[BETTOLA] Danae, Xarmoth - Crostata di sangue (OK con indicazioni)

Xarblabla
00lunedì 23 maggio 2016 00:19
DANAE { . Bancone . }*{ Un’altra notte è alle porte e con sé si appresta a trascinare via il bagliore dell’astro diurno. Eppure, all’interno della bettola nessuno sembra realmente intenzionato ad andare a dormire: canti goliardici sfuggono dalle labbra spalancate dei paonazzi ubriaconi intenti a far bisboccia, accompagnati da goffe danze dei più temerari fra loro. Completamente disgustata dalla scena, la Contessa d’Eu se e sta appollaiata su uno degli sgabelli accostati al bancone, decisa a dar le spalle a quello spettacolo da pezzenti. Come di consueto, il corpo è abbigliato con un abito dalle tinte bordeaux e dai ricami dorati che seguono gli orli del vestito; i capelli castano scuro sono raccolti in una treccia morbida appollaiata sulla spalla destra, intenta a liberare il volto  pallido dalle ciocche ribelli e permettendo ai lunghi pendenti appesi ai lobi delle sue orecchie di essere visibili mentre oscillano ad ogni movimento del capo della ventiduenne. Questa si appresta ad attirare l’attenzione del burbero oste, rivolgendogli un sorriso fugace per mera cortesia. } Una crostata di frutta, s’il vous plaît { Non aggiunge altro, del tutto indifferente alla reazione stupita dell’uomo dinnanzi al suo accento palesemente franco. Aspetta dunque di essere servita, voltandosi di tanto in tanto per gettare occhiate disgustate in direzione degli allegri bamboccioni, domandandosi in cuor suo quale sventurata donna abbia mai deciso di trascorrere la sua vita accanto a gente del genere. }

Danae riceve la sua ordinazione: Fetta di crostata (1)

XARMOTH [Strade - Bettola] E' notte. Il vampiro la osserva, con quello sguardo intenso e famelico. Lo fa mentre cammina, con un passo marziale e sicuro. Gli stivali, neri e lucidati di fresco, battono contro il selciato ed il mantello, di un rosso scuro e denso, gli danza attorno con un certo timore, tanto si protende all'indietro. Ha i capelli sciolti, quell'alta figura, e sono bianchi come la neve. Il colore non si discosta tanto dalla carnagione pallida, dove tratti forti proiettano ombre intorno agli occhi neri, agli zigomi alti, alla bocca carnosa e al mento squadrato. Alcuni schiamazzi lo raggiungono, come un flebile vento si infrangono nell'unico, costante pensiero che ha. Sangue, perché sangue è potere. Si concede un'unica, breve sosta per aprire la porta della bettola, una volta raggiunta. La mano che spalanca l'ingresso è un racconto a sé, piena di tagli cicatrizzati, ognuno dei quali descrive un morto diverso, o qualcuno che se l'è data a gambe per salvarsi la pelle, o un altro che è stato graziato. Una sola, tra quelle, racconta di quella volta che è stato lui a morire. Le tracce di quest'evento sono ormai cancellate. E' bastato un attimo per tornare alla vita, anche se è tutta una menzogna. Eppure sembra viva, quell'alta statua di nordico, con indosso quella casacca appariscente di un bel porpora pieno, con al centro, proprio sul petto ampio, il muso di una pantera nell'atto di spalancare le fauci. Si prende il tempo di osservare quel finto giorno, lì dentro la bettola. Storce il naso. Un naso un tempo diritto, ma che adesso è schiacciato per via dei pugni o del ferro. Poi, con un ultimo passo entra, sollevando un poco la testa con l'aria di chi non sopporta la torma dentro una biblioteca. Solo che quella è la bettola. [Tenebra I]

DANAE{ . Bancone . }*{ L’oste non ci mette molto a procurarsi ciò che Danae vuole, piroettando dietro al ligneo e grezzo bancone un paio di volte prima di scivolare davanti alla figura della Normanna per consegnarle la crostata. } Merci { Il ringraziamento nella sua lingua natia scivola fra le labbra come un sussurro, sopraffatto dalle grida che s’innalzano dietro alle sue spalle.  Grida che le impediscono di udire la porta aprirsi, mentre le iridi cerulee carezzano semplicemente il dolce che si appresta ad assaggiare. Solo per puro caso lo sguardo si alzerebbe sino ad abbracciare la figura del nuovo giunto, osservandone le vesti di cui apprezzerà il colore e le fattezze ed il volto che sembra tradire un’espressione severa. Tuttavia, le iridi della Contessa non sostano  troppo sull’imago di Xarmoth: ella ha avuto modo di scoprire che la Cittadella è abitata da ceffi poco raccomandabili e facilmente irritabili; non vuol mica rischiare di incappare in qualche brutta situazione, non la sera in cui ha lasciato il suo fido stiletto al piano di sopra. Ritorna indi a fissare il suo piatto ancora pieno, stringendosi nelle spalle con noncuranza e cercando di ignorare  il chiasso crescente generato da quell’orda di scansafatiche. Non rivolge loro la sua attenzione ma non può far a meno di alzare gli occhi al cielo, mormorando in francese qualcosa di simile a “cafoni”. }

XARMOTH[Bettola] Non sbatte una singola voltale palpebre, mentre passa in rassegna tutte le creature che popolano la bettola. Quando il suo sguardo incontra una figura solitaria al bancone, che per giunta lo sta osservando, egli ricambia con il proprio, che è privo di ogni maschera umana, spoglio di ogni candore, cortesia, affetto che sia. Squadra la donna, infatti, da capo a piedi. L'espressione non muta, così come la posa statuaria, con le braccia distese al fianco del corpo massiccio. Finalmente riprende a camminare, seguendo il tragitto più breve che lo conduca al bancone. Di certo, per quanto distratto o ubriaco, nessun avventore oserà mettersi sulla strada del vampiro. E' alto, il dannato, forse raggiunge addirittura i due metri. Il ritmo del passo non nasconde l'incedere, deciso e cadenzato com'è. Raggiunge la sconosciuta e si erge al suo fianco, posando una mano sopra al bancone, non particolarmente lontano dal suo piatto. Le dita stringono il legno con possessività, eppure le nocche non hanno di che sbiancare, pallide come sono. La pelle è un dedalo di graffi, più o meno grandi, una costellazione di battaglie, perse o vinte poco importa, tutte sanguinarie. {Non vi unite alla festa?} Domanda. Le labbra si muovono piano per articolare la frase, che infatti viene pronunciata lentamente. La voce è profonda e cupa ed un'impronta ironica calca le sillabe senza premurare di nascondersi. Poi resta lì, fissando la testa di quel mucchio di carne e sangue, paziente come la morte stessa. [Tenebra I]

DANAE{ . Bancone . }*{ Il cucchiaio affonda impietosamente nella crostata, separando i pezzi di mela e conducendoli direttamente là ove il loro destino è già segnato. Le hanno raccontato che i pomi usati per preparare quel dolce delizioso provengono da Avalon, un luogo – a detta dell’oste – così incantevole da sembrare magico. In cuor suo, Danae non gli crede: difatti, l’unica lezione che la vita si è premurata di impartirle è stata di diffidare dai gioielli troppo appariscenti e dagli uomini cortesi. Ragion per cui cessa di masticare non appena nota la mano dello sconosciuto atterrare poco distante dal suo piatto; ben presto il suo dire la porterebbe a girare il volto verso il suo interlocutore, intercettando il suo sguardo fisso su di lei. Certo, ha già  studiato i tagli sulla sua pelle ed i capelli candidi come un prato ammantato di neve, soffermandosi infine sui connotati di Xarmoth. Non sa dire se lo trovi bello o meno, di certo egli sembra capace di attirare l’attenzione di Danae senza eccessiva fatica. } Non sono il genere di donna che ama questo tipo di feste { Replica con voce monocorde, indicando con il mento i balordi poco distanti da da loro. Cercherebbe nuovamente il suo sguardo per pochi istanti, rivolgendo quest’ultimo nuovamente in direzione della crostata martoriata. } Voi invece? Perché non Vi buttate nella mischia? { Non c’è solo ironia nelle sue parole, anche una venatura di curiosità. }

XARMOTH[Bancone] La linea della bocca carnosa rimane piatta mentre la creatura gli parla. Ascolta, incurvandosi appena, come se il rumore della vita nella bettola potesse infastidirlo. I capelli seguono quel gesto di malavoglia, danzando appena, bianchi e lisci come sono, al fianco del volto feroce per natura. Assottiglia lo sguardo, cosa che lo fa risultare la sua un'espressione minacciosa. E'  uso al comando, in ogni situazione, in ogni contesto, perché questi i suoi natali, questa la ragione della sua dannazione. {Oh. L'ho già fatto. Più volte.} Qualcosa nel modo in cui prende a tamburellare con estrema lentezza indice e medio sul bancone conferisce alla sua frase un secondo significato, nascosto tra quelle semplici parole. Sorride, poi. Piccole rughe d'espressione gli solcano gli occhi neri e incavati, la fronte liscia e pallida. L'insieme che ne risulta ha un che di arrogante. {Tuttavia gradisco mischie più dure.} Continua a fissarla, mentre parla ed infine la squadra. {Imbattibili sono quelle ben più soffici.} La mano che dava al bancone si stacca dal legno e rivolge il palmo verso l'alto. Le dita si muovono, come se avesse della sabbia sulla punta delle dita e desiderasse mandarla via lentamente. C'è forza, in quel semplice gesto, ma anche una strana, incantevole grazia. E' la stessa grazia di quel grosso felino che mostra le fauci al centro della sua casacca. Brusco torna a impettirsi, ben dritto, allontanandosi di conseguenza da lei, almeno un poco. Il sorriso viene cancellato da quei freddi tratti del nord. {Non siete donna da bettola.} Conclude, o meglio la etichetta. {Dovreste respirare la notte, fuori di qui.} Decreta. Di nuovo le rivolge quel sorriso di prima, il vampiro.[Tenebra I]

DANAE{ . Bancone . }*{ Ormai della delizia per gli occhi e per il palato che era la sua porzione di crostata di mele non restano che briciole ad abitare il piatto spoglio. La destra si solleva per liberare le labbra da eventuali resti di cibo, restando a mezz’aria per evitare di sfiorare quella di Xarmoth. Tuttavia, le sue iridi non sono altrettanto diligenti: esse si arrampicano sul volto dell’Eterno , tuffandosi nelle sue rughe di espressione per scivolare poi sugli occhi dell’altro. Li trova intenti a fissarla, le parole del Vampiro accompagnate dal tamburellare delle sue dita pallide sul bancone. Vagamente confusa, la Contessa non sa se applicare una mera interpretazione letterale al breve responso del suo interlocutore, eppure ha il presentimento che egli alluda ad altro. La mano che Xarmoth aveva adagiato sulla lignea superficie si stacca per librarsi in aria, succeduta dal dire dell’imponente figura. La considerazione dell’uomo la fa sorridere: gli angoli della bocca si incurvano verso l’alto e le iridi si assottigliano in un’espressione divertita. E’ ovvio che non sia una donna da bettola, più che palese. I pendenti attaccati ai lobi delle sue orecchie tintinnano quando il suo capo si muove su e giù per annuire lentamente, mentre le ciglia vengono sbattute come ali di farfalla donando a Danae un’aria innocente. } Tutti noi siamo quello che ci fa comodo essere. { Lei è stata una nobile, una cortigiana, un’assassina ed un’abile apprendista. Lui che cos’è? Forse, alla Contessa non converrebbe scoprirlo. Lo fisserebbe di nuovo, questa volta senza il sorriso ad illuminarle il volto. } Mi state invitando ad uscire?

XARMOTH[Bancone] Chiude gli occhi, o forse sbatte le palpebre molto lentamente. Quando li riapre il suo sguardo, nero ed intenso, è di nuovo dritto sulla creatura che ha davanti. La squadra da capo a piedi, come se cercasse qualcosa che ad una prima occhiata gli è sfuggito. Lo fa senza pudore, come se stesse eliminando le vesti, ma non si ferma lì. E' come se anche le carni non gli andassero a genio e lo stesso si può dire delle ossa. E' il sangue, quel vivo fluido rosso e caldo che guizza dentro la donna, che trasporta l'anima in una giostra chiamata vita, a desiderare. { Vi sto invitando.} Dichiara, privo di timore alcuno, poiché dopo esser morto resta poco di cui avere paura. Poi le tende una mano. E' la sinistra. Le grandi dita si aprono in un invito, ma non c'è alcuna espressione di calore, in quel volto così duro e fiero. E' più un esercizio di volontà. {Voglio farvi vedere qualcosa che sono certo vi piacerà.} Il tono della voce è profondo e scandisce la confidenza che ciò che pronunci sia il vero. Poi si incurva, come aveva fatto poco prima, così da esserle più vicino con quella bocca carnosa, appena rosa sulla carnagione pallida. {A voi cosa fa comodo essere questa notte.} La domanda è più bassa, più cupa, più densa di un mistero che non può essere svelato da una semplice risposta. Ne occorrono molte, ne occorre una notte intera, di risposte. [Tenebra I]

DANAE{ . Bancone . }*{ Sente lo sguardo di Xarmoth fisso su di sé scostare le vesti, trapassare la carne in cerca di una meta per lei ancora indefinita. La sua maledetta fierezza le impone di non abbassare gli occhi, continuando a modo suo a sfidare l’uomo che le si para davanti; per lei è solo un cialtrone qualsiasi, forse in cerca di un’avventura nata nella squallida bettola. E lei, lei che cosa vuole questa notte? Osserva la mano dell’altro aprirsi verso la sua figura a mo’ di invito palese, in attesa di una risposta dalla Contessa. Questa pare bloccarsi, soppesando la conversazione sostenuta sino ad ora. Con un sospiro, avvicinerebbe la destra alle dita dell’Eterno, facendola poi allontanare per tuffarla nella tasca della veste bordeaux, in cerca dei denari che deve all’oste per quella meravigliosa crostata alla frutta che ha potuto gustare. Con una spinta all’altezza dei reni salterebbe giù dallo sgabello, riacquistando la posizione eretta accanto a Xarmoth e dirigendo verso quest’ultimo un sorrisetto divertito. } Ebbene, Monsieur, Vi sfido  a stupirmi { Risponderebbe all’ennesimo quesito di lui con un altro sorriso, indicandogli con la mancina l’uscio del luogo. Nemmeno lei sa chi essere questa notte, ignora persino quello che potrebbe succederle. }

XARMOTH[Bancone] Non fa altro che osservare la donna muoversi in maniera del tutto aliena per lui, ormai. Quando ella non tocca la sua mano non sembra darvi particolare peso, semplicemente si erge ben dritto, ascoltandola. Ha spalle larghe, il vampiro. Ha un ampio petto su cui domina lo stemma del suo antico casato, nella forma di un muso di una pantera che mostra le zanne. Ha braccia forti dentro quella casacca porpora. Ha gambe muscolose, infilate in dei pantaloni neri che si stringono sul fisico da combattente. E' la sfida che la creatura gli lancia, a provocare una forte, profonda risata che lo scuote tutto. Ride, infatti, ride di gusto. E come è iniziato, altrettanto repentinamente il riso finisce. {Venite, dunque. Vi sono grandi misteri, in una piccola città.} Pronuncia non dando però tempo di assorbire il significato delle parole, o replicare, che già si volta e incede, lasciando a lei la scelta di seguirlo. Come indicatogli si reca alla porta e la apre. Compiuto quest'atto attende che la viva preceda il morto e verso ella si volta, ancora una volta. Lo sguardo del dannato si concentra negli occhi di lei. E' quella la porta per l'anima. Lo sa. Lo sa da anni, da secoli. Non sa da quanto lo sappia, ma è così. { Alcuni lasciano increduli persino i più coraggiosi...} E adesso fa un sorriso, o meglio una smorfia sarcastica, mentre le lancia una sfida a parole. E si tiene per sé quell'aria di chi sa già che ha vinto. Ha vinto persino quando ha perso la vita. [Tenebra I]

DANAE{ . > Esterno Bettola . }*{ Lo segue dunque, abbandonando la sicura quanto chiassosa bettola per gettarsi nelle braccia della notte. Egli l’attende, lasciando che sia lei a precederlo e neanche questa volta Danae si tira indietro. Nonostante l’inquietudine si affacci nel suo subconscio, i suoi calzari percorrono sicuri l’uscio del loco, quasi a sfidare sé stessa più che l’Eterno. Lo guarda negli occhi neri e luccicanti come pietre d’onice ed ascolta la sua risata che pare capace di scuotere anche lei o, perlomeno, di farla rabbrividire. Le accenna a dei misteri, non è l’unico ad averlo fatto. Ben presto la Contessa si immerge nel buio della Cittadella dormiente, combattuto da qualche sporadica lanterna o da mozziconi di candele. Sulla danza delle fiamme par concentrarsi lo sguardo di Danae, che ritorna sull’imago di Xarmoth non appena lo vede sbucare oltre la porta dell’uscita. Solo per un istante, la sua espressione le ricorda quella della Custode del Cimitero, un déjà vu che sciama quando il dire dell’Eterno pregna l’aria circostante. Ed è in quell’istante che la Normanna decide che cosa vuol essere quella notte, mentre l’imponente figura dell’altro si avvicina e con lui il suo strano modo di fare. Danae vuol essere coraggiosa. }

XARMOTH [Vicoli] Lascia che la porta si richiuda con un tonfo alle spalle di entrambi, una volta che si sono immersi nella fresca aria della notte di Barrington. Il gesto, brusco, spezza in un attimo il brusio che proviene dall'edificio ed il vampiro sembra godersi il silenzio, mentre affianca la creatura che indossa ancora la morbida, comoda vita. Inspira, o meglio finge di farlo, a fondo. Poi il passo si fa piuttosto spedito, ma sembra essere il suo naturale, e gli stivali neri calcano il selciato come seguendo una marcia. { Tutte le case, gli edifici, le sedi dei mestieri più o meno... moralmente accettabili...} Le spiega, con quella sua voce profonda che vibra su corde immortali. Ed ammicca, quando fa riferimento alla licenziosità di alcune attività della cittadina.  Lo fa allargando il braccio destro e indicando con la mano tutto e niente, con le ombre che si affrettano a farsi intorno alla mano pallida e grande, a scavare nelle cicatrici per trovare conforto dalla poca, ma comunque onnipresente, luce. { Tutto in questa città si accorda, costruito con la stessa pietra, lo stesso legno, lo stesso sudore.} Conclude, almeno per il momento. Ferma il passo raggiunto uno degli anonimi vicoli, dove le torce mancano ed il buio è padrone. Lì, ove egli è tiranno, la fissa intenso e spudorato, squadrandola come ha già fatto dentro la bettola. {Tutto tranne quella.} Alza la mano destra, tende il bracci e l'indice sporge per indicare la torre, appena visibile da dove sono. Con questo non smette di osservare Danae, attratto dalla vita come chi, gelosamente, voglia averla tutta per se. [Tenebra I]

DANAE{ . Vicoli . }*{ Tenta di tenere il suo passo, attraversando i vicoli che al suo occhio inesperto sembrano tutti uguali, intricati come un vorticoso labirinto. Udibili sono soltanto i loro passi ed il frusciare della veste di Danae che danza attorno alle caviglie della Nordica seguendo il ritmo del suo incedere veloce. Accanto a lei, Xamroth parla: la sua voce è profonda e consapevole, a tratti persino troppo arcana per appartenere ad un uomo della sua età. Già, ma quale può essere la sua età? Solo in quell’istante la Contessa si rende conto di non sapere nulla di lui, né il suo nome né ogni altro particolare identificativo; questo è strano, bislacco persino per un dongiovanni in cerca di avventura. Non l’ha ancora sfiorata, limitandosi a condurla là ove gli occhi della  ventiduenne sono deboli. Questi ultimi cercano di seguire la direzione indicata dalla destra dell’Eterno, soffermandosi su quella che deve essere una torre. La Norrena non riesce a scorgerla bene, non capendo neanche dove voglia arrivare Xarmoth col suo discorso. } Che cos’è? { Gli domanda, lasciando che la curiosità si mischi alla paura e che il suo cuore acceleri il battito come se volesse scappare da lì, lasciando la sua incauta padrona a pagare lo scotto delle sue decisioni. La mancina nuota nel vuoto, atterrando fortuitamente su quello che le pare essere il muro di una casa contro il quale Danae tenterebbe di poggiare la sua schiena. Nel buio non può sapere che egli la sta fissando e resta in balia dei suoi dubbi. Ancora una volta, il volto della Custode del Cimitero si affaccia prepotentemente dai suoi ricordi, resi più vividi dall’oscurità che la circonda. }

XARMOTH [Vicoli] Lentamente, in silenzio, riabbassa il braccio, che torna ad affiancare quel corpo massiccio e slanciato. E' alto, il vampiro, forse persino due metri. Per questo quando si volge per mettersi di fronte a lei, proietta un'ombra grande persino in quella flebile luce che bagna entrambi. {Per alcuni è un luogo maledetto, ove le ombre sono vive e pronte a mordere.} Calca l'ultima parola, mostrandole una mano che si stringe a pugno di scatto, dando così enfasi alla sua voce già di per sé cupa. Poi la mano si apre di nuovo, le dita si allargano in un gesto più sinuoso, che non risulta stonare, tuttavia, con la figura imponente del Lord di Landaras. {Per altri è una fortezza, che nasconde misteri sulla vita e sulla morte, conoscenze su ciò che è vero e ciò che, invece, non lo sarà mai.} Sorride, infine. Le labbra disegnano un'espressione compiaciuta, mentre incurva le spalle all'avanti, accorciando le distanze tra il suo volto, così duro e feroce, e quello della creatura, ben più dotato di grazia. {Per altri è casa.} Inarca appena le sopracciglia e così spalanca gli occhi, dannatamente neri ben oltre il colore dell'iride, perché da lì si vede, chiara, l'anima  oscura. Ora le mostra entrambi i palmi delle mani, tutti pieni di cicatrici e segni di battaglie, tenutesi in armi e senza, contro bestie, uomini e persino dei. Gliele tende in un invito a posarci le sue, è lampante, come se quel gesto fosse parte della risposta a domande mai formulate. E in un certo senso, è proprio così. [Tenebra I]

DANAE { . Vicoli . }*{ L’ombra proiettata dal massiccio corpo del Vampiro sbrana l’ultima flebile luce che permetteva a Danae di orientarsi sommariamente. Se la sua vista è relegata a mero accessorio, l’udito ha la fortuna di captare le spiegazioni dettagliate del suo interlocutore: ogni parola proferita da Xarmoth sembra essere scelta con cura per impressionare la giovane Contessa e, a giudicare dal martellare incessante del cuore nel petto della Normanna, l’Eterno deve esserci riuscito. Con gli occhi della mente, ella prova ad immaginarsi la torre ma la sua fantasia non riesce ad andare a segno, limitata dalla totale ignoranza sulla Cittadella e sui suoi monumenti. La voce profonda cessa di parlare, dando spazio a quella femminile ed incerta di Danae di farsi udire. } E... cos’è per Voi? { Sospetta da sé che non riceverà risposte troppo personali ma tanto vale tentare. Dopotutto, è già nel buio alla mercé del suo insolito accompagnatore. Egli si sposta un poco e la luce torna a fare capolino nel vicolo, permettendo alla ventiduenne di scorgere le mani segnate da molteplici cicatrici.  Questa volta, la Contessa non tenta di ingannarlo ed avvicina i palmi a quelli di Xarmoth, impotente dinanzi al tremore delle sue dita affusolate. Non parla più, non sa cosa aspettarsi. Lascia che i suoi occhi si adagino sul volto di lui, in cerca di una possibile minaccia dalla quale tentare di scappare. }

XARMOTH [Vicoli] Accoglie le piccole, calde mani della creatura nelle sue, così fredde e grandi. Le lascia aperte, così da darle la possibilità di sfilarle, solo piega entrambi i pollici, per raggiungere il dorso delle mani di lei e, con una delicatezza che cancella in parte la ruvidità delle dita di un combattente quale egli è, accarezzarla. {E' un ricordo ed un monito costante.} Svela, parlando in un sussurro che, con quel suo tono di voce profondo, diventa come l'eco di una voce vibrante su note basse. {E' il ricordo di come tutto ha una fine, anche il tempo stesso.} Continua, inclinando leggermente la testa e facendosi, impercettibilmente, più vicino con il suo volto dai tratti marcati da un nord di un'epoca ormai scomparsa, a quello di lei, ma non proprio di fronte. La bocca del vampiro si avvicina all'orecchio di Danae, così la voce si può fare ancora più bassa. { E' il monito che non siamo nient'altro che ombre, una volta che la nostra carne marcisce, che il nostro cuore avvizzisce, che i nostri occhi divengono polvere.} Le labbra si aprono e chiudono senza fretta alcuna, volendo starsene lì, vicine a tal punto quasi da sfiorare i capelli della donna. Le mani cercano un nuovo corso, volendo sfilare verso i polsi di lei con le dita, e poi piano piano più su, lungo tutte le braccia. [Tenebra I]

DANAE { . Vicoli . }*{ La loro pelle entra in contatto e Danae può saggiare la superficie liscia e fredda che carezza i palmi delle sue mani. Percepisce il tocco dei pollici dell’Eterno sulle sue membra superiori, le carezze sono accompagnate dalla risposta al quesito posto poco prima dalla ventiduenne stessa. Invero, ella non riesce bene a comprendere ove le parole dell’altro vogliano andare a parare, nel suo intimo cova l’idea che Xarmoth voglia solo spaventarla. O, almeno, questo è ciò che spera. L’imago del Vampiro si fa sempre più vicina, sino a percepirne l’alito solleticarle l’orecchio ed il collo ed insinuarsi fra le ciocche di capelli che le incorniciano il volto. Sebbene sia soggiogata dai modi accattivanti e al tempo stesso inquietanti del suo interlocutore, Danae non rinuncia a schiudere le labbra per dire la sua. } Io non credo che il tempo abbia fine { E’ una protesta debole, il miagolio di un gatto ferito ma che non ha intenzione di arrendersi al Fato. Le iridi chiare si rivolgono verso la sagoma che per lei è forgiata dalle ombre, mentre la sua voce si fa udire di nuovo } Certo, la vita di ognuno di noi ha una conclusione, ma se ci discostassimo dall’egoismo della nostra esistenza ci renderemmo conto che le lancette degli orologi proseguono il loro cammino anche senza di noi.. { E’ l’idea che si è fatta nel corso dei suoi studi in convento, china su libri di arte e di storia, istruita da maestri che inneggiavano a illustri filosofi ormai scomparsi. Quando le dita di Xarmoth si rimettono in moto lungo le sue braccia, la schiena di Danae viene scossa da un fremito, tanto che per un secondo smetterebbe di respirare, gli occhi sgranati di una creatura incosciente di essere stata braccata. }

XARMOTH [Vicoli] Segue la corsa delle mani lungo le braccia della donna, volendo trovare le spalle e lì, finalmente, stringersi. La presa del vampiro è solida, dominante come tutta la sua figura, così imponente, con quelle spalle larghe e quel volto severo pieno di contrasti tra il candore della pelle e le ombre che fanno da contorno ai tratti duri di un nord ormai estinto. {Il tempo. Solo gli dèi sono eterni.} Parla in tono basso, adesso, tanto è vicino alla creatura con quelle labbra carnose, che si schiudono in un sussurro. E non solo. I canini, silenziosamente, si protendono affilati dentro la bocca. E' la fame che si mostra in tutta la sua cruda verità. E' il prezzo che gli altri debbono pagare, per non aver estirpato quel male antico. E' il destino ineluttabile e crudele. Il collo di Danae è lì, vivo e pulsante. Già lo puntano gli occhi neri, profondi come il più grande dei peccati. { E li dèi esigono di essere adorati.} Conclude, chinando di più la testa in uno scatto vorace. E' un morso, proprio sul collo pulsante di vita che gli inebria i sensi, un pensiero martellante che scalcia e grida dentro le barriere di un'animo tutt'altro che mite. La vuole, nel modo più intimo e profondo che conosce, quello della bestia. [Tenebra I]

DANAE{ . Vicoli . }*{ Lo ode ribattere e vorrebbe far altrettanto, almeno fin quando non si rende conto che Xarmoth ha azzerato la distanza che sostava fra i due corpi in un tempo inferiore ad un battito di ciglia. Un dolore lancinante al collo la pervade, così intenso da appannare la vista già relegata nell’oblio dalla notte e da tingerla poi di bordeaux, il colore della sua veste. Le labbra si contorcono in una smorfia dolorante e terrorizzata e le mani cercherebbero il corpo dell’Eterno per tentare di spingerlo via, lontano abbastanza da sottrarsi dal giogo di Xarmoth. Nessun pensiero si affaccia distintamente nella sua mente se non il desiderio di non essere lì, di non averlo seguito, di non essere mai nata. Il dolore persiste, inesorabile ed impietoso, di un bruciore vivido come il fuoco sulla sua pelle nivea da Nordica, sottoposta alle frenetica voglie della bestia. }

XARMOTH [Vicoli] E' sopra di lei, il vampiro. Le sue zanne penetrano la morbida carne come se questa liberamente decidesse di accoglierle nel suo calore. La bocca aperta, preme con le labbra contro la pelle, con tutta l'innaturale passione della caccia. E il sangue. Oh, il sangue! Scorre leggiadro e odoroso sulla sua lingua, accarezza il palato e poi si getta giù per la gola. Le dita, grandi e pallide con tutte quelle cicatrici che le adornano in silenziosi racconti di battaglie, di risse, di stragi e duelli, serrano la presa alla reazione della creatura. Non solo, egli tutto, imponente com'è, si spinge in avanti, sostenendola e al tempo stesso trascinandola a camminare, o incespicare che sia, verso il muro poco distante di una delle case di Barrinton. La vuole chiudere, come un grosso felino che, entusiasta, ha trovato qualcosa di grazioso con cui giocare a morsi. Gli occhi neri, intenso specchio di un'animo dannato, si chiudono. Non ha bisogno della vista. Non ha bisogno di niente, adesso. Tutto quello che necessita è lì, tra le sue braccia, così fragile e desiderabile. I capelli, bianchi come la neve, danzano spaventati nel movimento, seguendo in qualche curiosa maniera il ritmo pulsante del cuore di Danae, coprendo, come fossero timidi, la zona nuda dove la donna ed il Lord di Landaras sono tutt'uno.[Tenebra I - Vigore II Passivo - Bacio I turno]

DANAE { . Vicoli . }*{ I suoi tentativi di resistenza e di fuga sono del tutto vani, annullati dalla presa vigorosa delle braccia della preda. La ventiduenne viene trascinata senza troppi sforzi sino a percepire lungo la sua schiena la ruvidità del muro di una delle tante case della Cittadella. Smette di lottare la Contessa, con gli occhi gonfi di lacrime scaturite dalla rabbia e dall’impotenza; la figura china sopra di sé non par avere l’intenzione di discostarsi dal suo corpo, suggendo dalla ferita aperta coi denti con un’intensità tale da far sembrare a Danae che anche la sua bocca sappia di sangue. Proprio quando le difese psichiche e fisiche si abbassano, la Nordica si accorge di non trovare quella situazione spiacevole o nauseante, anzi: la sua attenzione corre là ove l’Eterno si sta dando da fare e, con enorme stupore, Danae è costretta ad ammettere a sé stessa che quel contatto del tutto pericoloso ed innaturale le procura un piacere insospettabile. Ancor più dei primi baci casti donati quand’era una fanciulla inesperta, ancor più delle notti d’amore con l’uomo che amava, ancor più di ogni suo desiderio proibito, il Bacio la sconquassa e l’appaga, tanto da tentare di cingere con le braccia tremanti il collo del suo predatore. Si riscopre sorridente e leziosa, con le labbra schiuse dai gemiti che la parte più ostinata vorrebbe aspramente soffocare. L’idea del pericolo quasi le sfugge ora come ora, aggrappata alle ali della Morte. }

XARMOTH [Vicoli] Accoglie l'abbraccio della donna o forse non se ne accorge, immerso com'è nel fare sua la vita, perché lui non l'ha più da molto, molto tempo. Beve con avidità dalla fonte calda e densa, con la bocca premuta contro la carne di lei, ove le zanne affondano impietose, donando qualcosa che nessun tocco umano, per quanto appassionato e intrigante, potrà mai essere. Quel morso, quel bacio trasporta una storia già udita da tutte le genti del mondo, quella del desiderio di gettarsi disperatamente nell'oblio, di perdersi nel nulla, la spinta alla deriva che ogni creatura, negli angoli più bui del proprio animo, prova. Scosta le mani dalle spalle di lei, solo per portarle più in basso e afferrarla per i fianchi, spudorato e sicuro. Non solo, adesso ha incontrato l'ostacolo del muro, spinto dalla brama di sangue e potere, pian piano la vuole sollevare da terra, premendo il proprio ampio petto contro quello ben più morbido di Danae. Il tocco del vampiro è possessivo ed inevitabile, è forgiato in secoli di lotte ed atto a stringere lo scettro volubile del potere, affinché non scappi e non voglia farlo. Gli occhi rimangono chiusi, lo sguardo immerso in sè stesso. [ Tenebra I - Vigore II Passivo - Bacio II turno]

DANAE { Il luogo, il tempo e le sue paure non hanno più importanza; forse nemmeno esistono. Si lascia sollevare da Xarmoth senza protestare, con le braccia protese verso di lui simile ad una bambola di pezza. Gli occhi offuscati lo scorgono allontanarsi da lei e subito le labbra si affrettano a palesare il diniego della fanciulla, ansiosa di ricadere in quello stato di estatico torpore. } No! { Una protesta flebile quanto una piuma trasportata dalla tempesta, sul viso della Nordica l’espressione d’agonia di un cane abbandonato per la strada. Ed ecco che la danza oscura ricomincia: le mani dell’Eterno cingono i fianchi di lei, oramai rapita dalla fatalità degli eventi; i suoi sensi sono appannati, persino il dolore lancinante proveniente dalla base del collo che dovrebbe farla piangere viene bellamente ignorato dalla Contessa. Persa nell’abisso dei ricordi, confonde nella semioscurità il volto della bestia con quello del suo amante: ecco che i capelli lunghi si scorciano e dalla neve mutano sino ad assomigliare a penne corvine. Sul volto di Xarmoth si materializzano evanescenti baffi scuri e i lineamenti duri si addolciscono sino a ricordare quelli che dovrebbe farla piangere viene bellamente ignorato dalla Contessa. Persa nell’abisso dei ricordi, confonde nella semioscurità il volto della bestia con quello del suo amante: ecco che i capelli lunghi si scorciano e dalla neve mutano sino ad assomigliare a penne corvine. Sul volto di Xarmoth si materializzano evanescenti baffi scuri e i lineamenti duri si addolciscono sino a ricordare quelli di un giovane uomo franco. } Oh Jacques! { La sua voce trema, rotta dalle emozioni contrastanti che vincono sulla ragione. Lentamente, la coscienza l’abbandona, spingendo la Contessa nei territori indomati dell’incorporeità. }

XARMOTH[Vicoli] Debolmente la preda si agita, completamente in balia dell'alto vampiro. La sua figura massiccia preme contro Danae, che preme contro il muro, invalicabile limite fisico che li rende così vicini da annullare il calore di una nel gelo dell'altro. La bocca bramosa e insaziabile non cessa di suggere neanche per un istante, priva della necessità mortale di respirare. Ode vaghi mormorii, conseguenza del delirio di dolore e piacere che si mescolano nel colore del peccato. Le forti mani continuano a sostenere quel corpo leggero, scostando le vesti e trovando il contatto di pelle contro pelle. E' una presa liceziosa, quella che ne risulta, con gli avambracci sotto le cosce di lei ed i palmi laddove la schiena termina, lasciando spazio ad una parte più soda ed invitante. No possiede pudore, nè canoni umani. Non ha fiato in corpo, nè desideri che siano propri di un uomo. Ha la brama di possedere il tempo e tutto ciò che abita lo spazio, in maniera assoluta. Le palpebre si sollevano lentamente, lo sguardo attraversa l'edificio di fronte, si proietta in un luogo che solo la mente può vedere, una mente eterna mossa soltanto dalla fame divoratrice. Gli occh nerissimi sono attraversati da ombre rossastre, ma è solo l'illusione di un attimo, quello che resta della traccia di una bestia che un tempo il flagello dei draghi divorò, compiendo l'atto efferato di nutrirsi di un'anima, più che di sangue e vita. [Tenebra I - Vigore II Passivo - Bacio III turno]

DANAE { . Vicoli . }*{ Non c’è nulla nel suo corpo che le appartenga ancora, niente che risponda ai suoi comandi. Le labbra non conoscono più la via per ricongiungersi e gli occhi si sono arresi alla loro impotenza, tornando a rifugiarsi sotto le nivee palpebre. Danae non è lì, in quello squallido e disadorno vicolo a farsi palpare da un completo sconosciuto, ella è altrove, , in un luogo dove il tempo non pare nemmeno scorrere. La sua voce sembra irriconoscibile alle proprie orecchie, percosse dalla violenza del silenzio che accompagna il disumano gesto dell’Eterno. Incapace di sostenersi da sé, la ventiduenne si affida alla forza dell’uomo che sosta dinnanzi al suo corpo sfatto dal dolore e dal piacere. Nella sua mente le immagini di quella notte si mischiano lasciando la vittima priva di sentimenti, emozioni e pensieri. Le sembra di essere già approdata nel mondo dei sogni, di camminare sulle nuvole, sopra l’acqua, al paro degli inferi; la testa si piega paurosamente di lato e le mani del Vampiro dovranno sorreggerla per impedirle l’impatto col suolo. Vinta dallo strapotere della creatura oscura, la Nordica serra definitivamente le iridi, giacendo in un letargo momentaneo dettato dalla fatica e dal prosciugamento sanguigneo. }

XARMOTH [Vicoli] La vita della donna sfugge via, lo rivela il martellare del battito del suo cuore che si fa sempre più lieve. Le braccia, che in un tempo di molte vite hanno imbracciato armi e vestito metalli, che hanno sconfitto soldati, cavalieri, campioni e persino draghi, sorreggono la creatura come se non avesse peso. Il sangue continua a fluire nella bocca del vampiro, a fiottare dalla gola di lei dentro il gelido corpo non morto. Lentamente si abbassa, sempre reggendola, fino a toccare con il ginocchio destro il selciato della via. Il mantello si piega lungo la schiena, allargandosi in una macchia come ali maestose, tanto bene si mescola in quelle tenebre. Gli occhi furiosi tornano ad assumere il pieno nero, segno del controllo che il tiranno dei morti esercita sulla propria natura. Egli domina tutto, persino sé stesso. La lingua, mentre ancora è intento a bere da quella fonte che è sempre più vuota, trova languida la carne di lei e con un movimento carico di lussuria la lecca, mentre le zanne ritornando ad essere denti. E' così che l'oscura magia del sangue rimargina la ferita, poiché il Lord di Landaras stanotte ha deciso: Danae vivrà. La adagia al suolo, come fosse un cuscino di piume. Poi si rialza, fissando lei priva di sensi. Imperioso, si erge nella notte in cui è padrone. Poi, senza aggiungere altro si volge, iniziando la sua marcia fatta di passi lunghi e decisi. La caccia è finita e l'alba lo troverà al riparo nella torre che porta il simbolo della sua casata, quello che trionfa sulla casacca, proprio al centro del petto, in quel muso di pantera nell'atto di spalancare le fauci. Quelle fauci che la fame non fa chiudere mai. [Tenebra I - Vigore II - Bacio IV turno]
Xarblabla
00lunedì 23 maggio 2016 00:27
Riassunto: Xarmoth si aggira per Barrington in cerca di una preda. Nella Bettola trova Danae solitaria al bancone. Avvicina la donna e la convince a seguirlo nei vicoli, dove le rivela alcuni misteri, fin quando i due non sono abbastanza vicini. E' allora che la morde, facendone la sua preda per quella notte. Nutritosi, la lascia lì nel vicolo, come un giocattolo rotto.

Commento: La caccia nell'economia del gioco di un vampiro è un obbligo periodico. Trovare giocatori che sappiano come rapportarsi a questo tipo di giocata, soprattutto durante l'atto del morso che lascia il personaggio fortemente vincolato a pochi movimenti fisici, è raro. Complimenti a chi muove Danae, quindi.

Nota punteggi:
Xarmoth si nutre di Danae per 4 turni, quindi guadagna 4 punti sangue.
Danae subisce il bacio oscuro per 4 turni, di conseguenza perde 80 punti salute.
Eventuali altre modifiche derivate dall'abbandono di Danae nel vicolo sono a discrezione di chi approverà la giocata.

Ricordo alla giocatrice di Danae che l'evento sarà registrato come un ricordo confuso, forse frutto di un'ubriacatura o un semplice sogno, che potrà ripresentarsi di notte per qualche tempo. Inoltre, inconsciamente, si presenterà il desiderio di ripetere l'evento, per quanto poco chiaro possa risultare.
Fehrer
00lunedì 23 maggio 2016 02:10
In valutazione
Nianna
00lunedì 23 maggio 2016 09:33
Re:
Xarblabla, 23/05/2016 00.27:


Xarmoth si nutre di Danae per 4 turni, quindi guadagna 4 punti sangue.



Buongiorno,

scusate ma mi si è arrugginito il Lord di Landaras che non me ne vorrà se appongo, postume, alcune correzioni.

Da Approvare:

- Xar si nutre per 4 Turni. Ogni turno gli fa guadagnare 5 punti sangue. 5x4=20. Quindi Xar ripristina i suoi 5 punti sangue e gli altri 15, come sempre, non contano.

Xarblabla, 23/05/2016 00.27:


Eventuali altre modifiche derivate dall'abbandono di Danae nel vicolo sono a discrezione di chi approverà la giocata.



Chiedo la cortesia di valutare che Nianna, di rientro dalla sua notte di caccia, incontri la svenuta Danae per i vicoli. Con ogni probabilità sentirà l'odore di Xar su di Lei e sempre con ogni probabilità (conoscendola) pagherà l'ennesimo conto al Sanitarium...

Xarblabla, 23/05/2016 00.27:


Complimenti a chi muove Danae, quindi.



Mi accodo. Sentitamente.

Grazie di tutto.


Fehrer
00lunedì 23 maggio 2016 11:48
Eccomi qua.

Dunque:


Nota punteggi:
Xarmoth si nutre di Danae per 4 turni, quindi guadagna 4 punti sangue.
Danae subisce il bacio oscuro per 4 turni, di conseguenza perde 80 punti salute.
Eventuali altre modifiche derivate dall'abbandono di Danae nel vicolo sono a discrezione di chi approverà la giocata.



Effettivamente ho ricalcolato la situazione poiché, per ogni turno di suzione, Xarmoth ha guadagnato 100 PF e, così, 4 punti sangue (1 punto sangue = 25 PF).
I suoi punti sangue, ora, sono al massimo; gli altri turni di suzione sono stati piacere per il vampiro e per la vittima.

Sto aprendo proprio ora le schede di Danae e Xarmoth, per aggiornare i punteggi.


Ricordo alla giocatrice di Danae che l'evento sarà registrato come un ricordo confuso, forse frutto di un'ubriacatura o un semplice sogno, che potrà ripresentarsi di notte per qualche tempo. Inoltre, inconsciamente, si presenterà il desiderio di ripetere l'evento, per quanto poco chiaro possa risultare.



Sì, e aggiungo: Danae ricorderà tutto ciò che ha preceduto il Bacio, azioni e parole. Poi, il black out. E' svenuta (un altro turno di suzione l'avrebbe uccisa) là dove è stata lasciata.


Chiedo la cortesia di valutare che Nianna, di rientro dalla sua notte di caccia, incontri la svenuta Danae per i vicoli. Con ogni probabilità sentirà l'odore di Xar su di Lei e sempre con ogni probabilità (conoscendola) pagherà l'ennesimo conto al Sanitarium...



Va bene. Proprio per non lasciare il pg a una giocata di pura incoscienza, Danae potrà riprendere dal sanitarium, sempre che Nianna le accompagni una missiva per la padrona di casa.

Riassumendo:

- Xarmoth sugge per quattro turni: punteggi al massimo.
- Danae perde 80 PS: per lei, due giocate di riposo assoluto. In particolare, la prima la vedrà costretta a letto. Ricorderà con esattezza quel che è accaduto prima del Bacio (volto di Xarmoth e conversazione col vampiro); il durante e il dopo, saranno come dei sogni ricorrenti, confusi e sfilacciati.
- Danae può ripartire dal sanitarium.

GdR approvato con indicazioni
Nianna
00lunedì 23 maggio 2016 11:56

Missiva appena inviata ad Edave!

[Un foglio di fine pergamena, vergato da una scrittura chiara e riconoscibile al Rettore, potrà essere rinvenuto sul copro di Danae, che giace, composto sull’uscio del Sanitarium]

Mia Cara Edave,

temo di doverti chiedere l’ennesima cortesia cioè di prenderti cura di questa infelice creatura che con ogni probabilità ha sfamato la mia genia. Se dovesse aggravarsi, non lesinare di chiedere il mio aiuto. Sarà per me un privilegio poterla finire in tua vece. Altresì, accetta ti prego, una ricompensa per la tua opera. Sai che il denaro non è un problema.

Tua eterna Amica.

Lady Nianna Allen

Nianna
00lunedì 23 maggio 2016 12:10

Xarmoth, rinfrancato dal Sangue di Danae, riacquisisce lo stato di Maestro. Doni del sangue predominanti: fisici.

Scheda di gioco in Forum Ufficiale, aggiornata.

Buon gioco.

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