saranno donne disposte a morire realmente per essa e a rinunciare alla loro situazione di dolci e mansuete casalinghe per rincorrerla? La venefica parla e tu la ascolti immergendo i tuoi occhi nei suoi. Niente. Ancora una volta c’è un muro invalicabile. O forse è una pozza nera piena di pece e se si prova ad entrarvici si rimane impantanati e se ne viene risucchiati. Lo scopriremo solo vivendo. Annuisci alle sue parole, facendole capire di aver registrato l’informazione. C’è anche una balia e uno spiraglio di passato che si apre alle tue orecchie. Le stai forse confessando di aver amato anche tu qualcuno, in una vita precedente, cara Melisande? Magari non era un segno di apertura il tuo, magari stai fingendo, ma Shariziah non può aggrapparsi ad altro per tentare di leggerti e capirti. Sei un libro cifrato per lei e non avrà pace finché non avrà trovato la chiave. Ma forse questo già lo sai e forse non aspetti altro che venga a chiedertela, questa chiave. {Grazie}. Una parola accompagnata da un cenno lievissimo, delicato, del capo. {Allora aspetterò vostre notizie. Intanto preparerò la mia arringa per convincervi della necessità della mia presenza nel vostro laboratorio}. E’ ironia quella che spunta tra le tue parole? Ti stai riprendendo, eh mezza? L’angolo sinistro della bocca si alza in un debole e appena accennato mezzo sorriso. Attendi di essere congedata per lasciare la donna al suo meritato riposo.

MELISANDE  [Sala Comune] Uno spiraglio sul passato di Melisande. Oh! Ma lei ti racconterebbe del suo passato, se tu lo chiedessi Shariziah. Non ha nulla di cui vergognarsi e non perchè non prova più vergogna ma perchè, su quel che è stato, non ne ha mai provata. Nessun rimpianto, nessun risentimento, nessun rimorso. Eppure è un passato che diviene giorno dopo giorno più nebuloso: è come una storia che ricorda, in generale, ma non nei particolari. Ma questo, mezza, forse puoi comprenderlo anche tu. D'altra parte sei più vecchia di Melisande anche se lei, forse, un giorno ti supererà. O forse no. Forse qualcosa le donerà la Morte Ultima, le donerà il Tormento Eterno e la Pace da questa vita. Le sorridi, ancora, come piace a lei: ossia con un mezzo sorrisetto ironico e lo sguardo vivo (solo quello e solo perchè così vuoi mostrarlo). {Farò di tutto per resistervi, Shariziah.} Il doppio senso di queste parole, Melisande, probabilmente è noto solo a te! {Potete rimanere qui, se volete. Ma non vi sarò di conforto e non farò con voi conversazione alcuna: devo pensare al vostro veleno e altri veleni che mi sono stati commissionati.} Lo accetti questo invito silenzioso, Mezza? [Tenebra I]

SHARIZIAH [Sala Comune] Sì. Ci hai preso perfettamente Melisande. La mezza che hai davanti quel mezzo sorriso ironico lo adora, perché ti nasconde, ma le da l’impressione di avere spazio, qualcosa su cui indagare. Ah come vorrebbe scavare a fondo nella tua essenza, scoprire il tuo passato, capirti. Se le dessi la possibilità, puoi star certa che farebbe tornare alla tua mente cose che non pensavi più di ricordare: hai davanti uno degli esseri più curiosi e appassionati di verità mai esistiti. Le sorridi, annuendo alle sue parole. Si resiste a tutto meno che alle tentazioni Melisande e lei ci proverà in tutti i modi a farti sembrare interessante l’idea di lavorare fianco a fianco. Ma di rimanere qui, per questa notte, non se parla. {Accetterei volentieri la vostra proposta Melisande, ma la mia congrega e la torre reclamano avidamente la mia presenza, come amanti gelosi e ossessivi. Esattamente come la vostra sembra richiamare voi}. Sorridi ironica. {Magari la prossima volta, se vincerò la sfida, mi toccherà approfittare della vostra ospitalità}. Occhi vispi, vivi, furbi, interessati. E’ la conoscitrice che adesso ti sta mostrando, Melisande, quella che non accetta un “no” come risposta. E adesso torneresti a guardare per un lungo, silenzioso momento. Un ultimo momento prima di eventualmente congedarti, ringraziandola per la disponibilità. Per poi rimettere piede, nuovamente, su quel sentiero che ti ha portato lì, ma che adesso ti riporterà a casa.
ALIAS.ALIAS
00lunedì 7 marzo 2016 09:47

Per il master:

- Questa dovrebbe essere considerata come role di riposo per Melisande a seguito di QUESTA role (credo);

- Shariziah si procura una lieve ferita alla mano per donare del sangue alla venefica;

- Come conseguenza Melisande possiede una boccetta con il sangue della mezzelfa, per preparare il veleno che le è stato richiesto;

- Melisande sente l’odore del sangue di Shariziah, ma riesce a desistere dal morderla grazie alla sua volontà (la player ha tirato i dadi che hanno voluto bene alla mezza [SM=g27827] );

Credo sia tutto.


Commento: Potrei dirvi che questa storia va letta perché ha un fascino unico, invece vi dirò che leggere di Melisande e Shariziah che si studiano ma non possono, che si vogliono ma non possono, che si combattono ma non possono è una meraviglia per gli occhi e inquieta gli animi. Ma d’altronde la player lo sa che io adoro sia lei che la sua zanzara succhia sangue [SM=g27836]




Melisande non aveva necessità di alcun role di riposo, era Erinn che doveva riposarsi.
Melisande ha morso una mezza, chiedo venia per il MIO errore nella role precedente e per non aver indicato che il sangue della mezza NON è' velenoso come quello di un elfo ma che di certo ha un sapore veramente orrido in bocca alla vampira.

La ferita di Shari è lievissima e non servono cure, basta una giocata di riposo per recuperare il piccolo taglio sul palmo della mano (non sottraggo punti salute).

Diciamo che oltre per la volontà della vampira, il dado fortunato, la vampira non morde la mezza perchè Melisande sa che il gusto è SCHIFIDO [SM=g27828]

GDR APPROVATO CON INDICAZIONI
ALIAS.ALIAS
00lunedì 7 marzo 2016 09:58
Sospendo un attimo il parere sul sangue dei mezzi, voglio parlarne con il caporazza vampiri per sicurezza, il resto ok [SM=g27823]
ALIAS.ALIAS
00lunedì 7 marzo 2016 11:32
Mini consulto rapido con risposta altrettanto rapida

1) il sangue dei mezzi non fa nemmeno poi tanto schifo, potete continuare a ciucciarli mie vampiri

2) il sangue dei venefici NON E' VELENOSO, ergo continuate a ciucciarveli senza problemi

3) BRAVI GIOCATE E CIUCCIATEVI! ANDATE IN PACE [SM=g27828]
Shariziah
00lunedì 7 marzo 2016 11:57
Grazie a master Alias per la risposta veloce. Ne approfitto per scusarmi dell'equivoco riguardo al riposo.
Avevo promesso alla player di Meli una canzone per questa meraviglia che si è creata tra i nostri pg. Eccotela (con tanto di testo), goditela:



All I wanna get is a little bit closer, all I wanna know is: can you came a little closer?



.Melisande.
00lunedì 7 marzo 2016 13:54
Grazie Master per aver risolto alcuni dubbi, altri francamente rimangono ma penso che avremo tempo per mettere tutti i pensieri in ordine e discuterne, in futuro.



Avevo promesso alla player di Meli una canzone per questa meraviglia che si è creata tra i nostri pg. Eccotela (con tanto di testo), goditela:



[SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828] La mia fama mi precede!


Here comes the spark before the dark, come a little closer!



In realtà stavo pensando di citare un'altra parte del testo, ma penso che lo farò in privato! [SM=g27816] La canzone, ovviamente, si adatta alla perfezione: non potevi scegliere meglio [SM=g27838]

Bellissime queste due! Goffredooo! Attento che Melina ti ruba la mezza [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

Ogni volta penso: la prossima volta sarà diverso! Ma loro vivono un rapporto che mi sfugge e che sfida la logica.

Devo essere onesta: speravo in un esito negativo del dado e invece NO!! Anche questa volta Melisande si è dovuta trattenere: è frustrante, player e pg lo sanno!

A presto, in ON! [SM=g27838] E grazie per essere entrata in questa vecchia e soffocante famiglia, ci saresti mancata! [SM=g27832]
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